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Notizie Varie

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Sono 4.539 i giovani piacentini che né studiano né lavorano

 Neet Cattolica

Riguardo al numero di Neet, dall’inglese Not in Education, Employment or Training, Piacenza e la sua provincia si trovano sopra la media regionale, ma al di sotto di quella nazionale. In termini assoluti, sul nostro territorio i Neet sono 4.539, di cui 1.823 nella sola città, e sono accomunati dal fatto che, a un certo punto dell’adolescenza e alle soglie dell’età adulta, non lavorano, non studiano più, non seguono corsi di formazione di alcun tipo. Si tratta di ragazze e ragazzi di età compresa fra i 15 e i 29 anni che troppo semplicisticamente si vorrebbero ascrivere a una generazione di “sdraiati”, in realtà se considerati nel loro insieme costituiscono un fenomeno variegato e complesso. Sono giovani di cui non è semplice elaborare un profilo. Hanno infatti studiato, poco o tanto, e hanno età anche molto diverse. Che siano demotivati, apatici o scoraggiati, rappresentano ad ogni buon conto una risorsa inutilizzata in un mondo del lavoro minacciato peraltro dal calo demografico e in cerca di professionalità che non trova.
È questo il dato principale che emerge da un primo interessante studio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che sarà presentato ad inizio aprile a Piacenza e di cui si è occupato il team formato dai docenti Maurizio Baussola, Paolo Rizzi, Chiara Mussida e Pierpaolo Triani. Lo studio non riguarda unicamente i Neet, ma anche l’esclusione sociale, e prende il titolo: “Il rischio di esclusione economica e sociale dei Neet e le strategie pubbliche e private per favorire l’accesso all’educazione e al lavoro”.

“Dal punto di vista nazionale, l’Italia detiene un primato sui Neet, con tassi mediamente più elevati rispetto al resto d’Europa, benché a Piacenza la situazione sia migliore”, sottolinea Chiara Mussida, docente di Polita economica della facoltà di Economia e Giurisprudenzza. “Entrando più dettaglio, dai dati analizzati emerge che nel 2023 sono Neet il 16.06% dei giovani di età compresa tra i 15 ed i 29 anni. Il tasso si riduce al 10.56% se si considera il Nord-Est. Considerando invece l’Emilia-Romagna troviamo mediamente un 11%, con Piacenza e provincia che si collocano al di sopra della media regionale (11.7% e 11.2%)”.
Sempre riguardo ai Neet, “considerando il panorama nazionale e il genere, si vede una prevalenza delle donne (53%) rispetto agli uomini (47%), anche se il gender gap non è molto significativo”, prosegue la professoressa Mussida, che. Evidenzia come “osservando i titoli di studio, ha la licenza media il 32,5%, mentre l’8,3% ha un diploma professionale, il 44,8% ha un diploma di maturità e infine l’11.5% ha completato l’università o è in possesso di un diploma superiore come gli Its. C’è dunque chi ha un titolo di studio relativamente elevato, ma non risulta occupato”. Per quanto concerne la cittadinanza, è invece “interessante notare che a livello nazionale più dell’80% dei Neet sono di cittadinanza italiana, il 15% ha provenienza extra-europea”. È evidente, la necessità di politiche mirate e contestualizzate: il problema dei Neet richiede azioni sia centralizzate sia localizzate. “L'importanza della qualità istituzionale, delle politiche mirate e dei cambiamenti culturali nel ridurre i tassi di Neet diventa sempre più rilevante. Integrare questo quadro nelle politiche a livello dell'Unione Europea rimane fondamentale”.

Pubblicato il 21 febbraio 2025

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Longevity Hub: allenare la mente e allacciare legami

Paolo Rossetti Longevity Hib

Un progetto di comunità, nel cuore del Quartiere Roma, pensato per creare relazioni tra le generazioni e diventare uno spazio in cui tenere in allenamento la mente: dai “salotti digitali” alla biblioterapia, alla possibilità di conoscere i più moderni ausili per migliorare la vita delle persone anziane, con disabilità o affette da malattie degenerative.

È un sogno nel cassetto che può diventare realtà e camminare solo con la forza dei legami il nuovo Longevity Hub che l'associazione “La forma del cuore” sta costruendo negli spazi dell'Urban Hub di via Trebbiola 2, angolo via Alberoni. Grazie alla collaborazione con l'associazione "La matita parlante” e con Aias Bologna - ed il supporto di diverse realtà, tra cui i Rotary, la Fondazione di Piacenza e Vigevano e il Comune - fa un altro passo avanti il percorso dei Cyber Angels nei progetti di robotica inclusiva, formati negli scorsi anni a Spazio 2. Ora la sfida è coinvolgere la popolazione in attività di socializzazione che vedono la tecnologia protagonista.

