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Notizie Varie

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Assegno di maternità e per nuclei familiari numerosi, al via le domande

Palazzo Mercanti 500

E' possibile presentare domanda per l'assegno di maternità e per quello destinato ai nuclei familiari numerosi. L’assegno di maternità è rivolto a mamme di bambini che abbiano meno di sei mesi, residenti a Piacenza, che non beneficino – o fruiscano solo in parte – dell'indennità previdenziale di maternità e che presentino un ISEE minorenni inferiore o uguale a 17.416,66 euro.
L'assegno per il nucleo famigliare numeroso è invece rivolto alle
famiglie residenti nel territorio comunale con almeno 3 figli minori di 18 anni, che presentino un Isee minorenni inferiore o uguale a 8.788,99 euro. Da quest’anno, la presentazione delle domande potrà avvenire online, attraverso lo Sportello Telematico del Comune di Piacenza che richiede, necessariamente, l'identificazione con le credenziali SPID. Sarà comunque sempre possibile scaricare il modulo in formato cartaceo, compilarlo e inviarlo a .
Ai seguenti link si possono consultare tutte le informazioni dettagliate sui due bandi: https://www.comune.piacenza.it/servizi/sociali/assegno-familiare per l'assegno di maternità; https://www.comune.piacenza.it/servizi/sociali/assegno-maternita per il contributo destinato ai nuclei numerosi.

Lo Sportello InformaFamiglie è a disposizione per ulteriori informazioni scrivendo a:

o telefonando allo 0523-492380 e allo 0523-332290 dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12, il lunedì e giovedì anche dalle 15.30 alle 18, nonché il mercoledì dalle 15.30 alle 17.30.
In alternativa, è possibile comilare il modulo disponbile su 
https://cutt.ly/richiamami

I cittadini che non dispongono di computer, dispositivi tecnologici e connessione Internet al proprio domicilio possono prenotare l’utilizzo delle postazioni informatiche comunali “Self”, previo appuntamento sia presso il Centro per le Famiglie alla Galleria del Sole (prenotandosi ai recapiti dell'InformaFamiglie sopraindicati), sia presso gli sportelli Informasociale, cui si può richiedere l'accesso telefonando allo 0523-492731, dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12.30 (il lunedì e giovedì anche dalle 15.30 alle 17.30) o inviando una e-mail a .

Pubblicato il 18 maggio 2021

Il Municipale riapre con il Requiem di Verdi

teatro municipale di piacenza

Nel Teatro Municipale, domenica 16 maggio,  è andata in scena “La Messa da Requiem” di G. Verdi. E il teatro ha riaperto i battenti dopo la lunga sospensione dovuta alle minacce del Covid. Anzi, proprio ai caduti di Covid, la messa è stata dedicata. Un rispettoso pensiero della direzione del Teatro.
Dopo l’esecuzione dell’Inno nazionale, sono stati proiettati su uno schermo commoventi momenti della tragedia virale, con l’impegno eroico e mai sconfortato del nostro personale sanitario.
A seguito, subito la musica di Verdi, in cui si avverte la genialità. Toni tenui, di soli violini, delicati, introdotti magari dalla levità di un flauto o di un ottavino, alternati ad altri esaltati, quasi irosi, di trombe spiegate e di gran cassa vibrante, mentre il coro, brillante e attento, elevava la propria voce a toni alti, quasi gridati. Insomma, si precipitava dalla quiete dell’ “Introibo” al clima del “ Dies Irae” Musica da calare tutta in animo e rendersi raccolti sulla propria poltroncina.
Al complesso dell’Orchestra Filarmonica “Toscanini” hanno dato manforte quattro cantanti solisti: la soprana Maria José Siri, raffinata voce e precisa interprete, il mezzo soprano Annalisa Stroppa voce scura e calda, che ha eseguito con grazia sino alla fine, quando ha mormorato l’ultima invocazione di salvezza eterna, il tenore Antonio Poli, di bella voce argentina, tuttavia virile che ha interpretato con vigore tutti i brani, il basso Michele Pertusi, voce profonda, autorevole, di bel rilievo nel cast canoro. Toccante ad ascoltarla.
Il Coro del Municipale di Piacenza si è esibito in modo eccezionale, con gran tempismo, scattante: una sola voce di tante fuse insieme, potente nelle esplosioni e flebile nei momenti pietosi. Gran lavoro del maestro Corrado Casati.
Lo stupore è stato prodotto dal direttore, Placido Domingo, già brillante tenore e ora direttore d’orchestra. Una gestualità disinvolta ma precisa, un accarezzare con la mano libera l’onda sonora degli strumenti, un puntare il dito rapido sui professori per gli attacchi, un allargare le braccia per chiamare in causa orchestra e coro in un “a tutta voce”. In definitiva un valente interprete.
Valanga d’applausi alla fine. Interminabili, frammezzati da grida di “bravi”. 

                                                                 Luigi Galli

Pubblicato il 18 maggio 2021

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Iniziative per la terza età: «Firme d’autore in cupola»

duomo



Ammirare la bellezza del Duomo di Piacenza a porte chiuse, intraprendendo un vero e proprio percorso di ascesi attraverso l’arte di cui è ricca la cattedrale dedicata a Maria Santissima Assunta e Santa Giustina, chiesa madre della diocesi di Piacenza Bobbio.
L’appuntamento è per giovedì 20 maggio con la collaborazione di Luca Maffi della cooperativa Cooltour, nell’ambito del ciclo di incontri dedicati all’arte che l’ufficio Attività socio-ricreative organizza per la terza età. A chi partecipa si propone non solo la grandiosità di un edificio come il Duomo, la cui costruzione terminò nel 1233, ma soprattutto un percorso preciso, dal buio alla luce, che condurrà dalla cripta alle meraviglie offerte dalla cupola che svetta sulla città. In questo luogo tanti artisti, giunti a studiare gli affreschi del Guercino, hanno lasciato segno del loro passaggio regalando ai posteri svariati dettagli da scoprire. Una progressiva salita che, rivestendosi di spiritualità, porterà a conoscere meglio le tante iscrizioni di personaggi, noti e meno noti, destinate a diventare firme indelebili per l’eternità. Per poter partecipare è necessario iscriversi telefonando all’ufficio Attività socio-ricreative allo 0523.492724. Allo stesso numero ci si può rivolgere per avere maggiori informazioni sull’iniziativa. Le iscrizioni saranno accolte a partire da oggi, venerdì 14 maggio dalle ore 8.30 alle 12.30 fino ad esaurimento posti.
Il costo della visita è di 5 euro.

Pubblicato il 15 maggio 2021

La modernità di Bonaldo Stringher, fondatore con Luigi Luzzatti del sistema delle banche popolari

1 Sforza De Lucia 1

Presentato a Palazzo Galli, con l’autore De Lucia Lumeno, il volume sul primo Governatore della Banca d’Italia.

Occuparsi del passato per proiettarsi nel futuro, perché il nostro futuro è scritto nella nostra storia. Questo il principio che ha ispirato il volume “Bonaldo Stringher «Serenità, calma e fermezza» - Una storia economica dell’Italia” (Guerini e Associati editore), scritto in occasione del novantesimo anniversario della morte di uno dei protagonisti della vita economica, istituzionale e sociale nel periodo di costruzione dell’Italia unita e presentato (in presenza e in streaming) a Palazzo Galli della Banca di Piacenza, Sala Panini, dall’autore Giuseppe De Lucia Lumeno - segretario generale di Assopopolari - in dialogo con Corrado Sforza Fogliani, che ha firmato l’Introduzione alla pubblicazione.
Pubblicazione (con Prefazione del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco) che ricorda appunto la figura di Bonaldo Stringher (1854-1930), ministro delle Finanze nonché, per 30 anni, direttore generale e primo Governatore di Via Nazionale e fondatore, insieme a Luigi Luzzatti, del sistema delle banche popolari. L’incontro era il secondo - di quattro - dedicati all’editoria della Banca (prossimo appuntamento, venerdì 21 maggio, sempre alle 18 e sempre in Sala Panini, con la presentazione del volume “Sagrestie piacentine - Racconto per immagini”).

Entrambi i relatori hanno ricordato le figure di primo piano della politica, dell’accademia e dell’economia che a cavallo tra ‘800 e ‘900 uscirono dalla fucina del Credito Popolare: i tre Luigi (Albertini, Einaudi, Luzzatti - quest’ultimo di casa a Piacenza), ai quali lo stesso dott. De Lucia ha dedicato un libro. Bonaldo Stringher era una di queste figure, anche se era più uomo delle scienze esatte (formatosi a Ca’ Foscari, iniziò la carriera all’Ufficio statistico del ministero dell’Agricoltura e portò in Banca d’Italia - ha ricordato Sforza Fogliani - il metodo quantitativo, applicato ancora oggi).

L’autore - il maggior studioso di Bonaldo Stringher - ha evidenziato il ruolo attivo svolto dallo stesso nella costituzione di numerose banche popolari citando «l’interesse, lo studio e l’azione» di Stringher «per lo sviluppo delle comunità e dei territori, che si otteneva affrancando le classi più deboli: questione sociale e cooperazione, dunque, come strumenti per la modernizzazione del Paese».

Il dott. De Lucia ha quindi spiegato che cosa ci insegna il racconto di quel periodo: «Che la storia la fanno gli uomini ed essa è edificante se gli uomini sono capaci, infelice se non lo sono. L’augurio per l’oggi? Che si formi un gruppo di persone responsabili e capaci che - come accadde nella giovane Italia unita dove si credeva nelle idee e nei valori - abbia a cuore il bene comune ed il bene del Paese tutto».

Il presidente esecutivo di Assopopolari e della Banca di Piacenza Sforza Fogliani, parlando delle banche popolari ha osservato come la storia si ripeta: «Il provvedimento Renzi, con l’obbligo di trasformazione delle Popolari in Spa (quelle con patrimonio superiore agli 8 miliardi di euro, ndr) è contermini ad una legge fascista del 1927». Ma perché le banche popolari sono così odiate dai (veri o camuffati) regimi?, si è domandato il presidente Sforza fornendo questa lettura: «Perché ostacolano le grandi banche tutelando la concorrenza nei territori dove operano e con il voto capitario, grande principio liberal-democratico, sono inattaccabili dal potere economico internazionale. A Piacenza - ha esemplificato Sforza - i tassi di interesse sono inferiori alle altre città dell’Emilia grazie alla presenza della nostra Banca, che aiuta il territorio d’insediamento (dove si riversano 60 milioni l’anno, esclusi i finanziamenti) perché se cresce il territorio cresce essa stessa, in base al principio, smithiano ed einaudiano, che chi lavora per sé lavora anche per gli altri».

Il dott. De Lucia, al termine dell’interessante e seguita presentazione, ha ricevuto dal presidente del Cda della Banca Giuseppe Nenna la “Targa del benvegnu”, testimonianza dell’antica tradizione dell’accoglienza piacentina.

Pubblicato il 15 maggio 2021

Gandolfini a Piacenza: perché diciamo no al ddl Zan

ddl


Ha fatto tappa a Piacenza il neurochirurgo Massimo Gandolfini, presidente dell’associazione Family Day, impegnato in un tour italiano per spiegare le ragioni del no al ddl Zan,
il disegno di legge anti-omofobia in discussione in Commissione al Senato.
Su questo ddl c’è un ampio confronto in campo politico e sociale. Fra le tante iniziative, il 15 maggio alle 15 in piazza Duomo a Milano è in origramma la manifestazione “Restiamo liberi” con la partecipazione di una delegazione piacentina (il ritrovo per la partenza è fissato alle 13 al casello autostradale del Basso Lodigiano a Guardamiglio).

In molti esprimono il dissenso

“Questo ddl - si è espresso il dott. Gandolfini - è un progetto di legge-bavaglio e inutile, che non servirà a introdurre tutele ma a reprimere il dissenso, cancellare la libertà di espressione e di educazione. Noi non possiamo tacere. C’è un popolo che rivendica il diritto ad esprimere le proprie opinioni e vuole difendere la libertà di tutti”.

“Non è un caso che il dissenso nei confronti di questo ddl venga espresso da numerosi ed eterogenei settori della società, dalle femministe ai vescovi italiani, dalle associazioni familiari alle voci più autorevoli della tradizione liberale italiana, nonché da molti personaggi pubblici anche di orientamento omosessuale”, ha proseguito Gandolfini.

Gandolfini: perché questo ddl non serve

“È doveroso - ha detto ancora - rispondere ai tentativi di mistificazione che etichettano come omofobe tutte le voci di dissenso verso il ddl Zan, che spacca la politica e la società italiana in un momento storico che richiederebbe la massima coesione. Mentre giustamente va condannata ogni forma di discriminazione e violenza basata sull’orientamento sessuale, colgo l’occasione per ribadire che questo ddl non serve: non esiste, infatti, alcun vuoto normativo: il nostro ordinamento dispone di tutti gli strumenti giuridici necessari per perseguire e condannare chi si è reso colpevole di questi atti, come dimostrano numerose e severissime sentenze già passate in giudicato”.

Questa legge - sintetizziamo le parole di Gandolfini -, oltre a creare un soggetto privilegiato iper-tutelato e menzionare una controversa identità di genere slegata dal sesso biologico, istituisce la giornata nazionale contro l’omofobia che prevede controverse iniziative in scuole di ogni ordine e grado e inoltre affida alla decisione di un giudice la definizione del confine tra ciò che si può e ciò che non si può dire. È legittimo - ha concluso - chiedersi se sarà ancora possibile affermare che l’utero in affitto è una barbarie, che i bambini hanno diritto ad avere un padre e una madre e che si nasce maschi e femmine a prescindere dall’orientamento sessuale.

 Pubblicato il 13 maggio 2021


Nella foto, al centro, il dott. Massimo Gandolfini insieme ai referenti piacentini dell’associazione “Difendiamo i nostri figli”, ing. Andrea Fenucci e avv. Gabriele Borgoni.

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