Cinque cubi, sovrapposti l’uno sull’altro, che rappresentano cinque decadi di attività con incisi i nomi dei donatori storici, fra i quali spicca Monsignor Luigi Ferrari, ex parroco del paese e cofondatore della Sezione Avis locale. Sui lati, le targhe e i simboli dell’Associazione: “Avis 1970-2020”. A San Giorgio Piacentino l’anno si chiude con una celebrazione importante. L’Avis locale compie infatti 50 anni e per l’occasione inaugura una scultura in onore di tutti i volontari che hanno contribuito alla nascita e alla crescita dell’Associazione. L’opera è stata ideata dall’imprenditore e artista locale Alessandro Masera e consegnata alla Sezione dell’Avis Comunale. L’appuntamento è per mercoledì 30 dicembre alle ore 15 davanti alla Sede Avis locale, in via Campo Sportivo 6, dove è stata posta la scultura. Una cerimonia in forma ridotta e in osservanza delle misure di distanziamento fortemente voluta dal presidente di Sezione Leonardo Civardi e dai 130 iscritti di Avis San Giorgio.
Nelle foto, in alto, il Consiglio direttivo della sezione Avis di San Giorgio Piacentino; sopra, il monumento davanti alla sede sangiorgina realizzato per i 50 anni di fondazione.
L’iniziativa si arricchisce di significato poiché, appena tre mesi fa, l’Avis è stata gratificata con il tradizionale premio “al Turass”, simbolo del paese, che il Comune attribuisce ogni anno a persone o associazioni che si sono distinte per il bene della comunità. Quest’anno, oltre al personale sanitario, sono state premiate tutte le organizzazioni che si sono mobilitate durante il periodo della pandemia, Avis inclusa. All’evento sono attesi i rappresentanti delle autorità cittadine e ecclesiastiche, fra i quali il sindaco Donatella Alberoni, il parroco don Claudio Carbeni e il Consigliere Regionale Giancarlo Tagliaferri. Non mancheranno anche esponenti della Società Civile: Auser, Anpi, Protezione Civile, Caritas e Pubblica Assistenza sono stati invitati.
Si è aperto con un evento di anteprima lunedì 28 dicembre, con ospite l’oncologo Luigi Cavanna, la rassegna culturale Il Contagio delle idee. Incontri on line per far circolare la cultura e difenderci dall’isolamento: cinque appuntamenti che da dicembre a marzo saranno trasmessi in diretta streaming sulla pagina facebook del Comune di Gossolengo. «L’obiettivo di questa iniziativa - spiega il sindaco Andrea Balestrieri - è di offrire ai cittadini di Gossolengo, ma anche a tutte le persone interessate, occasioni di approfondimento e confronto con scrittori, pedagogisti, medici, psicologi, su varie tematiche legate alla pandemia, che sta avendo tante ripercussioni sulla vita di ciascuno di noi, a cominciare dall’isolamento che penalizza le relazioni, lo scambio di idee, la cultura». La rassegna di incontri rientra in un progetto che l’Amministrazione comunale di Gossolengo, in collaborazione con la cooperativa Educarte, ha messo in campo per rispondere al bisogno di cultura che l’emergenza sanitaria, come tutte le crisi, ha fatto crescere nelle persone e nelle comunità. «La cultura è un legame che unisce e può fornire conforto, ispirazione e, perché no, sollievo e speranza in un tempo caratterizzato da ansie e incertezze - è la riflessione dell’assessora alla Cultura Sabrina Inzani -; le conseguenze tragiche della pandemia non sono solo di carattere economico ma riguardano anche gli aspetti sociali e psicologici delle nostre esistenze e si faranno sentire per molto tempo anche quando l’emergenza sarà rientrata».
