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Notizie Varie

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AVO Piacenza, al via il 30° corso volontari

Corso Avo 2020 on line

Illustrato dalla presidente AVO di Piacenza Anna Bocellari e dalla presidente regionale AVO Marisa Monticelli è iniziato il 30° corso di formazione per volontari AVO Piacenza, quest’anno effettuato on line.
Il corso per aspiranti volontari si tiene su piattaforma Zoom: un programma bisettimanale per un totale di sette incontri, dalle ore 21 alle ore 22.30.
È gratuito e aperto a coloro che intendono prepararsi a svolgere il servizio AVO. Serve anche come aggiornamento per i volontari già in servizio.

È ancora possibile iscriversi: presso la segreteria AVO sita all’interno dell’Ospedale di Piacenza anche via telefono (il lunedì dalle 10 alle 12); scrivendo a oppure chiamando il numero 3479204158, dopo le 19.
Agli iscritti verranno comunicate le credenziali per l’accesso alla piattaforma Zoom.

Questo il programma degli incontri.

Giovedì 29 ottobre: “La motivazione del Servizio Avo nell’attuale contesto socio sanitario e la necessaria versatilità delle prestazioni”; relatrice: Itala Orlando.
Giovedì 5 novembre: “Il ruolo del volontario nel reparto ospedaliero e nell’emergenza sanitaria”, relatore il dott. Luigi Cavanna, direttore di Dipartimento Oncologia-Ematologia, Ospedale di Piacenza.
Lunedì 9 novembre: “Ascoltare e comunicare in maniera efficace”, relatrice Michela Tiramani (consulente nel settore formazione).
Giovedì 12 novembre: “Presentazione dell’attività di check-point in ospedale”, relatori: Maria Rosa Reboli (Ausl), Ursula Corvi (Ausl), Maria Grazia Ultori (Gaps).
Lunedì 16 novembre: “L’analisi transazionale”, relatrice Michela Tiramani.
Giovedì 19 novembre: “Serata conclusiva”, con presentazione dei reparti, testimonianze dei volontari, risposte a eventuali domande.

corso avo piacenza on line

Nelle foto, due momenti di inizio corso on line.

Pubblicato il 27 ottobre 2020

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Il prefetto Daniela Lupo in visita alla Banca di Piacenza

Visita prefetto Daniela Lupo banca piacenza


Il prefetto Daniela Lupo ha reso visita alla Banca di Piacenza, la cui sede direzionale ed organizzativa ancora non conosceva. In particolare, la dott. Lupo si è soffermata nella Sala del Consiglio di Amministrazione dedicata a Ricchetti ed arredata esclusivamente con opere di questo grande pittore piacentino (vinse la prima edizione del Premio Cremona, allora il più importante concorso nazionale di pittura), autore dell’affresco che è la silloge della storia e dei principali monumenti di Piacenza. Il prefetto è poi salita alla grande terrazza della Banca, dalla quale si gode di una vista panoramica sulla città a 360 gradi.
L’ospite - al quale è stato fatto omaggio di prestigiose pubblicazioni edite dal popolare Istituto di via Mazzini e di uno studio sull’unificazione amministrativa a Piacenza dopo l’unità d’Italia e quindi con i Prefetti e le relazioni di spirito pubblico della seconda metà dell’‘800 - è stato ricevuto e accompagnato durante la visita da amministratori e dirigenti della Banca.

Pubblicato il 27ottobre 2020

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La sorgente dell'amore

acqua

Oggi c’è la classifica delle migliori Università e chi frequenta le prime dieci della classifica, potrà dire di valere molto. Cerchiamo la scuola che ci offre di più, per dare più senso alla nostra vita.
Allora quale sarà il comandamento che davvero ci rende eccezionali?

La risposta di Gesù è: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, l’anima e la tua mente”.
Solo attraverso questa unione con Dio Padre, Gesù riconcilia i due rischi che corriamo costantemente quando pensiamo alla fede e alla nostra vita: amare Dio fino a disinteressarci degli altri, o amare gli altri fino a dimenticare Dio.

Amare: tutti parlano di amore e pochi lo vivono.
Com’è possibile amare il prossimo sinceramente, amare se stessi fino in fondo, amare Dio fino alla fine?

