Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Notizie Varie

Notizie Varie

Un terreno dell'Opera Pia Alberoni alla fondazione «Amici di San Giuseppe»

Firma atto notarile per spazio a Oltre l'autiesmo

L’Opera Pia Alberoni ha concesso un terreno, situato in via Spinazzi a Piacenza, alla Fondazione Amici di San Giuseppe, che realizzerà una struttura al servizio di giovani con disturbi dello spettro autistico e delle loro famiglie. Nei giorni scorsi è arrivata l’ufficialità, con la firma dell’atto notarile, redatto da Massimo Toscani, da parte di Giorgio Braghieri, presidente del cda dell’Opera Pia Alberoni e di Maria Grazia Ballerini, presidente del cda della Fondazione Amici di San Giuseppe. L’atto costituisce il diritto di superficie a titolo gratuito per 99 anni dell’appezzamento di terreno di circa 10mila metri quadri a beneficio della Fondazione Amici di San Giuseppe, ente del terzo settore.

Il terreno, sito in località San Lazzaro e posto lungo la via Spinazzi, è qualificato nel PSC vigente come “Attrezzature Sanitarie Assistenziali” ed è destinato all’erigenda struttura al servizio di giovani con disturbi dello spettro autistico e delle loro famiglie. L’area verrà servita da una strada di accesso e dotata di un ampio parcheggio con stalli per la sosta, in parte destinati a parcheggio per le esigenze della struttura per i disabili e per la restante parte per fruitori della Galleria Alberoni e per la limitrofa scuola materna parrocchiale.
La Fondazione Amici di San Giuseppe, costituita con atto notarile in data 13 dicembre 2022, dotata di proprio statuto, approvato unitamente all’atto costitutivo, è sorta per iniziativa dell’associazione “Oltre l’Autismo o.d.v.” e del suo presidente Maria Grazia Ballerini per perseguire, senza scopo di lucro, le finalità solidaristiche e di utilità sociale tramite interventi e prestazioni socio sanitarie, di educazione, istruzione e formazione professionale, organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche e ricreative e di interesse sociale, nonché dei servizi finalizzati all’inserimento e al reinserimento nel mercato del lavoro ed altre attività, come previsto dall’articolo 4 dello statuto.

L’Opera Pia Alberoni, dal canto suo, ha sin dal lontano 2016 con successivi atti deliberativi del proprio Consiglio di Amministrazione ribadito la disponibilità a mettere a disposizione dell’associazione “Oltre l’Autismo” un’area idonea alla realizzazione di un centro riabilitativo diurno e residenziale per soggetti autistici.
Dopo l’adozione degli atti notarili prima richiamati ci sono oggi le condizioni per approvare il progetto edilizio per la realizzazione delle strutture necessarie alla creazione del centro per dare una risposta abitativa e lavorativa adeguata e qualificata sotto il profilo sociale e sanitario per arginare un problema che riguarda una categoria di soggetti disabili in costante crescita numerica.
Una prima concreta risposta l’associazione “Oltre l’Autismo” l’ha già messa in campo con un progetto della cooperativa sociale San Giuseppe nel Centro di San Bonico, istituito nell’aprile 2021, in cui un gruppo di ragazzi con disabilità, affiancati da educatori, producono oggetti destinati ad aziende piacentine che ne commissionano la fornitura. Il Centro di San Bonico ha inoltre attivato tirocini formativi con Asl e Comune per implementare il numero di occupati nelle manifatture ivi impiantate.
Sul modello della Cooperativa San Giuseppe la nuova struttura di prossima realizzazione prevede la creazione di spazi che potranno essere condivisi e partecipati dalla popolazione del quartiere al fine di favorire condizioni di reale inclusione e di autentica socialità.
Grande quindi è la soddisfazione e l’apprezzamento della Fondazione neo istituita per il gesto di liberalità disposto da Opera Pia Alberoni che ha ritenuto, mediante la messa a disposizione di un’area di dimensioni adeguate e in posizione ritenuta ottimale per una operazione di inclusione sociale di soggetti con problematiche di disabilità, meritevoli di particolare attenzione e sostegno.

Nella foto, la firma dell'atto di donazione dell'area di Via Spinazzi da parte dell'Opera pia Alberoni alla fondazione Amici di San Giuseppe: da sinistra Giorgio Braghieri e Maria Grazia Ballerini.

