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Notizie Varie

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Al Centro vaccinale della Banca di Piacenza il primo vaccinato con doppia inoculazione

centrovac

Luca Giannini (lavora alla ditta Zangrandi ai Casoni di Gariga) è il primo piacentino che è stato interamente vaccinato al Centro vaccinale allestito dalla Banca di Piacenza per tutti i cittadini che hanno voluto ad esso rivolgersi (è aperto al PalaBanca, loc. Le Mose), oltre che per tutti i dipendenti della Banca e per quelli che lavorano in aziende clienti dell’Istituto di credito locale.

Il Centro vaccinale della Banca si fonda sulla collaborazione del Centro medico Rocca, che - com’è noto - ha un suo specifico Poliambulatorio alla Besurica e sta dando attuazione a un programma di aperture di altri centri fino a coprire tutte le vallate: dopo quello di Bobbio, già operativo, sarà la volta di Vigolzone, Carpaneto e in via San Giovanni, in centro città. Una dinamica realtà che si sta sviluppando rapidamente e che occupa un posto di primissimo piano nel settore della sanità privata

Nella foto, insieme al giovane Luca Giannini (al centro), Giuseppe Rocca (fondatore del Centro omonimo condotto in collaborazione con il figlio Daniele) e, sulla destra, l’ing. Roberto Tagliaferri, dirigente della Banca di Piacenza che guida l’Ufficio Economato, Tecnico e Sicurezza dell’Istituto e che ha curato - in collaborazione e sotto il controllo dell’ASL - il Centro vaccinale.

Pubblicato il 21 luglio 2021

Tre serate letterarie a Travo

serra

Una tre giorni all’insegna dei libri e della musica è in cartellone questa settimana alle Serate letterarie Giana Anguissola. Al consueto appuntamento del giovedì, che il 22 luglio ospiterà il giornalista e scrittore Michele Serra alle ore 21 nella corte del castello di Travo (piazza Trieste), si aggiungono altre due date: venerdì 23 luglio una serata dedicata alle musiche per il cinema con il quintetto d’archi 5 Strings e sabato 24 l’evento clou della rassegna: la Premiazione del concorso letterario nazionale Giana Anguissola, che da dodici anni premia la letteratura inedita per ragazzi e celebra il rapporto privilegiato che la grande scrittrice ebbe con il borgo di Travo.

Michele Serra e l'incontro tra l'uomo e il cane

Il primo appuntamento è per giovedì 22 luglio con Michele Serra, che presenterà il suo ultimo libro Osso. Anche i cani sognano (Feltrinelli, 2021), un romanzo per bambini – ma anche per adulti – che racconta con leggerezza e profondità la storia dell’incontro fra l’uomo e il cane, a partire dalle vicende di un nonno e della sua nipotina e grazie anche alle poetiche illustrazioni di Alessandro Sanna. L’autore sarà in dialogo con Stella Poli e con Maddalena Scagnelli, che ha anche creato gli intermezzi musicali che scandiranno la presentazione, selezionando gli strumenti musicali tradizionali che più sono legati al mondo animale raccontato nel libro: le ocarine di Fabio Galliani e il figulino di Laura Francaviglia, insieme al corno di Giorgio Strinati deputato a ricreare la dimensione notturna del bosco. L’incontro rientra negli appuntamenti dell’Appennino Festival.

5 MUSICHE DA CINEMA A4

Musiche da cinema con i 5 Strings

Venerdì 23 luglio andrà in scena Musiche da cinema, una serata musicale con il quintetto d’archi 5 Strings e un programma costruito su arrangiamenti di alcune fra le più belle colonne sonore dei film. Da C’era una volta in America, Per un pugno di dollari e C’era una volta il West di Ennio Morricone, ai brani – altrettanto celebri - composti da Hans Zimmer per i film Inception e Sherloch Holmes e da John Williams per E.T., Jurassic Park, Indiana Jones e Star Wars. Il quintetto d´archi 5 Strings è composto da Gabriele Schiavi (violino), Monica Bertuzzi (violino), Marcello Schiavi (viola), Vieri Giovenzana (violonbasso) e Claudio Schiavi (contrabbasso).

La serata della premiazione

Sabato 24 luglio si terrà infine la Premiazione del Concorso letterario nazionale Giana Anguissola, di romanzi e racconti inediti per ragazzi, con la proclamazione del romanzo e del racconto vincitori della XII edizione di questo concorso.
Il programma della serata, che avrà inizio alle ore 21 e si terrà nella corte del castello di Travo, prevende i saluti delle autorità e della giuria; un intervento del presidente di giuria Daniele Novara su “La contemporaneità di Giana Anguissola”; di Barbara Schiaffino, direttrice della Rivista Andersen, in collaborazione con cui dal 2020 si svolge il concorso letterario e della studiosa di letteratura giovanile Carla Ida Salviati. A seguire, si terranno un reading musicale a cura di Carolina Migli e Gianfrancesco Amoroso e la proclamazione del miglior romanzo e del miglior racconto in gara.

Informazioni e aggiornamenti

www.gianaanguissolatravo.it

www.fb.com/ConcorsoGianaAnguissola

www.instagram.com/gianaanguissolatravo

Pubblicato il 20 luglio 2021

Ecco come sarà il nuovo ospedale di Piacenza da 601 posti letto

nuovo ospedale copia

Un edificio centrale e sei torri: un ospedale che richiama il disegno radiale delle valli appenniniche e quello cartesiano della città, nel quale saranno potenziate e riorganizzate tutte le attività sanitarie attualmente presenti al Guglielmo da Saliceto. Il volto del nuovo ospedale di Piacenza è stato presentato il 20 luglio nell’ex chiesa del Carmine di Piacenza, alla presenza delle massime autorità locali e regionali. Lo studio di fattibilità ha raccolto la lezione della pandemia e ha orientato le scelte dei tecnici (Società di progettazione Policreo di Parma) verso una struttura ad altissima innovazione, adeguata alle più moderne esigenze della sanità, soprattutto flessibile, che consentirà di ampliare il numero di posti letto in caso di necessità, com’è stata appunto la diffusione del virus Sars-CoV-2.
Il nuovo ospedale di Piacenza è il primo presidio ospedaliero in Italia a essere progettato secondo questa nuova logica, che permetterà di incrementare fino al 16% i posti letto disponibili in caso di bisogno, arrivando a garantirne fino a 601. Grande attenzione, nel progetto, è stata riservata anche al comfort degli utenti (una stanza su tre sarà a un solo letto; gli spazi comuni, gli accessi e i percorsi saranno tutti orientati alla sicurezza, all’accoglienza e al benessere di pazienti e accompagnatori) e del personale sanitario. Nel complesso ospedaliero, che si svilupperà su una superficie complessiva di 272.000 metri quadrati, troveranno spazio non solo una nuova pista per l’atterraggio dell’elisoccorso, ma anche elementi di attenzione all’utenza e al personale interno: grandi spazi verdi, strade di collegamento, un percorso ciclo pedonale, aree attrezzate per la sosta e 1200 parcheggi.

Pres Nuovo Ospedale con bonacini

Sopra, la presentazione con Stefano Bonaccini del nuovo ospedale nella chiesa dell'ex Carmine (foto Pagani).

Sarà un ospedale del futuro

Alla presentazione alla stampa (cui seguiranno altri incontri istituzionali) nell’ex chiesa del Carmine erano presenti il sindaco e presidente della Provincia Patrizia Barbieri, il direttore generale Ausl Luca Baldino e il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Lo studio di fattibilità della nuova struttura è stato affidato all’architetto Sergio Beccarelli, della Società di progettazione Policreo di Parma. L’illustrazione odierna è stata curata dal manager Baldino, dopo i saluti del primo cittadino. “Il nuovo ospedale di Piacenza - ha dichiarato il presidente Bonaccini, al termine della presentazione – sarà un ospedale del futuro, costruito sulle esigenze di chi viene curato e su quelle di chi cura e assiste, per assicurare il massimo livello di qualità, sotto tutti gli aspetti. Sarà un punto di riferimento per la città e l’intero territorio piacentino che, con l’ospedale di Fiorenzuola e il Centro paralimpico nazionale di Villanova, contribuisce a rafforzare la qualità dei servizi, la capillarità territoriale e l’attrattività della sanità emiliano-romagnola”.

