Giampietro Scaglione è il nuovo direttore dell’unità operativa Prevenzione e protezione dell’Azienda Usl di Piacenza. La nomina è arrivata nei giorni scorsi da parte del direttore generale Paola Bardasi, dopo una selezione pubblica. L’incarico corona la carriera del professionista, che lavora in Azienda dal 1987. Dopo alcuni anni al servizio di Igiene pubblica, dal 2000 Scaglione operava già nella Prevenzione e protezione al fianco dell’allora direttore Franco Pugliese. “Siamo molto onorati e felici di questa conferma per un professionista del calibro del dottor Scaglione – ha commentato il direttore Bardasi che, affiancata dal direttore sanitario Andrea Magnacavallo, ha voluto presiedere di persona alla firma complimentandosi personalmente con il nuovo direttore – Da anni supporta l’azienda con la sua lunga esperienza lavorativa, la profonda conoscenza della realtà locale e le spiccate capacità attitudinali altamente qualificate dimostrate. Competenze professionali e manageriali a cui si affiancano conoscenze scientifiche di alto livello indispensabili per assolvere al ruolo di direttore di questa unità operativa così importante per la sicurezza e il benessere dei nostri dipendenti. Auguriamo al dottor Scaglione buon lavoro, sicuri che dimostrerà ulteriormente il suo valore”. “È una firma che mi dà grandi emozioni – commenta a sua volta il professionista – perché la mia può essere definita una vita dedicata alla prevenzione. Ho esordito in pediatria preventiva e poi ho continuato nel solco di tutelare la salute delle persone: considero fondamentale investire sulla salute e proteggerla prima che possa insorgere un problema. Questa nomina è il coronamento di un percorso professionale che mi ha appassionato e arricchito. Il mio impegno è sempre stato massimo e continuerà a esserlo. Porteremo avanti quanto fatto in questi mesi investendo sul lavoro di squadra per consolidare un percorso di tutela della salute e della sicurezza de lavoratori attraverso l’attenta sorveglianza, la valutazione del rischio e con particolare attenzione alla formazione e all’addestramento sul campo del nostro personale. Recentemente abbiamo inaugurato la nuova aula di formazione e addestramento opportunamente attrezzata per simulare un’area di degenza ospedaliera. Qui si svolgeranno i corsi per una formazione fattiva. Un impegno, quello della tutela della salute dei lavoratori in linea con il Decreto 81 sulla sicurezza, che stiamo portando avanti in stretta sinergia con la direzione strategica nel rispetto dei ruolo e delle competenze e con gli stessi lavoratori. Contemporaneamente proseguiremo negli incontri periodici che già da tempo sono un appuntamento fisso mensile con le rappresentanze dei lavoratori in relazione con le direzioni, il risk management e la direzione della professioni sanitarie”.
Nella foto, da sinistra Andrea Magnacavallo, Giampietro Scaglione e Paola Bardasi.
L’Emilia-Romagna si conferma il cuore agroalimentare del Paese. Aumenta il fatturato agricolo regionale, dopo la battuta d’arresto negli anni della pandemia, con un valore della produzione che si è attestato attorno ai 5,8 miliardi di euro, registrando un incremento su base annua di 455 milioni di euro, pari all’8,5% in più. Un settore che è la seconda voce di export dell’intera regione. A confermarlo sono i dati del “Rapporto Agroalimentare 2022” – presentato questa mattina a Bologna - che mettono in rilievo un sistema economico importante per l’Emilia-Romagna, capace di tenere e crescere. L’analisi è stata realizzata in collaborazione tra la Regione (Assessorato Agricoltura e agro-alimentare, caccia e pesca) e Unioncamere Emilia-Romagna, con il contributo di Art-ER. Ai lavori - aperti dall’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi – sono intervenuti Guido Caselli (Unioncamere Emilia-Romagna), Valtiero Mazzotti (Regione Emilia-Romagna), Roberto Fanfani e Valerio Veronesi, vicepresidente Unioncamere Emilia-Romagna. Tutti i contenuti dell’indagine sono disponibili sul portale della Regione al link https://regioneer.it/RapportoAgroalimentare2022 unitamente al 7^ Censimento generale dell’agricoltura (https://regioneer.it/7Censimento ). Questo nell’anno spartiacque per l’agricoltura emiliano romagnola. Quello prima dell’alluvione del maggio scorso che ha drammaticamente compromesso, nel breve e medio periodo, produzione e trasformazione: la superficie agricola colpita è pari al 42% di quella in disponibilità su tutto il territorio dell’Emilia-Romagna e dalla ricognizione inviata al Dipartimento nazionale di Protezione civile, la stima del numero di imprese agricole e agroindustriali danneggiate è di circa 9mila aziende, e i danni complessivi si aggirano attorno a 1,1 miliardi di euro. “Bene questo trend positivo del comparto. Risultati che si inseriscono, purtroppo, nella situazione lasciata da un’alluvione senza precedenti, a causa della quale agricoltura e agroalimentare hanno subito i danni maggiori dal punto di vista economico- ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi- Infatti, il quadro tra le campagne e le colline vede terreni produttivi completamente sradicati e franati, l’asfissia dei terreni per l’accumulo di limo, gli allevamenti allagati, i danneggiamenti irreversibili alle infrastrutture viarie vicinali e poderali, le rotture degli impianti di irrigazione, i danni idrogeologici e spondali”. “Ora per sollevare il comparto, bisogna -ha aggiunto l’assessore Mammi- avere la capacità di tenere insieme emergenza e ricostruzione, aiuti alle imprese e rilancio dell’export agroalimentare dell’Emilia-Romagna. Non possiamo correre il rischio di cedere il passo sull’agroalimentare, perdendo competitività. La Regione sta cercando di fare la propria parte, e attendiamo nel frattempo l’attuazione sul territorio dei decreti del Governo”.
