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Notizie Varie

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Si concludono le celebrazioni del centenario della Carlo Ponzini Arredamenti

Ponzini Carlo arch ok

A conclusione delle celebrazioni dedicate al centenario della Carlo Ponzini Arredamenti, in linea con la rassegna “10x10=100” del maggio scorso, l’associazione culturale Home Gallery propone la “ 3x3 - 3 Domeniche x 3 Eventi di cultura e design”: la storica azienda piacentina, per condividere ancora una volta con tutta la città l’importante traguardo dei primi cento anni di vita, presenta un tris di momenti culturali e appuntamenti di qualità:
Domenica 17 Novembre, ore  18  “ECOBONUS come ristrutturare o arredare la casa spendendo 100 e pagando 35, grazie alla legge di “Bilancio 2020”. 
Relatori : Giorgio Visconti, dottore commercialista, Nicola Mangiavacca titolare agenzia 1 Banca di Piacenza e Carlo Ponzini architetto.
Domenica 1 Dicembre, ore 18  “Come arredare con il verde la tua casa o il tuo spazio di lavoro”. Relatori: Enrico Bertonazzi, architetto, e Mauro Cattadori, paesaggista. 
Evento collaterale “Le tavole di Natale” allestite da Angiola Riccò e Elena Prati.
Domenica 15 Dicembre, ore 18,00 Cooking show a cura di Luciana Dedè, chef specializzata in cucina a Km0, e Stefano Rabaiotti, imprenditore specializzato in tecnologie applicate agli elettrodomestici.
Tutti gli incontri sono a ingresso libero e si terranno presso lo showroom Carlo Ponzini Arredamenti, in Via Genova 25,che ospiterà per tutta la durata della rassegna anche un’esposizione permanente: una mostra, dedicata ai cento anni dell’azienda in rapporto al design di questo secolo, con percorsi suggestivi in tre tipologie di casa, “Minimalista”, “Milanese ( contemporanea)” e “Classica”.
L’ambiente espositivo sarà inoltre arricchito da alcuni pezzi storici di Poltrona Frau, prestigioso marchio che collabora da sempre con la famiglia Ponzini.
A ricordo della giornata, in omaggio ai partecipanti, una pubblicazione relativa alle opere realizzate negli ultimi 10 anni dalla ditta Carlo Ponzini.
L'evento è organizzato dall'associazione culturale: Home Gallery e dall'associazione di giovani architetti : Nuova Generazione.

Pubblicato il 13 novembre 2019




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Career Day, grande coinvolgimento dei giovani all’Università Cattolica

cattolica

L’Università Cattolica di Piacenza è stata protagonista tra i propri studenti con il Career Day. Più di 100 recruiters, in rappresentanza di altrettante aziende, cooperative o associazioni, sono intervenuti alla ricerca di giovani promettenti accademici da inserire nel mondo del lavoro. E non sono aziende di poco conto. Dalla A di Alleanza Assicurazioni fino a Z di Zucchetti, le opportunità non mancano, così come le attività collaterali, i seminari e gli incontri come quelli dedicati al caso “Fidenza Village” o a “Un lavoro dopo la laurea: dove e come”, organizzato col contributo di ex studenti di Scienze e tecnologie alimentari, che hanno portato le proprie storie di successo perché siano di aiuto ai giovani laureandi della Cattolica. Senza contare i tanti “corners” dove era possibile avere consigli (rigorosamente in lingua inglese) su come compilare al meglio il proprio curriculum.
Marco Almangano, laureato in Cattolica lo scorso anno, racconta come dalla sua azienda agricola di famiglia sia partito in giro per il mondo a formarsi grazie a Sipcam Oxon, gruppo in provincia di Lodi tra i primi 20 nel comparto mondiale dell’agrofarmaco e unico italiano. “Mi sono affacciato al mondo alimentare grazie alla curiosità di capire cosa succedesse al cibo una volta lasciato il mio campo – dice Almangano -, mi sono accorto come servisse sempre di più affiancare alle nozioni alimentari anche una parte più economica, per questo mi sono iscritto alla SMEA (Alta scuola di management ed economia agroalimentare) per coprire le mie mancanze. Al secondo anno ho partecipato ad un Erasmus a Melbourne negli uffici di Sipcam Pacific, un’esperienza che non dimenticherò, perché mi ha messo davanti al rapporto coi venditori e a tutta la filiera”.
La lingua inglese è considerata imprescindibile ormai per chi vuole fare davvero carriera. Lo sottolineano anche Francesca Carbognani e Federico Montali, HR Department di Value Retail Fidenza Village. “è la lingua più usata, grazie a quella potete andare dove volete. Non smettete mai di apprenderla – esorta Francesca alla platea –, vi darà grandi soddisfazioni, con possibilità di avanzamento di carriera”.
Fidenza Village è una realtà, di per sé piccola, se paragonata ad aziende che contano oltre mille dipendenti nello stesso stabilimento. In questo caso, 1200 sono i dipendenti complessivi di Bicester Village Shopping Collection, gruppo di cui Fidenza Village è parte. Nella sede di Fidenza i dipendenti sono invece 80.
“Collaboriamo - spiegano – coi nostri brand che decidono di aprire una boutique nei nostri villaggi, ma siamo anche professionisti del turismo, attivamente partecipi alle strategie mondiali, attraverso dei piani di comunicazione specifici per attirare visitatori e per offrire loro un’esperienza che vada oltre a quella del negozio. Siamo competitivi perché offriamo la qualità della collezione presente nelle boutique, a un prezzo inferiore, diverso dal full price che si può trovare nelle vie dell’alta moda”.
Oltre alla scelta strategica di porre Fidenza Village accanto alla A1, la strada più battuta d’Italia, c’è l’idea di promuovere un vero e proprio lifestyle, “approfittando” della vicinanza del villaggio con un’enogastronomia rinomata in tutto il mondo. “Il nostro gruppo ha visto in prospettiva, questa è una terra di cultura e di talento, siamo tra i soci di Parma 2020, e vogliamo che sempre più ragazzi possano vedere nel nostro gruppo come un’opportunità di lavoro. Vediamo infatti che ragazzi con un lavoro part time o incentrato nel weekend riescano ad appassionarsi e fare carriera, spostandosi poi dentro al gruppo ricoprendo varie mansioni”.

                                                                                                                     Emanuele Maffi

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Gragnano rievoca con i suoi studenti la Caduta del Muro

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Si è concluso sulle note dell’“Inno alla Gioia” di Ludwig van Beethoven, accompagnate dall’applauso dei ragazzi, la rievocazione del crollo del Muro di Berlino, proposta, nei giorni scorsi, presso la sala consigliare del Municipio di Gragnano. Nel trentennale del memorabile evento della storia del Novecento, l’Amministrazione Comunale ha infatti proposto la visione di due documentari che, attraverso le immagini ufficiali dei telegiornali dell’epoca e anche di altre tratte da filmati amatoriali, hanno ricostruito la storia del muro, simbolo della Guerra Fredda, dalla sua realizzazione al suo abbattimento con tutta il suo bagaglio di dolore e di sofferenza. I ragazzi delle classi terze della locale scuola media, accompagnati dai loro insegnanti, hanno così assistito alla rievocazione degli eventi storici più significativi , a partire dalla fine della seconda Guerra Mondiale, passando attraverso gli accordi di Yalta, la crisi del ‘53, la visita di Kennedy ai berlinesi e così via fino alla Perestroika di Gorbaciov, alle indimenticabili immagini dell’assalto pacifico al Muro e al concerto tenuto dal maestro Leonard Bernstein a Berlino nel natale 1989.
“Stiamo crescendo dei giovani cittadini europei - commenta il sindaco Patrizia Calza -. È necessario che la scuola, le istituzioni e, in generale, gli adulti li aiutino a crescere più consapevoli e preparati anche scoprendo gli eventi più significativi della storia europea del Novecento, ripercorrendo così il lungo e difficile percorso verso la libertà e la democrazia di tanti popoli. Valori che sappiamo sono da considerare come mai definitivamente conquistati e pertanto bisognosi di essere attentamente tutelati. La partecipazione dei ragazzi e l’applauso che ha accompagnato le immagini dei tedeschi festanti in quel ormai lontano novembre 1989 suonano come messaggio di speranza: che i nostri giovani si impegnino per il superamento di tutti i muri e siano veri costruttori di pace”.

Pubblicato il 12 novembre 2019

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I 100 anni di Confagricoltura. Il presidente Gasparini «La nostra una storia che non può finire»

confagricoltura

“Sono convinta che questo sia il tempo in cui bisogna occuparsi delle persone. Non vogliamo che la parola sostenibilità sia qualcosa che sottometta l’uomo, al contempo non possiamo dimenticarci che noi qualche “scippo” a questo pianeta l’abbiamo fatto: se saremo in grado di guardare un po’ più in là, superando posizioni estremistiche, con la tecnologia e l’innovazione possiamo far convivere queste due necessità”. Sono le parole del ministro dei Trasporti, la piacentina Paola De Micheli, intervenuto nel pomeriggio dell’11 novembre a Palazzo Galli della Banca di Piacenza in occasione del convegno per celebrare i cent’anni di Confagricoltura Piacenza, di cui è anche socia. “Un’associazione che voglio ringraziare sul piano personale, prima ancora che istituzionale e politico - ha detto ancora De Micheli - perché ha consentito agli agricoltori come me di crescere e migliorare nel proprio lavoro. Spero che tra cent’anni i miei nipoti possano assistere al festeggiamento del duecentesimo anniversario di questa realtà. L’agricoltura - ha evidenziato - è un lavoro che implica impegno quotidiano, a volte anche un po’ noioso, meravigliosamente noioso, ma che è ancora, e mi auguro sarà, fondamentale per questo Paese”.
L’intervento del ministro è stato preceduto dalla relazione del presidente di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini, simbolicamente intitolata “Da cent’anni e tra cent’anni”. Con uno sguardo aperto al futuro, Gasparini ha ripercorso prima la storia dell’associazione, mettendo poi in rilievo le principali sfide che gli agricoltori sono costretti ad affrontare ai giorni nostri. “La nostra storia la divido in due parti - ha spiegato -: fino agli anni ‘70 è stata segnata da un conflitto tra capitale e lavoro, dove è uscito premiato quest'ultimo e in cui l’innovazione tecnologica è stata sempre al servizio dell’emancipazione umana. Oggi le cose sono diverse - ha rilevato -, mi pare che la tecnologia abbia il solo scopo di dimostrare che non si inquina; in relazione anche ai rapporti con le istituzioni europee, la sensazione è che non comandiamo più: sentiamo attaccato il pluralismo e il solidarismo delle nostre aziende virtuose. Gran parte delle normative mi sembrano atte a sovvertire i nostri valori - ha voluto sottolineare -, tutto ciò non è compatibile con il nostro passato. Non mi vergogno ad essere chiamato conservatore - ha continuato Gasparini -, perché questo significa custodire modelli futuribili, che rivendico siano portati avanti secondo le nostre chiavi di lettura: proprietà privata, profitto, produttività, controllo dei costi devono essere il nostro pensiero fisso, da cui si può arrivare, in un secondo momento, alla condivisione di beni e di ricchezza. L’augurio che mi faccio è continuare nella nostra storia - ha concluso -, una storia che non può finire. L’uomo infatti ha cominciato a fare l’agricoltore quando ha conosciuto Dio: è Dio che ci ha mostrato che siamo eterni, l’attività più eterna - e quindi per definizione vicina a Dio - è l’agricoltura”.
Il convegno, in cui hanno preso parola anche diverse autorità del territorio (e non solo) - tra cui il Prefetto Maurizio Falco, il sindaco Patrizia Barbieri, il presidente della Camera di Commercio Alfredo Parietti, l’avv. Corrado Sforza Fogliani, presidente del comitato esecutivo della Banca di Piacenza, e il senatore Gianpaolo Vallardi - è stato preceduto in mattinata dalla presentazione del libro che porta lo stesso nome della giornata celebrativa: “Confagricoltura Piacenza: da cent’anni e tra cent’anni”, frutto della collaborazione tra Daniela Morsia, studiosa ed esperta conoscitrice della storia dell’agricoltura ed Elena Gherardi, giornalista e responsabile della comunicazione di Confagricoltura Piacenza. Si è poi proseguiti con la lectio magistralis del professor Renato Cristin, filosofo e docente dell’Università di Trieste, dal tema “Terra, radicamento e identità”; seguita dalla tavola rotonda in cui alcuni ex presidenti dell’associazione hanno dialogato sulla storia e le prospettive dell’agricoltura incalzati dalle domande di Paola Romanini, vicecaporedattore di Libertà. Le conclusioni sono state affidate al presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.

Pubblicato il 13 novembre 2019

Federico Tanzi

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Solidarietà, cultura e buon vino; il Picchio Rosso di Cantina Valtidone è un successo

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L’appuntamento 2019 con la Festa del Picchio Rosso va in archivio dopo aver fatto registrare un fine settimana da tutto esaurito alla Cantina Valtidone di Borgonovo, che come ogni anno ha celebrato il vino novello, il primo vino della vendemmia appena conclusa. Due giorni, come al solito, dedicati a tutta la famiglia, tra giochi, intrattenimento e cultura, conditi dai prodotti tipici della cucina piacentina – dai tortelli con la coda alla trippa – e bagnati dai vini della cooperativa borgonovese.
“La Festa del Picchio Rosso – commenta soddisfatto il Presidente Gianpaolo Fornasari – è una tradizione importante per la nostra cantina perché celebra il termine della vendemmia e il grande lavoro nei campi dei nostri soci. Allo stesso tempo, con il déblocage del vino novello, si apre simbolicamente la stagione del nuovo vino. Abbiamo voluto dedicare questo evento a tutta la famiglia, con eventi e intrattenimento, alla solidarietà, con il sostegno all’Associazione Malato Oncologico di Piacenza del Prof. Luigi Cavanna e alla cultura, con il concorso rivolto alla scuole piacentine e ne scaturisce un fine settimana davvero straordinario con tantissimi clienti, ospiti e visitatori che ci raggiungono da ben oltre i confini provinciali”.                                                                                                        
Proprio la premiazione del concorso rivolto alla scuole piacentine ha aperto la due giorni di festa. Di fronte a una platea di autorità e amministratori, le 11 classi finaliste della quarta edizione, dedicata quest’anno al mondo bio e alla preparazione di un ricettario, sono state premiate dividendosi un montepremi complessivo di 11mila euro messo in palio come sostegno all’attività didattica. “Abbiamo voluto aprire una significativa finestra sul mondo biologico – commenta Daniela Pilla in rappresentanza della giuria composta anche da Valter Adami, Marco Civardi, Franco Corradini e dagli chef piacentini Danila Ratti, Ettore Ferri e Sabrina Piazza – e tra i tantissimi partecipanti abbiamo davvero apprezzato il grande impegno degli studenti e dei loro insegnanti per approfondire il tema e anche la presentazione grafica degli elaborati. A tutti i partecipanti va il ringraziamento della Cantina che sta pensando alla prossima edizione”. Come detto tantissimi i visitatori della due giorni, che hanno potuto visitare gli stabilimenti e apprezzare i vini della Cantina, oltre ai cibi e allo street food piacentino, divertirsi con tombolate e giochi per bambini, l’immancabile torta Picchio Rosso e il divertentissimo spettacolo di cabaret del Comic Club.

Pubblicato il 12 novembre 2019

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