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Brunelli a Cives: «abbiamo bisogno di una riforma istituzionale profonda»

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Gianfranco Brunelli direttore della rivista il Regno è stato ospite della XX edizione di Cives in una conferenza dal titolo: "I nuovi orizzonti della politica".

Crisi del sistema democratico

“Ci troviamo in una situazione del tutto nuova con dinamiche sconosciute, abbiamo alle nostre spalle un ‘900 problematico e dopo il crollo del muro di Berlino, sono risorte nazioni e spazi storici scomparsi. La grande rivoluzione nella comunicazione, tiene insieme tre livelli di trasformazione quello antropologico, quello economico scientifico ed un livello politico. Nel nuovo sistema vediamo emergere una relazione problematica tra la globalizzazione e la democrazia, tutti i modelli e i valori sono rimessi in discussione. Assistiamo ad una rottura delle comunità e ad un forte individualismo, con il suo comandamento: io, qui ed ora, e ad una nuova rivoluzione culturale, dove il primato spetta ai dati ed al loro utilizzo, con effetti enormi anche dal punto di vista economico. Dopo l’età degli assoluti ideologici entrano in campo forme nuove: il relativismo. Questo cambiamento tocca anche il versante geopolitico, con la perdita progressiva della supremazia statunitense minata da nazionalismi vari e dal secessionismo, con la conseguenza che la mancanza di una guida nel processo di globalizzazione, incrementa situazioni di caos".
"La crisi della democrazia social liberale, ha come conseguenza il venir meno dell’interdipendenza tra le democrazie, favorendo un modello dissociativo. Il processo di globalizzazione ha fallito la possibilità di guida democratica a favore dei sovranismi e del populismo, che esprimendo una reazione passatista si nutre di una visione antagonista della società. In Europa in particolare alcuni paesi non hanno ancora accettato una democrazia liberale, per questo è necessario rivedere le norme rappresentative e non soggiacere ai ricatti nazionalisti di alcuni paesi. Abbiamo bisogno di regole e di élite culturali, è necessario sconfiggere il pensiero di chi ritiene che le istituzioni non siano credibili o addirittura dannose”.

L’Italia un paese bloccato

“La volatilità elettorale del nostro paese, ci racconta che non esiste più un voto di appartenenza, il sistema politico è scomposto. Siamo entrati in un cambiamento così forte e così radicale che non c’è più nulla di certo. Le trasformazioni profonde dal punto di vista culturale, sociale ed antropologico, accompagnate da un’incapacità di risposta del sistema politico, nonostante i numerosi tentativi di riforma, hanno avuto come risultato il blocco del paese che non riesce ad esprimere un modello di democrazia competitiva ed un governo stabile".
“Il nostro sistema democratico sembra sospeso con la conseguenza che dilaga l’idea di una impossibilità di cambiamento politico. Questa situazione ostacola nuovi progetti e crea sfiducia in un nuovo assetto possibile, come se non ci fosse alternativa. Abbiamo bisogno di una riforma istituzionale profonda che espliciti il “progetto Italia” all’interno dell’Europa, con tutta la dignità storica di questo paese, che ha avuto un’importanza centrale nella storia della costituzione della Comunità. Ė ora necessaria una democrazia di tipo competitivo che costringa i soggetti politici a dire cosa faranno e come lo faranno, questa è la vera sfida che ci troviamo di fronte”.

Stefania Micheli

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Pubblicato il 28 dicembre 2020

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