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Notizie Varie

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Unioncamere: «L’economia dell’Emilia-Romagna mette il turbo»

Scenari occupazionali

Gli scenari delle economie locali realizzati da Prometeia ed elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna prevedono per l’Emilia-Romagna una crescita del Pil nel 2021 del 6,5 per cento. Solo tre mesi prima la stima dell’aumento era del 6 per cento, a testimonianza della forte accelerazione delle imprese regionali nella seconda metà dell’anno. L’Emilia-Romagna consolida la sua leadership per trend di crescita tra le regioni italiane ed europee. L’incremento del settore delle costruzioni sfiora il 21 per cento, gli investimenti crescono di oltre il 18 per cento. Torna a salire l’occupazione, +0,5 per cento. Gli scenari delle economie locali diffusi a ottobre da Prometeia ed elaborati dal Centro studi di Unioncamere Emilia-Romagna evidenziano un’economia regionale in forte accelerazione e posizionata in corsia di sorpasso rispetto ai competitor europei. La crescita del Pil per il 2021 è prevista al 6,5 per cento, confermandosi più sostenuta rispetto all’incremento nazionale (+6 per cento), maggiore di quella di tutte le altre regioni italiane e, come certificato dai dati appena pubblicati dal Fondo Monetario Internazionale, superiore anche all’aumento stimato in tutti i Paesi dell’area Euro, a eccezione di Irlanda ed Estonia. Nel 2021 il Pil mondiale dovrebbe crescere del 5,9 per cento. A crescere di più nel 2021 sarà il comparto delle costruzioni per il quale si attende una variazione positiva del 20,9 per cento, stimolata dagli incentivi che interessano il settore dell’edilizia. Bene anche l’industria che con un incremento del 10,5 per cento recupererà quasi completamente quanto perso causa pandemia. Ripresa più contenuta per il settore dei servizi, + 4,2 per cento. Investimenti ed export sembrano essere i principali artefici della forte crescita dell’Emilia-Romagna. Per gli investimenti è previsto un aumento del 18,2 per cento, per il commercio verso l’estero l’incremento dovrebbe attestarsi al 13,4 per cento.

La nota più positiva riguarda l’occupazione. A differenza di quanto ipotizzato negli scenari diffusi a luglio, secondo i quali occorreva attendere il 2022 per una ripresa occupazionale, le stime più recenti indicano un’inversione di tendenza già nel corso del 2021. A fine anno l’occupazione in Emilia-Romagna registrerà un incremento dello 0,5 per cento, equivalente a circa 10mila occupati in più. La crescita dell’occupazione acquisirà maggior forza nel 2022, +1,5 per cento pari in valori assoluti a un aumento superiore alle 30mila unità. Alla ripresa economica si associa anche una crescita della forza lavoro, per cui il tasso di disoccupazione, nonostante l’aumento occupazionale, passerà dal 5,8 per cento del 2020 al 6,4 per cento del 2022, per poi tornare a scendere nel 2023. I dati previsionali trovano conferma nei dati rilevati da Unioncamere Emilia-Romagna nelle sue indagini congiunturali. Emerge una fase espansiva che sta interessando tutti i settori e un diffuso ottimismo tra gli imprenditori. Un ottimismo parzialmente offuscato da alcune dinamiche che andranno tenute sotto stretta osservazione: l’evoluzione della pandemia, le turbolenze che stanno agitando l’approvvigionamento delle materie prime e dei semilavorati, la difficoltà nel reperire le risorse umane con le competenze richieste; un mismatch tra domanda e offerta di lavoro che ormai riguarda il 40 per cento delle figure professionali cercate.

Pubblicato il 15 ottobre 2021

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Cattolica e Politecnico aderiscono al «Patto per il lavoro e per il clima»

patto

Si allarga il patto sociale dell’Emilia-Romagna. Il Politecnico di Milano e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – atenei con sedi a Piacenza - hanno aderito al Patto per il Lavoro e per il Clima, il documento su rilancio e sviluppo fondati sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale sottoscritto a fine 2020 dalla Regione insieme a tutte le parti sociali – sindacati e imprese - enti locali, associazioni ambientaliste, Terzo settore e volontariato, professioni, camere di commercio e banche, comprese tutte e quattro le università emiliano-romagnole (Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, Parma).
Oltre 55 sigle in rappresentanza dell’intera comunità regionale. Un progetto condiviso che punta a obiettivi fra i quali la completa decarbonizzazione entro il 2050 e 100% di energie rinnovabili al 2035, il 3% del Pil regionale destinato alla ricerca e una quota di Neet (giovani che non studiano e lavorano) sotto il 10%. I rettori dei due atenei lombardi, Franco Anelli del Sacro Cuore e Ferruccio Resta del Politecnico, hanno siglato il Patto questa mattina a Bologna, nella sede della Regione, insieme al presidente Stefano Bonaccini. Presenti anche gli assessori regionali allo Sviluppo economico, green economy e coordinatore del Patto per il Lavoro e per il Clima, Vincenzo Colla, all’Università e Ricerca, Paola Salomoni, i rettori o i loro delegati dei quattro atenei dell’Emilia-Romagna. Ha partecipato, in videocollegamento, la sindaca di Piacenza, Patrizia Barbieri.
“Gli obiettivi strategici e gli impegni declinati nel Patto per il Lavoro e per il Clima- ha detto il presidente Bonaccini- hanno l’obiettivo di accompagnare il territorio, anche in questa fase in cui stiamo cercando di superare gli effetti della pandemia, su tre direttrici fondamentali: buona occupazione, sostenibilità e lotta alle disuguaglianze. Direttrici alle quali si aggiunge la centralità dei saperi e delle competenze, fondamentali per costruire un nuovo futuro. E su questo è e sarà importantissimo il contributo del mondo accademico. Tutta la comunità regionale è impegnata su questi obiettivi, che abbiamo definito insieme. Sono molte le opportunità di relazione, di ricerca e di progettazione che le sedi piacentine degli atenei milanesi hanno in comune con le reti dei tecnopoli e dell’alta formazione dell’Emilia-Romagna, attorno alle quali abbiamo costruito una sinergia molto forte con i settori produttivi, il tessuto economico e le reti di protezione sociale, per questo siamo davvero molto soddisfatti dell’adesione sancita oggi. Rafforziamo un patto sociale- chiude Bonaccini- di cui, per fortuna, sempre di più si sente la necessità anche a livello nazionale, convinti che da qui verrà un contributo di idee, progetti e partecipazione utili all’intero Paese, oltre alla capacità di realizzarli”. “Temi come la sostenibilità e il lavoro sono strettamente interconnessi e rientrano tra le sfide decisive per la ripresa del Paese e la centralità dei territori. A nuovi processi produttivi corrispondono nuove competenze e nuovi ambiti di ricerca – commenta il rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta –. L’Emilia-Romagna, regione virtuosa, può contare non solo su un capitale culturale d’eccezione, dato dalla qualità dell’offerta universitaria, ma anche e soprattutto da filiere competitive in cui il Politecnico di Milano è in prima linea. Da sempre vicino ai bisogni delle realtà locali, il nostro ateneo ha nella sede di Piacenza una risorsa capace di contribuire alle dinamiche di sviluppo promosse dalle istituzioni, come dimostra la firma di questo accordo”. “Dinanzi al difficile, ma irrinunciabile compito di integrare il valore del lavoro umano e la tutela dell’ambiente, occorre agire coralmente per trovare risposte capaci di contemperare, nell’esigente complessità del mondo contemporaneo, tutti i legittimi interessi in gioco- spiega il rettore Franco Anelli-. Tale consapevolezza è alla base del Patto per il lavoro e per il clima proposto dalla Regione Emilia-Romagna, al quale l’Università Cattolica del Sacro Cuore ha aderito, con l’intento di offrire un contributo alla promozione della green economy, con particolare riferimento a un settore cruciale dell’economia regionale come l’agricoltura, per migliorarne le performance e nel contempo ridurne l’impatto ambientale”.

 Gli obiettivi primari

Il Patto prevede nei propri obiettivi una relazione stretta con la rete per l’alta formazione dell’Emilia-Romagna. Tra gli obiettivi primari c’è il potenziamento dell’ecosistema regionale della ricerca e dell’innovazione, investendo in particolare negli ambiti della salute, della transizione digitale e di quella ecologica, la valorizzazione degli investimenti realizzati nella Data Valley regionale. Lo stesso per fare dell’Emilia-Romagna un grande polo delle industrie culturali e creative, attraverso un investimento in alta formazione specialistica, il consolidamento della rete teatrale, il rafforzamento delle filiere cinema, musica e editoria, il sostegno alla produzione culturale diffusa. Sono favorite le iniziative per attrarre studenti e incentivarli a restare dopo la conclusione dei percorsi formativi e per incrementare l’attrattività e il rientro di talenti, anche portando sul territorio regionale sedi di prestigiose istituzioni di ricerca e universitarie internazionali, progettando una nuova rete di servizi. Garantite borse di studio universitarie, in una stretta collaborazione tra istituzioni, Atenei e istituti di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica.
Il Patto prevede inoltre la promozione dell’apprendistato, degli ITS, delle lauree professionalizzanti, quali canali di accesso privilegiato al mondo del lavoro, con particolare attenzione alle iniziative che permettano ai giovani di conseguire un titolo di studio e qualificando l’apprendistato professionalizzante. E, ancora, nuove sinergie tra programmazione regionale e fondi interprofessionali per rafforzare e promuovere la formazione di imprenditori, manager, dipendenti e professionisti, il rafforzamento delle opportunità di formazione permanente, il potenziamento della partecipazione alle opportunità di finanziamento nazionali e internazionali per la ricerca per attrarre nuove progettualità, infrastrutture, risorse e talenti.

