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Notizie Varie

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Il 2023 è stato un anno record per donazioni e trapianti di cornee

Donazioni e trapianti record 

Un atto di grande generosità, che può radicalmente cambiare in meglio la vita di tante persone. Un gesto di altruismo che può far riacquistare la vista a chi non vede a causa di patologie che compromettono la trasparenza e la funzionalità corneale. L’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle ha fatto registrare il nuovo record storico per le donazioni di cornee e di trapianti oculistici in Emilia-Romagna. Nel 2023 – attestano i dati resi noti dalla Banca delle Cornee regionale, che ha sede presso l’ospedale maggiore di Bologna - sono stati 1.062 (+18,7%) i donatori che hanno dato la disponibilità di 2.121 cornee (+18,8%) per l’esecuzione di 788 trapianti (+20%) che hanno consentito di ridare la vista a centinaia di persone. Il record di donazioni e trapianti del 2023 conferma una tendenza sempre in aumento, fatta eccezione per il 2020, anno della pandemia da Covid che fece registrare solo 513 donatori e 372 trapianti eseguiti. Dal 2021 i dati sono di nuovo in crescita con 1.581 cornee rese disponibili da 792 donatori e 448 trapianti. Ancora meglio nel 2022, con 1.786 cornee ricevute da 895 donatori e 657 trapianti eseguiti. Tra i casi emblematici da segnalare nel 2023, quello di una donna di 80 anni, deceduta sul finire dell’anno, che ha donato le proprie cornee, idonee al trapianto. Il donatore più giovane è stato invece un bimbo di tre anni i cui genitori, con un gesto di straordinaria generosità, hanno scelto di donare i suoi organi e tessuti, incluse le cornee, che sono state trapiantate in un bimbo di pari età affetto ad entrambi gli occhi dalla sindrome di Peters, una malformazione congenita della parte anteriore dell’occhio. In Emilia-Romagna, grazie al coordinamento del Centro regionale trapianti, sono più di una trentina gli ospedali che partecipano al programma regionale per la donazione di cornee. Tra gli obiettivi futuri l’incremento delle sedi dove poter effettuare la donazione delle cornee e la riduzione dei tempi di attesa per effettuare un trapianto.

Pubblicato il 9 gennaio 2024

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La sindaca Calza: «La comunità di Gragnano è solidale e generosa»

Generosita gragnanesi

“Abbiamo appena celebrato il Natale ed è già ora di bilanci. Le azioni di solidarietà attivate sul territorio gragnanese sono state molteplici e tra queste uno spazio particolare occupa quella delle «Scatole di Natale», riproposte dal Comune per il terzo anno consecutivo a favore delle famiglie in difficoltà. Tutta la comunità è stata coinvolta: le famiglie, le scuole, il Consiglio Comunale dei ragazzi i volontari di Proloco, Avis e Mcl, commercianti e imprese locali. Ciascuno ha svolto un ruolo fondamentale”. Così Patrizia Calza, sindaco di Gragnano, traccia un bilancio sulle iniziative messe in campo nel comune della bassa Valtrebbia. “I ragazzi delle scuole – spiega il primo cittadino - hanno preparato i loro pacchi e i biglietti di auguri. Presso la Casa del Dono, i volontari hanno lavorato alacremente per confezionare ulteriori pacchi contenenti i doni: quelli raccolti presso gli esercizi commerciali del paese nella cesta predisposta allo scopo, quelli derivati dalla raccolta svolta il giorno 9 dicembre presso il Crai, quelli acquistati dal servizio Sociale Comunale con l’offerta di Coop Allenaza, altri donati da Steriltom e Lattegra e altri ancora donati da Rotary Valtidone. I ragazzi del Consiglio Comunale si sono occupati dell’impacchettamento”. “Ringraziamo di cuore chi ha voluto partecipare all’iniziativa - commentano Calza e Marco Caviati, assessore ai servizi sociali -. In questo modo ci hanno consentito di dare una mano a chi si trova in difficoltà economiche o comunque in condizioni di disagio sociale permettendo anche a loro di festeggiare il Natale. Determinante è stato l’aiuto offerto da Caritas-Mcl e Proloco e Avis. I loro volontari si sono occupati del ritiro dei pacchi a scuola e dei doni presso i negozi, del confezionamento dei pacchi medesimi e della concreta consegna ai destinatari”.