Mantenere attiva la mente e creare legami tra generazioni

Come spiega il presidente dell'associazione "La forma del cuore”, l'ingegner Paolo Rossetti (nella foto in alto), esperto di robotica educativa - è l'ideatore della vacanza scientifica per ragazzi alla Pieve di Verdeto e dei percorsi “Robottiamo” che ha testato con persone con disabilità e anche con gli anziani delle case di riposo - il Longevity Hub non è un "corsificio”, un luogo cioé dove formarsi per produrre qualcosa. La tecnologia è il talento che viene condiviso per creare relazioni, mantenendo attiva la mente. Le modalità possono essere le più svariate. Nei "Salotti digitali” (primo appuntamento il 27 febbraio) si possono condividere dubbi e problemi nell'uso delle tecnologie - "perché non leggo bene sul cellulare?”, “ma quel robot per pulire funziona davvero?”, "che cos'è l'intelligenza artificiale?” - ma pure mettersi alla prova creando progetti insieme con le stampanti 3D, coadiuvati dai Cyber Angels già formati e da quelli che in questo nuovo spazio vorranno mettersi in gioco nelle prossime proposte di formazione. Non solo. Si può giocare con la X-Box o i classichi giochi da tavola, ci si può mettere alla prova con  le strategie di training cognitivo. Per gli amanti della lettura, sta per partire il  percorso di biblioterapia dello sviluppo (qui la locandina).

L'ausilioteca, dai comunicatori ai puntatori ottici

E c'è un capitolo importante sull'uso della tecnologia che le famiglie di persone anziane o disabili non conosco. "In pochi forse sanno che a Bologna esiste una delle ausilioteche più grandi d'Europa dove poter conoscere e trovare gli ausili più adatti alle proprie necessità, come i comunicatori digitali o il puntatore oculare, ausili che la Regione mette a disposizione gratuitamente per le persone che ne hanno necessità", fa sapere l'ing. Rossetti.Al Longevity Hub sarà possibile organizzare una "visita virtuale” all'ausilioteca, risparmiando così il tempo o il disagio del viaggio.

Un progetto di comunità

Insomma, il Longevity Hub è da costruire insieme. Sta nella possibilità di allacciare relazioni e condividere talenti - tra professionisti, aziende, cittadini - la potenzialità che questo nuovo spazio può sprigionare.

Chi volesse conoscerlo meglio, può passare in sede in via Trebbiola 2 la mattina dalle ore 9 alle 13 dal lunedì al venerdì, oppure scrivere all'indirizzo mail e su WhatsApp 3885645498.

Pubblicato il 21 febbraio 2025

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«Lègami»: il 21 febbraio si presenta il percorso di biblioterapia

biblioterapiaLegami

Il potere dei libri di connettere le persone: venerdì 21 febbraio alle ore 17 si presenta  "Legàmi”,  percorso di biblioterapia dello sviluppo ideato e condotto da Giorgia Maggi. La sede è il Longevity Hub, in via Alberoni 2, angolo via Trebbiola, a Piacenza, un nuovo spazio dove tecnologia e inclusione si fondono per migliorare la vita di anziani e persone con disabilità. Un vero e proprio progetto di comunità nato grazie alla collaborazione tra l'associazione “La Forma del Cuore”, ”La Matita Parlante” e AIAS Bologna e con il sostegno dei Rotary e Rotaract Piacentini.

Uno dei progetti in cantiere è Lègami, percorso che prevede cinque incontri, ciascuno dedicato a un racconto o a un romanzo che affronta il tema dei legami umani (qui la locandina). Attraverso la lettura e il confronto, i partecipanti avranno l’opportunità di esplorare diverse sfumature delle relazioni interpersonali, condividendo riflessioni e punti di vista in un dialogo aperto e arricchente. L’obiettivo è quello di creare uno spazio di ascolto e confronto in cui le storie lette possano diventare strumenti per comprendere meglio se stessi e gli altri, intrecciando nuovi legami nel percorso. Un’occasione preziosa per chi desidera avvicinarsi alla biblioterapia e scoprire come la lettura condivisa possa diventare uno strumento di crescita personale e relazione. L’iniziativa è resa possibile grazie al contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano, che ne permette la gratuità per i partecipanti.

Pubblicato il 19 febbraio 2025

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Piacenza al Quadrato, disponibile il bando «Startup Giovanili»

brianzi pcquadrato

E' online, sul sitowww.comune.piacenza.it- con evidenza anche in home page- l'avviso pubblico per il finanziamento di startup giovanili, che mette a disposizione 74.500 euro nell'ambito del progetto "Piacenza al quadrato", guidato dal Comune capoluogo, cofinanziato dal bando "Giovani e impresa" di Anci e portato avanti, sul territorio, da una rete di partenariato che coinvolge la Provincia, numerose municipalità locali, associazioni di categoria e cooperative. 
Il termine per candidarsi è il 31 marzo, ma altrettanto importante - come requisito fondamentale per l'ammissione - è un'altra scadenza imminente: quella del 28 febbraio, data entro cui i giovani tra i 18 e i 35 anni che intendono partecipare al bando devono aver preso contatto con unadelle realtà che mettono a disposizione i propri servizi per promuovere la cultura di impresa: Confindustria, Legacoop, le cooperative Eureka e Arco, Confapi, Open Lab, Coldiretti, Brainfarm e Libera Artigiani.
Fare cultura di impresa nella comunità giovanile piacentina e provinciale- sottolinea l'assessore alle Politiche Giovanili Francesco Brianzi -continua a rivelarsi una scelta vincente. Questo bando startup è un avviso fresco, che promuoviamo a valle del percorso Giovani e impresa di Anci: la rete di Piacenza al Quadrato è una delle prime 20 reti italiane in grado di calare nel proprio territorio significative opportunità di impresa per i nostri giovani. Un finanziamento che permetterà a giovani startup, ma anche singoli imprenditrici e imprenditori piacentini di avviare un’impresa insieme ai più importanti stakeholder e associazioni di categoria, nel segno della sostenibilità, delle nuove tecnologie e dell’integrazione con il tessuto economico e sociale locale”.
Tutti i dettagli sono consultabili nel testo integrale dell'avviso e negli allegati, in attesa del più ampio confronto in programma martedì 25 febbraio, a Bobbio, con il convegno dedicato "Giovani e imprese del territorio".

Nella foto, un precedente appuntamento nella serie di incontri promossi attraverso il progetto "Piacenza al Quadrato" a Cerignale.

Pubblicato il 20 febbraio 2025

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Youthopia: «zuppa resistente» un piatto per sentirsi a casa

Festival volontari 4

“Anche a Piacenza, città piccola e nel suo insieme prospera, c'è tanta gente che ha fame, che per problemi economico – sociali o scarsa conoscenza della lingua italiana, fatica ad accedere a sufficienza a risorse primarie come il cibo. La «zuppa resistente» che abbiamo servito gratuitamente a Youthopia è stata prima di tutto un modo per garantire un pasto caldo alle persone più in difficoltà. Ma non solo. Piatto presente in tutte le culture nelle sue diverse forme, la zuppa condivisa ha anche permesso a chi l'ha gustata di sentirsi a casa, nonostante le differenze di origini e vissuti”.
A parlare è Lorenzo De Carli del team Educatori di Strada. Il giovane sintetizza così il valore concreto e inclusivo del Festival dla Süppa, pranzo solidale che lo scorso 8 febbraio ha avuto luogo presso Youthopia: il nuovo hub urbano di Piacenza in via Capra 14/16 dedicato all'integrazione e al contrasto del disagio giovanile, inaugurato a settembre 2024.
Aperta a tutti con l'intento di far conoscere meglio il nuovo spazio piacentino, l'iniziativa solidale oltre che dagli Educatori di Strada è stata promossa da Laboratorio di Strada ODV e Caritas Diocesana Piacenza-Bobbio. 60 le persone coinvolte tra volontari e ospiti, con un target prevalente di partecipanti intercettato tra i ragazzi adolescenti seguiti in strada dagli educatori e tra le famiglie residenti negli appartamenti del palazzo di proprietà della Caritas in cui ha sede anche Youthopia. Un appuntamento rivolto quindi soprattutto ai più fragili, che però non ha escluso chiunque fosse interessato a prenderne parte.

