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Un appello per una cultura civile e sportiva

calcio

E’ normale che una mamma che assiste alla partita del figlio si permetta di insultare la ragazza sedicenne che arbitra la partita di calcio? E’ istruttivo che un allenatore, che dovrebbe prima di tutto essere un educatore, insulti la stessa ragazza in un’altra occasione mentre arbitra una partita del campionato allievi e si rifiuti di lasciare il campo dopo essere stato espulso? Tutto questo è successo a Piacenza. Siamo sempre pronti a puntare il dito contro i ragazzi addebitando loro maleducazione, incapacità di relazionarsi positivamente con i coetanei, fenomeni di bullismo e tanto altro.
A ben vedere questi due episodi parlano di due adulti incapaci di tenere un comportamento corretto e a comportarsi da bulli nei confronti di una ragazza. Ma di episodi come questi, con protagonisti degli adulti, purtroppo, se ne ripetono ad ogni latitudine. Quello che colpisce è l’indifferenza con cui spesso assistiamo a questi episodi.
Le società dovrebbero mettere ben in chiaro, con tecnici e genitori, che il rispetto, la correttezza sportiva e civile e la solidarietà sono pilastri imprescindibili per fare sport.
Discorso a parte meriterebbe il comportamento di tanti professionisti del pallone: calciatori, allenatori, dirigenti, giornalisti e altre figure che ruotano intorno al business calcistico. Anche tra questi protagonisti del calcio si notano dei comportamenti da veri “bulli” e questo contribuisce all’emulazione da parte dei ragazzi di atteggiamenti non corretti.

"The Bright Side": anche le buone notizie fanno notizia

A nome di “The Bright Side” lancio l’idea di un’iniziativa nazionale di Educazione alla positività che valorizzi le idee e le proposte che concorrono a migliorare il clima che si respira sui campi di calcio, in primis quello giovanile.
The Bright Side è un associazione di volontari, nata da una parte per promuovere la lettura e l’informazione positiva e dall’altra per sostenere tutte le iniziative che promuovono la positività
Propongo di decretare lo stato di agitazione su tutti i campi di calcio giovanile e, al primo segnale di insulti o atti violenti, gli spettatori dovrebbero abbandonare gli spalti. Inoltre l’indifferenza non è un buon esempio per i ragazzi.
Chiedo a tutti i bambini e le bambine, ai ragazzi e alle ragazze, ai tecnici, ai genitori di inviare testimonianze di solidarietà a Martina. Analogamente chiedo a tutti di inviare testimonianze e riflessioni sulle proprie esperienze nel calcio giovanile.
Se vogliamo che non ci sia solo un pronunciamento di facciata occorre lavorare per un cambiamento profondo di cultura sportiva ma anche civile. Le offese e gli insulti tornano spesso nella vita di tutti i giorni a tutti i livelli, come anche la discriminazione nei confronti del sesso femminile. Non a caso gli insulti hanno colpito una ragazza.
Credo che insieme si possa contribuire a cambiare la cultura sportiva e civile.
Per Inviare messaggi di solidarietà o testimonianze e riflessioni scrivere a

Roberto Lovattini,
maestro e socio di The bright Side

Pubblicato l'11 novembre 2020

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