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Notizie Varie

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Un nuovo numero informativo Covid per la cittadinanza

usl

Un nuovo numero Covid per la cittadinanza, per dare risposta alle richieste di informazione sempre numerose sulla gestione dell’epidemia a Piacenza. Dal pomeriggio del 24 novembre, l’Azienda Usl di Piacenza mette a disposizione una linea dedicata: 0523.17.90.900, con l’obiettivo di indirizzare o risolvere questioni su aspetti amministrativi, procedurali e sanitari quali quarantene e isolamento, sorveglianza, certificazioni e tamponi, referti.
Il numero sarà attivo sette giorni su sette, dalle 7 alle 21: potranno rivolgersi tutti i cittadini che, per varie esigenze, hanno bisogno di informazioni.   
“In queste settimane abbiamo assistito – evidenzia Giuliana Bensa, direttore amministrativo dell’Azienda Usl di Piacenza - a un notevole incremento di persone contagiate e sono migliaia ogni settimana coloro che si sottopongono a tampone o a screening. Di conseguenza, è aumentata in maniera significativa la richiesta di informazioni, che possono riguardare i diversi passaggi sanitari e amministrativi dei percorsi che sono stati attivati”.
Già nelle settimane scorse l’Ausl aveva potenziato la comunicazione dedicata al covid, con l’apertura di un sito dedicato (www.covidpiacenza.it). Nel frattempo, con il coordinamento di Stefano Fugazzi e Canio Vertone, si è lavorato per l’apertura di questa linea informativa, che opera su due livelli. In molti casi gli operatori che rispondono ai cittadini sono in grado di fornire risposte immediate. Qualora invece la richiesta fosse più complessa, e riguardasse situazioni personali, potranno inoltrare la telefonata a un secondo livello. “Sono coinvolti diversi servizi e dipartimenti aziendali, competenti su vari aspetti del percorso: la Sanità pubblica, le Cure primarie, gli Uffici amministrativi della rete territoriale, la Farmacia, l’Ufficio relazioni con il pubblico e l’Epidemiologia. Questo secondo livello garantisce un tempo di risposta entro le 24 ore”.
Nei giorni scorsi sono stati formati gli operatori che operano sul primo livello e sono state messe a punto le interfacce con i servizi che dovranno farsi carico delle risposte più di carattere personale, lavorando per dare risposte chiare, univoche e sempre aggiornate. “L’impegno dell’Azienda – evidenzia il direttore amministrativo – è quello di mantenere costantemente aggiornate le informazioni all’utenza, adattandole alle diverse esigenze e ai temi (per esempio il vaccino) che potrebbero diventare prioritari nelle prossime settimane”.
Il nuovo numero Covid si avvale di una piattaforma informatica costituita da due componenti: un software del centralino e uno per la catalogazione e gestione delle richieste.
“Il primo – spiega Flavio Bisotti, direttore del dipartimento interaziendale ICT – gestisce e ottimizza le chiamate in ingresso oltre ai servizi e le code degli operatori. Dovrà inoltre offrire un sistema di statistiche evolute per fornire ai responsabili del sistema informazioni dettagliate sul livello dei servizi. Il secondo software, invece, permette una rapida registrazione dei dati della chiamata, una fluida catalogazione delle richieste dei cittadini e il reindirizzamento agli operatori di secondo livello per garantire la successiva telefonata alla persona. Anche in questo caso, la reportistica è componente fondamentale per consentire valutazioni sull’efficacia del servizio e prendere in considerazioni eventuali variazioni su fasce orarie in cui erogarlo e tipologia di assistenza richiesta dalla cittadinanza”.

Nella foto, il direttore generale Baldino con il direttore amministrativo Bensa

Pubblicato il 24 novembre 2020

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Open Week della Cattolica. Scienze agrarie, Giurisprudenza ed Economia si presentano

Cattolica Open Week

 

L’Università Cattolica si presenta. Nel pomeriggio di martedì 24 novembre, nell’ambito dell’Open Week Unicatt  - settimana di iniziative online di orientamento allo studio organizzata dall’ateneo fondato da padre Agostino Gemelli - il campus piacentino è stato protagonista con le facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali e di Economia e Giurisprudenza. I due presidi, Marco Trevisan e Annamaria Fellegara - intervistati da Edoardo e Daniele Fornari, docenti referenti per le attività di orientamento - hanno spiegato l’offerta formativa, i servizi, le opportunità didattiche e lavorative che offrono i corsi di laurea triennale e a ciclo unico inseriti nelle due facoltà. Laboratori all’avanguardia, ricerche innovative e trasversali, attenzione alle esigenze degli studenti e un taglio sempre più internazionale: questi gli elementi cardine riscontrabili in tutti i percorsi di studio dell’ateneo piacentino.

Scienze agrarie, alimentari e ambientali

“L’agricoltura è un settore trainante del Paese che, nonostante il difficile momento a livello globale, gode di ottima salute - ha sottolineato Trevisan -. Nella nostra facoltà si lavora con un approccio integrato tra agricoltura, ambiente e alimentazione: siamo nella food valley, il territorio che si è distinto nella conservazione del cibo producendo eccellenze a livello eno-gastronomico. I nostri laboratori sono una risorsa fondamentale - ha spiegato -: si va da quelli più tradizionali di chimica e biologia, fino a quelli più specifici per tecnologie sperimentali, con anche campi per la coltura di viti, noccioli e specie arboree varie; senza dimenticare la stalla per la produzione e la gestione del latte e di prodotti caseari. Un team di circa 70 ricercatori - ha aggiunto - suddiviso in quattro dipartimenti, è poi protagonista di un vasto e variegato portafoglio di ricerche, nell’ambito del marketing, delle produzioni vegetali, della zootecnia e delle trasformazioni tecnologiche”. Ma quali sono i corsi triennali attivati a Piacenza e nel vicino campus di Cremona? “Abbiamo quello di Scienze e tecnologie agrarie - ha informato Trevisan -, quello di Scienze e tecnologie alimentari, sia a Piacenza che a Cremona, e quello realizzato completamente in inglese rinominato Food production management, una via di mezzo tra Scienze agrarie e alimentari, che quest’anno aveva una classe composta al 50% da studenti stranieri”. Poi ci sono le esperienze all’estero “Oltre al classico Erasmus, c’è il programma Overseas - che permette di studiare fuori dall’Unione Europea - a cui si aggiunge la possibilità di realizzare il tirocinio curriculare, obbligatorio ai fini della laurea, in un altro Paese”. E gli sbocchi occupazionali? “Le opportunità per un laureato in scienze agrarie sono molteplici - ha evidenziato - e si riferiscono a tutta la filiera agroalimentare. Al contrario di quanto si possa credere - ha precisato -, sono lavori di ingegno, che richiedono una preparazione elevata. Noi, partendo dalla tradizione, forniamo gli strumenti per essere in grado di portare l’innovazione in un settore che muta costantemente”.

Economia e Giurisprudenza

Per quanto riguarda i corsi di Economia e Giurisprudenza, la parola è passata ad Anna Maria Fellegara. “Il fatto di associare sia studi giuridici che economici rappresenta il valore aggiunto della nostra facoltà - ha evidenziato -. In questo senso, da qualche anno, il percorso di cinque anni in giurisprudenza può essere integrato da un anno aggiuntivo che conferisce una magistrale anche in economia. Per quanto riguarda le triennali in ambito specificatamente economico - ha continuato - è invece attivo il corso in Economia aziendale, cha a Piacenza si articola in 4 profili di studio con un focus specifico a partire dal terzo anno da scegliere tra: marketing management, mercati intermediari finanziari, management e libera professione e international management. Quest’ultimo, realizzato in accordo con un network di business school di tutto il mondo, si svolge in prevalenza in lingua inglese e offre la possibilità di ottenere al termine di quattro anni - due in Italia e due all’estero - una doppia laurea. Si tratta di una soluzione formativa molto impegnativa per gli studenti, ma di grande soddisfazione. Discorso a parte lo merita la laurea in Management per la sostenibilità - ha precisato la preside Fellegara -, in cui le tradizionali materie economiche vengono sviluppate nell’ottica dei più recenti pilastri legati alla sostenibilità ambientale e sociale”. Come per Agraria, anche nella Facoltà di Economia e Giurisprudenza il legame tra università e imprese è virtuoso. “E’ un punto di forza dell’ateneo - il commento di Fellegara -. Abbiamo una relazione stabile con il sistema produttivo e tutti i corsi di laurea hanno nello stage e nel tirocinio uno step importante”. Infine un consiglio, rivolto direttamente alle future neo matricole. “Per scegliere in maniera consapevole il proprio percorso di studi, una volta finite le scuole superiori, credo sia necessario che acquisiate tutte le informazioni possibili, per poi sviluppare una riflessione interiore su ciò che sembra rispondere al meglio alle vostre esigenze. Sappiate - ha concluso - che una laurea in Università Cattolica ha un grande valore: entrare nel nostro ateneo significa immettersi in una corrente di sapere che si alimenta costantemente e che vi cambierà in meglio. Lasciatevi attrarre dall’Università Cattolica, ne vale la pena”.

Federico Tanzi

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Pubblicato il 24 novembre 2020

Tamponi rapidi anche negli ambulatori dei medici e dei pediatri

Tamponi rapidi

Tamponi rapidi anche negli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta dell’Emilia-Romagna. Il provvedimento, operativo tra pochi giorni e che durerà – salvo ulteriori proroghe – fino al 31 dicembre 2020, è frutto di un duplice accordo siglato oggi della Regione: con Fimmg (per i medici di medicina generale) e con Fimp e Federazione Cipe-Sispe-Sinspe (per i pediatri di libera scelta). La “materia prima” c’è già: i quasi 45mila tamponi antigenici rapidi, forniti all’Emilia-Romagna dal Commissario per l’emergenza Covid-19 insieme ai Dispositivi di protezione individuale, sono già stati distribuiti nei magazzini delle singole Aziende Usl e a brevissimo verranno consegnati a medici e pediatri. “Un passo molto importante per rafforzare l’attività di indagine epidemiologica- commentano il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Ringraziamo i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta per la disponibilità dimostrata, perché il loro impegno è prezioso e di grande rilevanza: i tamponi rapidi antigenici sono un utile strumento per contenere l’epidemia, fornire alla popolazione una risposta tempestiva e una conseguente presa in carico rispetto alla diagnosi nel caso ci sia il sospetto di Covid-19”. “In questa situazione così critica- concludono Bonaccini e Donini- è fondamentale unire le forze e fare squadra”. Le intese siglate dalla Regione danno attuazione agli accordi collettivi nazionali del 30 ottobre 2020, che contengono disposizioni per il potenziamento dei servizi erogati dalla medicina e dalla pediatria generale nell’attività di indagine epidemiologica attraverso l’accertamento diagnostico. Con un obiettivo preciso: contribuire a identificare rapidamente i focolai e a isolare i casi.

Come funziona

In base all’accordo siglato i pazienti, per effettuare i tamponi antigenici rapidi, dovranno prenotare dopo aver fatto un triage telefonico. Potranno fare il test dal proprio medico di medicina generale - qualora operi nel proprio studio - i contatti stretti asintomatici individuati dal medico stesso oppure segnalati dal Dipartimento di Sanità pubblica in attesa di tampone rapido; e i casi sospetti di contatto che il medico di medicina generale si trova a dover visitare e che decide di sottoporre a test rapido. Qualora il medico operi in strutture rese disponibili dall’Azienda sanitaria (per esempio, in una Casa della salute), gli si potrà chiedere di ampliare il proprio target anche agli assistiti di altri medici di medicina generale, nello specifico a contatti stretti asintomatici allo scadere dei 10 giorni di isolamento identificati in base a una lista trasmessa dal Dipartimento di Sanità Pubblica/Igiene e Prevenzione al medico individuato. I medici titolari di incarichi temporanei, provvisori, di sostituzione a breve o lungo temine (compresi i medici che frequentano il corso di formazione specifica), eseguono e rendicontano le attività relative ai test con le stesse modalità dei titolari. Nelle strutture rese disponibili dall’Azienda Usl fanno test diagnostici, in caso di necessità, anche i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica), i medici di emergenza sanitaria territoriale (ad esempio, nel 118), i medici della medicina dei servizi (come quelli che operano negli istituti penitenziari) e i medici impegnati nelle attività territoriali programmate. Le Aziende Usl forniscono il proprio supporto attraverso l’individuazione e l’organizzazione delle sedi idonee dove effettuare i test rapidi qualora i medici di assistenza primaria non possano eseguirli nel proprio studio. Potrà anche essere utilizzata una modalità di erogazione drive through, secondo un criterio di prossimità al bacino di utenza, con modalità definite a livello aziendale tramite specifici accordi. La fornitura dei tamponi antigenici rapidi, o di altro test previsto nell’accordo collettivo nazionale del 30/10/2020, è assicurata ai medici dal Commissario per l’emergenza Covid-19 insieme ai Dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti, visiere e camici). Tutto il materiale (test e dispositivi) è già stato fornito ai centri logistici indicati dalla Regione, e di qui ai magazzini delle Aziende Usl. Le modalità di consegna ai medici viene stabilita a livello aziendale. Ai medici che non effettuano i tamponi in studio, saranno in ogni caso assicurati Dispositivi di protezione individuale necessari. In caso di esito positivo, il medico lo comunica al paziente e lo informa sul percorso da seguire. Il medico si autentica tramite la propria cartella opportunamente integrata o tramite il portale regionale SOLE, in modo da registrare l’esito positivo; ciò anche al fine di segnalare il caso al Dipartimento di Salute pubblica. Il medico valuta, quindi, le condizioni cliniche del paziente, e lo informa sull’obbligo di rispettare l’isolamento al domicilio, ovvero di continuare il proprio stato di quarantena in attesa dell’esito del tampone di conferma (molecolare). Il medico prende dunque in carico il paziente e gli fornisce le indicazioni opportune da seguire. In caso di esito negativo, il risultato è registrato sul portale regionale SOLE e ne viene rilasciata attestazione al paziente.

Il supporto delle Usl

I medici di medicina generale prendono in carico i propri assistiti posti in isolamento o quarantena - con l’eventuale supporto dell’Unità speciale di continuità assistenziale (Usca) - fornendo ai soggetti interessati le informazioni igienico-sanitarie e comportamentali da seguire. Valutano l’opportunità di porre in sorveglianza attiva, con il contatto telefonico o telematico, i soggetti che necessitano di un maggior supporto, nello specifico i pazienti a rischio di complicazioni. I pediatri di libera scelta utilizzano i tamponi antigenici rapidi durante l’attività ambulatoriale o domiciliare a favore dei propri assistiti. Sia che operi nel proprio studio (anche per gli assistiti di altri pediatri) o che si trovi ad operare in strutture rese disponibili dall’Azienda Usl, il pediatra esegue i test antigenici su prenotazione e dopo aver fatto un triage telefonico prioritariamente per i contatti stretti asintomatici - alla prima data utile dopo la scadenza dell’isolamento - identificati in base a una lista trasmessa dal Dipartimento di Sanità Pubblica al medico individuato (è il target privilegiato); per i contatti stretti asintomatici individuati dal pediatra; per i casi sospetti di contatto che il pediatra visita e decide di sottoporre a test rapido. Anche in questo caso, come per i medici di medicina generale, le Aziende Usl forniscono il proprio supporto preferibilmente attraverso l’individuazione delle sedi idonee ove effettuare i test rapidi qualora i pediatri di libera scelta siano impossibilitati a eseguirli nel proprio studio. Potrà essere utilizzata una modalità di erogazione drive through, secondo un criterio di prossimità al bacino di utenza. In considerazione delle possibili difficoltà di esecuzione dei tamponi nella fascia di età pediatrica, le Aziende Usl forniranno personale di supporto in base alle necessità.

Quando si conoscono gli esiti

Fornitura dei test e dei Dispositivi di protezione individuale (Dpi), come per i medici di medicina generale, sono a carico del Commissario per l’emergenza Covid-19. In caso di esito positivo, il pediatra comunica l’esito ai genitori o familiari del paziente, informandoli sul percorso da seguire. Il pediatra si autentica tramite la propria cartella opportunamente integrata o tramite il portale regionale SOLE per registrare l’esito, valuta le condizioni cliniche e raccomanda fortemente l’isolamento al domicilio in attesa dell’esito del tampone di conferma, quando previsto. Il pediatra prende in carico il paziente e fornisce le opportune indicazioni igienico-sanitarie e comportamentali da seguire nel periodo in oggetto. Nel caso in cui il pediatra effettui un tampone su un paziente che non risulti tra le scelte in carico, comunicherà al pediatra del bambino l’esito e quest'ultimo prenderà in carico il suo paziente. In caso di esito negativo, il risultato è registrato sul portale regionale SOLE e ne viene rilasciata attestazione al paziente. I pediatri di libera scelta prendono in carico i propri assistiti posti in isolamento o quarantena, con l’eventuale supporto dell’Unità speciale di continuità assistenziale (Usca), fornendo alle famiglie interessate le informazioni igienico-sanitarie e comportamentali da seguire. Valutano l’opportunità di porre in sorveglianza attiva, con il contatto telefonico o telematico quotidiano, i bambini/ragazzi che necessitano di un maggior supporto, nello specifico quelli a maggior rischio di complicazioni.

Pubblicato il 24 novembre 2020

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La Regione: «Entro il 2022 tutte le scuole connesse in banda ultra-larga»

 scuole emiliane

Scuole sempre più connesse e veloci, con l’arrivo della banda ultra-larga in tutti i plessi scolastici dell’Emilia-Romagna entro il 2022. È stato approvato l’accordo tra Regione Emilia-Romagna, ministero dello Sviluppo economico, Lepida Scpa e Infratel Spa per collegare alla rete in fibra ottica a 1Gbps le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado dell’intero territorio regionale, da Piacenza a Rimini. 24 milioni di euro le risorse disponibili: fondi destinati alla Regione dal Comitato nazionale Banda Ultra Larga (Cobul) del ministero dello Sviluppo economico, con l’attuazione degli interventi previsti nel Piano Scuole. Sono oltre 1.200 quelle già connesse con la banda ultra-larga, più della metà degli istituti presenti in Emilia-Romagna, ma entro due anni lo saranno anche le restanti 1.173. Oltre a una rete più veloce, Lepida fornirà gratuitamente anche le attività di assistenza e manutenzione per dieci anni, in più i servizi di porta autenticata per l’accesso di studenti e docenti e il filtraggio dei siti per navigare in sicurezza.
A presentare il Piano è stata l’assessore regionale alla Scuola e Agenda digitale, Paola Salomoni, in Commissione assembleare: “La Regione, assieme a Lepida, ha sempre investito nel digitale - ha affermato l’assessore -. A maggior ragione, in un momento in cui le tecnologie digitali rappresentano uno strumento essenziale per lavorare e studiare, dotare le scuole di connessioni a banda ultra-larga è una priorità. Tutti gli istituti, dai centri urbani alle aree montane, devono essere messi nelle condizioni di usufruire delle nuove tecnologie e beneficiare così del massimo della connettività, perché nessun comune deve rimanere indietro: sin dall’inizio della legislatura questa è stata la priorità. Sul sito della Regione- ha poi spiegato- è disponibile il Piano banda ultra-larga con l’elenco delle scuole del territorio regionale che saranno connesse, oltre a una mappa per facilitare la loro localizzazione e visionare i tempi, tutto in totale trasparenza come nostra consuetudine fare”.

L'assegnazione sulla richiesta dei Comuni


Non solo, perché si sta chiudendo il bando per la distribuzione di 800 computer fissi dismessi da Lepida, messi a disposizione delle scuole dell’Emilia-Romagna anche per fronteggiare le difficoltà legate alla didattica a distanza. L’assegnazione sarà effettuata sulla base delle domande presentate da Comuni e Province, in numero proporzionale alla popolazione provinciale del territorio di richiesta e alla popolazione di studenti di riferimento. L’accordo sottoscritto dalla Regione e recepito da una recente delibera di Giunta stabilisce la connessione di tutte le 1.173 scuole non ancora collegate in banda ultra-larga. Gli istituti sono così suddivisi: 206 in provincia di Bologna; 172 a Reggio Emilia; 137 a Rimini; 130 a Piacenza; 118 a Ferrara; 117 a Modena; 116 a Parma; 107 a Forlì-Cesena; 70 a Ravenna. La connessione diffusa degli istituti scolastici a livello regionale consentirà così l’apprendimento, la formazione e l’introduzione alle tecnologie telematiche, oltre a favorire l’insegnamento ai docenti con la didattica a distanza, sempre più necessaria come l’emergenza sanitaria sta dimostrando. L’obiettivo è di attivare la connettività a 221 scuole già nei prossimi mesi, ad altre 559 nel 2021, per poi concludere i lavori nel 2022. Sul sito della Regione è disponibile il Piano banda ultra larga con l’elenco delle scuole del territorio regionale che saranno connesse e una mappa per facilitare la loro localizzazione. Le scuole e i rispettivi Comuni e province di riferimento possono segnalare all'indirizzo eventuali plessi non compresi nell’elenco, in modo da attivare le opportune verifiche e integrare la pianificazione.

Pubblicato il 24 novembre 2020

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Ichino a Cives: «L’Italia più attrattiva dal punto di vista lavorativo»

cives

Pietro Ichino a Cives, il corso dell’Università Cattolica di educazione civica, presenta il suo ultimo libro edito da Rizzoli “L’intelligenza del lavoro, quando sono i lavoratori a scegliersi l’imprenditore”. Il dottor Ichino, giurista, giornalista, professore universitario, dirigente sindacale è stato membro della commissione lavoro della camera dei deputati e si è sempre dedicato allo studio del mondo del lavoro elaborando possibili soluzioni, ecco le sue posizioni.

Domanda ed offerta di lavoro

“Il mercato del lavoro non è soltanto un luogo dove gli imprenditori selezionano i propri dipendenti, ma anche un posto dove le persone possono scegliere l’impresa a loro confacente. Potrebbe apparire un’affermazione paradossale ed utopica, ma se ci guardiamo attorno vediamo molte situazioni in cui sono proprio i lavoratori a decidere dove svolgere la propria attività. Il vero problema è che non tutti hanno questa possibilità e per questo è necessario offrire ad ognuno l’opportunità di concretizzare tale principio, assicurando alle persone le necessarie informazioni, una formazione adeguata e un’efficiente assistenza alla mobilità in ragione della domanda di lavoro esistente. Le imprese, che sono sempre più flessibili a livello globale, tendono a dislocarsi nei luoghi dove possono trovare forza lavoro adeguata alle proprie necessità. A rendere debole la persona nel mercato del lavoro non è tanto lo squilibrio tra domanda ed offerta, quanto piuttosto il difetto di servizi, per questo è essenziale fornire informazioni su dove esistano le opportunità migliori e formare per renderle praticabili. L’effetto di un mercato del lavoro non informato e formato, determina una mancata corrispondenza tra domanda ed offerta”.

I giacimenti occupazionali

“Esistono giacimenti occupazionali indipendenti dagli incentivi statali e anche oggi, nonostante la crisi dovuta al covid-19, tale esigenza permane. La difficoltà che le imprese denunciano è quella di reperire lavoratori e non solo per le professioni qualificate, ci sono settori che proprio in questo periodo hanno visto aumentare il loro fatturato e manifestano l’incapacità di trovare risorse umane. Oggi è possibile conoscere in tempo reale il fabbisogno occupazionale prevedibile settore per settore, azienda per azienda, ma è necessaria una formazione professionale efficace e permanente che dia accesso alla domanda di lavoro esistente, questo diritto, sopratutto nellera delleconomia digitale e globalizzata, deve diventare comune a tutti i lavoratori presenti e futuri. Per questo motivo occorre un monitoraggio approfondito tra formazione impartita e sbocchi occupazionali effettivi, realizzabile attraverso l’istituzione di un’anagrafe della formazione professionale, indispensabile per l’orientamento, che consenta di fornire agli utenti indicazioni attendibili sui percorsi che daranno occupazione. Nel nostro paese esistono servizi di orientamento professionale, però non vengono erogati in modo capillare come in altri stati dove raggiungono non solo chi è già inserito nel mondo del lavoro, ma anche ogni adolescente all’uscita dei percorsi scolastici, tracciando le sue aspirazioni e capacità, indicando le strade percorribili con realistiche probabilità di poter svolgere il lavoro desiderato. In Italia purtroppo si privilegia maggiormente l’interesse degli addetti alla preparazione più che rispondere alla domanda di formazione. Si spendono fiumi di denaro spesso malamente e distribuiti in modo clientelare, secondo criteri di lottizzazione politica”.

Quando a scegliere l’imprenditore è la collettività 

“La globalizzazione consente alle imprese di mettere in concorrenza tra loro i lavoratori di tutto il mondo, ma nel contempo una collettività di lavoratori che vuole valorizzare il proprio territorio può ricercare l’impresa che meglio corrisponde alle proprie esigenze e alla propria formazione professionale. Si apre un nuovo ruolo del sindacato che dovrebbe guidare i lavoratori in questa ricerca, accompagnandoli a valutare i piani industriali degli imprenditori e a negoziare la scommessa comune. Questa può rappresentare la speranza di riscatto economico sopratutto per il nostro mezzogiorno, spalancando il paese al meglio dell’imprenditoria. Purtroppo in Italia si è sempre stati ostili alle multinazionali che in sè non sono né buone nè cattive, ma è necessario sapere esaminare la loro affidabilità sul piano etico, della trasparenza, della solidità finanziaria e dell’affidabilità tecnica. Prendersi il meglio della globalizzazione significa mettere in concorrenza gli imprenditori sul lato dell’offerta di lavoro, la difesa dell’italianità delle imprese rappresenta un grave errore e dobbiamo entrare nell’ordine d’idee che più piani industriali affluiscono nel nostro paese, più si rafforza la possibilità dei lavoratori di scegliere. Promuovere sul territorio la possibilità d’insediamento di una pluralità di aziende in concorrenza tra loro, significa aumentare la possibilità di scelta. È necessario rendere l’Italia maggiormente attrattiva dal punto di vista lavorativo”.

Stefania Micheli

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Pubblicato il 24 novembre 2020

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