“Giuseppe Ghezzi, Marco Quagliaroli, Alberto Barbieri e Umberto Morelli in particolare ci hanno raccontato di bimbi in attesa straordinariamente felici. È bello sapere di poter condividere con altri la gioia del Natale, facendo arrivare, attraverso questo semplice gesto, anche a chi, per cause diverse, potrebbe esserne escluso, il vero significato: quello della fraternità, della pace e della solidarietà - proseguono Calza e Caivati -. Così come una menzione particolare va alle insegnanti che si sono fatte tramite presso gli studenti nella trasmissione del vero significato dell’iniziativa”. “La generosità dei nostri concittadini è stata commovente. È evidente il desiderio di voler far partecipare della gioia del Natale anche chi sta vivendo momenti di difficoltà economica. Una lezione di condivisione e fraternità particolarmente toccante soprattutto da parte dei nostri bambini che hanno preparato le scatole non per sé ma per altri”, sottolineano gli amministratori. “Ci tengo a sottolineare che questa iniziativa - continua il sindaco Calza - è pensata anche come piccolo semplice esempio di economia civile. Come invitano a fare Papa Francesco ma anche economisti illuminati come Stefano Zamagni. Occorre promuovere un modo di pensare il sistema economico come basato su gratuità, reciprocità e fraternità superando la logica del mero profitto. L’esclusivo paradigma della crescita che può avvenire indipendentemente dal numero di persone che rimangono indietro va abbandonato promuovendone uno nuovo, quello dello sviluppo che mira a eliminare i lacci che impediscono di crescere insieme. In questa logica il dono assume un valore fondamentale che è quello della relazione e della reciprocità che si instaurano tra chi dà e chi riceve. E infatti abbiamo insistito sulla necessità di accompagnare la scatola con un messaggio, un biglietto di auguri. Proprio perché si favorisse la percezione del desiderio di stabilire una relazione aldilà del gesto dell’offerta del dono”.

Pubblicato il 9 gennaio 2024

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Liceo San Benedetto, inaugurata la nuova sede nell'ex Istituto delle Orsoline

 bertamoni

“Il fatto che la scuola sia intitolata a San Benedetto è perché ha voluto ispirarsi al compatrono d’Europa, il santo che ha profondamente segnato le radici e la cultura dell’Europa”: sono le parole di mons. Luigi Chiesa che ha portato i saluti del Vescovo mons. Adriano Cevolotto, all'Istituto delle Suore Orsoline di Piacenza, in via Genocchi, il 7 gennaio, dove si è celebrata, con grande entusiasmo, l'inaugurazione della nuova sede del Liceo Sportivo San Benedetto, che si è spostato dal monastero di San Raimondo di Corso Vittorio Emanuele. Un evento di importanza significativa, accentuato dalla presenza e dalle parole ispirate dei protagonisti principali di questa iniziativa educativa.

Un luogo di tradizione scolastica

Il presidente della Fondazione San Benedetto, Giovanni Rapaccioli, ha delineato l'importanza di questo nuovo spazio nel contesto dell'insegnamento. Ha sottolineato come l'ambiente bello e accogliente possa essere un catalizzatore per stimolare gli alunni a perseguire un apprendimento più profondo e stimolante. Suor Elena Scotti delle Orsoline, figura emblematica nell'istituto, ha manifestato la gioia che la struttura possa continuare la sua missione educativa, ed ha offerto un'affettuosa riflessione sulla lunga tradizione dell'Istituto. Con quasi quattro secoli dedicati all'istruzione e al sostegno educativo delle famiglie del territorio, ha sottolineato il ruolo imprescindibile che l’Istituto di Piacenza ha avuto nel tessuto sociale locale.