“La forte vocazione agroalimentare dell’Emilia-Romagna, fa sì che il comparto, a monte di molte filiere produttive, possa essere percepito come un microcosmo che anticipa dinamiche globali e trasversali a tutti i settori – ha detto il vicepresidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Valerio Veronesi -. È il primo a essere esposto ai cambiamenti climatici e al tema della sostenibilità, a dover fare i conti con l’invecchiamento della popolazione, le nuove scelte dei consumatori, la capacità di combinare la qualità con tecnologie digitali avanzate. È un laboratorio chiamato ad affrontare sfide importanti. La prima, legata all’emergenza, è l’esigenza di far ripartire il prima possibile le tante imprese agricole colpite dall’alluvione, attraverso risorse per i ristori e scelte per la ricostruzione. La seconda è portare la Food Valley nel mondo, ampliando i flussi commerciali verso l’estero e, al tempo stesso, farne elemento di attrattività per l’industria turistica valorizzando l’intreccio tra eccellenze dell’enogastronomia, paesaggio, arte, cultura e qualità artigiana. Infine, il ricambio generazionale dove le soluzioni vanno ricercate esplorando percorsi nuovi”.
Il Rapporto mette in evidenza come la tensione dei prezzi delle materie prime, determinato dal conflitto in Ucraina, abbia portato ad un consistente incremento dei costi intermedi aumentati del 24% che hanno conseguentemente ridotto la redditività delle imprese. Il valore della produzione si è attestato attorno ai 5,8 miliardi di euro, registrando un aumento su base annua di 455 milioni di euro, pari ad un incremento percentuale dell’8,5%. Gli allevamenti hanno contribuito in maniera più rilevante all’aumento complessivo del fatturato agricolo regionale, con una crescita di quasi 250 milioni di euro, mentre l’incremento dei ricavi del settore vegetale è risultato invece più contenuto con un aumento di quasi 210 milioni di euro pari al +7,5%. La produzione per le 44 Dop e Igp (a cui aderiscono ad almeno una filiera oltre 5.800 imprese) aumenta di ben 12 punti percentuali rispetto al 2021, in recupero dopo la congiuntura dominata dall’emergenza sanitaria. L’Emilia-Romagna si colloca al primo posto per le Dop e Igp alimentari (3,11 miliardi di euro, il 39% del valore nazionale) e al settimo in quello vitivinicolo (486 milioni di euro). Nel 2022 le esportazioni dell’Emilia-Romagna di prodotti agroalimentari hanno sfiorato i 9.300 milioni di euro, quasi il 16 per cento di quanto venduto all’estero dall’Italia.
Il Rapporto agroalimentare in sintesi
Produzione. Il valore della produzione che si è attestato attorno ai 5,8 miliardi di euro, registrando un aumento su base annua di 455 milioni di euro, pari ad un incremento percentuale dell’8,5%. Gli allevamenti hanno contribuito in maniera più rilevante all’aumento complessivo del fatturato agricolo regionale, con una crescita di quasi 250 milioni di euro (+9,6%) rispetto al 2021, grazie al contributo determinante di carni (+25%) e uova (+17,6%). L’incremento dei ricavi del settore vegetale è risultato invece più contenuto - con un aumento di quasi 210 milioni di euro pari al +7,5% con una notevole differenza nell’andamento dei diversi comparti: a fronte dei lievi incrementi di cereali (+2,1%), patate e ortaggi (+2,3%) o dei cali di piante industriali (-4,4%) e vino (-9,3%) si segnala infatti la forte crescita di frutta (+26%) e colture sementiere (+42,5%). Industria alimentare e delle bevande. L’andamento dell’attività produttiva dell’industria alimentare e delle bevande ha subito un progressivo rallentamento nel corso dello scorso anno, che si è avviato fin dal primo trimestre ed è stato particolarmente sensibile nel secondo semestre, tanto che l’industria alimentare e delle bevande ha ottenuto l’aumento della produzione più contenuto nel 2022 (+3,0 per cento).
