Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Notizie Varie

Notizie Varie

Fino al 24 novembre centri commerciali chiusi il sabato e la domenica

 centro commerciale

Centri commerciali chiusi nel fine settimana a Piacenza e provincia dal 1 al 24 novembre per scongiurare il più possibile situazioni di affollamento a rischio contagio da Covid-19. Lo stabilisce la nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Un provvedimento adottato a scopo preventivo, per evitare possibili assembramenti di persone nel territorio piacentino, vista la serrata dei centri commerciali nella confinante Lombardia. Il provvedimento tiene conto anche dell’evoluzione dell’andamento epidemiologico in Emilia-Romagna e nella stessa provincia di Piacenza. E’ stato assunto dopo la richiesta di intervento inviata il 24 ottobre alla Regione Emilia-Romagna dalla presidente della Provincia di Piacenza, Patrizia Barbieri, cui si è aggiunto ieri, nel corso di una videoconferenza, il consenso dei sindaci del territorio, e il parere in tal senso del direttore generale dell’Ausl di Piacenza, Luca Baldino.
L’ordinanza dispone la chiusura il sabato e la domenica - dal 1 e fino al 24 novembre - delle grandi strutture di vendita e dei negozi non alimentari all’interno dei centri commerciali di tutto il piacentino proprio per evitare uno sproporzionato afflusso, con conseguente rischio di assembramenti, a fronte della chiusura degli stessi esercizi presenti in Lombardia. La disposizione non si applica alla vendita di generi alimentari, alimenti e prodotti per animali domestici, prodotti cosmetici e per l'igiene personale, per l’igiene della casa, piante e fiori e relativi prodotti accessori, articoli di cartoleria e forniture per ufficio, nonché alle farmacie, alle parafarmacie, alle librerie, alle tabaccherie e alle rivendite di generi di monopolio e di giornali e riviste.

Pubblicato il 30 ottobre 2020

Ascolta l'audio   

Un nuovo corso universitario di medicina in inglese a Piacenza

 Barbieri Baldino

“Siamo qui per annunciare il corso universitario di medicina a Piacenza che farà diventare il nostro Ospedale universitario. Non se ne è mai parlato in questi mesi, ma nonostante tutti i problemi della pandemia, c’è stato un lavoro impegnativo, in collaborazione con l’Università di Parma, che ha permesso di ottenere un grande risultato per la città”.
Questo l’annuncio a sorpresa di Patrizia Barbieri, sindaco di Piacenza, nella conferenza stampa online con il direttore generale Ausl Luca Baldino, di venerdì 30 ottobre.
“Saranno 100 gli studenti ammessi ogni anno - ha aggiunto Barbieri - fino ad arrivare a 600 studenti per i 6 anni di studio. Il
corso di laurea sarà in lingua inglese offrendo, in questo modo, grande attenzione all’internazionalizzazione”
“Contiamo di partire nel settembre 2021 - ha sottolineato il sindaco - e se la pandemia dovesse rallentare il percorso, slitterà di un anno al massimo, al 2022. Già c’è l’approvazione del senato accademico di Parma e i ministeri dell’Istruzione e Sanità”’
Il periodo della pandemia già ha permesso - secondo Barbieri - di evidenziare anche un grande successo per Piacenza perché già il reparto di Ortopedia dell’Ospedale è diventato universitario.
“Ringrazio il sindaco di Piacenza e il rettore dell'università di Parma - così ha esordito Luca Baldino, direttore generale Ausl. Grazie al loro impegno in breve tempo l’ospedale di Piacenza sarà universitario. Tutto ciò consentirà di avere una percentuale di sanitari piacentini più numerosa rispetto all’attuale. La lingua inglese farà diventare il corso uno tra i più qualificati. È un grande progetto che darà nuove opportunità per il futuro”.
Per l’azienda sanitaria piacentina sarà - ne è convinto Baldino- un investimento importante in termini di personale. “Avremo - evidenzia il direttore Ausl - oltre ai docenti, molti ricercatori e la Regione ovviamente ci sostiene, l’impegno economico è ancora da definire, ma l’azienda investirà denaro soprattutto per il personale”.
“Stiamo valutando con la Regione - commenta il sindaco Barbieri - la sede opportuna della nuova università. Vorremmo una sede vicina all’ospedale attuale. Per il primo anno abbiamo già intravisto un paio di soluzioni. Bisogna però pensare a quando saranno 600 e trovare una location definitiva”.
“Questo progetto viene ad aggiungersi - conclude Barbieri - alle eccellenze universitarie già esistenti nel nostro territorio piacentino e non fa altro che accrescere un patrimonio di tutto rispetto che già possediamo”.

R.T.

Pubblicato il 30 ottobre 2020

Ascolta l'audio   

Pari opportunità, una casa per riprendere in mano la propria vita

 casa per donne

Una casa per voltare pagina e riprendere in mano la propria vita. Anche nei mesi più difficili dell’emergenza Coronavirus. Arriverà dalla Regione Emilia-Romagna un aiuto concreto per le donne vittime di violenza e che vogliono intraprendere un cammino verso la piena autonomia. Tra le misure allo studio contributi per coprire le prime spese per l’affitto e la gestione di un’abitazione. A illustrare le linee guida del provvedimento in corso di definizione e che sarà proposto all’esame della Giunta regionale, è stata l’assessore alle Pari Opportunità Barbara Lori in un incontro oggi pomeriggio con i Centri antiviolenza e gli Enti locali.
“Affrancarsi da un vissuto di sopraffazione e di violenza non è mai facile. Lo è ancora meno in un periodo quale quello che stiamo vivendo e che rischia di confinare ancora di più le donne dentro le mura domestiche. Per questo - ha sottolineato l’assessora Lori - abbiamo avviato un confronto con gli Enti Locali e i Centri antiviolenza per introdurre misure concrete di sostegno a beneficio delle donne già inserite in un percorso di uscita dalla violenza. L’autonomia abitativa ed economia sono senza dubbio le condizioni indispensabili per iniziare una nuova vita ed è in questa direzione che ci stiamo muovendo con questo provvedimento”.
A disposizione ci sono oltre 650 mila euro che verranno destinati ai Comuni capofila dei 38 ambiti distrettuali socio-sanitari dell’Emilia-Romagna. L’obiettivo è infatti garantire una copertura omogenea dell’intero territorio regionale. Le risorse potranno servire per erogare alle donne, inserite in un progetto specifico che preveda l’uscita dalle case rifugio o da alloggi di transizione, forme di sostegno economico quali contributi per le spese per l’affitto.

Pubblicato il 29 ottobre 2020

Ascolta l'audio   

«Le Regioni siano protagoniste nella strategia di ripresa dopo pandemia»

sessione europea

L’emergenza Covid, la trasversalità delle politiche digitali e il nuovo Patto per il lavoro e il clima. Su tutto la piena condivisione del programma europeo per l’alfabetizzazione digitale, che rappresentare l’infrastruttura umana più importante su cui costruire il futuro. Si è svolto lungo queste direttrici il dibattito in Assemblea legislativa, riunita per la seduta dedicata alla Sessione europea 2020: la 12esimadall’approvazione della legge regionale del 2008, che la istituisce. L’obiettivo è stato fare il punto su ciò che la Regione ha fatto e intende fare in merito alle iniziative preannunciate dalla Commissione europea nel proprio programma di lavoro annuale, con particolare attenzione a quelle di maggiore impatto sul territorio emiliano-romagnolo. Ospiti della seduta di quest’anno Massimo Gaudina, capo della Rappresentanza della Commissione europea a Milano e Maurizio Molinari, responsabile dell’Ufficio del Parlamento europeo, sempre a Milano. In apertura di lavori l’intervento della vicepresidente della Giunta regionale Elly Schlein, che ha richiamato i molteplici programmi e le azioni varate dall’ Unione europea per la ripresa dopo l’emergenza sanitaria ed economica causata dalla pandemia, e come anche l’Emilia-Romagna si stia muovendo nell’ambito della stessa cornice di interventi.
“La serietà e centralità con cui si affronta la Sessione europea in questa Regione e in questa Assemblea legislativa, dimostra la straordinaria vocazione europea di questa terra- ha affermato nel suo saluto in Assemblea la vicepresidente con delega al Patto per il clima e ai rapporti con l’Ue, Elly Schlein -. Una vocazione cui non abbiamo mai rinunciato, nemmeno negli anni difficili che abbiamo alle spalle: quelli dell’incapacità di condividere le responsabilità sull’accoglienza, del vacillare di Schengen, e quelli in cui un Paese ha addirittura preso la via d’uscita dall’Unione. Scelta che mai come nel mezzo di una pandemia, che non vede frontiere, si sta rivelando controproducente per cittadine e cittadini che lo abitano”.
“Gli anni che precedono - prosegue la vicepresidente - hanno visto spesso prevalere gli egoismi nazionali sulla necessità di mettere in comune competenze, risorse e strumenti all’altezza delle nuove sfide, che nessuna nazione può affrontare da sola. Oggi, chi come noi ci ha sempre creduto, ha finalmente un motivo d’orgoglio importante perché l’Europa si sta risvegliando, e con le nuove scelte, tra cui il Piano Next Generation EU di 750 miliardi, rimette al centro il principio di solidarietà su cui è fondata. Starà a noi assicurare di sfruttare al meglio queste opportunità di ricostruzione su basi diverse, rafforzando la coesione sociale e avviando la ripresa attraverso la transizione ecologica e digitale, in grado di creare anche occupazione di qualità. Questa è una svolta che risulterà efficace se sarà inclusiva- ha infine sottolineato Elly Schlein-, ed è per questo chiediamo al Governo di coinvolgere pienamente le Regioni sia in fase di progettazione della strategia di ripresa e resilienza, sia di attuazione degli investimenti e progetti, per assicurarne una rapida realizzazione. Il programma della Commissione si impegna contro l’emergenza climatica con la strategia trasversale del Green Deal, con nuovi obiettivi ambiziosi come la riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030, sul sostegno alle imprese e alla trasformazione digitale inclusiva, sul contrasto alle diseguaglianze e la difesa dei diritti fondamentali e dello stato di diritto. L’Emilia-Romagna è pronta a fare la sua parte su questi obiettivi, che sono gli stessi del Patto per il Lavoro e per il Clima che stiamo costruendo con tutte le parti sociali".

La grande sfida per il futuro
“Per prima cosa voglio ringraziare tutti i dirigenti e il personale della Regione, perché da tempo siamo i primi nel Paese come capacità di programmazione e spesa dei fondi europei- ha sottolineato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, nel suo intervento in Assemblea legislativa-. Un primato, quello del settennato 2014-2020, che vogliamo confermare anche in vista del prossimo, le cui priorità di spesa e investimento andranno necessariamente ripensate a seguito della tremenda pandemia che stiamo fronteggiando”.
“A questa ambizione vogliamo aggiungere anche il nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima, che contiamo di sottoscrivere nelle prossime settimane, ancora una volta con tutte le associazioni sindacali e di categoria- ha proseguito il presidente-. Prima della pandemia avevamo raggiunto una quota di occupazione massima, ma la crisi dovuta al coronavirus ci costringerà a recuperare decine di migliaia di posti di lavoro. Per questo abbiamo bisogno di tendere nuovamente a una buona e piena occupazione e di farlo con scelte che abbiano la sostenibilità come misura cardine: lo dobbiamo fare per salvare il bene più prezioso che abbiamo, il nostro pianeta”.
“Quest'anno l'Europa ci mette davanti un'occasione storica, senza precedenti: il Recovery Fund e il programma Next Generation Ue. Si tratta – ha spiegato- di strumenti per i quali abbiamo, come Regioni, chiesto al Governo di essere coinvolti, perché nessun esecutivo, nemmeno il più bravo, sarebbe in grado di programmare investimenti e spese per 210 miliardi di euro in pochi mesi. Le assi di intervento saranno l'innovazione e la conoscenza, qualità fondamentali per competere a livello globale. E mai come questa volta sarà decisivo un altro fattore, quello della velocità: la recessione dovuta alla pandemia ci impone di agire in modo tempestivo”.
“Questa è la grande sfida che abbiamo di fronte - ha concluso Bonaccini - e che ci potrebbe offrire l'occasione di recuperare e costruire un nuovo rapporto positivo con l'Europa. Se speso in maniera corretta e veloce, il Recovery Fund ha tutte le possibilità per cambiare quell'approccio di sfiducia che i cittadini hanno spesso dimostrato verso l'Unione Europea. Si tratta, insomma, di un'occasione formidabile per ridare credibilità a Europa. E' il mio auspicio e ne abbiamo tutti assolutamente bisogno”.