La missione di inclusione

Il preside del Liceo San Benedetto, Fabrizio Bertamoni, ha messo in evidenza l'incantevole cornice della nuova struttura, descrivendola come un luogo che ispira all'eccellenza e al miglioramento costante della qualità della vita degli studenti. Ha espresso gratitudine nei confronti del personale docente e non docente per il loro impegno e ha sottolineato la necessità di questa nuova sede a causa dell'aumento costante degli iscritti. Ha evidenziato come il Liceo sia un ambiente inclusivo che permette a tutti gli studenti di raggiungere la maturità in un clima di serenità e impegno nello studio. Bertamoni ha altresì rievocato l'evoluzione del Liceo nel tempo, passando da 64 studenti nel 2015 al numero di 186 iscritti nell'anno scolastico attuale. Ha sottolineato la missione di inclusione della scuola e la sua capacità di coltivare talenti nascosti, nonché di reinventare la passione per lo studio in coloro che potrebbero aver pensato di abbandonare gli studi.
Le testimonianze degli studenti e delle studentesse hanno colorato l'evento con emozioni palpabili. Hanno condiviso storie di una scuola che va oltre la mera istruzione, che regala coinvolgimento e passione per l'apprendimento. Hanno evidenziato l'importanza dei professori come veri educatori, che hanno instillato amore per lo studio oltre il semplice voto.

Una solidarietà che educa

Mons. Luigi Chiesa, che è anche consulente ecclesiastico della Fondazione San Benedetto, ha sottolineato il pensiero del santo monaco, compatrono d’Europa, che concepiva la comunità un dono da accogliere, di fronte al quale continuare ad essere poveri e continuare a mendicare. “Perché una comunità - ha affermato mons. Chiesa - , qualunque comunità, e tanto più una comunità scolastica, si costruisce solo tra poveri, nella solidarietà tra poveri. La solidarietà, che è alla base dell’educazione, non è mai fra uno più forte e uno più debole (che il più forte si chiami preside, professore, primo della classe, il più intelligente, il più ricco, … e il più debole, che si chiami studente, meno intelligente, in difficoltà, meno dotato, …); la solidarietà è sempre l’aiuto che le persone si danno tra loro, da poveri, per crescere insieme ed essere più forti assieme”.

liceo


Un'eredità da recuperare

Mons. Chiesa ha poi sottolineato come la scuola San Benedetto è nata dal desiderio di recuperare la coscienza e l’esigenza di avere luoghi capaci di testimoniare che tutti i valori che fanno parte della nostra storia sono buoni se ne accoglie la sorgente, cioè il fatto che sono doni di Dio e lasciati in eredità da una tradizione educativa. A questo proposito il sacerdote ha citato una frase tratta da una celebre e profonda pagina del Faust di J.W. Goethe: “Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo” .
Una eredità che - per mons. Chiesa - non si mantiene e non si trasmette se con essa e per suo tramite, non si trasmette l’amore alla vita che ne è all’origine.

L’educazione: la più bella delle missioni

“E oggi più che mai - ha aggiunto don Luigi - vediamo quanto sia importante e necessario per le nuove generazioni, un luogo educativo così. Per i giovani, per le famiglie, per la città in cui viviamo, per la società, per il nostro paese. Che il Signore - ha concluso mons. Chiesa - benedica e ricompensi tutti coloro che hanno speso energie, spirituali e anche materiali durante tutti questi anni, e benedica tutti coloro che oggi operano e vivono la scuola San Benedetto: tutti, con l’umiltà e la gratitudine per quanto ricevuto, e la solidarietà tra poveri che rende appassionante lo studio e crea relazioni belle per la vita”.
L’inaugurazione della nuova sede del Liceo sportivo San Benedetto, presso l'Istituto delle Suore Orsoline di Piacenza, ha rappresentato un momento di celebrazione non solo per la crescita fisica della struttura, ma soprattutto per l'approccio umanistico e inclusivo che permea l'intera esperienza educativa offerta. Un ambiente dove l'educazione è vissuta come la più bella delle missioni, un rifugio che nutre non solo le menti, ma anche i cuori degli studenti, trasformando la scuola in un luogo di crescita integrale.

Riccardo Tonna

Nelle foto, l'inaugurazione della nuova sede del Liceo San Benedetto nell'ex Istituto delle Suore Orsoline.

