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Notizie Varie

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Confcommercio in assemblea per gli 80 anni: «Valorizzare gli itinerari religiosi»

Raffaele Chiappa

“Piacenza ha un enorme potenziale turistico ancora inespresso. Sfruttare appieno questa opportunità significa sostenere il nostro commercio, rafforzare la nostra economia, creare nuove opportunità di lavoro e migliorare la qualità della vita per tutti i piacentini”. Così il presidente di Confcommercio Piacenza, Raffaele Chiappa, nella sua relazione in occasione dell’80esima Assemblea generale che si è tenuta al PalabancaEventi nel pomeriggio del 5 giugno. Tema dell’assemblea è stato, appunto, il turismo: nei giorni scorsi l’Istat ha pubblicato i dati provvisori dei primi quattro mesi del 2025, che vedono calare i turisti sul territorio piacentino (76.783 nel quadrimestre, lo 0,8% in meno rispetto allo stesso periodo del 2024) ma aumentare i pernottamenti (174.194, lo 0,1% in più rispetto al quadrimestre gennaio-aprile dell’anno precedente).

La proposta: un Tavolo permanente sul turismo

Chiappa è convinto che per far crescere il turismo sul territorio “è indispensabile una stretta collaborazione tra tutti i soggetti protagonisti: le istituzioni pubbliche, le associazioni di categoria, gli operatori turistici, il mondo della cultura e dell’università e Piacenza Expo. Come Confcommercio, siamo pronti a fare la nostra parte, ad essere «aggregatore» e «facilitatore» tra territorio e il lavoro delle piccole e medie imprese”. L’invito del presidente dei commercianti piacentini è a “gettare le basi per la costituzione di un Tavolo permanente sul turismo, che coinvolga tutti i portatori di interesse, dalle istituzioni agli enti locali alle associazioni di categoria, dai consorzi di promozione turistica agli operatori del settore, a Piacenza Expo, alla diocesi, agli enti culturali, alle associazioni sportive, al mondo universitario e della formazione. Con l’obiettivo di giungere ad una pianificazione strategica condivisa, rispettosa delle competenze di ognuno”.

Piacenza, un grande potenziale

“Crediamo in un approccio strategico al turismo che riesca a valorizzare le bellezze naturali del nostro territorio, con le sue valli, il fiume Po, i castelli, i percorsi ciclistici, quelli religiosi, l’enogastronomia oltre a segmenti con enormi potenzialità, quali il turismo congressuale e convegnistico e quello sportivo”, ha detto Raffaele Chiappa, che ha sottolineato come Piacenza, per la sua posizione geografica strategica, sia un crocevia di culture e di traffici commerciali, che nei secoli l’ha resa un punto di riferimento. Il presidente di Confcommercio Piacenza ha ricordato il patrimonio artistico della città e della provincia di Piacenza, le strutture museali, le botteghe storiche e i borghi. E poi il potenziale derivante dall’enogastronomia, dallo sport e dagli eventi fieristici di Piacenza Expo.

Gli itinerari religiosi

“Ricordiamo anche come la nostra storia è stata plasmata con una forte impronta religiosa. Piacenza si trovava lungo importanti vie di pellegrinaggio come le Vie Romee e in particolare la Via Francigena, e la variante di montagna detta “la via degli Abati”: itinerari millenari, che ancora oggi richiamano un flusso di visitatori interessati a riscoprire la spiritualità e la storia del nostro territorio. Questo legame con la fede rappresenta un’opportunità unica per sviluppare un turismo religioso che affianchi le mete devozionali tradizionali, con la scoperta del nostro patrimonio culturale e paesaggistico”, ha detto Chiappa.

