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Dal 28 luglio al 6 agosto il Bobbio Film Festival

 bobbiofilm

Bobbio, il suggestivo borgo della Val Trebbia, è pronto ad accogliere il Bobbio Film Festival 2023, giunto alla sua ventiseiesima edizione. Dal 28 luglio al 6 agosto, cineasti, registi, attori e appassionati del cinema convergeranno da ogni parte d'Italia per celebrare l'arte e la magia del grande schermo. Nella conferenza stampa del 21 luglio, in Palazzo Rota Pisaroni, Robert Gionelli, consigliere della Fondazione di Piacenza e Vigevano, ha ribadito l’alto valore culturale del Festival che da sempre è sostenuto convintamente dalla Fondazione.
Il Festival si radica nell’ormai storica progettualità artistica di Fondazione Fare Cinema, in sinergia con il Comune di Bobbio, con il sostegno di Ministero dei Beni Culturali, Regione Emilia-Romagna e di Fondazione di Piacenza e Vigevano con cui Fondazione Fare Cinema ha stretto un’importante collaborazione in seno al progetto Bottega XNL, luogo di ispirazione rinascimentale, in cui grandi Maestri di Cinema e Teatro, tramandano i propri saperi a giovani Allievi che desiderano fare di queste arti il proprio mestiere.

La presenza di Marco Bellocchio

L’edizione di quest’anno vede la partecipazione straordinaria di Marco Bellocchio, che negli anni precedenti, per i suoi molteplici impegni, non aveva potuto esserci. Bellocchio, uno dei più grandi maestri del cinema italiano, noto per il suo stile visionario e la sua abilità nel trattare temi profondi e controversi, è una figura di spicco nella scena cinematografica internazionale da oltre cinque decenni. La sua presenza al Bobbio Film Festival aggiunge un tocco di prestigio e ispirazione a questo evento già magico.

“Quest’anno più del solito, Bobbio si popolerà di artisti, addetti ai lavori, appassionati di cinema, diventando una vera cittadella del cinema d’autore - afferma Paola Pedrazzini, anima dell’iniziativa, direttrice di Fondazione Fare Cinema -. L’evento sarà uno spazio di incontro e di confronto con i protagonisti del grande cinema italiano.

Bobbio luogo di formazione cinematografica

Oltre al dibattito del pubblico con i registi dopo le proiezioni dei film serali, nelle giornate del festival si terrà a Bobbio il seminario residenziale di critica cinematografica, docente Anton Giulio Mancino, un’occasione formativa unica per i corsisti che comporranno anche la giuria del Festival. Accanto all’apprezzato corso per aspiranti critici cinematografici, - aggiunge Pedrazzini - giunto alla tredicesima edizione, quest’anno Bobbio ospiterà eccezionalmente gli studenti di altri due percorsi formativi importanti: “Lo sceneggiatore – Scrivere per il cinema: dall’idea al film”, docenti Valia Santella e Bruno Oliviero, iniziato ad aprile a Piacenza presso XNL Cinema e che proseguirà poi fino al prossimo novembre e l’attesissimo corso di alta specializzazione in regia cinematografica, “Bottega XNL-Fare Cinema” finalizzato alla realizzazione di un cortometraggio diretto dal Maestro Marco Bellocchio e quest’anno inserito nella più ampia progettualità di “Bottega XNL” di Fondazione di Piacenza e Vigevano. Inoltre tra i film presentati nella rassegna - sottolinea Pedrazzini - emerge “Rapito” del maestro Bellocchio che alla 78esima edizione dei Nastri D’Argento, si è aggiudicato un Nastro dopo l’altro. Oltre a quello come Miglior film, Rapito ha vinto nella categoria per il Miglior regista, Miglior sceneggiatura, Miglior attrice protagonista, Miglior attore non protagonista, Migliore montaggio e il Premio produzione”.

L’atmosfera unica del borgo

“Bobbio, grazie a questo evento, diventa un centro di attrazione culturale e artistica di grande rilevanza - evidenzia Roberto Pasquali, sindaco di Bobbio -. L'atmosfera unica del nostro borgo sarà un elemento fondamentale durante il festival. Le vie medievali, gli edifici storici e l'incantevole paesaggio naturale creeranno uno sfondo incantevole per un'esperienza cinematografica veramente magica. Gli ospiti avranno l'opportunità di vivere dieci giorni fantastici, assaporando anche la cucina tipica e vivendo un'esperienza indimenticabile all'insegna dell'arte e del cinema.

La presenza del nostro cittadino onorario Marco Bellocchio - aggiunge Pasquali - è veramente la ciliegina sulla torta di questo evento. Bellocchio, che proprio in questi mesi ha raggiunti importanti traguardi nella sua carriera artistica, è ambasciatore nel mondo di Bobbio e della nostra provincia”.

Riccardo Tonna

CALENDARIO DELLE PROIEZIONI

Venerdì 28 luglio, ore 21.15

"Un ricordo di Piergiorgio Bellocchio”

Frammento inedito

“Il Signore delle formiche”regia di Gianni Amelio

Ospiti della serata: Gianni Amelio, Leonardo Maltese, Simone Gattoni

Sabato 29 luglio, ore 21.15

“Diabolik! Ginko all’attacco” regia dei Manetti Bros

Ospiti della serata: Marco Manetti, Antonio Manetti e Pier Giorgio Bellocchio

Domenica 30 luglio, ore 21.15

“Mia” - regia di Ivano De Matteo
Ospiti della serata: Ivano De Matteo, Edoardo Leo

Lunedì 31 luglio, ore 21.15

“Margini’’regia di Nicolò Falsetti

Ospite della serata: Nicolò Falsetti

Martedì 1° agosto, ore 21.15

“Scordato”regia di Rocco Papaleo

Ospite della serata: Rocco Papaleo

Mercoledì 2 agosto, ore 21.15

“Le otto montagne” – regia di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch

Ospiti della serata: Paolo Cognetti e Filippo Timi

Giovedì 3 agosto, ore 21.15

“Orlando’’regia di Daniele Vicari

Ospite della serata: Daniele Vicari

Venerdì 4 agosto, ore 21.15

“L’ombra di Caravaggio’’regia di Michele Placido

Ospite della serata: Michele Placido

Sabato 5 agosto, ore 21.15

“Rapito” – regia di Marco Bellocchio

Ospiti della serata: Marco Bellocchio, Francesca Calvelli, Simone Gattoni, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi, Fabrizio Gifuni, Filippo Timi, Enea Sala

Domenica 6 agosto, ore 21.15

“Il grande dittatore” (Versione restaurata) – regia di Charlie Chaplin

PRIMA DELLA PROIEZIONE: Cerimonia di premiazione dei vincitori del Bobbio Film Festival 2023

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Pubblicato il 21 luglio 2023

Nella foto, la presentazione del Bobbio Film Festival.

 

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Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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