Pubblicato l'8 giugno 2023

Ascolta l'audio

Il valore delle parole nella narrazione degli incidenti stradali

 convegno fondazione con daniele tosi

“La sera del 1° agosto 2021 Sonia e il suo fidanzato Daniele alle 21:30 circa stavano rincasando sulla vespa di lui percorrendo un rettilineo sito a Zena di Carpaneto, alla velocità di 47 km/h. A casa però non ci sono mai arrivati perché sono stati travolti da un ragazzo di 23 anni che si era messo alla guida con un tasso alcolemico di 3.1 (sei volte il limite consentito dalla legge) e percorreva la loro stessa strada, nello stesso senso di marcia, ad una velocità di 115 km/h, in un tratto di strada dive vigeva il limite di 50 km/h. In seguito il ragazzo dirà che non li aveva visti”.
Queste le parole di Danilo Tosi, padre di Sonia, che ha raccontato, il 6 giugno, all’auditorium della Fondazione di Piacenza Vigevano la morte di sua figlia, uccisa da un giovane che correva a forte velocità sulla sua auto.
“Il mettersi alla guida - ha aggiunto - con un alto tasso alcolemico, oppure sotto l’effetto di droghe, può trasformare le auto in armi”.

Usare le parole giuste
Anche le parole sono importanti e nella notte tragica della morte di Sonia e Daniele, Danilo Tosi ha ricevuto la telefonata dei carabinieri che parlavano di un terribile incidente.
“Ma il comportamento sconsiderato di un ubriaco, è un atto illegale e non un incidente”- ha evidenziato Danilo.
“Tutti possiamo essere Sonia - ha proseguito - e l’11 giugno 2022, mia figlia è nata per la seconda volta con la costituzione dell’associazione a lei dedicata, e con lei anche Daniele, Francesco, Antonio, Andrea e tutti coloro cui è stato negato il diritto alla vita, sulla strada”.
Dopo gli interventi di Danilo Tosi, Presidente Associazione Sonia Tosi ODV e Giorgio Lambri, giornalista, consigliere regionale ODG Emilia-Romagna, la parola è stata affidata a  Stefano Guarnieri, ingegnere esperto in sicurezza stradale, autore di libri e numerosi articoli sul tema e vice-presidente dell’Associazione Lorenzo Guarnieri onlus, che ha riflettuto sul tema “Il fenomeno della violenza stradale, le caratteristiche della comunicazione attuale e l’impatto sull’opinione pubblica e le vittime”.

Fermare la violenza stradale
"Furgone investe madre e figlio." "Auto impazzita entra nello stabilimento balneare." "Ecco la curva maledetta." "Non mi sono accorto di niente." "Il ragazzo è letteralmente volato." Questi sono solo alcuni fra i numerosi esempi del linguaggio usato dai media - citati da Guarnieri - per descrivere casi di violenza stradale. Parole assurde, che tendono a giustificare chi ha comportamenti sbagliati alla guida, umanizzando le cose e spostando spesso l'attenzione sulle vittime e sulla loro presunta colpa.
“Se vogliamo fermare la violenza stradale - ha affermato Guarnieri - che ogni anno causa nel mondo un milione e trecentomila vittime, ed è la prima causa di morte fra i giovani - dobbiamo anche cambiare la narrazione che promuove l'uso delle auto e descrive gli scontri stradali chiamandoli incidenti. Partiamo quindi dal non chiamarli così, perché non c'è niente di casuale quando accadono, e iniziamo a usare parole corrette, le più aderenti possibile alla realtà, per raccontare ciò che avviene sulle nostre strade”.

La consapevolezza di un linguaggio appropriato
Cambiare il punto di vista è possibile? È l’esperienza della Polizia di Stato raccontata da Elisabetta Mancini (dirigente superiore della Polizia di Stato, capo ufficio staff del vice direttore generale della pubblica sicurezza. Curatrice delle linee guida per la gestione delle vittime di scontri stradali e ferroviari) intervenuta a distanza da Roma. È seguita poi la narrazione dei riferimenti deontologici e delle potenziali linee guida per una comunicazione corretta spiegati da Simona Bandino (giornalista, impegnata da anni nel supportare l’Associazione Lorenzo Guarnieri nelle attività di comunicazione).
Il meeting, moderato da Alberto Fermi, è stato un momento di grande riflessione ed ha portato i giornalisti ad un approfondimento, ha fatto comprendere che il linguaggio è come un vestito, deve essere cucito su misura sul tema, ed in tutta la società civile deve maturare la consapevolezza di usare termini più appropriati.

Riccardo Tonna

Nella foto, i relatori all'incontro all'Auditorium della Fondazione.

