Matteo Corradini: «il Mediterraneo vive in ciascuno di noi»
Nella cornice del castello di Calendasco è stato messo in scena uno spettacolo dedicato al nostro mare, il Mediterraneo. Nell’ambito di un ciclo di serate volte a valorizzare il patrimonio del castello e a farlo conoscere al pubblico, si inserisce questa “riflessione sull’identità che unisce la storia antica, recente e il futuro”, ha affermato il sindaco di Calendasco, Filippo Zangrandi. Questo evento quindi, è stato un assaggio di ciò che il castello diventerà e delle opportunità che potrà offrire.
È inoltre intervenuto Daniele Righi, portavoce dell’associazione Abracadabra di San Nicolò, che ha ringraziato l’associazione “Vitamina L”, l’AVIS, la Croce Rossa, “La ricerca” ONLUS e lo Svep. Da loro è composto infatti il nucleo iniziale che ha dato vita al progetto ConNETtiamoci, una rete di associazioni territoriali che si prefigge l’obiettivo di sostenere e supportare, grazie all’aiuto di volontari, le famiglie con minori che si trovino in difficoltà.
Proprio per “ConNETtiamoci” è stato creato lo spettacolo “La notte mi chiede chi sono – Voci e suoni dal Mediterraneo”, curato e diretto da Matteo Corradini. Dopo i ringraziamenti e i saluti, agli occhi del pubblico si sono mostrate storie diverse, intrecci e incontri, tutti con un comune denominatore: il Mediterraneo. Un mare che ci definisce e che, secondo Corradini, “vive in ciascuno di noi”.
Tre voci, tre ragazze: Nohaila El Aydani, Alaa Abø Tabikh e Naomi Akegnan hanno letto brani di prosa e poesia estremamente personali e sentiti che evocavano profumi, sapori e mondi lontani, che ancora vivono dentro di loro. Ancor più che descrivere il Mediterraneo e la loro esperienza di migranti, sono riuscite a evocare sensazioni, a far sentire ciò di cui parlavano, sulla pelle del pubblico. I loro brani sono stati intervallati e uniti da un racconto, letto da Corradini, che ha fatto da guida e collante per tutti gli interventi. La lettura è stata accompagnata dalle musiche a cura dei Fandujo: i loro brani mediterranei popolari, con sonorità che ricordavano il sole, la sabbia e la terra, sono stati un commento perfetto alle storie delle ragazze. Uno spettacolo, questo, che ha affrontato un tema profondamente attuale, nella maniera più originale e meno scontata: ovvero vedendo nel mare che ci circonda un “testimone di incontri” prima di tutto, e ricordando che “la terra è la stessa dappertutto”. Corradini ha infine concluso la serata riprendendo questo tema e sottolineando come “Ovunque siamo, noi siamo qualcosa di importante".
Paolo Prazzoli
Pubblicato il 25 settembre 2019
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