 Consumate 130 dosi di zuppa

“Quest'anno siamo arrivati alla quarta edizione del Festival dla Süppa, versione piacentina e su piccola scala del Festival internazionale della Zuppa di Bologna” - ha spiegato De Carli -. Per la prima volta abbiamo organizzato l'evento a Youthopia, nuova sede aggregativa Caritas di supporto alle attività degli educatori di strada. Anche le edizioni passate sono state organizzate in luoghi informali (da Piazza Cavalli al Pubblico Passeggio) e hanno sempre superato le nostre previsioni. Le porzioni di zuppa consumate sono sempre state molte, spesso superiori al numero dei partecipanti: una tendenza questa che si è rafforzata nel 2025, confermando che anche nella nostra città le persone che hanno bisogno di aiuto alimentare sono più di quelle che si crede”.
130 le dosi di zuppa consumate quest'anno per 60 partecipanti – sottolinea l'educatore -, quasi tutti stranieri e perlopiù nord – africani. Oltre ai ragazzi che seguiamo abitualmente in strada invitati da noi personalmente, sono stati ospiti del nostro pranzomolti maschi adulti: non solo delle famiglie del palazzo di via Capra, ma anche avventori casuali del quartiere, esortati ad entrare dai volontari che servivano il cibo. Oppure persone che hanno saputo dell'iniziativa per passaparola. C'è chi si è fermato a mangiare a Youthopia, chi ha chiesto di farsi confezionare la zuppa per mangiarla a casa o portarne diverse porzioni ad amici e chi, dopo aver mangiato, ha avvisato altri amici di prender parte all'iniziativa”.
Un gran via vai di persone è stato quindi registrato in via Capra dalle 12 alle 15 di sabato 8 febbraio, allo scopo di riuscire ad assicurarsi più zuppa possibile.

Festival zuppa educatori Strada 1 copia

Perchè la zuppa

“Siamo a Piacenza e avremmo potuto fare il Festival dei tipici pisarei e fasò – ha osservato Lorenzo -, ma sarebbe stato un piatto locale; la valenza simbolica della zuppa è invece universale. Questo piatto, che attraversa in qualche forma tutte le culture, riesce a far sentire tutti accolti in un terreno comune, abbattendo le distanze. Molti stranieri non si sarebbero invece riconosciuti in un piatto di pisarei e fasò, lo avrebbero percepito estraneo alle loro tradizioni”.
“Abbiamo chiamato la zuppa « resistente» perché le aziende che ci hanno fornito i loro prodotti, tutti ortaggi e cereali stagionali e locali, fanno parte della rete «Contadini resistenti». Si tratta di un’associazione di realtà aziendali del territorio piacentino, dislocate nelle principali vallate e nelle aree limitrofe. Tutte a conduzione familiare hanno l'obiettivo di presentare i prodotti artigianali del nostro territorio, insieme alla storia, all’etica e ai sogni di cui sono intrisi. Credono in un’agricoltura sostenibile, che riesca a migliorare la biodiversità e a tutelare il paesaggio. Per l'iniziativa ho contattato il progetto «Prossima fermata» della Caritas diocesana, progetto di agricoltura sociale attivo a Cadeo dal 2019. Alcuni prodotti che ci servivano, aglio, cipolle, sedano, li hanno forniti direttamente loro, altri invece sono stati chieste alle aziende Trebbiola e Monastero, con cui “Prossima fermata” collabora. Oltre ai volontari Caritas ci ha aiutato a servire la zuppa anche il gruppo scout “Le Pleiadi” di San Lazzaro, che ha anche contributo alla pulizia, all'accoglienza ed a intercettare persone di passaggio a cui offrire un piatto caldo.

Tante emozioni

Tante le emozioni che anche quest'anno il Festival ha regalato. Dopo il pranzo i ragazzi insieme ad alcuni loro amici si sono fermati a Youthopia per stare in compagnia e giocare insieme. Molti adulti entrati nel centro per la prima volta, hanno invece raccontato la loro storia, da dove venivano, le loro difficoltà, pezzi della loro vita. “Un senzatetto era di passaggio in via Capra e noi l'abbiamo invitato a entrare – ricorda De Carli -. Ci ha raccontato di vivere in una casa abbandonata vicino alla stazione e di avere due figli in età scolare. In quel momento stava andando a Milano a trovare un amico, così gli abbiamo dato qualche porzione di zuppa da portar via per entrambi. Un uomo di origine marocchina ci ha invece fatto sapere di essere in Italia ormai da diversi anni e che sarebbe tornato volentieri altre volte per conoscere meglio noi educatori e le nostre attività. Sono solo alcuni esempi,di abitanti del quartiere (zona via Roma, Lupa, stazione) in condizione di disagio e fragilità, conosciuti grazie a questo pranzo insieme.
“Più che occasione per spiegare nei dettagli le attività del team Educatori di Strada supportate da Caritas, il nostro Festival dla Süppa è stato ancora una volta un momento informale di incontro, di nascita di nuove relazioni, di scoperta dell'altro; grazie alla condivisione un piatto capace di abbracciare e amalgamare le diversità. Tante altre le attività e i momenti di aggregazione che vogliamo organizzare a Youthopia nel corso dell'anno; fino al prossimo Festival nel 2026”.

Micaela Ghisoni

Nelle foto, volontari al lavoro e la zuppa sui fornelli.

Pubblicato il 19 febbraio 2025

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