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Notizie Varie

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Un defibrillatore in piazza Casaroli a Castel San Giovanni

donazione

Unire le forze, il modo più efficace per ottenere importanti risultati. Lo sanno bene a Castel San Giovanni dove sabato 21 settembre è stato inaugurato un nuovo defibrillatore a servizio dell’intera cittadinanza. Il dispositivo salvavita è collocato in piazza Agostino Casaroli, a fianco della Collegiata di San Giovanni Battista. Il nuovo strumento va a sostituire l’apparecchio precedente, rubato da ignoti circa un anno fa. Un gesto odioso, stigmatizzato dall’intera comunità castellana: “Teniamo a specificare che a pochi metri da qui sono state installate alcune telecamere di sorveglianza”, sottolinea il sindaco Lucia Fontana, come monito a potenziali vandali intenzionati a replicare la bravata.
Il nuovo defibrillatore è stato donato dalla Pro Loco e dall’Avis di Castel San Giovanni, con la preziosa collaborazione di Progetto Vita.
“Le iniziative che organizziamo durante l’anno ci permettono di raccogliere fondi da investire sul territorio”, spiega Sergio Bertaccini, presidente della Pro Loco. “Iniziative diverse per diverse donazioni, a seconda delle necessità percepite dalla comunità. In questo caso abbiamo voluto riposizionare un dispositivo salvavita fondamentale a servizio della parrocchia e di una piazza ogni giorno molto frequentata”.
“La nostra associazione distribuisce sul territorio il denaro che percepisce con il 5x1000 e i rimborsi elargiti dall’Ausl per le donazioni di sangue” - spiega Adriano Azzalin, presidente di Avis Castel San Giovanni - “quasi la totalità dei nostri fondi, in altre parole, viene impiegata per associazioni, scuole, carrello solidale, parrocchia. Insomma per il nostro territorio e per i nostri concittadini”.
Una volta unite le forze, Pro Loco e Avis hanno preso contatto con Progetto Vita, associazione che da oltre vent’anni si impegna per una diffusione capillare del defibrillatore. L’associazione era rappresentata dalla consigliera Rita Nigrelli: “Le malattie cardiovascolari risultano essere ancora oggi la prima causa di morte nel mondo, motivo per cui la nostra opera di prevenzione deve proseguire con sempre più forza. Con questo nuovo dispositivo, Castel San Giovanni si candida oggi a diventare la seconda città più cardioprotetta d’Europa, dopo Piacenza”.
“Il defibrillatore ha già salvato diversi nostri concittadini in passato, a testimonianza della sua importanza per il territorio - spiega Lucia Fontana - per questo motivo rivolgiamo un sentito ringraziamento a Pro Loco e Avis, da sempre presenti e attivi all’interno della nostra comunità”.
La cerimonia di consegna si è tenuta nel pomeriggio di sabato in piazza Casaroli mentre nelle stesse ore si svolgeva a poche centinaia di metri, in piazza XX settembre e in piazza Olubra, la giornata dello Sport e del Volontariato, vetrina per tutte quelle associazioni che operano sul territorio comunale e che insegnando lo sport o dedicando il proprio tempo e impegno per la collettività.

Pubblicato il 25 settembre 2019

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A Fiorenzuola Photo '19

ANNA E CARLO FIGLI DELLA REGINZA ELISABETTA ALLE NOZZE DELLA ZIA MARGARET 1960 GETTY IMAGES

Gli appunti fotografici che i vari autori ci propongono, che siano caratterizzati da luci accecanti o da ombre profonde, sempre rappresentano uno spaccato di vita, reale od onirica, fissato sul loro "blocco" di immagini dalle quali trarre profonde riflessioni, non solo iconografiche ma che raggiungono il profondo dell'essere. PHOTO '19 si propone, per il quattordicesimo anno consecutivo, con una serie di mostre ed incontri di sicuro interesse. Le sei mostre fotografiche in programma propongono sia autori che hanno fatto dell'astratto e del surreale il loro credo fotografico, come autori che, pur aperti alle nuove correnti, rimangono nel solco della tradizione.
Le cinque serate di proiezione/dibattito vedono "in cattedra" autori di rilevanza nazionale che condivideranno le loro opere ed il loro pensiero con gli intervenuti, offrendo l'occasione di preziosi confronti.
Una serie di appuntamenti imperdibili che, come sempre, fanno dell'autunno fotografico fiorenzuolano - in occasione delle celebrazioni di San Fiorenzo, Patrono di Fiorenzuola d'Arda - un momento culturale di grande rilevanza.

Il Programma

Domenica 29 settembre ore 10.30

Sede CCF, piazza Caduti 1 - Fiorenzuola d'Arda

FOTO CRONACA - Mostra fotografica di Agenzie fotografiche Italiane

Chiusura 13 ottobre

Venerdì 4 ottobre ore 21 

Sede CCF, piazza Caduti 1 - Fiorenzuola d'Arda

14338...km di Foto - Proiezione e dibattito con Paolo Mazzoni

Venerdì 11 ottobre ore 21 

Sede CCF, piazza Caduti 1 - Fiorenzuola d'Arda

PERCORSI PERSONALI - Proiezione e dibattito con Mauro Macchi

Sabato 19 ottobre ore 17 

Galleria-Atelier SMART, via Liberazione 12

Fiorenzuola d'Arda

EVANESCENZE – Mostra fotografica di Stefano Morbelli

Chiusura 3 novembre

Sabato 19 ottobre ore 18 

Spazio culturale "Aldo Braibanti" (ex Macello),

largo Gabrielli – Fiorenzuola d'Arda

I 5 CONTINENTI - Mostra fotografica di Ivano Bolondi

Chiusura 3 novembre

Domenica 20 ottobre ore 10:00

Fondazione Verani-Lucca, viale della Vittoria Fiorenzuola d'Arda

ORIZZONTI - Mostra fotografica del Collettivo CCF

Chiusura 5 aprile 2020

Domenica 20 ottobre ore 10.30

Sede CCF, piazza Caduti 1 - Fiorenzuola d'Arda

VISIONI IMMAGINARIE - Mostra fotografica di Maurizio Rossi

Chiusura 10 novembre

Venerdì 25 ottobre ore 21 

Sede CCF, piazza Caduti 1 - Fiorenzuola d'Arda

ALLA LUCE DEI FATTI - Proiezione e dibattito con Mauro Galligani

Venerdì 8 novembre ore 21 

Sede CCF, piazza Caduti 1 - Fiorenzuola d'Arda

Dalla fotografia analogica alla "phone photography" - Proiezione e dibattito con Roberto Rognoni

Domenica 17 novembre ore 10.30

Sede CCF, piazza Caduti 1 - Fiorenzuola d'Arda

VITA SENZA ANIMA - Mostra fotografica di Umberto Moroni

Chiusura 1° dicembre

Domenica 1° dicembre ore 10.30

Sede CCF, piazza Caduti 1 - Fiorenzuola d'Arda

Cerimonia di consegna del Premio "Francesco Bassi"

La foto cronaca equivale a scrivere per immagini.

La raccolta di fotografie che in parte hanno scandito il tempo del secolo scorso, provengono dagli archivi delle grandi agenzie fotografiche italiane e rappresentano momenti ormai dimenticati, oscurati dalla frenetica e convulsa quotidianità. Le foto, tutte “vintage”, anche se sgualcite, ci riportano alla memoria fatti e personaggi degli anni '60 e '70 che rivivono momenti, anche se passati, di notevole valore storico ed artistico. La mostra consta di circa 60 opere di vari autori di fama internazionale, ammiriamo i reali d'Inghilterra negli scatti di Antony Amstrong Jones, Papa Wojtila (Giovanni Paolo II) in vacanza, le immagini della miniera di Ribolla (GR) nell'anno della tragedia, Grace di Monaco e tanti altri personaggi che ci hanno accompagnato sui rotocalchi dell'epoca e li rivediamo con un filo di nostalgia.

Mostra fotografica FOTO CRONACA Apertura Domenica 29 settembre 2019 ore 10:30 presso sede CCF, piazza Caduti 1 - Fiorenzuola d’Arda Orario mostra: Lunedì, Mercoledì, Venerdì: dalle 21 alle 23 - Domenica e festivi: dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 INGRESSO LIBERO; Chiusura - 13 ottobre.

Pubblicato il 25 settembre 2019 

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Dalla Crimea in Italia per conoscere le loro radici

crimea

Giulia, Elena, Maria: il racconto della loro storia ha coinvolto ed emozionato il pubblico intervenuto nella Sala Panini di Palazzo Galli all’incontro - organizzato nell’ambito dell’Autunno culturale dalla Banca di Piacenza - sugli italiani di Crimea che stanno faticosamente cercando di ritrovare la propria identità di comunità italiana all’estero. «Ci siamo anche noi!» è la richiesta di aiuto delle giovani generazioni che vivono soprattutto a Kerch e che desiderano riallacciare i rapporti con le famiglie italiane d’origine. Per fare questo, lo strumento fondamentale è la lingua. E Giulia, Elena e Maria sono nel nostro Paese - grazie al sostegno della Banca - per frequentare un corso di italiano a Santa Margherita Ligure, dove opera l’Associazione culturale Isaiah Berlin, che da diversi anni si occupa di percorsi formativi per studenti e studiosi stranieri.
Il giornalista Rai Stefano Mensurati (a lui va il merito di aver portato all’attenzione dell’opinione pubblica la terribile - e fino a due anni fa ignorata, complice l’assenza dello Stato - tragedia della deportazione nei gulag e del genocidio degli italiani di Crimea e dei soldati italiani dell’Armir), che accompagnava le giovani ospiti, ha ricordato l’origine della colonia italiana in Crimea, i cui primi insediamenti risalgono all’Impero romano e successivamente alle Repubbliche marinare di Genova e Venezia. Nella sua attuale consistenza, risale però all’800. Caterina di Russia aveva ottimi rapporti con i Borbone, ai quali chiese coloni da insediare in Crimea per insegnare la coltivazione dei campi secondo i criteri della moderna agricoltura. Partirono soprattutto dalla Puglia e i più fecero fortuna (c’erano anche abili marinai). Ma i beni accumulati nell’arco di un centinaio d’anni vennero requisiti con l’avvento del Comunismo. La posizione degli italiani di Crimea divenne poi ancor più scomoda con la Seconda guerra mondiale, con Mussolini alleato della Germania nazista. «Il 27 gennaio del 1942 - ha raccontato Mensurati - gli italiani di Crimea furono rastrellati e deportati nei Gulag in Kazakistan: partirono in 1500, tornarono in 78. Il 90 per cento morì di stenti, in campi di prigionia dove lavoravano come schiavi nelle miniere e nelle cave di pietra».
Giulia Giacchetti Boico ha spiegato la sua esperienza da presidente dell’Associazione Cerkio: da 11 anni organizza corsi di italiano a casa sua. «Tante persone desiderano imparare la lingua d’origine, l’unica chiave che permette di ritrovare i parenti in Italia. Io sono autodidatta e sono venuta a Santa Margherita per migliorare il mio livello di conoscenza. Abbiamo tanti progetti: riscoprire le tradizioni e i costumi pugliesi; facciamo le orecchiette e abbiamo un cantiere un libro di ricette italiane. Il sogno è quello di organizzare un corso d’italiano professionale».
Maria Ragno viene da Yerevan, Armenia (molti italiani non riuscirono a tornare in Crimea dopo la deportazione), dove il padre rimase perché sposò una ragazza armena. In italiano, ha accennato alla storia della sua famiglia deportata (il padre era nato in Kazakistan, i nonni a Kerch, i bisnonni a Bisceglie) e si è detta felice di essere in Italia a imparare la lingua d’origine. Stesso sentimento espresso anche da Elena Giacotto Shiriaeva, di Kerch, discendente da una famiglia di origini piemontesi e avvicinatasi all’Associazione Cerkio perché la figlia desiderava imparare l’italiano.
E’ quindi intervenuto Enzo Baldini, docente dell’Università di Torino, uno dei principali animatori dell’Associazione intitolata a Isaiah Berlin (uno dei maggiori pensatori liberali del XX secolo, cittadino onorario di Santa Margherita perché aveva casa a Paraggi, dove trascorreva sempre le vacanze estive), sodalizio che gestisce la scuola per stranieri che le tre ragazze della Crimea stanno frequentando. Il prof. Baldini ha ripercorso la tragedia vissuta dagli italiani di Crimea - e dei soldati dell’Armir - deportati a Karaganda, sottolineato quanto sia importante conservare memoria storica di quegli eventi e quanto sia meritoria l’azione portata avanti da Cerkio e da Giulia Giacchetti Boico. «Le minoranze straniere vivono - ha affermato il docente - solo se sopravvive la lingua, strumento indispensabile a rimettere insieme quello che la violenza ha distrutto. Chi pensa e scrive che l’affermarsi di una politica identitaria sia una minaccia per la democrazia, non conosce il caso Crimea».
Il presidente del Comitato esecutivo della Banca Corrado Sforza Fogliani, nel ringraziare Stefano Mensurati («vera anima della rivalutazione della presenza italiana in Crimea»), il prof. Baldini e le giovani ospiti, ha ricordato come la ricerca nei riaperti archivi del gulag di Karaganda finanziata da Assopopolari, abbia fatto riemergere le storie di tanti deportati italiani, tra le quali quella del piacentino Pietro Amani, soldato dell’Armir sopravvissuto alla prigionia, oggi novantasettenne e già invitato dalla Banca a raccontare la sua esperienza, che nessuno conosceva. «Bene fanno le scuole - ha concluso il presidente Sforza - a portare gli studenti in visita ai lager nazionalsocialisti, ma appiattendosi sul nazismo si racconta solo una mezza verità. Bisogna far conoscere anche l’altra parte di verità, cioè quello che succedeva nei campi di prigionia comunisti».

Pubblicato il 25 settembre 2019

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Si chiude il tour manzoniano a Palazzi Galli

Manni Ossoli

Si è conclusa, con rinnovato successo, nel Salone dei depositanti di Palazzo Galli, la rassegna teatrale dedicata al “Liberismo economico nei Promessi Sposi” organizzata dalla Banca di Piacenza (i precedenti appuntamenti si erano tenuti nel corso dell’estate ad Agazzano, Castelnuovo Fogliani, Lodi e Caminata). Il reading, con protagonisti gli attori Mino Manni e Marta Ossoli, aveva questa volta come tema “La descrizione manzoniana della società secentesca e l’Addio ai monti” e si è svolto in occasione del 29° convegno del Coordinamento legali di Confedilizia.
Con la consueta abilità Manni e Ossoli - accompagnati da Silvia Mangiarotti al violino e da Elena Castagnola al violoncello - hanno condotto il numeroso pubblico intervenuto (presenti i vertici nazionali e locali di Confedilizia) in un viaggio nella società del ‘600 descritta dai Promessi Sposi, puntando l’attenzione sulle nozioni di economia politica (Luigi Einaudi lo riteneva uno dei migliori trattati in argomento che fossero mai stati scritti) che si apprendono leggendo il romanzo per il quale Manzoni trasse ispirazione dal Trattato sui grani del nostro Melchiorre Gioia.
Ai presenti è stato distribuito un significativo passo del romanzo nel quale, parlando di don Abbondio che “non era nato con un cuor di leone”, Manzoni efficacemente descrive l’organizzazione sociale dell’epoca, dove regnava una “impunità organizzata” e dove le grida erano inefficaci perché chi doveva farle osservare era connivente con i potenti. Con il risultato che ad essere vessati erano gli uomini pacifici e senza difesa. “L’uomo che vuole offendere - scrive Manzoni - o che teme, ogni momento, d’essere offeso, cerca naturalmente alleati e compagni. Quindi era, in que’ tempi, portata al massimo punto la tendenza degl’individui a tenersi collegati in classi, a formarne di nuove, e a procurare ognuno la maggior potenza di quella a cui apparteneva...”.

Pubblicato il 25 settembre 2019

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Visita tecnica internazionale alla diga del Molato

molato

Sono stati un’ottantina gli ingegneri provenienti da tutto il mondo in visita alla diga del Molato a Nibbiano di Alta Val Tidone. L’occasione è stata il quindicesimo workshop sull’analisi numerica delle dighe, seminario tecnico organizzato da ICOLD (International Commission on Large Dams), l’associazione internazionale che rappresenta i comitati nazionali per le grandi dighe tra cui quella italiana, ITCOLD.
Ad aprire i lavori, parlando dell’importante operato di ITCOLD, il Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza, Fausto Zermani: “Per il nostro Paese, è un valore avere un’associazione come ITCOLD, capace di confrontarsi e aggiornarsi sullo studio e sulla valutazione delle strutture delle dighe; queste opere, a disposizione delle amministrazioni, sono un patrimonio. Forte è la necessità che i nostri territori hanno di aumentare i volumi di acqua invasata a beneficio delle comunità e in contrapposizione ai cambiamenti climatici”.
A proseguire parlando della partecipazione all’evento è stato l’Ingegner Guido Mazzà, Vicepresidente di ITCOLD e membro della Commissione Internazionale di ICOLD: “la Commissione Internazionale grandi dighe raccoglie l’adesione di 101 Paesi nel Mondo. Presenti oggi sono ingegneri provenienti dalla Cina, dall’Iran, dalla Turchia, dall’America ecc. Si tratta di professionisti che operano nel settore e per loro è di grande interesse confrontarsi sui temi legati a questo tipo di infrastrutture”.
A chiudere i lavori l’Ingegner Giovanni Ruggeri, Presidente dell’associazione: “Essere venuti in visita alla diga del Molato ci ha permesso di vedere un’opera straordinaria, costruita nei primi anni 20 e manutenuta perfettamente. Quest’opera, in 90 anni di esercizio, oltre a mantenere le sue funzioni originarie, si è dimostrata resiliente sia dal punto di vista dell’impatto dovuto agli eventi atmosferici sia verso i cambiamenti socio economici avvenuti nel Paese”.
Durante la visita guidata, sono state illustrate dai tecnici del Consorzio le funzioni della diga, la tipologia costruttiva e le due vasche in fase di realizzo, una di impatto getti e una di dissipazione. Queste ultime sono attualmente in costruzione ai piedi della diga ed avranno lo scopo di contenere l’impetuosità dell’acqua che, una volta raggiunta la massima capacità dell’invaso, dovrà essere fatta defluire, per motivi di sicurezza, attraverso gli scarichi di superficie posizionati nella parte più alta del corpo diga.
Ad essere visionata è stata anche la centralina di Enel Green Power grazie alla quale ogni anno si producono fino a 5 milioni di kWh immessi nella rete di distruzione di energia elettrica.

Pubblicato il 25 settembre 2019

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