Le imprese regionali. A fine 2022 avevano sede in regione 4.644 imprese attive nell’alimentare - pari al 7,7 per cento delle imprese della stessa industria italiana – avendo perso 100 imprese in un anno (-2,1 per cento), con la perdita più ampia rilevata negli ultimi dieci anni che ha contribuito alla riduzione di 191 imprese subita negli ultimi cinque anni (-4,0 per cento). L’andamento della base imprenditoriale dell’alimentare italiano è risultato meno pesante sia lo scorso anno (-1,3 per cento), sia nel medio periodo (-2,5 per cento). In regione, le imprese dell’alimentare e bevande mostrano una concentrazione nella fascia da 10 a 99 addetti lievemente inferiore rispetto a quella del complesso della manifattura. Nel 2022 gli addetti medi delle unità locali attive in regione nell’industria alimentare e bevande sono risultati 64.444 pari al 13,4 per cento degli addetti dell’industria manifatturiera regionale e al 13,2 per cento degli addetti dell’industria alimentare e delle bevande italiana.
È Luciano Vitali il cittadino benemerito 2023 di Podenzano. Come ogni anno, a partire dal 2008, i cittadini, le associazioni possono proporre le candidature che vengono esaminate dalla apposita commissione composta da sindaco, assessore, consiglieri di minoranza e due rappresentanti delle associazioni. “Anche quest’anno – fa sapere la commissione - sono pervenute diverse candidature e tra queste anche quella di Luciano Vitali che, sorpreso per la sua candidatura, essendo componente della commissione, ha chiesto e ottenuto di poter abbandonare la seduta. Dopo aver esaminato tutte le candidature e le motivazioni che sono state portate a sostegno dei candidati, pur considerando l’elevato livello dei curricula presentati, la commissione si è espressa all’unanimità sul nome di Luciano Vitali”.
“Presidente del Gruppo Marciatori Gelindo Bordin - prosegue - Vitali fa parte anche del Gruppo Alpini, dell’Avis, della Proloco di Podenzano, è tra i fondatori dell’associazione Guadagnare Salute, dà una mano all’Assofa di Verano e collabora con le altre associazioni del paese. Sempre in prima linea nell’allestimento dei tanti eventi culturali aggregativi del paese, da quando è approdato alla pensione nel 2004, ha fatto del volontariato la sua nuova professione”. La motivazione che più di ogni altra ha portato la commissione ad indirizzare la scelta è il grande impegno che Luciano Vitali ha sempre profuso per il sostegno e la promozione di importanti iniziative benefiche, coinvolgendo tutte le associazioni del paese. È per questo che la comunità di Podenzano lo vuole ringraziare.
L’industria emiliano-romagnola vive un momento di calo, mentre le costruzioni riescono ancora a registrare risultati positivi. È quanto rileva l’indagine sulla congiuntura del settore Artigianato di Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna relativa al primo trimestre 2023.
L’ARTIGIANATO NELL’INDUSTRIA
La produzione delle imprese artigiane della manifattura regionale ha fatto registrare una diminuzione tendenziale (-1,2%) quindi un risultato inferiore rispetto al complesso dell’industria regionale nello stesso trimestre (+1,1%). Questo aspetto è chiaramente correlato alla dimensione aziendale delle imprese artigiane. L’andamento del fatturato valutato a prezzi correnti ha fatto segnare un incremento molto contenuto (+0,5%). Anche la dinamica del fatturato estero si è ridotta, ma è rimasta positiva (+1,1%) risultando superiore a quella del mercato interno. Il processo di acquisizione degli ordini ha subito un arretramento (-1,2%), sensibilmente peggiore di quello del fatturato. Gli ordinativi provenienti dai mercati esteri invece hanno mantenuto un andamento positivo rispetto al trimestre precedente (+0,7%). Il periodo di produzione assicurato dalla consistenza del portafoglio ordini si è ridotto lievissimamente, ma è risultato ancora elevato e pari a 8,2 settimane. Anche il grado di utilizzo degli impianti delle imprese si è mantenuto elevato riducendosi in maniera molto lieve dal 73,5 al 73,2%. Riguardo alla produzione, l’evoluzione in negativo ha confermato la chiara correlazione dell’andamento congiunturale con la dimensione delle imprese anche nel breve periodo. Questo è evidente per le imprese minori (-1,6%). Più lieve la flessione (-0,6%) per le piccole imprese. A fine marzo 2023 le imprese attive ammontavano a 25.634 con una caduta del 3,1% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, pari a una perdita di 823 