Il Programma
Il programma della rassegna comprende cinque appuntamenti in diretta streaming sulla pagina del Comune di Gossolengo (@comunedigossolengo), ma avrà la Biblioteca comunale Paolo Boiardi come luogo fisico di riferimento. Il secondo appuntamento è in programma per venerdì 22 gennaio, sempre alle ore 17.30, con lo scrittore Gabriele Dadati e “La vera storia del Klimt ritrovato”, il mistero che ha appassionato Piacenza e il mondo nei mesi scorsi. Venerdì 5 febbraio sarà la volta della psicologa Paola Frattola e dell’esperta di social media Sara Brugnoni, per parlare di “Social e relazioni sociali ai tempi del Covid”, mentre venerdì 19 febbraio si terrà un incontro su “Gli effetti del distanziamento sociale nell’infanzia e nell’adolescenza” con il pedagogista Daniele Novara. La rassegna si concluderà venerdì 5 marzo con un incontro incentrato sul lavoro dello scrittore intitolato “Raccontare la pandemia”, con ospite Giuseppe Lupo, finalista al Premio Strega 2020.
Il 2020, sul quale ha ovviamente pesato la pandemia mondiale, e il 2021, ormai alle porte, che segnerà l’inizio della ripresa. L’economia emiliano-romagnola fa i conti quest’anno con una profonda caduta della produzione, ma vede la possibile inversione di tendenza nei prossimi mesi. E’ quanto si ricava da “Economia in Emilia-Romagna. Analisi congiunturale e prospettive”, analisi realizzata in collaborazione da Unioncamere e Regione, con le stime di Prometeia, e presentata oggi on line. Le stime sull’anno in corso trovano intanto conferma: gli effetti delle misure per la gestione della crisi sanitaria sul sistema economico, a partire dai mesi di lockdown, determineranno una contrazione del Pil regionale di poco superiore al 9%, dopo i cinque anni precedenti, che avevano visto l’Emilia-Romagna ai vertici per crescita, sviluppo e occupazione. Nel 2021 la ripresa dovrebbe essere apprezzabile – la forbice delle stime fatte negli ultimi mesi va dal +7,1% previsto ad ottobre al più recente +4-5% - anche se dovrà scontare gli effetti della pandemia almeno sulla prima parte dell’anno. In ogni caso, servirà ancora tempo per recuperare quanto perso nel corso del 2020.
Le forze di lavoro si ridurranno nel 2020 (-1,4 %) e nel 2021 la crescita compenserà parzialmente la perdita subita (+0,9 %). Le misure di salvaguardia adottate hanno aiutato: l’occupazione nel 2020 si ridurrà del 2,1% e nel 2021 la ripresa sarà minima (+0,2 %). Il sostegno all’occupazione conterrà nel tempo e nel livello gli effetti negativi della pandemia sul tasso di disoccupazione, che nel 2020 salirà al 6,2 % e nel 2021 dovrebbe giungere sino al 6,9%. Va considerato che nella scorsa legislatura si era passati dal 9% di inizio 2015 al 5,5% cinque anni dopo. Resta un tasso di attività positivo: il peso delle persone con più di 15 anni che lavorano, sulla popolazione complessiva della medesima fascia d’età, nei primi nove mesi del 2020 ha raggiunto il 73,1%. “Sapevamo che i numeri del 2020 avrebbero attestato le difficoltà di un anno che entrerà nei libri di storia- ha dichiarato l’assessore regionale allo sviluppo economico, Vincenzo Colla– ma, anche grazie ai vaccini, il 2021 segnerà l’inizio della ripresa. L’Emilia-Romagna ha già indicato la strada nel Patto per il lavoro e per il clima, con una strategia condivisa che punterà su green economy, digitale e saperi per creare lavoro di qualità. In questa direzione dal prossimo anno inizieremo a impiegare i fondi europei, in attesa del Next Generation EU. Ci aspetta la grande sfida della transizione e come Regione siamo pronti ad accompagnare il nostro tessuto economico e i lavoratori in questa impresa, impegnativa ma indispensabile, per un futuro migliore. Questa regione ha un ecosistema di imprese e competenze che lavorerà da subito per recuperare tutti i dati negativi sociali ed economici del 2020”.
