Entra nel vivo il programma per l’estate del Club Veicoli Storici di Piacenza che a meno di un mese dal grande appuntamento del Trofeo Renati del 28 luglio, propone un altro evento nelle stesse zone, ovvero la rievocazione della competizione Bobbio - Penice, ma per moto d’epoca. L’appuntamento per i centauri è fissato per domenica 30 giugno. Si tratta del secondo evento dedicato alle due ruote, dopo la manifestazione di Cà dell’Orso dello scorso primo di maggio. “Abbiamo voluto proporre un raduno non competitivo – dichiara Bruno Francesconi, membro del CVSP-PC – che vuole ricordare una grande gara che si svolgeva anni fa sulle strade delle nostro territorio. Andremo a percorrere percorsi forse meno battuti, ma sicuramente affascinanti. La prova di velocità prevedeva la partenza dalla città di Bobbio con arrivo al Passo Penice a quota 1.253 metri”. Il CVSP-PC ripensando alla gara ha voluto riproporre alcuni tratti di quel percorso, proseguendo per un tragitto panoramico tra Emilia e Lombardia. L’itinerario, studiato da Giorgio Mazzocchi (commissario tecnico del club) in collaborazione con Stefano Caminati e Riccardo Pacini, prevede la partenza da Bobbio alle 9.30, si passa al Brallo di Pregola e quindi Zerba dove è prevista una breve sosta, per poi tornare a Santa Maria dove è in programma il pranzo con tutti i partecipanti. Alle 16.00 inoltre è attesa la prova di abilità con premiazioni a conclusione della manifestazione. Le iscrizioni sono aperte per tutte le moto immatricolate entro il 1999. Gli organizzatori stanno lavorando inoltre per offrire una splendida sorpresa: portare la Moto Guzzi che per prima tra i veicoli a due ruote riuscì ad arrivare in cima al Passo Penice. “Vorremo regalare questa emozione a tutti i partecipanti e agli appassionati – continua Francesconi – portando un “pezzo” da collezione che ha un significato particolare. A condurla sarà il proprietario Gabriele Pizzelli. Sarà una splendida sorpresa”.
Tra il 29 giugno e il 1° settembre le Aree protette di Parma e Piacenza ospiteranno la 6° edizione della rassegna estiva di concerti “I Parchi della Musica”, che comprende otto concerti all'aperto e due pièce per ragazzi con voce narrante e strumento, negli splendidi scenari dei Parchi e delle Riserve naturali, o in castelli, chiese, piazze e residenze storiche, con programmi musicali e letterari che si legano profondamente ai luoghi che li ospitano. E’ organizzata dall’omonima Associazione e promossa e finanziata dai Parchi del Ducato, con il contributo dei Comuni di Collecchio e Rivergaro e il patrocinio dei Comuni di Borgo Val di Taro, Sala Baganza, Rottofreno, Fidenza, Corniglio e Salsomaggiore Terme. Tutti gli spettacoli sono ad ingresso libero e gratuito.
IL PROGRAMMA
Sabato 29 Giugno - ore 17.30
PARCO REGIONALE DEL TARO - COLLECCHIO (PR)
Località Oppiano, Sentiero delle Farfalle - Collecchio
Educational “PARCOLLATERALE”- LE AVVENTURE DI PINOCCHIO - 1° puntata
La Sala Panini gremita a Palazzo Galli (presenti anche i familiari del professor Ferdinando) per la sesta edizione della Giornata Arisi, celebrata dalla Banca di Piacenza in memoria del maggior storico dell’arte che la nostra città abbia avuto. Tema di quest’anno, Roberto De Longe (Bruxelles 1646 - Piacenza 1709) a 310 anni dalla scomparsa del pittore fiammingo, a cui Arisi aveva dedicato, nel 2012, una monografia. Tra i collaboratori dell’opera (insieme a Giorgio Fiori, Laura Riccò Soprani, Anna Còccioli Mastroviti e Davide Parazzi) Raffaella Colace, storica dell’arte cremonese relatrice della serata. La dott. Colace - studiosa del De Longe fin dai tempi della sua tesi di laurea - ha ricostruito la vita artistica del pittore fiammingo mostrando le tantissime opere dallo stesso realizzate nel triangolo Cremona-Lodi-Piacenza. Seguendo le orme di diversi suoi colleghi, il De Longe viene in Italia a conoscere le opere degli artisti del Rinascimento. Nella Capitale assorbe gli insegnamenti dei maestri del Barocco romano che fonde poi con il Classicismo, diventando perfetto interprete - soprattutto con la produzione piacentina - del Classicismo emiliano. Come definire il suo stile pittorico? «Classico - ha spiegato la storica dell’arte cremonese - che si dinamizza in chiave barocca con sentori caravaggeschi. Nelle sue opere, c’è vitalità». Il De Longe prima di arrivare (dopo aver lavorato nella collegiata di Monticelli: presente, tra il pubblico di Sala Panini, il sindaco