 Le principali aree

I contenuti del nuovo ospedale ricalcano e potenziano quelli presenti nell’attuale: tutte le funzioni troveranno miglior collocazione, attraverso la disponibilità di spazi più razionali e la valorizzazione e il potenziamento delle principali aree:

- l’area interventistica con 14 sale operatorie, un blocco endoscopico con 10 sale, 8 sale parto e 4 sale di interventistica cardiologica e di emodinamica. Il progetto prevede anche il potenziamento dell’area day surgery, della chirurgia di emergenza urgenza, e della chirurgia specialistica.

- il blocco tecnologico, con il potenziamento della medicina nucleare, della radiologia e della radioterapia

- l’area degenze: il 35% delle stanze sarà a un posto letto, con la possibilità di inserirne un secondo per l’accompagnatore o di raddoppiare la ricettività in caso di bisogno (per esempio, per picchi pandemici)

- l’area dell’emergenza urgenza, con il potenziamento del Pronto soccorso e dell’area dedicata alle terapie intensive e semintensive

- l’area materno infantile, con la valorizzazione e il potenziamento della patologia neonatale e dell’assistenza ostetrico-ginecologica e pediatrica

- l’area oncologica

- l’area di specialistica medica di secondo livello. La costruzione della nuova struttura cancellerà le pesanti diseconomie derivanti dall’organizzazione a padiglioni, ormai superata ma ancora presente al Guglielmo da Saliceto, e consentirà di investire in tecnologia e competenze.

La recente pandemia ha guidato le scelte organizzative e strutturali per il nuovo ospedale, in particolare riferite a: potenziamento dei posti letto intensivi e semi intensivi; separazione dei percorsi e assicurazione di adeguati spazi d’attesa per consentire il distanziamento fisico preventivo in Pronto soccorso e nelle aree dedicate alla diagnostica e alle attività ambulatoriali; previsione di un adeguato numero di stanze singole, con la possibilità di accogliere un accompagnatore o un secondo paziente, rendendo facilmente attuabile anche l’eventuale esigenza di isolamento; potenziamento dell’impiantistica per garantire l’isolamento dei pazienti nei vari gradi di rischio (malattie infettive, medicina d’urgenza, terapia intensiva e semi intensiva, unità di terapia intensiva respiratoria e pneumologia). Serviranno però otto anni di attesa prima di veder entrare in funzione l’ospedale: 10 mesi per affidare la progettazione, 30 mesi per la progettazione e ottenere i permessi, 12 mesi per affidare i lavori e 44 mesi per la costruzione dell’ospedale.

Pubblicato il 20 luglio 2021

La grave situazione di Haiti nel racconto di Arkangj

 Arcangelo

Alto, slanciato, fisico asciutto, capelli rasta, Arcangelo è un giovane di Haiti ospite del progetto “Casa tra le Case” della Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio. Il progetto, avviato nel giugno 2016, sostenuto anche dall’8xmille, si rivolge a famiglie e a singoli in situazioni di disagio abitativo.

Una vita difficile

“Ricordo nella mia infanzia, quando ad Haiti, mia madre lasciava soli noi tre fratelli, fino a notte tarda, per guadagnare qualcosa con il lavoro nei campi ed aiutando altre famiglie. Sono stati momenti tristi e drammatici…”. Così si racconta Sainvilus Saintfleur, fin da piccolo chiamato Arkangj, Arcangelo in italiano, 38 anni, che fin da 15 anni si è messo a lavorare per aiutare la famiglia. “Sono cresciuto senza papà, che ha lasciato da sola mia madre, quindi, fin da giovanissimo, ho cercato di guadagnare qualcosa per i miei. Sono riuscito ad andare - aggiunge - a Santo Domingo, che confina con Haiti. I primi tempi facevo avanti indietro poi, dal 2003, sono riuscito ad avere lì la residenza. Ho cominciato a lavorare come muratore, poi sono entrato, come operatore, nel mondo turistico nella penisola di Samanà, che si protende dalla costa nord-orientale della Repubblica Dominicana. Nel 2015, ho conosciuto una donna italiana, mi sono sposato con lei a Santo Domingo e nel 2018 sono venuto in Italia. Purtroppo nel 2020 ci siamo separati. È stato un momento difficile e qui, non avendo nessun parente, mi sono trovato da solo, senza casa e grazie ai servizi del Comune e della Caritas sono stato inserito nel progetto Casa tra le case”. Arcangelo ha sempre cercato di essere autonomo, di andare avanti da solo e finora ha lavorato con contratti parziali di qualche mese in diverse aziende: alla Steriltom, all’Unieuro, ad Amazon, adesso è in attesa di occupazione e riprenderà, nei prossimi giorni, la campagna dei pomodori. Il giovane haitiano spera tanto in un lavoro con contratto a tempo indeterminato.

Haiti nel caos

“La situazione di Haiti è veramente problematica - ci spiega Arcangelo- è un paese che non si rialza, anzi va sempre indietro”. È uno degli Stati più poveri delle Americhe, la popolazione è in mano ad una classe politica corrotta e mancano i diritti fondamentali, come l’accesso alle cure. Ad undici anni dal sisma che ha distrutto il paese, il sistema sanitario è al collasso, mentre il 59% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. “Se vuoi andare ad Haiti - mi dice Arcangelo - devi conoscere qualcuno che sia fidato perché tutti cercano di approfittarsene. Pensare che potrebbe essere un paese stupendo con spiagge incantevoli, ma non c’è turismo. Ora le gang di malviventi si dedicano al rapimento delle persone. Recentemente alcuni preti e suore sono stati rapiti in cambio di denaro”.

Un popolo di grande fede

La religione più diffusa ad Haiti è il cristianesimo con cattolici ed evangelisti.
“Sin da piccolo, con mia mamma e i miei fratelli, ho frequentato la chiesa evangelica - racconta Arcangelo - ho una grande fede come tutto il mio popolo. Noi chiamiamo Dio papà e lo sentiamo vicino, anche se di fronte alla totale disperazione verrebbe da chiedersi dov’è, noi lo sentiamo presente nella nostra vita e confidiamo solo in Lui”.

Un futuro migliore

“Da giovane ho avuto una relazione con una ragazza haitiana e nel 2006 è nata la mia splendida figlia che ora abita con la zia. È stato un grande dono di Dio, cerco di stare, per quanto mi è possibile, in contatto e farle sentire la mia vicinanza. Ormai è una signorina, è molto intelligente e gli piacerebbe approfondire gli studi. Il mio sogno è quello di portarla qui con me per darle un futuro migliore”.        

Riccardo Tonna

Don Borea e i preti della montagna nella Resistenza: evento a Groppovisdomo

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La Proloco e il Gruppo Alpini di Groppovisdomo, frazione del Comune di Gropparello, organizzano, nella serata di sabato 24 luglio alle ore 21 nella chiesa parrocchiale,  un incontro dedicato alla figura di don Giuseppe Borea. Il sacerdote verrà ricordato attraverso le testimonianze dei preti di montagna che hanno operato, durante la Resistenza, nei territori dove don Borea svolse il suo ministero in qualità di cappellano militare della 38ª Brigata della Divisione Val d'Arda.
Don Borea, ricoprì, nel 1937, anche l'incarico di parroco di Obolo che mantenne fino al 28 gennaio 1945 data del suo arresto.
Relatore della serata è Giuseppe Borea nipote di don Giuseppe; saranno presenti il sindaco Claudio Ghittoni, il vice-sindaco Graziano Stomboli e i rappresentanti delle associazioni locali.

locandina

I veri protagonisti della serata, esclusiva nel suo genere, saranno i preti e il loro ministero svolto in questo ampio territorio dell'Appennino nel periodo della Resistenza: erano sacerdoti appassionati, generosi e di grande umanità al servizio della gente.
Le testimonianze, raccontate durante la serata del 24, sono tratte dai libri: "I Cattolici e il Clero nella lotta di Liberazione nel Piacentino" di Celestina Viciguerra, "O tutti o nessuno" di Alberto Leoni e il libro di Lucia Romiti, “Giuseppe Borea quando l’amore è più forte dell’odio” (ed.Il Duomo). 

Pubblicato il 20 luglio 2021

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