Università Cattolica: «innovare per avere cibi migliori e più salubri»
“Per mantenere viva la tradizione bisogna innovare”. Con queste parole Marco Trevisan, Preside della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha aperto il webinar intitolato “Innovation in food science and consumer trust” (riguardalo qui) promosso nel pomeriggio del 14 luglio dall’ateneo piacentino nell’ambito del più ampio progetto “Omic technologies for consumer food engagement: innovazione nella tracciabilità degli alimenti biologici e fiducia del consumatore”.
Coinvolgendo diversi esperti del mondo delle scienze alimentari, l’incontro ha avuto un duplice focus. “Da un lato - ha spiegato Trevisan - l’innovazione nella tecnologia alimentare e nella produzione del cibo, dall’altro il cosiddetto consumer trust, ovvero ciò che i consumatori credono e pensano riguardo queste nuove tecnologie, verso le quali molte volte c’è un po’ di paura. In realtà la tecnologia in sé non è un problema - ha chiarito il docente -, ma solo un mezzo per ottenere cibi di migliore qualità e più salubri. Per arrivare a questo risultato, e salvaguardare i prodotti alimentari italiani di punta che ogni anno con l’expo generano un indotto da 42 miliardi di euro, bisogna innovare. E per innovare è necessario utilizzare la tecnologia”.
“Coinvolgere il cittadino per una filiera etica e sostenibile”
A coordinare gli interventi è stata Guendalina Graffigna del centro di ricerca dell’Università Cattolica EngageMinds HUB, specializzato nella promozione di attività scientifiche relative allo studio delle condotte di salute e dei consumi alimentari. “Con questo dibattito - ha spiegato -, l’obiettivo è mostrare come le principali innovazioni nella filiera agro-alimentare siano spesso la reale soluzione alle nuove sfide del presente legate al cibo, come la crescita della popolazione globale e la scarsità delle materie prime. D’altra parte - ha aggiunto -, in qualità di psicologa dei consumi posso testimoniare come il consumatore medio sia spesso spaventato e scettico davanti alla tecnologia. Vuole saperne di più in relazione agli effetti sulla propria salute e su quella dell’ambiente. Ecco perché - ha evidenziato - Il cittadino deve essere educato, informato ma anche coinvolto attivamente, in modo da rendere questa filiera innovativa il più etica e sostenibile possibile. In questo senso, occasioni come quella di oggi sono la base di un dialogo possibile tra scienza e società”.
Spazio poi agli interventi, con i contributi di Luigi Lucini, docente di Chimica agraria, Università Cattolica del Sacro Cuore, che si è soffermato sull’“Innovazione delle Tecnologie Omiche per la Certificazione degli alimenti biologici”; Erminio Trevisi, CRAST, PRONUTRIGEN della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, Università Cattolica del Sacro Cuore che si è focalizzato su “Nuove Tecnologie e Benessere Animale”; quindi Alessandra Lanubile, BIO DNA Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, Università Cattolica del Sacro Cuore che ha invece parlato di “Genome editing: una soluzione per l’agricoltura sostenibile”.
In conclusione di incontro, Graffigna ha anticipato che “nei mesi autunnali verrà organizzato un altro webinar in cui si concentrerà nuovamente sulle tematiche del cibo e delle nuove tecnologie, coinvolgendo però degli esperti del «mondo umano»: sociologi e psicologi che stanno analizzando come il cittadino si stia interrogando sulla filiera produttiva agroalimentare”.
Federico Tanzi
Pubblicato il 16 luglio 2021