Pubblicato il 7 giugno 2023

Ascolta l'audio

«Sott'acqua in giro per il Mondo» mostra di Rino Sgorbani al CCF di Fiorenzuola

foto mare al ccf di fiorenzuola

Rino Sgorbani: il "Reporter del Mare". Appellativo che sicuramente lo identifica, classe 1951, negli anni settanta inizia ad andare sott’acqua e come tanti comincia attratto dalla pesca subacquea, la prima maschera, le prime pinne, il primo fucile. Così ha inizio quella che diventerà, negli anni a venire, deposto il fucile ed imbracciata la macchina fotografica, un’avventura per la vita.
Le oltre 40 immagini di grande formato (da un'accurata selezione del suo immenso archivio) che Rino espone al Club Cinefotografico Fiorenzuola sono il frutto della sua avventura.
Immagini con le quali Sgorbani ci accompagna nelle profondità degli oceani mostrandoci ambienti ed animali la cui visione è preclusa alla maggioranza di noi.
La mostra sarà inaugurata domenica 11 giugno alle ore 10.30 presso la sede del CCF in piazza Caduti 1 a Fiorenzuola d'Arda e rimarrà esposta fino al 25 giugno con i consueti orari di visita:
Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle 21.30 alle 23.00;
Domenica dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19.00.
Sabato 24 giugno, in occasione della Notte bianca, la mostra sarà visitabile dalle 21.00 alle 24.00.

 Chi è l'autore

Rino Sgorbani, nel 1977, frequenta il corso sommozzatori FIPS, la subacquea diventa la sua passione. Nel 1981 frequenta il corso Istruttori FIPS a Nervi, il suo Maestro è Duilio Marcante, mito e pioniere della Subacquea Internazionale. Nel 1982 diventa Istruttore CMAS e per dieci anni svolge questa attività presso la Scuola d’Immersione Piacenza. Agli inizi degli anni novanta diventa Istruttore PADI. Alla fine degli anni settanta insieme alla pesca subacquea inizia anche la fotografia subacquea. Acquista una Nikonos II usata e per diversi anni le due attività viaggiano parallele. Verso la fine degli anni ottanta abbandona la pesca per dedicarsi completamente alla fotografia subacquea e di superficie, raggiungendo ottimi risultati. Agli inizi degli anni novanta, attratto da una nuova sfida, si dedica alla videografia subacquea. Comincia così con le prime custodie economiche per poi arrivare ad avere una attrezzatura professionale, che gli permetterà di realizzare immagini di alta qualità che potete apprezzare nei suoi documentari. Dal 2002 inizia a dedicarsi alle immersioni tecniche usando miscele Trimix, per immersioni profonde, prima in circuito aperto poi con Rebreather a circuito chiuso. Nella sua carriera si è immerso in quasi tutti i mari del mondo, realizzando reportage fotografici e documentari nei posti più belli, vicini e lontani, tra i quali si annoverano: Mare Ligure, Mare di Sardegna, Mare di Sicilia, Lago di Lecco, Lago di Garda, Corsica, Mar Rosso, Maldive, Malesia, Filippine, Indonesia, Papua Nuova Guinea, Australia, Tasmania, Coco Island, Malpelo, Sud Africa, Bassa California, Caraibi, Polinesia, Guadalupe, Malta, Truk Lagoon, Micronesia, Tonga Vavau, Cenotes Messico, Grotta Giusti, Anfore di Albenga, Museo delle Statue sommerse di Cancun. 

Nella foto, un'immagine di Sgorbani in mostra al CCF.

Pubblicato il 6 giugno 2023

Ascolta l'audio

Alluvione in Romagna, l’aiuto di Fiorenzuola per Faenza

Comunicato stampa. Alluvione in Romagna laiuto di Fiorenzuola per Faenza


 
Anche la Comunità di Fiorenzuola d’Arda offre il suo generoso aiuto alle popolazioni romagnole duramente colpite dall’alluvione dello scorso maggio. Il Gruppo di Protezione Civile “Delta” di Fiorenzuola  in collaborazione con alcune Associazioni locali (Alpini e Carabinieri), il Comune e vari volontari che hanno dato la propria disponibilità, ha infatti promosso e avviato una raccolta di beni di prima necessità da destinare all’hub logistico del volontariato informale allestito presso il Centro fieristico di Faenza e gestito – in collaborazione con lo stesso Comune faentino - dal team dell’Associazione Emergency, che cura la ricezione, lo stoccaggio e la distribuzione alla popolazione del materiale in arrivo.