imprese. Appare evidente che le sole imprese artigiane hanno determinato oltre il 65 per cento della diminuzione della base imprenditoriale dell’industria. La tendenza alla diminuzione è presente in tutti i settori. In particolare, la riduzione della base imprenditoriale è stata determinata dall’ampia caduta nel settore della moda (-201 imprese, -4,6%), nell’industria della metallurgia e delle lavorazioni metalliche (-259 unità, -3,9%), nell’industria alimentare e delle bevande (-98 imprese, -3,3 per cento), dall’ampio raggruppamento della “meccanica, elettricità ed elettronica e dei mezzi di trasporto” (-89 unità, -1,7%), poi industria ceramica, del vetro e dei materiali per l’edilizia (-3,4%), e aggregato altra manifattura” (-85 unità, -2,4%). Riguardo alla forma giuridica, sono aumentate solo le società di capitale (+2,1 per cento, +91 imprese) giunte a rappresentare il 17,1%. Si sono ridotte in modo sensibile le società di persone (-355 unità, -5,2%) e hanno subito un calo le ditte individuali (-557 unità, -3,6%). La tendenza positiva che caratterizza da 24 mesi l’artigianato delle costruzioni emiliano-romagnolo è proseguita anche nel primo trimestre 2023, ma a ritmi più contenuti. Il volume d’affari a prezzi correnti ha fatto registrare un nuovo incremento rispetto allo stesso periodo del 2022 (+1,5%), ma la ripresa per le imprese artigiane del settore è stata chiaramente inferiore alla crescita del 3,0 per cento registrata dal complesso dell’industria delle costruzioni regionale, che ha visto le imprese medio grandi da 50 a 499 addetti realizzare l’incremento nettamente più rapido (+6,2%), mentre la crescita si è praticamente arrestata per le imprese minori (+0,3%). A fine marzo 2023 la consistenza delle attive nelle costruzioni è risultata pari a 50.762, vale a dire 834 in meno (-1,6%). L’andamento risulta inferiore rispetto al livello nazionale (+0,1%), ma solo leggermente inferiore in confronto al totale regionale dell’industria delle costruzioni (-1%). La tendenza è legata alle imprese operanti nei lavori di costruzione specializzati (-1,5%, -669 unità), prima beneficiate dagli incentivi, ma ancora più quelle impegnate nella realizzazione di edifici (-2,4%, -162 unità). Osservando la forma giuridica, l’unica componente in crescita è quella delle società di capitali (+9,8%, 403 unità), tanto che questa classe è giunta a costituire l’8,9% delle imprese artigiane attive nelle costruzioni. La flessione della base imprenditoriale artigiana è stata determinata dalla tendenza negativa delle ditte individuali (-1.094 unità, -2,6%) e dalla discesa delle società di persone (-2,8%, -127 unità). Infine, il piccolo gruppo delle cooperative e consorzi, più soggetto a oscillazioni per la sua ristrettezza, ha avuto un’ancora più rapida diminuzione (-8,5%).
Manifestazione di solidarietà per Patrick Zaki a livello nazionale promossa da Amnesty International. A Piacenza la mobilitazione si svolge nella giornata di oggi mercoledì 19 luglio alle ore 18 in Piazzetta Mercanti con l'adesione della Camera del Lavoro CGIL, del Comitato Donna Vita Libertà e di altre associazioni e persone sensibili al rispetto dei diritti umani che si uniranno. Il tribunale di Mansoura - comunica Amnesty- ha condannato Patrick Zaki a tre anni di detenzione con false accuse in relazione al suo esercizio pacifico del diritto di espressione. Il verdetto è definitivo e non è soggetto ad appello. Per Amnesty International Patrick Zaki è un prigioniero di coscienza detenuto esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media e deve essere rilasciato immediatamente. Patrick è stato arrestato il 18 luglio direttamente in tribunale, senza la possibilità di replica, per "diffusione di notizie false e terrorismo tra la popolazione" per un post pubblicato nel 2019 in cui denunciava le discriminazioni nei confronti della minoranza cristiano-copta in Egitto. Ha già trascorso 22 mesi in carcere e dovrà restarci per altri 14 mesi. Come ha dichiarato il portavoce della sezione italiana di Amnesty International, Riccardo Noury, questa è una condanna scandalosa per un reato che Patrick non ha commesso. In questi anni abbiamo sempre chiesto di tenere alta l'attenzione su Patrick imputato dove in Egitto imputato è sinonimo di condannato e così è accaduto. Ora chiediamo che tutte le possibilità legali vengano intraprese per liberare Patrick Zaki e chiediamo l'intervento del Governo Italiano.
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