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Notizie Varie

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Un portale dedicato alla finanza per le imprese piacentine

Portale finanza Camera di Commercio

Nuovo servizio della Camera di Commercio dell’Emilia a sostegno dell’accesso alla finanza agevolata da parte delle imprese.
Dal 27 maggio, infatti, le aziende possono accedere al nuovo “Portale Agevolazioni”, servizio di primo orientamento che ha l’obiettivo di semplificare e facilitare l'accesso alle opportunità agevolative più adatte ai progetti di investimento delle aziende di qualunque settore e dimensione. La messa a disposizione del servizio alle imprese locali rappresenta, peraltro, un’assoluta anteprima nazionale da parte della Camera di Commercio dell’Emilia. La piattaforma, promossa da Unioncamere nazionale unitamente alle Camere di commercio e realizzata con la collaborazione di partner specializzati sul tema, si configura come un vero e proprio centro informativo sulla finanza agevolata, risorse del Pnrr, bandi e altre misure di finanziamento e opera in raccordo con le piattaforme governative già attive (www.incentivi.gov.it del Mimit e www.export.gov.it del Maeci).
L’accesso al servizio è molto semplice: è richiesta la compilazione di un “form” di richiesta nel quale occorre fornire alcune informazioni necessarie all’ufficio camerale per la presa in carico della istanza. In pochi giorni, al richiedente verrà inviato un report personalizzato, con l’indicazione dei bandi e delle opportunità di finanziamento rispondenti alla tipologia di investimento indicata; il report conterrà una sintesi delle misure attive a livello nazionale, regionale e locale, oltre a tutti i riferimenti necessari per reperire la documentazione ufficiale dei Bandi. Su richiesta dell’utente, nel caso ci fosse la necessità di avere maggiori approfondimenti, la Camera di commercio potrà inoltre organizzare un incontro “one to one” con un esperto. Il servizio è gratuito e fa capo al Servizio Assistenza e Sviluppo Imprese. A pochi giorni dall’avvio, il “Portale Agevolazioni” sarà presentato nel corso del webinar su “La finanza agevolata per le imprese: una panoramica sui bandi” in programma il 5 giugno alle ore 11. Nel corso dell’evento sarà anche presentato un approfondimento sul “Piano Transizione 5.0” e sulle misure agevolative per l’internazionalizzazione.
Per maggiori informazioni, le imprese reggiane possono scrivere a: pid [AT] emilia [DOT] camcom [DOT] it o telefonare ai numeri 0522/796523 - 0521/210203 - 0523/386292.

Pubblicato il 29 maggio 2024

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Torneo del campetto: alla Santissima vince l’Armata Brancaleone

Armata Brancaleone

L’Armata Brancaleone si aggiudica la cinquantunesima edizione del Torneo del Campetto (Tdc). Nella finale della storica manifestazione sportiva, organizzata e ospitata dalla parrocchia della Santissima Trinità a Piacenza, Brugnelli e compagni – che vantano una partecipazione ultradecennale – hanno battuto Tomitaly, alzando al cielo l’ambito trofeo. Quest’anno sono state trentadue le formazioni in gara, con la solita formula: otto gironi da quattro squadre, le prime due si sono qualificate agli ottavi di finale del Tdc, mentre terza e quarta sono andate a comporre il calendario delle fasi finali del Cucchiaio di Legno, vinto da I Bavosi, che in finale hanno battuto i Picciotti – Ottica Pagani.

Si gioca per la “gloria”

I giochi sono cominciati il 14 aprile con le prime partite della fase a gironi. Come ogni anno, la conclusione è coincisa con la festa della Santissima Trinità, domenica 26 maggio. Ottanta gli incontri totali disputati in poco meno di un mese e mezzo nella cornice infuocata del “campetto” di via Manfredi. «La maggior parte dei partecipanti arriva da contesti parrocchiali – spiega don Roberto Ponzini, vicario parrocchiale alla Santissima Trinità – il torneo è anche un’occasione per creare una rete di comunità. Si gioca per divertirsi, non c’è nulla in palio se non un trofeo e la “gloria”». Il Torneo del Campetto unisce i valori dello sport a quelli cristiani. «Il rispetto per l’altro è una regola fondamentale – dice don Ponzini – così come l’attenzione al linguaggio, dalle “parolacce” alle offese. E la sconfitta non è un evento da prendere con delusione. Alla fine della partita si festeggia tutti insieme, con cibi preparati dai ragazzi stessi e bevande di ogni tipo. C’è anche la birra, ma i nostri ragazzi, che vengono da ambienti sani, sono attenti a non eccedere». A completare le rose, gli amici dei “veterani” e dei ragazzi della parrocchia, che trovano un ambiente accogliente e inclusivo. «L’ambiente parrocchiale appare non noioso, come molti pensano che sia, ma divertente. E l’esperienza gioiosa catalizza. Chi viene da fuori si trova immerso in un evento totalmente organizzato dai giovani, dal calcetto alla cucina, in cui ci si diverte anche senza sballarsi. Anche questa disponibilità a impegnarsi e a mettersi all’opera è un segno dell’esperienza cristiana».

Le squadre vincitrici

A scrivere il proprio nome sull’Albo d’Oro del Torneo del Campetto, nel 2024, è l’Armata Brancaleone. La rosa è composta da Alessandro Capasso, Alex Melampo, Andrea Bestagno, Andrea Cavelli, Giovanni Kwavita, Jhonny Makaya, Luca Bestagno, Luca Bovolenta, Marco Enrici, Mattia Montini, Nicola Brugnelli, Valerio Pagano. Parimenti ambito è anche il titolo del Cucchiaio di Legno, quest’anno aggiudicato da I Bavosi. Questa la rosa: Tomas Bosoni, Giacomo Buttafava, Tommaso Cardinali, Fernando Fiocchi, Matteo Giorgi, Federico Gobbi, Matteo Gobbi, Elia Monici, Leonardo Montagnese, Kleberson Nika, Andrea Porcari, Pietro Seccaspina.

Organizzatori

Nella foto, il gruppo degli organizzatori.


Gli organizzatori

È una vera e propria squadra quella schierata in campo per garantire il funzionamento dell’evento, durato un mese e mezzo da metà aprile a fine maggio. Il presidente del comitato organizzativo è Michelangelo Monici, ad affiancarlo Filippo Pancini, vicepresidente e responsabile ufficio tecnico, Simone Scotti, responsabile ufficio web, Andrea Tavani, responsabile cucina, Ester Illari, social media manager, Virginia Porcari, responsabile foto, Paolo Braccio, consigliere, Leonardo Baffi e Giovanni Buraschi, responsabili ufficio stampa e marketing.

Francesco Petronzio

Nella foto in alto, la squadra Armata Brancaleone vincitrice del torneo del campetto alla Santissima Trinità.

Pubblicato il 29 maggio 2024

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I contratti aumentano a maggio ma previsioni negative sul trimestre

Contratti maggio 24

Dopo la crescita del mese precedente, anche maggio registra un incremento del numero dei nuovi contratti che le imprese piacentine intendono attivare. Per il mese corrente, infatti, sono previsti 2.510 nuovi contratti, vale a dire il 4,1% in più rispetto al maggio 2023. Diverso, invece, l’andamento per i mesi successivi, tanto che le analisi dell’Ufficio studi della Camera di commercio dell’Emilia sui dati del Sistema Excelsior, parlano di un -0,4% per il trimestre maggio-luglio 2024, con le attivazioni attestate a quota 8.280. Le imprese che attiveranno nuovi contratti rappresentano il 18% sul totale e, fra i dati significativi dell’analisi, spicca la quota del 38% riservata ai giovani con meno di 30 anni, ma anche la presenza costante delle difficoltà nel reperimento delle figure desiderate dagli imprenditori, presenti nel 55% dei casi.

I contratti proposti sono per il 71% rappresentati da lavoro dipendente (21% tempo indeterminato, 42% determinato e 8% di altro tipo) e per il 29% da forme ‘flessibili’ (25% somministrazione/interinali in e 4% di collaborazione/partite Iva/altri). I primi 5 settori di attività per nuovi contratti programmati nel mese di maggio sono il commercio (630 unità, più che raddoppiate rispetto al maggio 2023), i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (430 nuovi contratti, dimezzati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), servizi di alloggio e ristorazione e turistici (220 nuovi contratti e -15,4% rispetto a maggio 2023), le industrie meccaniche ed elettroniche (220 nuovi contratti) e le Costruzioni (180, +5,9%). Le tre professioni qualificate più richieste in valore assoluto sono gli addetti alle vendite (370 unità, per il 37,1%, di difficile reperimento), esercenti e addetti nelle attività di ristorazione (220   unità, per il 60,5% dei casi considerati di difficile reperimento), e i conduttori di veicoli a motore e a trazione animale (180 unità, per il 68,1%, di difficile reperimento). I titoli di studio più richiesti riguardano la qualifica di formazione professionale o diploma professionale, con 960 nuovi contratti (il 38,2% sul totale); a seguire, i diplomi di istruzione di livello secondario, 730 unità (il 29,1 %), mentre per chi esce dalla scuola dell’obbligo vi sono 570 nuovi contratti disponibili e per il livello universitario e l’Its Academy ci si attesta a 250 nuove unità. L’esperienza nella professione è particolarmente richiesta per i titoli di studio più elevati (53,4 % dei casi), mentre scende al 17% per quelli secondari ed al 9,1% per le qualifiche di formazione professionale, mentre scendono al 5,1% per la scuola dell’obbligo. Per quanto concerne le figure professionali, i dati camerali attestano che nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, la domanda tecnici in campo ingegneristico è infruttuosa nel   76,1% dei casi, mentre quella di tecnici dei rapporti con i mercati lo è nel 57,1% dei casi, quella dei tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni lo è nel 56% dei casi; di difficile reperimento poi anche i tecnici della salute (nel 54,5% dei casi). Nell’ambito degli impiegati e nelle professioni commerciali e nei servizi, sono di più difficile reperimento i professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali (84% dei casi), gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (60,5% dei casi), gli operatori della cura estetica (53,8% dei casi), i professionisti qualificati nei servizi personali (50% dei casi) e gli addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela (nel 45% dei casi, di difficile reperimento). Per quanto riguarda gli operai specializzati, le maggiori difficoltà di reperimento si scontano nella ricerca di operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (nel 100% dei casi, di difficile reperimento), di fabbri ferrai costruttori di utensili (nell’88,2% di difficile reperimento), di fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria meccanica (nell’87,1% dei casi), di meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili (81,6% dei casi), e di operai specializzati addetti alle costruzioni e mantenimento di strutture edili (77,8% dei casi).

Pubblicato il 28 maggio 2024

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Economia piacentina, rallenta la crescita ma con segnali di tenuta del sistema

 Il momento di raccoglimento in ricordo del prof. Franco Anelli

Si è aperta con un momento di raccoglimento in ricordo del rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, prematuramente scomparso, la terza edizione della “Giornata dell’economia piacentina” che si è tenuta lunedì 27 maggio, al PalabancaEventi di via Mazzini.

Il 2023 ha registrato anche a Piacenza un rallentamento della crescita economica dopo il rimbalzo positivo post-pandemia del biennio precedente. Si tratta di una contrazione della dinamica economica non solo nazionale ed europea, ma in gran parte del mondo occidentale e dei paesi emergenti, causata dalle tensioni geopolitiche internazionali (Ucraina, Medio Oriente, Africa) e dalle conseguenti ripercussioni sui mercati dell’energia e delle materie prime. In questo contesto difficile e imprevedibile, il sistema Piacenza rivela una tenuta sostanziale con il valore aggiunto provinciale che ha raggiunto i 10,1 miliardi di euro con una crescita dell’1% a prezzi base, che rappresenta un incremento relativo inferiore alla regione (+1,3%) e all’Italia (+1,1%). Questo - in estrema sintesi - il quadro che emerge dal Report 2024 sull’economia locale (curato dal Laboratorio LEL della Cattolica, sotto la responsabilità scientifica del prof. Paolo Rizzi), presentato nel corso della citata “Giornata dell’economia piacentina”, svoltasi in una Sala Corrado Sforza Fogliani gremita di autorità civili e militari e di addetti ai lavori con una nutrita rappresentanza delle Associazioni di categoria piacentine. Dopo sette anni di interruzione, dal 2022 - su iniziativa della Banca di Piacenza, dell’Università Cattolica e della Camera di Commercio (da quest’anno tra i protagonisti dell’iniziativa come Camera di Commercio dell’Emilia, nata nel 2023 dall’integrazione degli Enti camerali di Piacenza, Parma e Reggio Emilia) - è dunque ripresa la pubblicazione del Rapporto annuale sul sistema economico piacentino, distribuito a tutti gli intervenuti al termine dell’incontro.

IL SALUTO DEL PRESIDENTE NENNA

Il presidente della Banca Giuseppe Nenna (autore della prefazione al Report) ha portato i saluti dell’Istituto di credito ricordando come questo appuntamento, giunto alla terza edizione, «sia già tornato una tradizione che proseguirà anche nei prossimi anni».

Sala Corrado Sforza Fogliani gremita

Nella foto, il pubblico nella sala “Corrado Sforza Fogliani”.

GLI INTERVENTI

Il direttore dell’Ufficio studi di Unioncamere Emilia Romagna, Guido Caselli ha posto l’accento sull’invecchiamento della popolazione nella nostra provincia e sul fatto che nel 2024 il valore aggiunto di Piacenza crescerà meno rispetto a quello della regione e del Paese. «È molto importante - ha consigliato - investire nel capitale relazionale, perché maggiore è quest’ultimo, maggiore è lo sviluppo e viceversa». Il prof. Rizzi, direttore del LEL, ha preso in esame i punti di debolezza (quelli in peggioramento: natalità delle imprese, basso numero di iniziative imprenditoriali giovanili, dinamica dei prestiti, infortuni sul lavoro; e quelli in miglioramento: numero di società di capitali, andamento del turismo che cresce) e di forza (anche qui, quelli che migliorano: le esportazioni, la dinamica occupazionale, le imprese straniere, le performance delle imprese leader; e quelli in peggioramento: il Pil, il tasso di disoccupazione, il peso di agricoltura e industria) del sistema Piacenza.

Il vicepresidente della Camera di Commercio dell’Emilia Filippo Cella ha illustrato il ruolo del nuovo ente camerale nato dall’unione delle realtà di Reggio, Parma e Piacenza («la quinta a livello nazionale e la prima dell’Emilia Romagna») come fautore dello sviluppo dei singoli territori «verso i quali si sta dimostrando molta attenzione». La Camera di Commercio dell’Emilia è disponibile a sostenere progetti di sviluppo, per esempio nelle aree dell’Appennino emiliano; ad investire nella formazione in collaborazione con le università; ad investire, e lo sta già facendo, nei processi di digitalizzazione e nella sostenibilità ambientale.

Vittorio Silva, direttore generale dell’Amministrazione provinciale, è dal canto suo tornato sul tema della sopravvivenza dei territori montani, portando come esempio virtuoso di collaborazione (tra Provincia, Comune di Bobbio e Diocesi) per salvare l’Istituto superiore del centro della Valtrebbia, unico rimasto in montagna «e che ha fatto registrare un incoraggiante incremento di iscritti». Il dott. Silva ha poi rimarcato il fatto che la provincia di Piacenza sia stata la prima in regione a dotarsi del Piano Territoriale di Area Vasta e con il voto unanime del Consiglio provinciale e ha concluso indicando due obiettivi trasversali da perseguire per la Piacenza del futuro: «La capacità di fare rete nel nostro territorio e quella di fare squadra con gli altri territori del bacino padano».

La voce delle imprese è stata affidata a Valter Alberici, presidente del Gruppo Allied International, che ha raccontato la sua storia personale di imprenditore (scandita, a partire dagli anni Duemila, da una serie di acquisizioni che hanno fatto crescere l’azienda in modo esponenziale). «Ci siamo specializzati - ha esemplificato - nell’acquisto di aziende che andavano male per cercare di farle andare bene». L’imprenditore si è quindi rivolto ai giovani spiegando che cos’è un’azienda: «La passione che ci metti nel gestirla, nel motivare i tuoi dipendenti, nel migliorare il capitale umano e i processi. L’azienda è passione e sacrificio, è il non mollare mai. I nostri giovani usciranno dalle università preparatissimi, ma dovranno confrontarsi con altri giovani preparati come loro ma che hanno più “fame”. La differenza, allora, la farà proprio la passione e la resilienza che metteranno nel loro lavoro».

LA SITUAZIONE

Oltre alla sostanziale tenuta del valore aggiunto provinciale citata all’inizio, da registrare la crescita dell’occupazione di oltre 4.300 unità, raggiungendo i 129.595 addetti nel 2023, migliorando ulteriormente il tasso di occupazione che ha ormai superato la quota del 70% come l’Emilia Romagna, ben al di sopra della media nazionale (61,5%). Va tuttavia segnalato come il tasso di disoccupazione sia rimasto più elevato della media regionale (6,4% contro 5%) con oltre 8.800 disoccupati in provincia di Piacenza, trainato dai tassi di disoccupazione femminile (8%) e giovanile (circa 20%) più contenuti che nel resto del Paese ma più alti delle aree più evolute del Nord Italia. Preoccupa ancora la notevole quota di contratti a tempo determinato (quasi 40 mila), rispetto a quelli a tempo indeterminato (quasi 10 mila).

Il numero di imprese attive, dopo la modesta crescita del 2022, ha ripreso il proprio andamento di declino ormai decennale con la perdita di 210 unità, con il segno negativo sia nell’agricoltura che nell’industria, a fronte della crescita dei sevizi alle imprese, delle attività professionali e tecniche e delle imprese dei settori dell’intrattenimento, dello spettacolo e dello sport. Si conferma importante il contributo delle imprese straniere (quasi 4000) che crescono di oltre un terzo nell’ultimo decennio compensando il calo continuo delle imprese autoctone (-11% dal 2014).

Sul fronte dei rapporti con l’estero, le esportazioni segnano un’altra annata decisamente fortunata (dopo lo stop del 2022), salendo a 6,5 miliardi di euro con un balzo dell’8,6%, soprattutto grazie all’incremento di vendite in Africa (+25%), in Medio Oriente (prima dello scoppio del conflitto israelo-palestinese) e in Asia. Va sempre depurato il dato delle esportazioni dai flussi attivati dalle piattaforme logistiche del territorio (Piacenza, Castel San Giovanni, Monticelli, Pontenure e Cortemaggiore) che portano all’estero prodotti non locali, ma la crescita delle vendite internazionali dei nostri settori di punta è comunque ragguardevole, a partire dai macchinari (1,2 miliardi di euro), dell’alimentare (603 milioni) e dei mezzi di trasporto merci (279 milioni). La contemporanea riduzione delle importazioni (7,2 miliardi di euro nel 2023) ha migliorato il saldo commerciale che rimane tuttavia negativo nella provincia. In ogni caso, Piacenza ormai da un decennio è diventata tra le prime esportatrici del paese, con una propensione internazionale pari al 55% del Pil locale (36% in Italia).

Il quadro demografico continua a registrare sia luci che ombre, ma con un quadro futuro molto preoccupante: le proiezioni al 2043 prospettano una popolazione di 240 mila abitanti nel caso dello scenario peggiore senza immigrazione.

Dal punto di vista delle componenti sociali ad ambientali dello sviluppo locale Piacenza registra ritardi e criticità. In primis gli infortuni sul lavoro, per i quali il territorio si pone al 98° posto nella graduatoria nazionale, con 16 incidenti mortali o con inabilità permanenti ogni 100 mila occupati, e la mortalità degli incidenti stradali al 97° posto. Ancora gli indici del clima (102°) e le temperature anomale (92°), aspetti ovviamente non solo locali e connessi a cambiamenti epocali anche sovranazionali. Ancora molto insufficiente il numero di laureati (91°) nonostante la presenza in crescita di quattro poli universitari (Università Cattolica, Politecnico, Conservatorio, Università di Parma). Vanno tuttavia enfatizzati anche gli indicatori sicuramente positivi. Dal punto di vista demografico la quota di immigrati regolari sulla popolazione (3° posto in Italia) e il saldo migratorio (5°), così come il numero di imprese straniere (12°). Nell’ambito economico si conferma la ricchezza del territorio, con il terzo posto nella graduatoria nazionale per i depositi bancari per abitante, l’elevato tasso di occupazione (21°) e la forte propensione alle esportazioni (19°). Nella sfera sociale e culturale emerge l’ottimo posizionamento (4° in Italia su 107 province) come indice di qualità della vita dei giovani (nonostante i dubbi sulla significatività di questa misura composta di 12 indici), le buone dotazioni di servizi per il benessere (11°) e di palestre e piscine (9°), così come gli alti indici di lettura come numero di copie di libri vendute (11°) ed infine alcuni indicatori di qualità dell’amministrazione pubblica, come l’illuminazione pubblica intelligente (17°) e le amministrazioni digitalizzate (14°).

Nel settore del credito si assiste anche nel 2023 ad un calo significativo dei depositi bancari (10,5 miliardi di euro) che accompagna la diminuzione dei prestiti (6,3 miliardi), facendo scendere ancora il rapporto depositi-prestiti a 60,5, dato penalizzante per il territorio perché indica la fuoriuscita dei risparmi raccolti dalle famiglie verso altre aree del Paese dove gli investimenti appaiono più dinamici (il dato regionale è infatti pari a 85,5 e quella nazionale a 83,8). La diminuzione del numero di sportelli bancari per numero di abitanti, causata da noti cambiamenti intervenuti negli ultimi anni nel settore creditizio (riduzione dell’uso del contante, crescita del digitale) è continuata anche nel 2023. In provincia di Piacenza questa decrescita è stata molto più lenta rispetto alla situazione regionale e nazionale. Questo risultato positivo per Piacenza è merito anche della politica di sostegno al territorio portata avanti dalla banca locale (Banca di Piacenza).

I TRE NODI STRATEGICI

Il primo nodo strategico su cui concentrare l’attenzione per il futuro del sistema Piacenza è il rapporto tra capitali esterni e interni, ovvero la capacità di coniugare il necessario ricorso a investimenti internazionali per rimanere competitivi sui mercati mondiali e la presenza di imprenditorialità autoctona più sensibile e radicata sul territorio e quindi più “fedele” alle sorti della città e della provincia. Il secondo nodo rilevante riguarda l’emergere di situazioni di povertà e disagio sociale ed economico sempre più diffuse. Nel territorio piacentino l’Osservatorio delle povertà della Caritas ha registrato un incremento consistente nelle richieste di aiuto (mensa, ricovero, vestiti, assistenza psicologica) sia per il moltiplicarsi di casi di bisogno estremo (senza fissa dimora, rifugiati, patologie psichiatriche acute, dipendenze), sia per il diffondersi di situazioni ibride “grigie” legate al nuovo fenomeno dei working poor. Il terzo nodo è rappresentato dalle nuove forme di pianificazione territoriale condivisa. La riorganizzazione dell’architettura istituzionale degli enti locali (riforma della Provincia) e delle autonomie funzionali (Camera di Commercio dell’Emilia) dovrà tradursi in modelli moderni e innovativi di progettazione collettiva. Anche il ruolo delle Associazioni di categoria, rinnovate negli ultimi anni come classe dirigente, dovrà contribuire al coordinamento delle iniziative collettive in modo cooperativo e innovativo. Il 2024 è anche l’anno di approvazione del nuovo Piano Territoriale di Area Vasta di Piacenza che ha proposto come vision di sviluppo una “provincia attraente, snodo territoriale ed eccellenza nel sistema padano”. Da un lato emerge l’urgenza di superare il modello della “capitale della logistica”, per contenerne le diseconomie esterne di tipo ambientale e sociale, dall’altro per riconoscere il valore strategico delle vocazioni storiche del territorio (meccanica avanzata, agroalimentare, raccorderia, materiali da costruzione). Infine il problema dell’equilibrio territoriale, per rispondere alla domanda di sostegno (economico, sociale, istituzionale) da parte dei territori montani, da decenni schiacciati da processi di spopolamento e desertificazione produttiva e residenziale sempre più evidenti.

Le nuove sfide del sistema piacentino sono quindi legate allo sviluppo di una “intelligenza collettiva” capace di rendere sostenibile lo sviluppo locale, ovvero accompagnare la crescita competitiva delle imprese del territorio, rispondere ai nuovi bisogni sociali delle fasce deboli, attivare percorsi di resilienza nelle aree interne e montane della provincia.

RINGRAZIAMENTI

Al termine del Report l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza, “ringrazia il presidente del Consiglio di amministrazione della Banca di Piacenza, Giuseppe Nenna, per aver sostenuto l’organizzazione della Giornata dell’Economia Piacentina ed i componenti del Comitato di indirizzo e di coordinamento, Eduardo Paradiso, Domenico Capra, Michelangelo Dallariva, Vittorio Silva, per il prezioso lavoro di accompagnamento nel percorso di analisi e di ricerca. Un sincero ringraziamento anche a Valter Alberici, Renato Velli, Andrea Grieco, Alfredo Repetti, Hani Boktor, Luca Groppi, Pierangelo Romersi, che hanno partecipato agli incontri di approfondimento settoriali sul comparto della raccorderia e del turismo. Grazie a loro il rapporto sul sistema economico piacentino si è arricchito anche di valutazioni e previsioni difficilmente ricavabili dalle statistiche ufficiali. Ancora un riconoscimento anche ai direttori e referenti delle Associazioni di categoria Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Confapi, Libera Artigiani, Unione Provinciale Artigiani, Lega Cooperative e Confcooperative, per aver facilitato l’incontro con gli operatori economici soci delle loro organizzazioni. Infine, ma non ultimo segnaliamo il contributo dell’Ufficio Studi di Unioncamere Emilia Romagna nelle persone del suo direttore Guido Caselli e di Mauro Guaitoli, per aver condiviso dati, ricerche e analisi e così arricchito in modo significativo il presente rapporto”.

Nella foto, il momento di raccoglimento a ricordo del professor Franco Anelli al PalabancaEventi di Via Mazzini.

Pubblicato il 28 maggio 2024

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Faggin a Palazzo Gotico: intelligenza artificiale «utilissima» e «pericolosa»

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“L’intelligenza artificiale non capisce niente, è una struttura che riconosce cose che ha imparato grazie a noi”. È molto chiaro Federico Faggin, fisico e inventore noto come il “papà” del microchip e del touchscreen, quando afferma che “l’intelligenza artificiale non supererà mai quella naturale”. È uno strumento “utilissimo”, dice, e allo stesso tempo “pericoloso”. Dipende dall’uso che se ne fa.
Faggin ha parlato davanti a una folta platea di studenti delle scuole superiori piacentine – circa 350 – venerdì 24 maggio a Palazzo Gotico, invitato dall’Associazione insegnanti di fisica (Aif) di Piacenza all’incontro “Intelligenza artificiale – timore o entusiasmo?” organizzato in collaborazione con il Comune di Piacenza.

Faggin, dopo le esperienze in Italia e California, arrivò sulla soglia dell’intelligenza artificiale negli anni Ottanta, studiando le reti neurali, “un’idealizzazione di come funzionano le reti neurali del cervello poi ridotta ad algoritmo”.
Ma la vera rivoluzione c’è stata negli ultimi cinque anni. “La versione 3.5 di ChatGpt – ha detto – aveva 1.750 miliardi di parametri, adesso si pensa di passare a 20mila miliardi per aggiungere altra conoscenza”. Nell’ultimo lustro, i passi da gigante sono stati possibili grazie a “processori superveloci, che ci permettono di avere sistemi generativi: significa che il computer mette insieme i testi, parola dopo parola, secondo le probabilità generate dal sistema di parametri. Per impararne il funzionamento bisogna saperla più lunga dell'intelligenza artificiale - ha proseguito -, farle domande continue e capire quello che dice sapendo che il computer non capisce niente”.

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Introdotto da Carlo Colombini, docente e segretario dell’Aif, dopo i saluti dell’assessore comunale alla cultura Christian Fiazza, Federico Faggin si è presentato ripercorrendo le fasi più importanti della sua carriera. Nato a Vicenza nel 1941, a undici anni realizzò il primo aeromodello. “A quell’epoca – racconta – non mi capacitavo di come un giocattolo potesse volare. Lì mi innamorai della fisica. Negli anni ‘50, con l’arrivo in società dei primi computer, capii che il mondo stava cambiando: frequentavo le scuole medie e leggevo di questi «mostri». Quel mondo suscitò in me un interesse tale che mi portò, dopo il titolo di perito radiotecnico, alla Olivetti a Borgo Lombardo. A quei tempi la Olivetti era avanzata come la Ibm americana. Poi studiai fisica e mi laureai in quattro anni col massimo dei voti. Partii per gli Stati Uniti, lavorando prima alla Sgs, poi alla Fairchild, per poi fondare la Zilog (nel 1974 a San Jose in California, nda), che realizzò il microprocessore Z80. Fondai poi un’altra società (la Exxon, nda), e poi la Synaptics, che inventò il touchpad e il touchscreen. Ma la mia idea era di realizzare un computer che imparasse da solo, capii già allora che il futuro era l’intelligenza artificiale”. La differenza sostanziale tra l'intelligenza naturale e quella artificiale, ha spiegato il fisico, sta in capacità che l'IA non avrà mai. "Non potrà mai superare la capacità di comprendere, perché l’intelligenza artificiale non capisce niente e non capirà mai niente. Noi siamo diversi perché abbiamo coscienza e libero arbitrio, conosciamo attraverso sensazioni e sentimenti che proviamo dentro ognuno di noi. Ho vissuto un’esperienza di premorte in cui ero contemporaneamente dentro di me e fuori di me, lì ho capito che l’idea fondamentale che abbiamo, che siamo separati dal mondo, è un’idea sbagliata. Siamo interconnessi, siamo una parte - intera - del tutto”.

Francesco Petronzio

Nelle foto, il fisico Federico Faggin e gli studenti a Palazzo Gotico.

Pubblicato il 28 maggio 2024

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