Pubblicato il 30 ottobre 2020

Ascolta l'audio   

«Vivere la tecnologia senza essere succubi»

ucid basile

La sezione di Piacenza dell’UCID - Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti - ha organizzato online un’incontro con il dott. Alessandro Basile, consulente per le imprese innovative e le nuove tecnologie, autore del volume “Blockchain - la nuova rivoluzione industriale”. Il titolo della conferenza: “Il miglioramento dell’uomo attraverso la tecnologia” coordinatore Giuseppe Ghittoni presidente dell’Unione.

Ristrutturazione aziendale e nuove tecnologie

“Il Covid è stato un acceleratore della digitalizzazione dei processi aziendali e dei progetti innovativi, la volontà di ristrutturazione delle aziende attraverso la tecnologia si è fatta più impellente, a dimostrazione che l’innovazione tendenzialmente nasce da un periodo di crisi - commenta il dott. Basile -. Innovare significa inventare, progettare qualcosa di nuovo per migliorare i processi aziendali e la vita quotidiana di ognuno noi. Le tecnologie emergenti e l’innovazione a cui stiamo assistendo rappresentano una nuova rivoluzione industriale e questa sarà la più veloce di tutte”.

Blockchain un registro d’informazioni

“La blockchain, per semplificare, la possiamo vedere come un registro d’informazioni decentralizzato a cui tutti i partecipanti a questo sistema possono attingere -continua il relatore-. Tutto ciò ha determinato un grande impatto sia a livello dei processi aziendali che nella vita quotidiana delle persone, basti pensare alla tracciabilità e alla trasparenza delle informazioni a cui si può accedere. Possiamo dire che rappresenta un paradigma tecnologico ed un insieme di tecnologie già esistenti ma riorganizzate”.

Le tecnologie possono migliorare il lavoro ed il quotidiano

“Stanno nascendo diverse realtà di utilizzo delle nuove tecnologie e tutto ciò può portare ad un miglioramento del lavoro - sostiene Basile - è evidente che nulla è mai completamente positivo o completamente negativo, per questo ritengo sia necessario creare un rapporto virtuoso con la tecnologia riuscendo ad utilizzarla al meglio. Molti lavori sono già stati completamente sostituiti e questo sarà un trend inarrestabile. Il rapporto collaborativo tra uomo e tecnologia aumenterà ogni giorno, con il risultato che si otterranno miglioramenti sia nei profitti aziendali che nella qualità di molti lavori”.

Profitto ed etica nella tecnologia

“È necessario vivere la tecnologia senza esserne succubi, ma l’impatto che potrà avere in certi ruoli sarà importante basti pensare alla sanità -conclude il relatore-. L’essere umano dovrà sempre più specializzarsi ed istruirsi per entrare nel mercato del lavoro. A causa della pandemia abbiamo ad esempio verificato l’importanza della didattica a distanza attraverso strumenti tecnologici, strumenti che possono permetterci di aumentare le nostre conoscenze. Le problematiche legate alle fasce più deboli per età sono evidenti poiché non hanno né la formazione, né gli strumenti stessi per usufruire dei servizi tecnologici, ma l’informatizzazione della pubblica amministrazione ad esempio, condurrà ad uno snellimento burocratico ed ad una maggiore trasparenza, sarà inoltre necessario colmare il gap teorico, tecnico e professionale delle figure con bassa scolarizzazione”.

Stefania Micheli

Ascolta l'audio   

Pubblicato il 29 ottobre 2020

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente