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Notizie Varie

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A Piacenza oltre seimila imprese femminili

comitato imprenditoria femminile piacenza

Le imprenditrici del Comitato per la Promozione dell'Imprenditorialità Femminile con la presidente Nicoletta Corvi (quarta da sinistra) e il presidente della Camera di Commercio Filippo Cella.

Il Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile della Camera di commercio, pur nella situazione transitoria e di incertezza che caratterizza, in questo momento storico, il sistema delle Camere di commercio, si è riunito al fine di progettare nuovi interventi a favore delle imprese femminili. Preliminarmente, ha tuttavia ritenuto di soffermarsi su un’analisi dei dati riferiti all’andamento delle imprese femminili nel territorio piacentino, elaborati dall’ufficio Studi e Statistica dell’Ente camerale, in modo da prendere coscienza del quadro che si delinea dopo due anni di emergenza sanitaria.
Alla fine di Settembre 2021 lo stock delle Imprese femminili registrate alla Camera di Commercio di Piacenza è composto da 6.273 imprese e resta sostanzialmente invariato rispetto al dato di Settembre 2020 (pari a 6.275 unità), facendo segnare una piccola riduzione di 11 unità rispetto allo stock del 2019. La movimentazione anagrafica relativa ai primi nove mesi del 2021 riscontra 253 iscrizioni di nuove imprese a guida femminile, a fronte di 242 denunce di cessazione e il saldo che ne deriva risulta collocato in campo positivo per 11 unità.

Nel 2021 si sono iscritte 237 nuove realtà
Le iscrizioni di nuove imprese hanno registrato una modesta crescita rispetto alle 237 che erano state registrate nello stesso periodo del 2020, ma restano ancora molto al di sotto dei valori rilevati nei periodi precedenti la pandemia, considerato che il numero medio relativo al triennio 2017/2019 era di 291 iscrizioni. L’incidenza delle nuove imprese femminili sul totale delle iscrizioni pervenute al Registro imprese risulta in calo di oltre due punti percentuali rispetto ai dati precedenti la pandemia e si attesta al 24,4%.
Il dato di Piacenza risulta di poco inferiore al dato regionale (24,8%) e distaccato di un punto dal valore medio italiano (25,4%). Nei primi tre trimestri del 2021 non si è riscontrato un aumento delle denunce di cessazione di attività, anzi, il dato evidenzia un calo di 14 unità rispetto allo scorso anno e risulta molto più esiguo del dato medio del triennio 2017/2019, pari a 361 cessazioni. Anche nei contesti territoriali limitrofi le cessazioni risultano molto al di sotto dei valori rilevati nei periodi precedenti la pandemia.

Il commercio resta il settore con più imprenditrici donne

Lo stock complessivo delle Imprese Femminili della provincia di Piacenza non ha subito riduzioni significative rispetto alla consistenza dello scorso anno (-2 unità) e nemmeno rispetto al dato del 2019 (-11 unità), ma vale la pena di mettere a fuoco le dinamiche registrate all’interno dei diversi settori di attività rispetto alla situazione pre-pandemia. Il Commercio si conferma settore prediletto dalle imprenditrici piacentine e in questo comparto si concentrano 1.607 realtà imprenditoriali, corrispondenti al 25,6% del totale. Rispetto al dato di settembre 2019 si registra la perdita di 33 imprese femminili, per lo più riconducibili ad attività di commercio al dettaglio.
Il comparto dell’Agricoltura mantiene il secondo posto per consistenza numerica, con 1.043 imprese agricole guidate da donne, ma accusa un calo di 39 unità rispetto al dato del settembre 2019. La quota di imprese femminili attive nel settore primario a Piacenza resta comunque molto alta e si attesta al 16,6% del totale, distaccandosi nettamente dal dato regionale, fermo al 12,5%, e dal dato nazionale che si attesta al 15,4%.

Lieve calo tra estetiste, parrucchiere, ristorazione 
Nel gruppo delle Altre attività di servizi si osserva la perdita di 21 unità rispetto al dato pre-pandemia, all’interno delle quali almeno 18 sono riconducibili a chiusure di attività di Parrucchiere ed Estetiste avvenute nel corso del 2020. Si registra un piccolo arretramento anche per il settore dei Servizi di Alloggio e Ristorazione, che nel biennio rileva la chiusura di 12 esercizi. Il nucleo delle imprenditrici locali che operano nel settore delle Attività manifatturiere si accresce di 10 unità rispetto al 2019, ma l’incidenza di imprese “rosa” in questo comparto resta la più esigua fra gli ambiti territoriali di confronto e si ferma al 6,5%. Molto più consistenti i dati delle province che siamo soliti monitorare, su tutte Reggio Emilia che svetta con il 12,6% e traina il dato regionale che si colloca all’8,8%, mentre il dato italiano si attesta al 7,3%. Una nota positiva viene dalle Attività professionali, scientifiche e tecniche, che registrano un incremento di 27 unità rispetto al dato del 2019.
Lo stock complessivo delle imprese femminili è composto da 1.346.531 unità, che costituiscono il 22% del sistema economico italiano, mentre l’incidenza media in Emilia Romagna si ferma al 20,9%. La provincia di Pavia riscontra un’incidenza analoga al dato nazionale, seguita dalla provincia di Piacenza, con una quota di “imprese rosa” che si attesta al 21,6%. Seguono le province di Cremona e Parma con quote rispettivamente del 20,5% e del 20,3%, mentre per le province di Reggio Emilia e Lodi si rileva una presenza femminile molto più contenuta, con valori del 18,6 % e del 19,3%.

Le imprenditrici straniere sono il 13% 
La componente delle attività artigianali nell’insieme delle realtà imprenditoriali a guida femminile conta 1.241 unità (corrispondenti ad una quota del 20% delle imprese “rosa”) e al suo interno il nucleo più numeroso è quello afferente le Altre attività di Servizi, con 676 unità. Risulta ancora in crescita il numero delle imprese gestite da imprenditrici di origine straniera e alla fine di Settembre 2021 se ne contano 835 (67 in più rispetto al dato del 2019), corrispondenti al 13% del totale. Per queste imprenditrici i settori di elezione sono: il Commercio (con 196 unità), le Attività di alloggio e ristorazione (con 163 esercizi) e le Altre attività dei Servizi (con 114 unità). Le imprenditrici nate in Cina sono le più numerose, con un totale di 98 titolari di impresa, a seguire poi ci sono le imprenditrici nate in Romania (con 72 soggetti), Albania (61) e Marocco (44).
La stragrande maggioranza delle imprese femminili locali risulta costituita come ditta individuale e sono 4.129 le realtà imprenditoriali aventi questa elementare forma giuridica, corrispondenti ad una quota del 66% del totale. Negli ultimi anni si è registrato un ampliamento della platea delle realtà aziendali costituite nella forma di Società di capitali e questo aggregato di imprese “più strutturate” nell’ultimo biennio si è incrementato di 72 nuove attività, raggiungendo una consistenza di 1.198 imprese (pari ad una quota del 19% del totale). Dinamica calante invece per le Società di persone, che raggruppano 810 imprese (pari al 13% del totale) e registrano la perdita di 43 unità dal settembre 2019. Completano il quadro 104 imprese cooperative e altre 32 unità che risultano sono costituite con altre forme giuridiche.

I progetti del Comitato
Il comitato nel corso del 2021 ha puntato sulla realizzazione di interventi tecnici mirati a sostenere l’imprenditorialità femminile ed a stimolare le imprese verso nuove prospettive. In particolare il Comitato ha aderito e promosso a livello locale, alcuni importanti progetti realizzati da Unioncamere: “Women Exporters Program” un ciclo di webinar gratuiti, destinati a imprenditrici interessate ad affrontare il commercio internazionale e l'e-commerce; il progetto pilota “Donne in attivo – La tua guida all’educazione finanziaria”; il progetto «E-WOMEN LAB» promosso da e-Bay Italia, Dintec e oltre che dai Punti Impresa Digitale e da Si.Camera.
Grande interesse è emerso anche dall’incontro di presentazione del “Fondo regionale per l’imprenditoria femminile e women new deal”, realizzato con la partecipazione di Artigiancredito Emilia-Romagna e dal progetto “Un Disegno di Impresa" strutturato in diversi percorsi formativi concernenti la Comunicazione digitale, le Strategie e gli strumenti digitali, la Leadership Communication, l’individuazione di un Brand di valore e la Smart leadership.
“L’impegno del Comitato – sottolinea la Presidente Nicoletta Corvi – è quello di trasferire alle imprenditrici, alle lavoratrici autonome e alle professioniste, le tecniche e gli strumenti concreti per affrontare, in chiave positiva e con nuove idee progettuali, la nuova sfida derivata dall'emergenza sanitaria, riconoscendo il nuovo equilibrio attraverso i propri talenti, valori e passioni, al fine di raggiungere così nuovi traguardi sia personali che professionali”. Concretezza, potenziamento e innovazione sono quindi le parole chiave che spingono il Comitato anche nel corso del 2022, a realizzare un nuovo progetto a favore delle imprese femminili.

Pubblicato il 2 febbraio 2022

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Al via il progetto «Exit» per adolescenti a rischio di ritiro sociale

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Si chiama "Exit" il progetto di Contrasto alla povertà minorile, educativa, relazionale e a contrasto del fenomeno del ritiro sociale di preadolescenti e adolescenti. Progetto che il Comune di Piacenza ha affidato all' Associazione La Ricerca e Cooperativa sociale L’Arco, da realizzarsi entro 31 ottobre 2022, con l’obiettivo di coinvolgere e sensibilizzare la comunità e strutturare attività specifiche - integrate con la rete dei servizi - per ragazze e ragazzi a rischio o già in situazione di ritiro sociale e le loro famiglie.
La diffusione del Covid-19 e le misure adottate per il contenimento hanno fortemente modificato gli equilibri di tutti. Tra questi sicuramente gli adolescenti, che si sono trovati a vivere condizioni di vita nuove e inaspettate, con un impatto a livello fisico, psicologico, emotivo e sugli apprendimenti.
Seppur negli ultimi anni l'avvento delle tecnologie digitali e della possibilità di comunicare a distanza abbia cambiato il nostro concetto di socialità, soprattutto nelle nuove generazioni, riducendo in parte le occasioni di stare insieme e relazionarsi con l’altro, tuttavia il bisogno di socialità rimane ancora evidente: rimane ancora vivo e forte il desiderio di vedersi, di trovarsi, di comunicare. Va quindi fatta una riflessione puntuale sugli ambiti di maggiore sofferenza che riguardano i minori, per progettare azioni specifiche e capillari a favore di preadolescenti ed adolescenti in situazione di difficoltà, emarginazione, povertà educativa e di ritiro sociale che abbandonano precocemente la scuola.
In questo contesto il fenomeno del ritiro sociale si configura come una manifestazione multifattoriale prodotta dall’interazione di molteplici variabili. Poiché gli individui non nascono con la tendenza all’autoreclusione, è necessario individuare e analizzare i fattori di rischio che possono facilitare l’insorgenza di tale malessere.

