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Notizie Varie

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A Ottone anche una panchina rossa per dire “basta” alla violenza contro le donne

panchina rossa

Nonostante la neve avesse imbiancato il paese, a Ottone, nella sala del Consiglio Comunale, insieme a Claudia Gnocchi, Responsabile Coordinamento Donne Parma e Piacenza, il vicesindaco Maria Lucia Girometta ha inaugurato una mostra fotografica dell’artista Dario Fava, per celebrare la giornata contro la violenza sulle donne. Il vicesindaco ha sottolineato che il Comune di Ottone, sempre sensibile alla problematica, si è fatto promotore dell’evento per ribadire l'importanza civile e politica di questa ricorrenza, per dire “basta”, per dimostrare il dissenso “contro ogni forma di abuso e sopraffazione” e per sostenere azioni a sostegno della libertà di azione, di pensiero e di genere. E ancora che “Solo la comunione di intenti e la sinergia fra tutte le forze politiche, civili e sociali può combattere questo fenomeno e vedere finalmente le donne libere e padrone di se stesse”.
Gnocchi ha ricordato che questa giornata fu istituita per la prima volta il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea generale degli Stati Uniti e che in seguito fu scelta la data del 25 novembre perché nel 1960 in quel giorno furono uccise nella Repubblica Domenicana le tre sorelle Mirabal, attiviste politiche. Ha poi ribadito che la violenza può essere fisica, sessuale e psicologica e può accadere ovunque, dentro le mura domestiche, sul lavoro e ovunque. Ha anche comunicato l’esistenza di un bando per la presentazione di progetti rivolti al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere. Erano presenti uomini e donne del territorio, che hanno apprezzato non solo l’iniziativa ma quanto esternato da Girometta e Gnocchi ma soprattutto le foto dell’artista fotografo. In esse si colgono espressioni e sentimenti legati a forme di violenza, soprattutto psicologica, ma anche una rinascita interiore. E’ stata anche inaugurata “la panchina rossa” che, passata la nevicata, verrà posizionata nei giardini “Caproni” del paese.

Pubblicato il 21 novembre 2019

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In un “quaderno” della Scuola Primaria di Ferriere aspetti anche inediti della storia e del paesaggio locale


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Avvicinare gli alunni alle loro radici, alle loro origini condividendo le conoscenze sul passato con altri alunni dell’Unione Europea in un momento storico in cui i ragazzi sembrano poco legati alla realtà. Questo l’obiettivo del progetto Erasmus per il biennio 2018/2020 cui ha aderito anche l’Istituto Comprensivo Valnure.
Alla scuola di Ferriere, lo scorso anno, si sono chiesti come riuscire a migliorare le conoscenze degli scolari sul passato del territorio e sul patrimonio paesaggistico culturale locale coinvolgendoli in attività che fossero significative. Le insegnanti dopo aver approfondito i peculiari aspetti della storia e delle tradizioni di Ferriere, acquisita la collaborazione di persone appassionate di questi argomenti, hanno proposto un progetto prontamente accolto dalla referente di sede Monica Benzi
Si sono così susseguiti incontri in classe e uscite didattiche che si sono rivelate talmente interessanti e ricche di contenuti inediti da far sorgere l’idea di raccogliere i singoli contributi in un “Quaderno” a stampa dal titolo “Luoghi noti e meno noti di Ferriere” la cui disponibilità è prevista entro l’anno.
Protagonisti delle previste 136 pagine sono gli scolari della pluriclasse della scuola elementare con le insegnanti Elena Fogliazza (responsabile del Progetto), Silvana Labati, Monica Demaldè, Chiara Carbone ed Erika Cavaciuti, i “ferrieresi doc” Antonio Farinotti, Fosca Lavezzi, Dina Bergamini, Clara Mezzadri, Lorenzo Bocciarelli, Mario Opizzi, Giorgio Cavanna, Sergio Ravoni, “di affezione”: Renato Passerini, Sergio Bersani e, “arruolati per l’occasione”: Paolo Roberto Federici, Stefania Albertazzi e Luigi Ziotti. Con loro i fotografi Alessandro e Michele Daturi, Gabriele Labati, Oreste Grana, Sergio Efosi, il vignettista Renato Vermi e gli autori dei singoli contributi. Elena Barbieri ha curato il progetto grafico. Con il nuovo anno scolastico è sorto il problema della “continuità didattica” dovute al cambio di insegnanti, ma la strada è tornata di nuovo piana perché le nuove colleghe Chiara Carbone e Erika Cavaciuti , presa visione del lavoro in itinere, lo hanno prontamente condiviso.
Tra gli argomenti approfonditi le risorse idriche del territorio, i mulini dei Cerri e di Pertuso, la genesi dei laghi Moo, Nero e del semisconosciuto Sfondrò, il vallo di Colla, il presunto megalito di Cassimorenga, l’epopea delle miniere e alcune altre delle eccellenze urbanistiche e paesaggistiche del territorio.
Un saggio scientifico scritto con linguaggio divulgativo spiega le ere della glaciazione in alta val Nure; due racconti di dinastie ferrieresi raccontano originali e inediti episodi della storia del capoluogo. Il formato album di cm 31 x 22 e l’elegante veste grafica, valorizzano al meglio il ricco apparato fotografico composto di immagini d’epoca e fotografie scattate per l’occasione.

 Pubblicato il 21 novembre 2019

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Lella Costa a Roveleto: L'utopia è femmina

lellacosta ciullo

"Milioni di follower in Rete valgono più di noi qui riuniti stasera? Non ci credo. L'empatia e l'ascolto si possono sperimentare solo se ci si tocca". È Lella Costa che parla con quell'energia contagiosa che sprigiona dosando alla perfezione ironia e profondità, che sa raggiungere diretta il cuore delle donne e interroga quegli degli uomini, senza farli sentire con le spalle al muro. Lella Costa è stata ospite a Roveleto del percorso culturale "Utopia" dialogando con don Umberto Ciullo e il numeroso pubblico della figura di Edith Stein, protagonista della sua ultima pubblicazione "Ciò che possiamo fare".

Santità questione (anche) di responsabilità "Edith la considero una straordinaria Santa laica. Santità che ritrovo nella sua capacità di prendersi delle responsabilità: in fondo le persone le si giudica per quello che fanno - spiega l'attrice -. "Ciò che possiamo fare è sempre troppo poco, in paragone a quanto ci viene dato, è sempre poco" questa è una frase di Edith che detta oggi è in controtendenza".

Il tempo delle donne. "Edith incarna per eccellenza un tratto distintivo della femminilità odierna: la contraddizione.  La contraddizione tra ciò che pensi sia giusto fare e quello che effettivamente sei. Edith ha difeso la realizzazione delle donne nell'essere mogli e madri ma poi lei ha fatto tutt'altro"."Finché non prendiamo in mano noi le cose il mondo andrà sempre peggio. Purtroppo esiste da qualche parte una misoginia latente, ma solo il riconoscimento del femminile può migliorare il mondo. Non riconoscere le donne è miopia. È privare l'umanità di un sapere".

L'ironia. "È una dichiarazione di dignità È l'affermazione della superiorità dell'essere umano su quello che gli capita", come scriveva Romain Gary. Far piangere e fare ridere è un po' una vocazione. Una vocazione a non limitarsi a comunicare verbalmente. Pensate alla meraviglia di ridere insieme: ridere è libertà, perché la risata non ha padroni". 

L'ITALIA. "In questo Paese abbiamo bisogno di utopia che non può essere il reddito di cittadinanza . Credo che oggi gridiamo di meno. Il male è facile non comporta fatica, invece noi dobbiamo faticare!".

Pubblicato il 14 novembre 2019

Erika Negroni

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Sulle orme di Giuseppe Verdi: gita a S. Agata e a Soarza con il Fai

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A cura del Gruppo FAI di Monticelli d’Ongina e della Delegazione FAI di Piacenza  sabato 23 novembre  è in programma una gita dedicata alla scoperta di luoghi straordinari a due passi da casa, una mattinata per  scoprire i segni del maestro nel territorio piacentino: visita a Villa Verdi (Sant’Agata di Villanova) e alla cascina Pizzavacca (Soarza di Villanova).
Prima tappa a Villa Verdi per visitare gli ambienti in cui ha vissuto e lavorato per diversi decenni il maestro di Busseto, piacentino d'adozione. La visita guidata comprende gli ambienti e le stanze private del Maestro, la chiesetta annessa alla Villa e il grande parco.
A conclusione della visita, trasferimento (in autonomia) alla vicina Cascina Pizzavacca dove  saremo accompagnati nella visita alla cascina, sede dell'azienda agricola della famiglia Pisaroni, che da più di 30 anni coltiva e lavora frutta e verdura che sono alla base di ricette semplici e genuine di prodotti della tradizione contadina (conserve, giardiniere, marmellate) esportati in tutto il mondo. Alla fine del tour, un momento conviviale di degustazione dei prodotti della Cascina Pizzavacca.
Ritrovo alle ore 9.15 a Villa Verdi a Sant'Agata di Villanova.
Iniziativa aperta a tutti a contributo minimo di 10 € per gli iscritti FAI e 12 € per i non iscritti FAI (comprensivo della visita guidata a Villa Verdi, alla Cascina Pizzavacca e della degustazione). Possibilità di iscriversi al FAI in loco.
 Posti limitati, prenotazione obbligatoria entro il 18 novembre scrivendo a o lasciando il proprio nominativo presso i punti FAI di Piacenza.

Pubblicato il 14 novembre 2019

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Il sindaco di Bedonia ai giovani: “Acquistate dai nostri commercianti”

bedonia

“Cari bambini, cari ragazzi, come sicuramente sapete, vivere a Bedonia è un privilegio. Siamo sicuramente più fortunati e protetti dalla nostra stupenda vallata rispetto a tantissimi altri luoghi. Cosa sarebbe però Bedonia senza il suo centro storico vivo con i suoi negozi e le sue attività?”. Parte da qui la riflessione che il sindaco di Bedonia, Gianpaolo Serpagli, ha voluto inviare ai suoi giovanissimi concittadini delle scuole del paese. Tutto questo per lanciare un messaggio a favore dei commercianti e contro la grande distribuzione. Aiutare il commercio locale significa far vivere Bedonia e la vallata. “Viviamo un’epoca particolare. Siamo in un passaggio storico: dall’analogico al digitale. Siamo attratti, attraverso i social e i nuovi media, dalle sentinelle degli acquisti on line. Dietro a queste sirene ci sono studi importanti, dispendiose campagne pubblicitarie che ci fanno vedere un mondo fatato. «Tutto a portata di clic». «In poche ore a casa tua verrà consegnata qualsiasi cosa»”. “La realtà è molto diversa” - si legge nella lettera.
“Tutto questo per dirvi che la nostra comunità resta viva se tutti noi continuiamo a volerla viva. Fare la scelta di acquistare a Bedonia vuole dire privilegiare la vita della nostra comunità. Vuole dire mantenere quel tessuto artigianale e commerciale che rende viva la nostra comunità. Se il paese è vivo vive anche la scuola. Ho scelto quindi di rivolgermi a voi, piccoli concittadini, perché siete la forza del nostro paese, siete la speranza che mi fa ancora dire che vale la pena amministrare la nostra piccola comunità, più semplicemente siete il futuro”. Il sindaco invita i giovanissimi a riflettere. “Credo che la vostra generazione – conclude il primo cittadino - può ancora cambiare le cose. Cercare di farvi capire che la sagacia delle persone sta nel guardare non all’apparenza, ma dare un’occhiata anche a ciò che sta dietro, alle seconde file. Mi sono quindi sentito di rivolgervi a voi, piccoli bedoniesi, per non farvi trascurare i nostri negozi di vicinato, forza vitale della nostra comunità”.

Pubblicato il 14 novembre 2019

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