Gimmi Distante) a Piacenza nel 1685 (città che eleggerà a sua Patria), dal 1673 è a Cremona dove realizza opere soprattutto in San Sigismondo. La dott. Colace ha ricordato la freschezza («non usava solo termini scientifici, aveva un suo modo di raccontare, che ti coinvolgeva») con la quale il prof. Arisi descrive, nella monografia, l’artista fiammingo, definito “eclettico, attento a quanto di valido gli capitava sotto gli occhi, in particolare a Caravaggio, a Reni, a Guercino, a Maratti”. Arisi cita poi il giudizio che dell’artista aveva dato nel 1818 Luigi Lanzi: “Pittore di più stili, morbido però sempre lucido, accordato, pastoso, qual se mai non fosse uscito di Fiandra. Ora emulo di Guido come in certe storie di Santa Teresa dipinte a San Sigismondo a Cremona, ora si appressa al Guercino, come in certe altre di Sant’Antonino di Piacenza; or ha un misto bellissimo di delicato e di robusto come nel Duomo di Piacenza in quel San Francesco Saverio, che assistito dagli angioli, passa a questa vita”. Così conclude il suo saggio il prof. Arisi: “De Longe fu un isolato, ricco di molte virtù, che operò con intelligenza e straordinaria sensibilità alla ricerca d’una bellezza che non fosse soltanto il conforto degli occhi”. Al termine della relazione della dott. Colace, è intervenuto il presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani che - contrariamente alle sue abitudini - non ha parlato a braccio «perché - ha motivato - non voglio dire né una parola di più, né una di meno di quello che va detto». Il presidente Sforza ha quindi letto un testo intitolato “Ricostruzione della vicenda Bot che vide coinvolto Ferdinando Arisi”. Come risulta dai fascicoli dell’indagine di 10 anni fa sui presunti falsi Bot, condotta dalla Guardia di Finanza di Venezia, «il giudice non compì alcun atto istruttorio, tenne tutto nel cassetto per otto lunghi anni e prese in mano il fascicolo solo per dichiarare il presunto reato prescritto».
Prosegue a Carpaneto la prima rassegna di musica da camera, ideata dall’arpista carpanetese Tatiana Alquati, con il secondo appuntamento in Viaggio tra i suoni. Questo evento è inserito nel Festival Nazionale “FESTA DELLA MUSICA” indetto da MIBACT. Protagonisti i fiati, sul palco il Quintetto ESTENSE, una formazione cameristica che ci trasporterà virtualmente“Dall’Italia all’America, un viaggio in opera”. L'appuntamento è per venerdì 21giugno alle ore 21 nel cortiel del Palazzo Municipale. La formazione cameristica del quintetto a fiato ha origini settecentesche nell’area austro-tedesca, quando l’utilizzo di ensemble strumentali a fiato si affermò negli ambienti aristocratici come una delle formazioni favorite per la musica di intrattenimento. Il programma si divide in due parti: si parte dall’Austria con l’Overture del Flauto Magico, che W.A. Mozart compose nel 1791 nell’ultimo anno della sua vita. Viene proposta in un arrangiamento per quintetto a fiato, dove si presenta con un’introduzione lenta, caratterizzata da tre pesanti accordi (ricordiamo che il numero tre e i suoi multipli hanno una funzione strettamente simbolica in quest’opera mozartiana), per poi procedere con un ritmo marcato puntato seguito da un movimento vivace in stile fugato. Si prosegue con il Potpurri Fantastico sul Barbiere di Siviglia di G. Briccialdi, che raccoglie le arie più famose della celebre opera di Rossini, a favore di un risultato inedito per questo ensemble; in particolare Figaro ed il Conte di Almaviva rivivono, in una nuova veste strumentale, le loro avventure in una rete di scambi ed intrecci che, di volta in volta, coinvolge tutti gli esecutori. Nel terzo brano ci spostiamo in Francia con l’Opera Comique più famosa di G. Bizet, Carmen: questo arrangiamento propone tutte le arie più rinomate come l’“Habanera”, l’”Entr’acte” e “Les Toreadors”. Nella seconda parte del programma si ritorna in Italia con un omaggio al celeberrimo G. Verdi tramite l’Overture del Nabucco, il lavoro più importante per il compositore di origini parmensi che ne decretò il successo dello stesso. Si conclude il viaggio musicale in America con il capolavoro di G. Gershwin, Porgy and Bess, di cui viene proposta una selezione delle più acclamate melodie di questo dramma musicale (ne sono un esempio “Summertime”, “I’ve got a plenty of nothing”, “ It ain’t necessarily so”) che ha rappresentato una svolta nella musica, in quanto fonde il mondo della musica popolare di stampo