I numeri dell'alluvione a Faenza
Faenza è tra i Comuni dell’Emilia Romagna più colpiti dall’alluvione che ha investito la regione a metà maggio: secondo i numeri riportati dal Comune di Faenza, l’emergenza coinvolge circa 12 mila persone, tra cui famiglie intere che hanno perso tutto a seguito delle inondazioni. Ad oggi sono oltre mille i nuclei familiari che si sono rivolti all’hub logistico gestito da Emergency presso il Centro fieristico di Faenza.

La raccolta a Fiorenzuola: cosa donare
A Fiorenzuola d’Arda, sarà possibile portare i beni di prima necessità da destinare a Faenza presso l’Auditorium “San Giovanni”, all’interno del complesso municipale, ogni mattina sino a sabato 10 giugno, dalle 9 alle 12.30. Martedì 6 e giovedì 8 giugno, i volontari saranno presenti anche dalle 15.30 alle 18.30.
Tra i beni da distribuire alle famiglie colpite dall’alluvione, i volontari della Protezione Civile “Delta”; del Comune e delle altre Associazioni fiorenzuolane promotrici dell’iniziativa segnalano in particolare la necessità di generi alimentari a lunga
 conservazione, e di prodotti per l’igiene personale e della casa.
Tutte le informazioni sull’attività in corso presso l’hub logistico del volontariato informale allestito presso il Centro fieristico di Faenza, sono consultabili sul sito ufficiale dell’Associazione Emergency.

Nella foto: la raccolta di beni di prima necessità, alla presenza dei volontari delle Associazioni e del Vicesindaco di Fiorenzuola d’Arda, Paola Pizzelli.

Pubblicato il 7 giugno 2023

Ascolta l'audio

A Mareto la Pentecoste dei Popoli insieme alla Madonna di Caravaggio

mareto

La popolazione sudamericana e dello Sri Lanka a Mareto di Farini. Consegnata alla parrocchia una reliquia di mons. Scalabrini

È stata la frazione di Mareto ad ospitare quest’anno la Pentecoste dei popoli, nel giorno in cui solitamente si celebra la Madonna di Caravaggio. La popolazione sudamericana e dello Sri Lanka, con i padri scalabriniani, su ispirazione di padre Mario Toffari, direttore della pastorale dei migranti, ha raggiunto in autobus da Piacenza il paese dell’Alta Valnure, nel territorio di Farini. Con loro anche l’effigie della Madonna, accompagnati padre Leonir Chiarello, superiore generale della congregazione dei missionari scalabriniani. Sulla porta della chiesa si sono così incontrate le due Madonne, quella di Caravaggio (portata dai residenti di Mareto) e quella di “Virgen de el Cisne”, dai sudamericani.
La celebrazione è stata animata dal coro San Carlo dei Scalabriniani, dal coro “Lorenzo Perosi” di Mareto e dai cori multiculturali, guidati dall’organista Stefano Chiappelloni, con canti in italiano, latino e cingalese da un repertorio contemporaneo e gregoriano. Dopo la messa, la celebrazione per le vie di Mareto, con la banda “Isacco Del Val-Carlo Pegorini” di Pontenure. Tramite una piccola cerimonia, scalpellata da quattro persone diverse, è stata offerta alla parrocchia di Mareto e infissa nel muro una reliquia del santo Giovanni Battista Scalabrini, la prima dopo la canonizzazione. A scalpellare la lapide che contiene la reliquia il sindaco di Farini, Cristian Poggioli, la 95enne Antonia Sartori, un migrante e una suora scalabriniana. L’impegno dei volontari della comunità di Mareto, capeggiati da Stefano e Giuseppe Chiappelloni - ringraziati dalla parrocchia locale - ha permesso l’organizzazione di una giornata di festa e condivisione, dove sono state esibite le bandiere di tutti i Paesi coinvolti e preparati anche momenti conviviali nei pressi del ristorante “Albergo Morandi”.
“È stato uno dei giorni più belli della mia vita”, ha detto padre Toffari, emozionato per la giornata, dopo che durante l’omelia aveva esortato a “vedere la bellezza di questo giorno nella diversità dei popoli, senza averne paura dato che la diversità è bellezza e ricchezza”.

Filippo Mulazzi

madonnamareto

Nelle foto, in alto, la statua della Madonna di Carvaggio e sopra, la Virgen de el Cisne portata dai sudamericani.

Pubblicato il 5 giugno 2023

Ascolta l'audio

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente