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Notizie Varie

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Ziano-Kabul unite nell'arte

AnnunciazioneBattesimo

Una storia piacentina, che lega Ziano e la lontana Kabul, capitale del tormentato Afghanistan. Questa straordinaria avventura ha inizio grazie a Romano Torselli, allora sindaco di Ziano e socio del Rotary Club San Siro, di cui era stato presidente nel 1996-97. 
Fra la fine del 2002 e l’inizio del 2003, Romano Torselli lesse un reportage da Kabul. “Scoprii che l’unica chiesa cristiana di tutto l’Afghanistan si trova all’interno dell’area dell’ambasciata italiana a Kabul, e che proprio in quei giorni vi si era celebrato il primo matrimonio cattolico della storia del Paese”, racconta Torselli. Dopo la breve ma violenta guerra del 2001 e dopo sopratutto i lunghi anni di dominio talebano, iniziava una nuova era per i cristiani afghani. “Mi colpì però la descrizione di quella chiesa, rimasta spoglia anche dell’essenziale, disadorna dopo i saccheggi e i disordini. Le suore e il parroco italiano erano sopravvissuti nascondendosi nel sotterraneo, ma l’arredo del luogo sacro era andato quasi interamente perduto”.
Da sindaco, però, Torselli aveva avuto modo di conoscere un illustre figlio di Ziano, il pittore Ulisse Sartini, artista di fama internazionale e ritrattista ufficiale dei Papi.
“Sartini è nato a Ziano ma vive a Milano, ma io volli naturalmente conoscerlo e fra noi nacque una forte amicizia”. Fu durante una chiacchierata fra amici che Torselli raccontò di quella piccola chiesa in difficoltà. “Gli chiesi se potesse realizzare un’immagine da inviare a Kabul e lui, saputo che tutto quel che restava su quell’altare era un crocefisso, mi disse che posizionare un’immagine sola sarebbe diventato un problema, e che avrebbe quindi donato due opere”.
La generosità di Sartini si tradusse in due stupende pale d’altare in olio su tela, ciascuna di 190 x 170 centimetri: “Il Battesimo di Gesù” e “L’Annunciazione”. A quel punto il problema era come farle giungere a Kabul. “In quel periodo un servizio aereo civile era inesistente, ma l’ambasciatore italiano era un piacentino, Domenico Giorgi, e con un paziente lavoro di telefono arrivai a parlargli”. Ovviamente, a guerra appena “finita” – come sappiamo le violenze sarebbero riprese presto, sotto nuove forme, che ancora persistono – le difficoltà erano enormi e servì tanta tenacia e tanta competenza per destreggiarsi fra uffici, enti, persone e rappresentanze varie. Torselli aveva un primo contatto: un parente, volontario in azione in progetti assistenziali ONU a Kabul. Da lì e dalla sua rete di conoscenze si mosse per arrivare alle persone giuste. “Con l’aiuto dell’ambasciatore organizzammo il trasporto: l’aeronautica militare riservò spazio su uno dei suoi cargo diretti in Afghanistan”.
Le pale d’altare, che erano state esposte a Milano, presso il museo Bagatti Valsecchi, vennero imballate con ogni cura riservata alle opere d’arte: “Ricordo che l’imballaggio protettivo è stato progettato per galleggiare nel malaugurato caso di caduta in mare del velivolo”, racconta Torselli.
Le opere oggi sono nella chiesa, accompagnate da una targa che informa di come, dipinte e donate da Sartini, siano giunte in Afghanistan grazie al Rotary Club Milano San Siro e al Comune di Ziano Piacentino.
“L’Ambasciata avrebbe voluto ospitarci per l’inaugurazione, ma una serie di difficoltà lo rese impossibile. Subentrarono poi anche considerazioni di sicurezza: con il terrorismo più che mai attivo, c’erano evidenti rischi e ci fu consigliato di tenere un basso profilo. La stampa all’epoca non fu informata dell’evento, e per tutti questi anni non se ne è parlato”.
Dopo questo lungo periodo di prudente silenzio è giusto raccontare questa storia di generosità, fede e impegno. La grande soddisfazione interna al Rotary e alla ristretta cerchia di persone che presero parte all’impresa merita di essere conosciuta. “Possiamo giustamente essere fieri di quanto abbiamo realizzato. Ricordo quei giorni con piacere perché conobbi persone veramente preziose, di grande disponibilità e sensibilità. Leggere di quella chiesa così spoglia mi aveva fortemente commosso, e aver fatto qualcosa per aiutarla mi dà grande gioia”.

Pubblicato il 30 ottobre

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Emergenza maltempo: strade chiuse in provincia

vento

La Provincia comunica che, a seguito delle raffiche di vento delle ultime 24 ore, è stata resa necessaria la chiusura al transito di alcune strade provinciali fino al ripristino delle condizioni di sicurezza, per tutte le categorie di veicoli. L'interruzione della circolazione, dovuta alla caduta di alberi sulla sede stradale, ha riguardato:

  • Strade Provinciale n. 461R del Penice dall’intersezione con la S.P. 412R al confine provinciale;
  • Strada provinciale n. 34 di Pecorara, nei pressi di Praticchia;
  • Strada provinciale n. 14 di Valchero nel tratto tra San Michele e Passo dei Guselli;
  • Strada provinciale n. 23 del parco provinciale, intero tratto;

La Provincia segnala che i tecnici stanno lavorando per garantire, entro sera, il ripristino della circolazione stradale almeno a senso unico alternato in tutte le provinciali interrotte. Al momento le criticità principali riguardano la Strada del Penice, la parte alta della Valchero e la strada del Parco Provinciale.

Pubblicato il 30 ottobre 2018

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Montagna, «15 milioni di euro per il taglio dell’Irap alle imprese»

Castagnola

Quindici milioni per tagliare o azzerare l’Irap per le imprese di montagna; un piano di investimenti per la messa in sicurezza e la viabilità del territorio appenninico sostenuto da una parte significativa dei 360 milioni di euro liberati dal recente accordo Stato-Regioni. Una proposta di riordino territoriale che riconosca alle Province le risorse necessarie per esercitare le funzioni previste. Dalla Conferenza regionale della montagna organizzata oggi a Bologna dall’Uncem il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha lanciato la propria proposta per l’Appennino, la parte più pregiata ma anche più fragile del territorio regionale.
“La montagna è stata ed è al centro delle politiche di questa Regione. Vivere e lavorare in montagna non è la stessa cosa che farlo in pianura - ha detto -. Vogliamo che questa difficoltà sia riconosciuta e compensata perché tutti i cittadini abbiano davvero pari diritti e pari opportunità. Non in astratto ma nel concreto, rimuovendo ostacoli quando è possibile, compensandoli quando non lo è”. Per quanto riguarda la fiscalità di vantaggio, la proposta illustrata da Bonaccini prevede un taglio dell’Irap di almeno un terzo per le imprese che già lavorano in montagna e l’azzeramento per un minimo di tre anni per quelle che vogliono avviare un’attività. La misura sarà sostenuta da 15 milioni del prossimo bilancio regionale che verrà approvato entro dicembre.
“Se poi il Governo deciderà di metterci anche del suo - ha sottolineato Bonaccini - molto meglio, ma quel tanto che come Regione possiamo fare, lo faremo. E per questo chiediamo che ci venga riconosciuta l’autonomia necessaria, secondo l’articolo 116 della Costituzione”. “Uno sconto fiscale da applicarsi automaticamente e senza burocrazia” per sostenere quella rete di piccole imprese ed esercizi commerciali, quali bar, negozi di alimentari, botteghe artigiane, che sono il tessuto economico e sociale che tiene viva una comunità. Per combattere abbandono e spopolamento e dare nuove opportunità di lavoro soprattutto ai giovani. E proprio abbandono e spopolamento sono tra le concause di quel dissesto idrogeologico che rappresenta uno dei mali storici dell’Appennino.
“Questa Regione ha già fatto molto per la messa in sicurezza del territorio- ricorda il presidente- ma la scelta fatta dal Governo di smantellare “Italia sicura” rappresenta un oggettivo passo indietro. Il rischio è, ancora una volta, quello di dover rincorrere le emergenze, senza avere alcuna certezza sulle risorse.” Da qui la scelta di destinare proprio alla messa in sicurezza e alla viabilità delle zone di montagna - mettendola a disposizione direttamente dei Comuni montani - una “parte predefinita e significativa dei 360 milioni di euro di nuovi investimenti resi disponibili dall’accordo che ho siglato pochi giorni fa con il Governo in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni”. Accordo che da un lato azzera i tagli previsti per le Regioni nel prossimo triennio, pari a 4,2 miliardi di euro, e dall’altro impegna le stesse Regioni a realizzare investimenti con risorse proprie per una cifra di parti importo, liberando gli spazi finanziari. Una mole significativa di finanziamenti aggiuntivi già dal 2019, che per l’Emilia-Romagna vale appunto 360 milioni di euro. Infine, il presidente ha annunciato che, alla luce del mancato superamento delle Province, la Giunta metterà a disposizione nelle prossime settimane una nuova proposta di governance.
“Se le Province rimangono - ha detto - devono poter funzionare. Non so quando il Governo interverrà ma è necessario rimettere in equilibrio il sistema. Metteremo a disposizione di Anci, Upi e Uncem una nostra proposta organica per una discussione comune. Il nostro obiettivo è ridare un po’ di certezze in più alle amministrazioni, garantendo un dialogo più efficace tra Regione e Comuni”.

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Donazione al Pronto soccorso dell'ospedale di Fiorenzuola

ambul


Il Baraccaluga sostiene l’ospedale di Fiorenzuola. La squadra di calcio a cinque che milita nel campionato di serie C1 regionale ha donato al Pronto soccorso del presidio della Valdarda un prezioso strumento per le emergenze: un estricatore.
Il dispositivo è utilizzato per estrarre da un veicolo una persona con trauma: dopo l'applicazione del collare cervicale, serve a mantenere l'immobilizzazione spinale e ridurre i rischi di danni per il paziente. L’estricatore donato dalla squadra di Fiorenzuola è stato realizzato in particolare per affrontare le difficoltà in ambienti ristretti, tutelando la colonna vertebrale di chi viene soccorso. Permette di lavorare anche su persone che hanno particolari esigenze, come i pazienti obesi (bariatrici) e le donne in gravidanza.
Il Baraccaluga, che conta anche una squadra allievi e una partnership con l'US Fiorenzuola, ogni anno organizza una festa sociale di autofinanziamento. Con il ricavato di questo evento, sostiene anche progetti di solidarietà. Grazie quindi alla squadra e al presidente Danilo Prencipe per la sensibilità dimostrata verso i professionisti del soccorso della Valdarda e di tutto il distretto di Levante, che potranno beneficiare di questa donazione.

Pubblicato il 30 ottobre 2018

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Monticelli e San Pietro in Cerro, annullato il referendum

Castello San Pietro in Cerro

Cambiano idea i sindaci dei due comuni della Bassa: Monticelli e San Pietro in Cerro non si fonderanno.
I primi cittadini Gimmi Distante e Manuela Sogni comunicano che non si terrà l’annunciato Referendum consultivo del 25 novembre, che chiedeva ai residenti un parere sull’incorporazione del comune di San Pietro (neanche mille abitanti) a quello ben più grande di Monticelli. San Pietro in Cerro sarebbe così diventata, insieme a Polignano, una frazione di Monticelli.
Ma la questione, per il momento, è chiusa: dopo alcune partecipate e discusse assemblee sul territorio i due sindaci hanno preferito abbandonare questo percorso.

Pubblicato il 30 ottobre 2018

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