Pubblicato il 9 gennaio 2023

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Alta Val Tidone: ufficio Cisl aperto il martedì in Comune a Nibbiano

Sindaco RomanaFranzini CISL

Si consolida la collaborazione tra il Comune di Alta Val Tidone e la segreteria CISL di Parma e Piacenza. Forte di una convenzione già in essere da un anno e che già offriva una stretta sinergia e reciproco supporto, nei giorni scorsi è stata definita l’apertura anche di un presidio fisico del sindacato che, ogni martedì, garantirà un recapito presso la sede dell’Ente, nel palazzo comunale di Nibbiano.
La novità è emersa nel corso di un incontro che si è tenuto nei giorni scorsi tra il Sindaco di Alta Val Tidone, Franco Albertini e una delegazione della CISL Parma e Piacenza, guidata dal segretario generale Michele Vaghini.

“La presenza di operatore FNP CISL presso la nostra sede, grazie al servizio svolto da Romana Franzini, che è residente del nostro territorio e persona molto attiva nella nostra comunità – commenta il Sindaco Albertini – garantirà un importante presidio di consulenza in ordine a temi fiscali, legali, contributivi e pensionistici. Ringrazio per questo motivo il Segretario Vaghini e tutta la struttura sindacale della CISL con cui già da più di un anno collaboriamo proficuamente per dare un servizio attento e puntuale alla cittadinanza”.
Nel corso dell’incontro, il primo cittadino e la delegazione CISL hanno potuto affrontare e approfondire diverse tematiche di reciproco interesse e progettare un piano per l’organizzazione delle attività future, nella comune consapevolezza dell’importanza di una stretta sinergia tra l’ente comunale e il sindacato.

Nella foto, la delegazione Cisl con i rappresentanti del Comune Alta Val Tidone.

Pubblicato il 9 gennaio 2024

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Parte l’attività del Cau di Podenzano

 Inizia il Cau di Podenzano

E' iniziata da oggi 8 gennaio l’attività del Centro di Assistenza e urgenza (“Cau”) della Casa della Salute e della Comunità di Podenzano. L’obiettivo è quello di prendere in carico e curare i cittadini con problemi urgenti, ma non gravi. In una prima fase iniziale, il Cau di Podenzano sarà aperto nei giorni feriali dalle ore 13 alle 19, nei giorni festivi e prefestivi dalle ore 8 alle 20. Il Cau è collocato all’ingresso della struttura, con accesso autonomo dall’esterno, nei locali già utilizzati per il Servizio di Continuità assistenziale (ex Guardia medica). Le persone sono prese in carico in ordine di arrivo, ritirando un numero all’eliminacode collocato all’ingresso della sala d’attesa. I principali sintomi per i quali ci si dovrà recare ai Cau e non al Pronto soccorso sono: lesioni o dolori agli arti; eritemi; punture da insetti; febbre; lombalgia; dolori addominali; lievi traumatismi; ferite superficiali; irritazioni cutanee; dolori articolari o muscolari; coliche; sintomi influenzali; tumefazioni; nausea o vomito; richiesta di counselling su terapie e prescrizioni; medicazioni e altre prestazioni infermieristiche. La presa in carico avviene mediante un’equipe multiprofessionale costituita da un medico e un infermiere.
La visita medica eseguita al Cau e gli esami del sangue (profilo base) sono gratuiti per i cittadini residenti in Emilia-Romagna, mentre per le visite specialistiche differibili, gli esami strumentali come radiografie e gli esami del sangue che implicano un'analisi più complessa, prevedono il pagamento del ticket. Per i cittadini non residenti in Emilia-Romagna, che non abbiano fatto la scelta, anche provvisoria, di un medico iscritto negli elenchi in ambito regionale, è previsto il pagamento di 20 euro anche per la visita ambulatoriale eseguita al Cau. L’Ausl fa presente che, in seguito all’apertura del Cau, varia anche l’orario della Continuità assistenziale (ex Guardia medica) della Casa della Salute e della Comunità di Podenzano. Per attivare il servizio, è necessario chiamare il numero 0523-343000. Dall’8 gennaio, i Podenzano il servizio è disponibile dalle ore 20 alle 8.

Pubblicato l'8 gennaio 2024

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