 


Tutti chiedono amore, tutti lo vogliono e noi lo riteniamo la chiave di lettura dei nostri giorni, importante è averne abbastanza o no.
Gli altri lo pretendono da noi, ma noi non ne abbiamo a sufficienza neanche per noi stessi.
Siamo come la donna samaritana che va al pozzo: Gesù le chiede da bere ma lei non può accontentarlo non avendone nemmeno per sé.

Non abbiamo l’amore.
Gesù ci vuole condurre a riconoscere che l’uomo non ha la fonte dell’amore. Non siamo in grado di produrre l’amore, noi lo generiamo solo se lo riceviamo.
Amare è espressione del dono della vita, perché primariamente in origine lo abbiamo ricevuto.

Se non sappiamo ascoltare Dio, non possiamo aspirare all’amore.
Dobbiamo sentire la Parola di Dio che ci dice che ci ama, che noi siamo preziosi ai suoi occhi e degni di stima.
Solo ascoltando dentro il proprio cuore questa piccola sorgente che può diventare un fiume, la parola “amore” come una goccia scaverà il cuore e formerà una nuova sorgente dove poter trovare beveraggio per se stessi e per gli altri.
Per questo abbiamo bisogno di Gesù Cristo e attraverso l’Eucaristia saremo i destinatari del vero messaggio d’amore che ci costruisce nel profondo: “Io ti amo”.
Allora potremo amare il nostro prossimo, perché avremo ricevuto ciò che è necessario per amare gli altri.
Amare è ricevere da Dio il sentimento per poi riversarlo sugli altri.
Allora non diventa così difficile ammettere che la cosa più preziosa nella vita è l’amore.
Grazie a questo dono di amore si riesce a vincere il male; rende possibile il sorgere di una comunità e di una famiglia, perché esiste insieme al perdono e alla misericordia.

Estratto dalla Lectio mattutina
di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 25 ottobre 2020, sul Vangelo secondo Matteo 22,34-40

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In San Corrado è stato ricordato il beato Carlo d'Asburgo

 La celebrazione in S.Corrado

La delegazione piacentina della Gebetsliga - Unione di preghiera Beato Carlo d’Asburgo per la pace e la fratellanza tra i popoli - ha onorato, il 21 ottobre la memoria liturgica del Beato Carlo d’Asburgo, l’ultimo imperatore (1887-1922), beatificato da S.Giovanni Paolo II nel 2004, che rimane oggi per noi esempio fulgido di sequela coraggiosa e convinta del Vangelo di Cristo in una particolare condizione di stato, quello di responsabile primo di molti popoli, nel drammatico frangente di una guerra mondiale da lui non voluta, nella ricerca continua ma, purtroppo, senza esito, della pace, alla sequela dell’autorevole parola di Papa Benedetto XV (“l’inutile strage”) contro l’ostinata volontà dei guerrafondai. Esempio pure di santità coniugale e famigliare, insieme con la sposa, la Serva di Dio Zita di Borbone-Parma, con la quale si votarono al raggiungimento della santità nel matrimonio e nella famiglia. Proprio per questo il Santo Papa nel 2004 scelse come data liturgica per Carlo la data delle nozze (21 ottobre 1911), cosicché Carlo rimane per noi oggi modello, insieme con Zita (per la quale è in corso il processo di beatificazione) e con i loro otto figli, per la famiglia cristiana, oltreché per una politica ispirata sempre al bene e alla centralità della persona e dei popoli: entrambe realtà di urgente rivalutazione nella società odierna.
La ricorrenza, a Piacenza, è stata ricordata con la celebrazione della messa propria del Beato nella chiesa parrocchiale di S.Corrado Confalonieri, nuova sede della Gebetsliga piacentina (insieme col Preziosissimo Sangue, ove sarà anche punto di incontro per la famiglia e le famiglie) dopo i primi anni in S.Giorgino in Soprammuro. All’omelia don Paolo Cignatta, assistente ecclesiastico della Gebetsliga piacentina, ha colto e proposto l’insegnamento del Vangelo del giorno, identificando nell’ultimo Imperatore il buon cristiano a cui “è stato chiesto molto avendo avuto molto”: gli è stato chiesto infatti un impegno di politica cristiana e di amore per la pace in mezzo agli orrori della guerra, di sovrano e soldato leale ma anche da perfetto soldato di Cristo, gli è stato chiesta la rinuncia a tutti beni materiali, la fine della sua vita in povertà, esilio e abbandono, la morte a trentaquattro anni per un male fulminante e un’agonia offerta a Dio per il bene dei suoi popoli.
I presenti alla celebrazione, sotto la guida del delegato Prof. Maurizio Dossena, hanno recitato sia la preghiera canonica per la canonizzazione di Carlo, sia una specifica preghiera a lui nell’ora della calamità, per lui che morì di un male assai simile a quello che miete vittime oggi, una coda dell’influenza cosiddetta “spagnola” di un secolo fa.

Pubblicato il 27 ottobre 2020

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«Con il Covid dovremo diventare tutti anfibi»

 incontro banca piacenza

Il direttore di Economy Sergio Luciano al quarto incontro del ciclo di conferenze della Banca di Piacenza a Palazzo Galli dedicate a come il virus ci ha cambiato la vita. Occorre sapersi muovere sia nell’ambiente fisico che in quello digitale per gestire le emergenze che richiedono distanziamento

«Auguriamoci che la batosta che stiamo subendo con questa emergenza sanitaria ci restituisca un mondo migliore, soprattutto per i nostri figli». Questo l’auspicio espresso da Sergio Luciano, direttore del mensile Economy, protagonista del quarto incontro (tema, “Emergenza e nuova economia”) del ciclo di conferenze organizzate dalla Banca di Piacenza a Palazzo Galli su come il virus Corona ci ha cambiato la vita. A parere del dott. Luciano - presentato da Robert Gionelli - osservando l’andamento dell’economia mondiale si può cogliere qualche segnale di speranza. «La pandemia - ha spiegato il giornalista - ha radicalmente cambiato il modo di pensare dei Governi e delle Banche centrali: ci si è resi conto che i costi di questa emergenza saranno per tutti talmente alti che il ricorso agli aiuti pubblici diventa indispensabile. Quindi, fortissima immissione di liquidità sui mercati e fine delle politiche restrittive. Ed è grazie alla sospensione del patto di stabilità se lo Stato italiano è riuscito a pagare regolarmente gli stipendi ai dipendenti pubblici, a garantire la cassa integrazione, a rifinanziare l’Inps. Certo, il problema resta il debito pubblico, ma l’alternativa, senza il massiccio ricorso agli ammortizzatori, sarebbe stato il disastro sociale».

Se a livello globale si può anche provare ad essere ottimisti, la situazione del nostro Paese dà qualche preoccupazione in più. Massiccio ricorso alla cassa integrazione, crollo dei voli aerei interni, drastico calo delle prenotazioni nei ristoranti, turisti stranieri in forte diminuzione. Da maggio, invece, c’è stata una ripresa degli ordinativi nell’industria che ora, con la seconda ondata del virus e i nuovi provvedimenti del governo, subirà una nuova frenata. «La fiammella della ripresa però c’è - ha osservato il dott. Luciano - si tratta solo di vedere quando si ravviverà. Altro fattore da tenere in considerazione, il totale dei depositi in conto corrente, che a fine settembre hanno eguagliato l’ammontare del Pil a 1650 miliardi. Un dato straordinario: peccato che non vengano investiti, però ci sono».

Sono due - secondo il direttore di Economy - i filoni di sviluppo per il nostro Paese: l’economia ambientale e la tecnologia digitale. «Nel primo caso - ha argomentato - siamo di fronte a una vastissima sensibilità sociale su tutto quello che non inquina e dunque i filoni di business sono tanti, dall’abbigliamento all’alimentazione. Il bilancio Ue 2021-2027 ha stanziato sulla green economy ben 1784 miliardi. La trasformazione digitale, invece, sta ormai invadendo ogni settore della nostra vita. Il Covid l’ha resa necessaria per aziende, scuola, Pubblica amministrazione e ci ha colti impreparati. Dovremo tutti diventare anfibi: un anfibio, infatti, si muove a suo agio sia nell’ambiente fisico che in quello digitale ed è capace, grazie alla sua intelligenza digitale, di gestire, anche per periodi prolungati, le emergenze che richiedono distanziamento interpersonale, senza “degradare” la qualità delle sue prestazioni manageriali».

 Pubblicato il 27 ottobre 2020

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