afro-americano e quella “colta” di stampo europeo. Il QUINTETTO ESTENSE nasce nel 2016 dalla spontanea associazione dei cinque musicisti, sotto la supervisione di Michele Marasco, all’interno della classe di musica insieme fiati dell’ISSM “Vecchi-Tonelli” di Modena. Negli anni successivi, i componenti del quintetto compiono studi individuali di perfezionamento musicale con docenti di fama internazionale. Il repertorio spazia dalle prime composizioni originali fino ad arrivare a composizioni di autori contemporanei, passando da trascrizioni ed arrangiamenti tratti dal repertorio sinfonico ed operistico, prestando particolare attenzione per la musica scritta nel XX secolo. I membri del Quintetto vantano un’intensa attività concertistica, oltre che accademica, in qualità di solisti ed orchestrali tra le più importanti orchestre italiane quali l’Orchestra dell’Opera Italiana, l’Orchestra Filarmonica Italiana, la Spira Mirabilis, L’Orchestra Sinfonica Siciliana, l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, l’Orchestra Verdi, l’Orchestra da Camera di Mantova, l’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza, la Filarmonica Arturo Toscanini, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Ad ogni studente un manager: guarda all’accompagnamento nel lavoro l’Università Cattolica a Piacenza con il progetto MyMentor! L’idea, nata 3 anni fa all’interno del corso di laurea magistrale in Gestione dell’azienda dalle professoresse Elena Zuffada e Franca Cantoni, prevede il contatto diretto per un semestre tra studenti (mentee) e professionisti (mentor), con la possibilità di lavorare fianco a fianco per scoprire il mondo del lavoro. Dal corso di laurea in Gestione dell’azienda il progetto si è allargato negli anni a tutta la sede, e ha coinvolto nell’edizione del 2019 gli studenti delle lauree magistrali in Economia e Giurisprudenza e di Scienze agrarie alimentari e ambientali. Vista la portata del lavoro anche la direzione di sede e l’ufficio Stage&placement (per l’organizzazione degli stage in ateneo) sono stati coinvolti nell’organizzazione. Un’idea dunque tutta piacentina che continua ad allargarsi e potrebbe coinvolgere altre sedi. Il 18 giugno nel Centro Congressi dell’Università Cattolica di Piacenza, si è tenuta la cerimonia di chiusura del progetto di quest’anno, iniziato lo scorso gennaio, con la partecipazione dei 75 studenti che hanno aderito e dei relativi mentors, quasi tutti laureati in Università Cattolica. “Non si tratta di un semplice stage - ha chiarito in apertura la prof.ssa Anna Maria Fellegara, preside della facoltà di Economia e Giurisprudenza -, ma di un accompagnamento personale, una reciproca presa in carico tra studenti e professionisti che punta sulla relazione e il sostegno reciproco per la scoperta del mondo del lavoro”. “È un progetto ancora in divenire - ha osservato Mauro Balordi, direttore di sede a Piacenza -, ma i feedback degli studenti sono positivi: per loro è un’occasione per verificare se il campo lavorativo in cui sono è inseriti corrisponde alle aspettative”. Molti dei mentors sono ex studenti della Cattolica, e questo è uno dei punti fondanti del progetto: “Il sistema valoriale su cui si fonda MyMentor! - ha spiegato Max Maria Traversone, fra gli organizzatori - è quello del give back: restituire all’università quello che ci ha dato. Stiamo cercando di far conoscere questa realtà anche nella sede di Milano e di ampliarla con altre iniziative, ad esempio un laboratorio per valorizzare di più le idee degli studenti sul luogo di lavoro”. Dopo la presentazione dei risultati di progetto e di alcune testimonianze mentor e mentee, è stato dato spazio all’intervento di Tommaso Migliore, laureato in scienze bancarie all’Università Cattolica di Milano, oggi amministratore delegato e fondatore di MDOTM, statup con sede a Milano e Londra, specializzata in intelligenza artificiale per i mercati finanziari. “È un progetto sicuramente utile - ha detto Migliore -: anch’io all’inizio della mia carriera ho avuto momenti in cui mi parlavano di cose che avevo anche studiato ma che non riconoscevo perché il mondo del lavoro è tutta un’altra cosa rispetto all’università, soprattutto in un campo internazionale come il mio. Agli studenti di oggi dico di non mollare mai e rimanere fissi su un obbiettivo, anche se dovesse evolvere diversamente da come avevano previsto”.
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