Una condivisione tra servizi, famiglie, operatori
Società, famiglia e scuola giocano un ruolo fondamentale poiché costituiscono le principali agenzie educative deputate alla formazione globale dell’individuo. Negli ultimi anni la società è diventata esigente nei confronti delle nuove generazioni, pretendendo da essi risultati ottimali nell’arco di breve tempo, in qualsiasi ambito, ignorando spesso l’appagamento dei propri bisogni personali, comportando degli squilibri psico-socio-emotivi. Questo può causare, soprattutto in soggetti più fragili e con bassa autostima un sentimento di frustrazione dato dalle troppe richieste sociali, costituendo uno stato di confusione e di incapacità nel gestire le emozioni negative che ne derivano. L’unica soluzione che questi adolescenti intravedono per la propria sopravvivenza diventa l’autoreclusione, perché convinti di non aver nessun tipo di capacità per affrontare le avversità del mondo esterno come, ad esempio, la scelta della scuola secondaria, la scelta dell’università o del mondo del lavoro.
Il progetto Exit intende promuovere una condivisione del problema tra servizi, agenzie educative, operatori, famiglie e cittadini, valorizzare le risorse presenti - in termini di progettualità in corso, realtà già operanti sul territorio, risorse umane professionali e volontarie, spazi - per costruire insieme percorsi di inclusione di adolescenti e famiglie nella comunità di appartenenza, predisporre una ricognizione territoriale sul fenomeno del ritiro sociale e offrire interventi qualificati a ragazzi e famiglie in situazione di isolamento e ritiro sociale.

Due i percorsi
Le attività proposte si declinano secondo due traiettorie: il coinvolgimento e la sensibilizzazione della comunità e la strutturazione di attività specifiche, integrate con la rete dei servizi, per ragazzi a rischio e già in situazione di ritiro e le loro famiglie.
Come prima iniziativa, si colloca quella del World Cafè del 3 febbraio, un incontro condotto con la supervisione scientifica e il supporto dei ricercatori di “CODICI Ricerca e intervento”, per avviare un percorso di ricognizione condiviso sul fenomeno, coinvolgendo le filiere organizzative dei servizi territoriali operanti in almeno tre ambiti: servizi scolastici, servizi socio-sanitari, servizi del tempo libero. Un metodo semplice ed efficace per dare vita a conversazioni informali e costruttive su questioni e temi che, come questo, riguardano la vita della nostra comunità. Un modo per focalizzare il tema, ascoltare la percezione del fenomeno degli operatori dei diversi settori e dare maggiori dettagli sul progetto, ponendo le basi la definizione di una rete che convida buone prassi e protocolli di intervento.


Le azioni previste
AZIONE 1
Per i genitori
Parent training/parent coaching
Consulenza pedagogica su problematiche specifiche: contrasto alla dispersione scolastica Consulenza pedagogica su problematiche specifiche: uso delle tecnologie digitali
Per genitori di ragazzi già in situazione di isolamento o ritiro sociale
Percorsi di consulenza psico-educativa
AZIONE 2
Per i giovani
Moduli di empowerment
Training abilità sociali
Uso consapevole delle tecnologie
Borsa del tempo libero e attività coprogettate dai ragazzi Educativa domiciliare
Per ragazzi già in situazione di isolamento o ritiro sociale
Colloqui individuali, anche in forma domiciliare, e laboratori creativi
AZIONE 3
Per famiglie, genitori, giovani
Percorsi di consulenza pedadogica, psicologica e mediazione del conflitto familiare per il singolo, la famiglia e la coppia genitoriale
Per genitori di ragazzi già in situazione di isolamento o ritiro sociale
Gruppi psico-educativi


Formazione
Per famiglie, insegnanti, educatori, operatori sociali e sanitari, docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado, psicologi degli sportelli scolastici di scuola secondaria di primo e secondo grado, genitori rappresentati di istituto, medici di base, pediatri
Conferenze
Percorso formativo e definizione di un protocollo di intervento Presa in carico integrata di situazioni di ritiro sociale


Formazione tematica
Per educatori
Formazione sul tema dell’ educativa domiciliare
Per genitori
Formazione sul tema dell’uso delle tecnologie digitali
Per genitori e docenti
Formazione sul tema della dispersione scolastica

Pubblicato il 1°febbraio 2022

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Apicoltori, eletto il nuovo Consiglio direttivo

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È stato eletto il nuovo Consiglio direttivo dell’Apap, l’Associazione Provinciale Apicoltori Piacentini, che sul territorio conta 250 soci. “La nostra associazione - spiega il presidente uscente Riccardo Redoglia - punta a migliorare l’attività dell’apicoltura promuovendo corsi di formazione sulle tecniche di lavoro e di aggiornamento sulle nuove normative che regolano il settore. Con gli alti costi di produzione che abbiamo in Italia, possiamo pensare di essere competitivi solo grazie a un’alta qualità dei prodotti”.

L’associazione, che ha sede nel Palazzo dell’Agricoltura in via Colombo a Piacenza presso Coldiretti, mantiene inoltre i contatti con le istituzioni a livello regionale e nazionale con la Federazione apicoltori italiani, FAI.

Entro febbraio il nuovo presidente

Nel nuovo Consiglio direttivo sono stati eletti: Alberto Bettoni, Genni Birocci, Marco Gatti, Maurizio Guerrieri, Yovany Rodriguez, Ernesto Torretta, Salvatore Ziliani.

Nel Collegio dei revisori dei conti: Matteo Bonzanini, Laura Ghidoni e Massimo Stefanoni.

Nel Collegio dei probiviri: Giuseppe Fontanabuona, Gianguido Pattarini e Luca Piacenza.

Si prevede che entro la fine di febbraio il Consiglio uscente presenterà il bilancio finale della sua opera; in quell’occasione s’insedierà il nuovo organismo che rimarrà in carica tre anni e che eleggerà al suo interno il nuovo presidente.

Gli apicoltori nel piacentino

Redoglia lascia la guida dell’associazione che aveva assunto nel 2019, dopo una lunga esperienza nel Consiglio direttivo. “Ho scelto di non candidarmi - spiega - per favorire il ricambio generazionale e dare spazio ai giovani, rimango comunque a disposizione dell’associazione per dare una mano in base a quanto potrà decidere il nuovo Consiglio”.

In tutto gli apicoltori che operano nel piacentino sono circa 350-400. “La maggior parte, il 60% del totale, - precisa il presidente Redoglia - sono apicoltori per diletto, che producono miele per autoconsumo. Altri hanno partita iva e commercializzano il miele ma hanno comunque dimensioni piccole nella loro attività; altri ancora, si calcola una ventina di persone, sono apicoltori di professione con più di 100 alveari per ciascuna azienda.

Senza le api, si ferma la vita

Il settore è stato danneggiato dal drastico calo della produzione, cosa che scoraggia molti addetti che negli ultimi anni si erano dedicati al settore. “La causa? - si chiede Redoglia -. Sono in gioco molteplici fattori, a partire dai cambiamenti ambientali con l’aumento delle temperature e il disallineamento delle stagioni con un’alternanza irregolare di caldo e freddo che danneggia soprattutto i vegetali. Le api, come altri insetti impollinatori risentono dell’influsso negativo dell’uso dei pesticidi, riducendosi così notevolmente di numero. Non è un caso se in Cina accade sovente che gli operai delle aziende agricole per impollinare le diverse specie vegetali, girino nelle coltivazioni con un pennellino per depositare sui fiori il polline”.

“Il grande valore delle api - prosegue Redoglia - non è solo nel produrre miele, ma nel favorire un’impollinazione adeguata nelle coltivazioni, sia quelle nelle aziende agricole che nei vegetali che crescono in modo spontaneo. In base a questo quadro, si calcola che il valore di un singolo alveare si aggiri sui 1200 euro”. Senza le api, il ciclo di riproduzione dei vegetali rischia di venire seriamente penalizzato.

“Sono un contadino nato nel centro di Milano”

Per il presidente Redoglia l’apicoltura non è solo una passione ma una scelta di vita: “Mi consente di vivere a stretto contatto cin la natura, vedendo da vicino il passaggio da una stagione all’altra, fino alla soddisfazione di poter portare sulla tavola dei clienti il vasetto di miele di cui ho visto le diverse fasi di produzione. Io sono laureato in agraria e mi definisco - aggiunge - un contadino nato nel pieno centro di Milano. Appena ho potuto, ho fatto la scelta di trasferirmi dalla metropoli lombarda in val Trebbia a Rivergaro, dove da bambino trascorrevo le vacanze estive con mia nonna”.

Le api, insetti sociali

Ma qual è il fascino di lavorare in mezzo alle api? “Si tratta - prosegue - di insetti sociali con un’organizzazione al loro interno che conosciamo ancora molto poco. Basta pensare, ad esempio, al sistema di comunicazione che mettono in atto le api esploratrici che per prime escono sul territorio. Quando rientrano nell’alveare trasferiscono una notevole serie di informazioni alle api bottinatrici che usciranno alla ricerca del nettare: in che direzione muoversi, a che distanza troveranno il nettare… Questo linguaggio, studiato da un biologo austriaco, Karl Ritter von Frisch, a cui è stato assegnato nel 1973 il Premio Nobel in fisiologia e medicina, è denominato danza dell’addome. Si può pensare anche al ruolo fondamentale che esercita l’ape regina nel far funzionare un alveare: se viene a mancare, l’organizzazione va in crisi; da qui, la messa in atto di una complessa strategia da parte delle api per dar vita a una nuova ape regina”.

D. M.

Pubblicato il 29 gennaio 2022

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Ordine di Malta. Il Vescovo: l'importanza della carità

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Si è svolta il 29 gennaio alle 18, nella chiesa parrocchiale di San Savino a Quarto di Gossolengo, la messa per i bisognosi, i malati e per le intenzioni dei membri e dei volontari del Sovrano Ordine di Malta. La messa è stata celebrata dal vescovo, mons. Adriano Cevolotto, e da don Francisco Bezerra, assistente spirituale e cappellano di grazia magistrale dell’Ordine.

Il Sovrano Ordine di Malta è un antico ordine religioso laicale nato già dall’undicesimo secolo, quando i cavalieri di Malta  all’epoca conosciuti come ‘cavalieri ospitalieri’, fondarono un ospedale a Gerusalemme per l’assistenza dei pellegrini. Nel 1113 Papa Pasquale II riconobbe ufficialmente la comunità monastica come ordine religioso laicale. Il simbolo dell’ordine è una croce con otto punte, il numero otto fa riferimento alle otto beatitudini evangeliche. L’Ordine di Malta, ieri come oggi, rimane fedele ai suoi principi ispiratori: la protezione della fede e il servizio ai poveri e ai malati. Oggi la maggior parte dei cavalieri, delle dame e dei volontari dell’ordine sono laici.

Alla celebrazione erano presenti delegazioni di tutti e tre i nuclei formanti l’ordine: una rappresentanza dei cavalieri italiani del sovrano ordine militare, del corpo italiano dell’esercito, e del corpo italiano di soccorso. Ad aprire il momento di preghiera è stato don Bezerra:  "Esprimo un caloroso ed affettuoso benvenuto al Vescovo”. Prosegue don Francisco: "Siamo riconoscenti a Gesù per tutto il bene che sta seminando in questa bella chiesa piacentina, nonostante le difficoltà del tempo presente. Sono qui come guida spirituale da diversi anni, e sono anche cappellano di grazia magistrale di questo magnifico ordine, seguo spiritualmente i volontari che portano tanto bene e sollievo alla comunità e a tutti i malati, fratelli e sorelle bisognosi". Don Bezerra ci offre una riflessione fatta di felici coincidenze: “Qui, in questa chiesa oggi vedo un bellissimo segno: la pianta e le mura a forma ottagonale che ci abbracciano e la presenza della croce dalle otto punte dell’Ordine di Malta. Entrambe riportano il numero otto, dal grande significato di fede. L’ottavo giorno è il giorno senza tramonto, cioè il giorno della resurrezione, otto sono le beatitudini evangeliche e la forma ottagonale, inoltre, è la forma dei battisteri”.

Il Vescovo ha ringraziato per l’invito e tutti coloro che, legati all’Ordine di Malta, hanno preso parte alla celebrazione, e ha ringraziato la comunità di Quarto per l’accoglienza. Durante l’omelia mons. Cevolotto ha commentato la prima lettera ai Corinzi di san Paolo, l’inno alla carità, ricordando l’esortazione del Santo nel desiderare intensamente i carismi più grandi: “San Paolo – afferma nell’omelia il Vescovo - ci indica il modo in cui è giusto ambire ai carismi, cioè attraverso la carità. La carità è l’amore di Dio che deve essere origine, sostegno e misura del nostro aspirare a qualsiasi cosa dalla più piccola alla più grande, senza di essa, tutto è vano”. Aggiunge mons. Cevolotto: “Sorprende come nell’elenco dei carismi fatto da san Paolo essi vengano indicati come eccezionali e doti rare, mentre le caratteristiche della carità non contengono niente di eccezionale: mentre i carismi sono atti straordinari, la carità non lo è. L’amore di Dio è a portata di tutti. Se la carità dimora progressivamente in noi, diventa immagine di noi stessi nel nostro quotidiano, nelle nostre relazioni, nelle nostre ambizioni, che siano personali o di una comunità o di ordine”.

A chiusura della celebrazione sono state recitate le preghiere da parte dei responsabili dei tre nuclei. Sono giunti, inoltre, i ringraziamenti di Paolo Conforti, delegato dell’emilia occidentale dell’Ordine di Malta: “Porto i saluti della delegazione e i nostri ringraziamenti al Vescovo, che, come organico rinnovato lo scorso autunno, per la prima volta abbiamo il piacere di incontrare. Rivolgo un saluto al Maggiore Giudici del comando unità territoriale dell’Emilia Romagna del corpo militare dell’Ordine di Malta, realtà neo costituita, a cui rivolgo i miei migliori auguri e un saluto ai volontari del corpo italiano di soccorso, con responsabile Andrea Milano, che stanno svolgendo un lavoro straordinario sul territorio”.

Paola Lafratta

Pubblicato il 31 gennaio 2022

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Italiano per tutti a Cadeo

 corso alfabetizzazione 2022

"Questo corso di alfabetizzazione è uno spazio concreto attraverso cui offriamo un'occasione importante di integrazione a tutti gli stranieri che si trovano nel nostro Comune - ha sottolineato Marica Toma, prima cittadina di Cadeo -. La conoscenza della lingua italiana è uno strumento indispensabile per poter interagire, per essere cittadini consapevoli e responsabili, ancora di più in questa edizione, che ancora una volta vede la partecipazione di sole donne che per poter seguire i propri figli riguardo scuola, sport e salute ma anche per trovarsi un lavoro, avere una propria autonomia, hanno bisogno di saper parlare l’italiano”.

“Sono 38 le iscritte, provenienti da Marocco, Burkina Faso e Albania – aggiunge l’assessore Davide Pappalardo-. Vi sono due classi, guidate dalle docenti Diletta Monici e Anastasiya Panchenko che fino al mese di giugno terranno due lezioni settimanali, il lunedì e il mercoledì dalle ore 14.30 alle ore 17.30. Il corso prevede anche un servizio di babysitting per permettere la piena partecipazione anche alle donne con figli”.
Grande è l’entusiasmo delle iscritte, quasi tutte madri e con figli piccoli: c’è chi frequenta il corso per la seconda volta, chi è in Italia da 18 anni e nonostante le difficoltà vuole imparare meglio la lingua, chi si fa aiutare dalla figlia diciottenne nello studio e chi apprezza questi appuntamenti come preziosa occasione per trascorrere del tempo confrontandosi con altre persone.

“C’è grande impegno da parte delle corsiste - spiega la docente Anastasiya Panchenko -. In queste prime lezioni stiamo affrontando il lessico base che riguarda la quotidianità. Mi sto concentrando sull’oralità anche se non mancano i primi dettati di parole, perché imparino anche la lingua scritta”.
“Ringrazio la Scuola” , conclude la Sindaca, “che è sempre molto sensibile e attiva sul territorio, spero a breve di poter far ripartire anche i corsi di inglese ed informatica.”

Pubblicato il 29 gennaio 2022

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