“I dati contenuti nell’Analisi scontano le conseguenze della pandemia da Covid-19 – ha commentato Alberto Zambianchi, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna - Siamo in una situazione fuori da tutti gli schemi, di pesante e diffusa crisi economica, in un contesto generale di recessione internazionale, che, nel nostro Paese, impatta con più forza e rende più deboli le prospettive di ripresa. Per fronteggiare la gravità del momento, abbiamo piena consapevolezza che le risposte non possono essere date singolarmente, ma raccordando e mettendo in rete il sistema delle istituzioni, condividendo obiettivi e suddividendo per compiti e funzioni le azioni e gli interventi. Di fronte a questa situazione, per molti versi drammatica, qualsiasi cosa si possa pensare di fare per contribuire a migliorarla, è necessario farla insieme. Come Sistema Camerale proseguiamo così ancora con maggiore forza la collaborazione con la Regione per condividere esperienze, competenze, know how e anche risorse”.
La produzione industriale regionale tra gennaio e settembre 2020 è caduta del 12,2% rispetto all’analogo periodo del 2019. Il fatturato ha perso l’11,9% e gli ordinativi sono scesi del 10,5%. L’accesso ai mercati esteri meno duramente colpiti nella prima fase della pandemia ha permesso di limitare le perdite, tanto che il fatturato estero si è ridotto del 7,6% e gli ordini esteri sono risultati inferiori del 6% rispetto allo stesso periodo del 2019. Per il settore delle costruzioni, che arrivava da cinque anni di espansione, anche se non privi di incertezze, la riduzione del volume d’affari a prezzi correnti nei primi nove mesi dell’anno è stata netta (-8%). I dati congiunturali evidenziano la profonda recessione nel settore del commercio, che amplifica alcuni processi di cambiamento già in atto. Nei primi nove mesi del 2020 le vendite a prezzi correnti per gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna hanno subito una pesante caduta (-7,9%), rispetto all’analogo periodo del 2019. Inevitabilmente penalizzata l’industria turistica regionale, che viveva una continua espansione, e per effetto della pandemia ha subito una contrazione degli arrivi di oltre il 44% e del 36,6% delle presenze. Per quel che riguarda il credito, secondo i dati della Banca d’Italia aggiornati al mese di settembre i prestiti bancari sono aumentati negli ultimi dodici mesi del 3,1%. A crescere sono gli impieghi verso le imprese, 4,3%, mentre quelli erogati alle famiglie hanno registrato un incremento dell’1,4 %. In sensibile aumento anche i depositi di imprese e famiglie consumatrici, +10,5%. In calo il tasso di deterioramento del credito, mentre risulta in aumento il tasso di ingresso delle nuove sofferenze.
Nei primi nove mesi del 2020 le esportazioni dell’Emilia-Romagna sono state pari a 44,2 miliardi di euro, a fronte dei 49,4 miliardi dello stesso periodo dell’anno passato, per una riduzione del 10,6 %, una percentuale comunque inferiore alle aspettative dei primi mesi dell’anno e inferiore alla contrazione registrata a livello nazionale (-12,5 %). In termini comparativi, l’Emilia-Romagna continua a mantenere la seconda posizione tra le maggiori regioni esportatrici del Paese alle spalle della sola Lombardia che possiede, però, un peso demografico doppio e che ha fatto registrare, invece, una contrazione superiore alla media nazionale (-13,4%). L’immagine che ci viene restituita dall’indagine Istat sulle forze di lavoro risente fortemente del blocco legislativo dei licenziamenti entrato in vigore a seguito dell’emergenza pandemica da CoVid e che ne attenua fortemente gli effetti sull’occupazione. Tra gennaio e settembre l’occupazione dell’Emilia-Romagna è mediamente ammontata a circa 1.993.000 persone, vale a dire oltre 37mila occupati in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, con una contrazione dell’1,8 %. Il tasso disoccupazione, che misura l’incidenza delle persone in cerca di occupazione sul totale delle forze di lavoro (cioè di coloro che hanno un lavoro o lo cercano attivamente), nei primi nove mesi del 2020 è stato mediamente pari al 5,6 %, in leggero aumento rispetto al 5,4 % dello stesso periodo dell’anno passato. Il tasso di attività, che misura il peso delle persone con 15 anni e oltre lavorano sulla popolazione complessiva della medesima fascia d’età, nei primi nove mesi del 2020 ha raggiunto il 73,1%.
Gianfranco Brunelli direttore della rivista il Regno è stato ospite della XX edizione di Cives in una conferenza dal titolo: "I nuovi orizzonti della politica".
Crisi del sistema democratico
“Ci troviamo in una situazione del tutto nuova con dinamiche sconosciute, abbiamo alle nostre spalle un ‘900 problematico e dopo il crollo del muro di Berlino, sono risorte nazioni e spazi storici scomparsi. La grande rivoluzione nella comunicazione, tiene insieme tre livelli di trasformazione quello antropologico, quello economico scientifico ed un livello politico. Nel nuovo sistema vediamo emergere una relazione problematica tra la globalizzazione e la democrazia, tutti i modelli e i valori sono rimessi in discussione. Assistiamo ad una rottura delle comunità e ad un forte individualismo, con il suo comandamento: io, qui ed ora, e ad una nuova rivoluzione culturale, dove il primato spetta ai dati ed al loro utilizzo, con effetti enormi anche dal punto di vista economico. Dopo l’età degli assoluti ideologici entrano in campo forme nuove: il relativismo. Questo cambiamento tocca anche il versante geopolitico, con la perdita progressiva della supremazia statunitense minata da nazionalismi vari e dal secessionismo, con la conseguenza che la mancanza di una guida nel processo di globalizzazione, incrementa situazioni di caos". "La crisi della democrazia social liberale, ha come conseguenza il venir meno dell’interdipendenza tra le democrazie, favorendo un modello dissociativo. Il processo di globalizzazione ha fallito la possibilità di guida democratica a favore dei sovranismi e del populismo, che esprimendo una reazione passatista si nutre di una visione antagonista della società. In Europa in particolare alcuni paesi non hanno ancora accettato una democrazia liberale, per questo è necessario rivedere le norme rappresentative e non soggiacere ai ricatti nazionalisti di alcuni paesi. Abbiamo bisogno di regole e di élite culturali, è necessario sconfiggere il pensiero di chi ritiene che le istituzioni non siano credibili o addirittura dannose”.
L’Italia un paese bloccato
“La volatilità elettorale del nostro paese, ci racconta che non esiste più un voto di appartenenza, il sistema politico è scomposto. Siamo entrati in un cambiamento così forte e così radicale che non c’è più nulla di certo. Le trasformazioni profonde dal punto di vista culturale, sociale ed antropologico, accompagnate da un’incapacità di risposta del sistema politico, nonostante i numerosi tentativi di riforma, hanno avuto come risultato il blocco del paese che non riesce ad esprimere un modello di democrazia competitiva ed un governo stabile". “Il nostro sistema democratico sembra sospeso con la conseguenza che dilaga l’idea di una impossibilità di cambiamento politico. Questa situazione ostacola nuovi progetti e crea sfiducia in un nuovo assetto possibile, come se non ci fosse alternativa. Abbiamo bisogno di una riforma istituzionale profonda che espliciti il “progetto Italia” all’interno dell’Europa, con tutta la dignità storica di questo paese, che ha avuto un’importanza centrale nella storia della costituzione della Comunità. Ė ora necessaria una democrazia di tipo competitivo che costringa i soggetti politici a dire cosa faranno e come lo faranno, questa è la vera sfida che ci troviamo di fronte”.
Si è tenuta nei giorni scorsi nella Basilica di Santa Maria di Campagna la tradizionale celebrazione eucaristica del Movimento Cristiano Lavoratori di Piacenza, che nell'occasione quest'anno ha voluto ricordare sia tutti i soci e dirigenti che hanno raggiunto la casa del Padre, sia l'ex assistente ecclesiale nazionale mons. Francesco Rosso deceduto di recente. Ha presieduto don Claudio Carbeni, assistente ecclesiale del MCL locale; con lui hanno concelebrato Padre Secondo Ballati padre guardiano del convento dei frati minori con alcuni confratelli. Erano presenti alla celebrazione una significativa presenza di iscritti e dirigenti del movimento insieme ai famigliari. Un momento di preghiera e raccoglimento voluto dal MCL in questo periodo natalizio che stiamo vivendo nell'intimità dei nostri nuclei famigliari; e il nostro messaggio è il messaggio del Bambino di Betlemme che ogni anno dona a tutti gli uomini e donne di buona volontà pace e fratellanza.
Umberto Morelli presidente provinciale MCL Piacenza
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