Foti: “Via Francigena un biglietto da visita importante”

“Oggi la competizione non è più tra i territori dello stesso Paese, ma è a livello europeo ed extraeuropeo”, ha sottolineato il ministro per gli affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti, che ha messo in evidenza due aspetti critici del turismo: gli alloggi e la digitalizzazione. “Non possiamo pensare che ci sia turismo in zone in cui i telefoni non funzionano. In un mondo che è cambiato, questi sono strumenti indispensabili che accompagnano la vita dell’uomo. Mi auguro che i fondi stanziati dal Pnrr possano trovare una completa attuazione nei prossimi anni”. Secondo Foti, se la provincia di Piacenza vuole un “turismo diffuso”, non può dimenticare i cammini religiosi, in particolare la Via Francigena, “uno dei biglietti da visita più importanti agli occhi dell’Europa e del mondo”.

Il programma dell’assemblea

L’assemblea è stata aperta dai saluti istituzionali. Sono intervenuti il prefetto di Piacenza Paolo Ponta, la sindaca Katia Tarasconi, l’assessora regionale al turismo, al commercio e allo sport Roberta Frisoni, il vicepresidente della Provincia Franco Albertini, il vicepresidente della Camera di Commercio dell’Emilia Filippo Cella e il vicepresidente della Banca di Piacenza Domenico Capra. A seguire, gli interventi del presidente nazionale di Confcommercio Carlo Sangalli e del ministro per gli affari europei, Pnrr e politiche di coesione Tommaso Foti. Alla tavola rotonda, condotta dal giornalista Carlandrea Triscornia, hanno preso parte Ludovica Cella, presidente di Federalberghi Piacenza, Manuel Ferrari, direttore dell’ufficio dei Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi, Christian Fiazza, assessore alla cultura e turismo del Comune di Piacenza, Simone Fornasari, presidente di Destinazione Turistica Emilia (e assessore comunale al commercio), Anna Gianfreda, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Francesco Petronzio

Nella foto, Raffaele Chiappa presidente di Confcommercio.

Pubblicato il 6 giugno 2025

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Luigi Bertuzzi, democristiano e montanaro orgoglioso

 bertuzzi Bobbio120 pagani

E' morto a 86 anni Luigi Bertuzzi, storico sindaco di Coli ed esponente piacentino della Democrazia Cristiana. Ha guidato il Comune dell’Alta Valtrebbia per 33 anni, in diversi mandati, dal 1976 fino all’ultima esperienza, nel 2009. Di professione insegnante alle scuole magistrali, ha dedicato la sua vita alla politica locale, con un'attenzione particolare all'Alta Valtrebbia e alla montagna. Da tempo era ospite in una casa di riposo della vallata. La sua scomparsa genera un vasto cordoglio in tutta la vallata e nel mondo politico locale: Bertuzzi era una figura molto conosciuta, che negli ultimi anni aveva trovato rifugio, dopo la diaspora della vecchia Dc, nell’Udc. Nel corso del suo impegno è stato anche consigliere provinciale e presidente della comunità montana. “Sono un democristiano - disse in un’intervista all’indomani della sua ultima vittoria alle Comunali - e non c’è ragione per nasconderlo, anzi, ci sono al giorno d’oggi ancora più ragioni per esserlo più di prima”. “Chi usa il termine «democristiano» in senso spregiativo o come un insulto - aggiunse con orgoglio - significa che ha qualcosa lui da nascondere”. Bertuzzi si è sempre dichiarato un “politico cattolico”: “seguo la Dottrina sociale della Chiesa, e la trovo molto differente dalle dottrine che propongono destra e sinistra: preferisco restare al centro”.

Le “scuole di politica”

Negli ultimi anni del suo impegno pubblico più volte ha richiamato l’attenzione sulla necessità di garantire un percorso di formazione e conoscenza per i politici del futuro. “Per chi vuole fare il ministro, il parlamentare ma anche il sindaco del suo paese - spiegò proprio in una conversazione a “Il Nuovo Giornale” - è necessario partecipare alle scuole di politica, che ora non esistono più. Io frequentai quella della Democrazia Cristiana a Marina di Carrara: in cattedra c’era Nicola Pistelli (fondatore della rivista fiorentina «Democratica») e padre Ernesto Balducci”. Questa era la sua ricetta per formare la classe dirigente della politica locale e nazionale del domani. Più formazione, più scuola di partito, meno improvvisazione e più politici di professione: ovvero gente che fin da giovane dedica alla cosa pubblica anima e corpo. “Non essendoci più il lavoro dei partiti che assicuravano esperienza, conoscenze ed equilibrio - rifletteva Bertuzzi - la politica non è più una questione di idee, ma di carriere professionali e personali. Prima si stava all’interno di un partito con regole, canoni, comportamenti e schemi: oggi si va avanti per colpi e dichiarazioni ad effetto”.

Il senso della politica

Ai tempi della Dc la formazione di un politico era ben strutturata: scuole di politica, riviste, correnti. Oggi si fa politica più velocemente. “Non eravamo - fu l’analisi di Bertuzzi - più lenti: si faceva politica a partire dalla scuola politica della Dc, che io ho frequentato. E il Partito Comunista aveva la Scuola delle Frattocchie a Roma dove indottrinava i suoi amministratori e funzionari con idee diverse dalle nostre”. Bertuzzi fino a che ha potuto ha dispensato consigli ai colleghi amministratori. “È più complesso - ammetteva - amministratore in quest’epoca storica rispetto ai tempi della Dc. Gli enti locali e la burocrazia sono farraginosi, la vita istituzionale del 1976 era molto più semplice e semplificata. Ci vuole ancora più preparazione di allora per gestire la cosa pubblica”. Per lo storico sindaco di Coli il senso della politica era “una scelta di vita che, se non ha la ragione di tradurre un’idea in concreto, non ha senso. Io, ad esempio, mi definisco ancora oggi «democristiano», e c’è sempre qualcuno che mi fa notare che la Dc è morta. Allora rispondo: il partito non ci sarà più, ma le idee che portava avanti le condivido e le rappresento ancora”. 

Filippo Mulazzi

Nella foto, Luigi Bertuzzi.

Pubblicato il 5 giugno 2025

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Il mistero e l’originalità dell’altro: il messaggio agli sposi in San Corrado

sancorrado

Significativa e piena di emozioni è stata la messa, del 1 giugno, nella parrocchia di San Corrado a Piacenza: una celebrazione che ha ricordato gli anniversari di matrimonio in un evento che ha visto la partecipazione di 18 coppie. Questa cerimonia, oltre alla riflessione e alla preghiera, è stata un'occasione di festa e condivisione tra famiglie.

Una celebrazione singolare

Un aspetto singolare della celebrazione è stata la varietà delle età delle coppie presenti: da chi festeggiava 60 anni di matrimonio a chi si trovava appena agli inizi del proprio cammino, con soli 8 mesi di vita coniugale. Questa diversità ha arricchito la cerimonia, creando un'atmosfera di gioia e nostalgia, dove ogni coppia ha potuto condividere la propria storia e i propri sogni.

Anche il coro parrocchiale ha vivacizzato il momento, rendendo l’ambientazione ancora più solenne e calorosa. Non sono mancati i bambini: i figli delle coppie più giovani hanno aggiunto un tocco di allegria e spontaneità, contribuendo a creare un clima familiare che ha abbracciato tutti i partecipanti.

La continua scoperta dell’altro

Presieduta da don Fabio Galeazzi, la celebrazione ha avuto come tema centrale il sostegno divino all'amore coniugale. Attraverso preghiere scelte con cura, don Fabio ha guidato gli sposi in un momento di profonda introspezione, invitandoli a riflettere sull'importanza di chiedere a Dio di accompagnarli nel quotidiano, affinché il loro amore possa crescere e trasformarsi in una continua scoperta dell'altro. L'idea di esplorare il mistero e l'originalità dell’altro è stata un messaggio forte e significativo, accolto con emozione da tutti i presenti.

Vivere l’amore con impegno e gratitudine

L’ aperitivo per festeggiare insieme, al termine della messa, ha offerto un momento ulteriore di convivialità e scambio tra le coppie e i loro cari. Questo gesto ha sottolineato quanto sia importante anche la dimensione sociale e relazionale delle famiglie, che si ritrovano unite nel desiderio di condividere momenti di gioia e amicizia.

La messa per gli anniversari di matrimonio, celebrata nella parrocchia di San Corrado, ha rappresentato dunque una celebrazione dei legami affettivi, ed è stata anche un invito a far crescere questi legami nel rispetto reciproco, nella scoperta continua e nella fede. È stato un evento che sicuramente ha lasciato un segno nel cuore di tutti coloro che vi hanno partecipato, rinnovando la volontà di vivere l'amore con impegno e gratitudine.

Riccardo Tonna

Nella foto, il gruppo degli sposi in San Corrado.

Pubblicato il 4 giugno 2025

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«Matteo, il Vangelo dell’Emmanuele»: seminario biblico estivo nel modenese

bibbia

Dal 10 al 13 luglio il Centro Tabor di Gaiato, nel cuore dell’Appennino modenese, ospiterà il secondo Seminario Biblico Regionale promosso dal Settore Apostolato Biblico dell’Emilia-Romagna, in collaborazione con l’Ufficio Catechistico Regionale.
L’iniziativa, rivolta in particolare a catechisti, operatori pastorali, diaconi permanenti, insegnanti di religione e, in generale, a tutti gli appassionati della Sacra Scrittura, offrirà un’immersione approfondita nel Vangelo di Matteo, protagonista dell’anno liturgico 2025-2026 (anno A). Titolo scelto, “Matteo, il Vangelo dell’Emmanuele. Gesù, il Dio-con-noi, narrato dal Primo vangelo”. Sarà l’occasione per conoscere meglio questo vangelo, attraverso l’approfondimento di alcune tematiche principali e la figura di Gesù, che in questo vangelo è identificato in modo esplicito con il “Dio-con-noi”.

Il programma

Il programma, articolato in tre giornate, alternerà momenti di studio e meditazione a esperienze di condivisione e fraternità. Le sessioni bibliche saranno guidate da alcuni biblisti della regione; oltre alle lezioni frontali, il seminario prevede laboratori, attività all’aperto, tra le colline dell’Appennino, visite a luoghi significativi del territorio e momenti di convivialità, come la cena tipica.
Il Seminario biblico regionale vuole essere un’occasione preziosa per approfondire la conoscenza biblica e, allo stesso tempo, per rafforzare i legami tra le realtà ecclesiali delle diocesi dell’Emilia-Romagna, tramite momenti di preghiera comune e di fraternità. Il soggiorno, in pensione completa, inizierà con la cena di giovedì 10 luglio e si concluderà con il pranzo di domenica 13. Le iscrizioni sono aperte fino al 20 giugno e possono essere effettuate online, attraverso un modulo, con possibilità di partecipazione anche senza pernottamento.

Si inizia la sera del 10 luglio con un’introduzione alle coordinate ermeneutiche del Primo Vangelo, affidata a fr. Maurizio Guidi (da Reggio Emilia), che presenterà la figura del Messia, l’Emmanuele. Le giornate successive saranno scandite dagli interventi dei biblisti della regione: don Paolo Mascilongo e Laura Bernardi di Piacenza, don Giacomo Violi e don Claudio Arletti di Modena, don Paolo Bovina e Marcello Panzanini di Ferrara, fra Mirko Montaguti di Faenza e don Marco Giordano da Imola. Tra i temi affrontati: lo sviluppo narrativo del vangelo, la rivelazione del Dio-con-noi nella passione e risurrezione, la geografia evangelica e l’universalismo dell’annuncio. Nella serata di sabato 12 luglio è previsto un evento pubblico intitolato “Vangelo in piazza”, che si terrà a Monteobizzo, mentre la domenica si concluderà con una plenaria e la celebrazione della messa.
Il programma completo e il link per iscrizioni al seguente link: https://drive.google.com/file/d/10gDaTee8DBe5dNvJ0YWOrbiIUonxqA0h/view?usp=sharing

Pubblicato il 5 giugno 2025

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La studentessa De Petra (Unicatt) al Festival dell’economia per discutere di pensioni

 Studentessa Unicatt a Trento

Chi sosterrà il peso delle pensioni nei prossimi decenni? È questa la domanda che ha animato uno dei panel più attesi del recente Festival dell’Economia di Trento. Una questione che chiama in causa, prima di tutti, i giovani. Per questo, la presenza sul palco di Sara De Petra, 22 anni, studentessa del campus di Piacenza dell’Università Cattolica, non è stata solo simbolica, ma anche concreta e pertinente. Iscritta al corso di laurea in Diritto ed Economia (doppia laurea 5+1) della Facoltà di Economia e Giurisprudenza, Sara De Petra ha conquistato il palco grazie a un contest per giovani speaker, distinguendosi per capacità di analisi e freschezza di sguardo. Seduta accanto a nomi noti come Lorenzo Bertoli (presidente di Laborfonds), Alberto Brambilla (presidente di Itinerari Previdenziali), Alessandro Molinari (Ceo di Itas Mutua) e Maurizio Tarquini (direttore generale di Confindustria), De Petra ha offerto uno spunto originale focalizzandosi su un tema non scontato: la silver economy.

Partendo da una riflessione maturata durante un evento sulla sostenibilità a San Patrignano, Sara ha scelto di affrontare il tema dell’invecchiamento demografico non come una minaccia, ma come un’opportunità. “L’invecchiamento della popolazione – ha spiegato – non deve essere considerato solo un costo per il sistema, ma può diventare una leva di sviluppo economico, sociale e culturale”. Una riflessione sulla necessità di trasformare l’invecchiamento da sfida a motore di innovazione, anche tramite politiche pubbliche di lungo periodo, sostegno alla domiciliarità e promozione della solidarietà intergenerazionale. Nel suo intervento, Sara ha evidenziato come la fascia over 65 detenga una parte importante della ricchezza nazionale e alimenti una domanda crescente di servizi e prodotti. La silver economy, oggi pari a circa il 25% del Pil italiano, tocca ambiti cruciali: sanità, tecnologia, turismo accessibile, housing sociale e formazione continua. De Petra ha citato alcune buone pratiche già in atto, dal co-housing senior di Bologna al progetto "Aging in Place" del Trentino, fino alla robotica giapponese e al welfare comunitario danese. Un messaggio chiaro: valorizzare questo settore con politiche mirate è possibile e necessario.

Oltre agli aspetti economici, Sara ha lanciato un invito alla consapevolezza: “Dobbiamo smettere di considerare le pensioni un problema distante nel tempo. È il momento di coinvolgere le nuove generazioni nella costruzione di un futuro previdenziale più solido”. In un quadro in cui il rapporto tra lavoratori attivi e pensionati è sempre più sbilanciato (attualmente a 1,48) e solo il 61,5% della popolazione in età da lavoro risulta occupata, il richiamo alla responsabilità collettiva ha trovato riscontro anche nelle parole di Alessandro Molinari, che ha sottolineato l’importanza di iniziare presto a pianificare il proprio percorso previdenziale. Il panel ha ribadito come il sistema previdenziale italiano, basato principalmente sul modello a ripartizione, necessiti oggi di un’integrazione con strumenti come la previdenza complementare, riforme fiscali e un maggiore coinvolgimento delle imprese. In questo contesto, l’intervento di Sara De Petra ha rappresentato uno stimolo utile per arricchire il dibattito con il punto di vista di chi, nei prossimi decenni, vivrà in prima persona gli effetti delle scelte di oggi. Un contributo che ha mostrato la possibilità, e l’urgenza, di includere le nuove generazioni nei processi decisionali su temi di lungo periodo come la previdenza.

Nella foto, Sara De Petra.

Pubblicato il 4 giugno 2025

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