Pubblicato il 15 ottobre 2021

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A Pecorara la rassegna provinciale del tartufo

Sindaco Albertini e locandina Rassegna tartufo

Dopo un anno di stop a causa dell'emergenza ritorna domenica 17 ottobre a Pecorara (Alta Val Tidone) la tradizionale “Rassegna provinciale del tartufo e dei prodotti del sottobosco”. E lo fa con un'edizione speciale a partire dal numero, trenta.
“E' una ricorrenza particolare che celebra anche nei numeri il grande e storico legame della nostra comunità con il territorio e in questo caso, in particolare, con i prodotti del sottobosco. Ed è sicuramente un'edizione speciale perché segna la ripartenza anche di questa importante rassegna che l'anno scorso non abbiamo potuto celebrare a causa dell'emergenza sanitaria; quest'anno quindi si carica anche di un significato e di un messaggio di speranza e di fiducia nel futuro”. Così il sindaco di Alta Val Tidone, Franco Albertini, invita tutti alla trentesima edizione della rassegna, che quest'anno, anche in ottemperanza alle normative di sicurezza, sarà diffusa in tutto il paese, tra l'area del campo giochi e le vie di Pecorara.

Dopo il taglio del nastro, alle ore 10.30 nella piazza principale, si svolgerà una simpatica challenge tra gli ospiti presenti dal titolo “Indovina il tartufo sbagliato” a cura di Michele Mauro, che testerà le capacità gustative dei partecipanti. Alle ore 12 la valutazione dei migliori esemplari di tartufi e di funghi esposti sia in piazza sia in Via Veneto, insieme ad altri banchi di prodotti tipici e delle associazioni. L'area food e ristoro sarà invece concentrata presso il campo giochi di Pecorara, con il pranzo curato dai volontari della locale Pro Loco, tra piatti a base di tartufi e funghi e altri prodotti tipici.

Alle 14.30 ritornerà anche l'avvincente gara di ricerca per cani da tartufo che vedrà le premiazioni alle ore 16 seguite, dalle 17 circa, sempre nell'area campo giochi, dalla polentata con funghi. Il tutto allietato dalla musica di “Tambo & the Sunadoo”, che percorreranno le vie del paese a suon di note per tutta la giornata.

“Il tartufo di Pecorara – sottolinea il Sindaco Albertini – è dal 2014 nel ristretto numero dei prodotti de.co. riconosciuti dal Ministero, insieme alla patata di Busseto, ed è sicuramente un tesoro a cui siamo molto legati. Per questo la rassegna è un momento di gioia per tutta la nostra comunità e un modo per ringraziare la terra per i suoi frutti”.

La rassegna, che ha il patrocinio di Regione Emilia-Romagna, è curata insieme all'Associazione provinciale tartufai, con il supporto oltre che della Pro Loco di Pecorara del locale Gruppo Alpini e il sostegno della Banca di Piacenza.

Pubblicato il 12 ottobre 2021

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I bambini di Gragnano in visita agli anziani del Centro diurno

gragnno

A Gragnano non è davvero passata inosservata la settimana dedicata al Dono. Insieme alle iniziative che hanno visto protagonisti sia adulti che ragazzi delle scuole Medie, va ricordata anche quella dei bambini delle Elementari. È proprio grazie a loro che il Comune di Gragnano ha aderito alla iniziativa di carattere nazionale #DonoDay 2021, diventando così testimonial e sostenitore degli ideali che lo cateterizzano impegnandosi a diffondere, tramite i propri canali di comunicazione, le iniziative e le attività ad esso legate. “…quando un piccolo gesto può regalare un grande sorriso…” È il titolo del progetto pensato da Luisa Zioni e Giulia Marzolini del Comune di concerto con Valentina Spelta, insegnante referente dell’Istituto scolastico. L’iniziativa intende sensibilizzare i bambini verso le fasce di popolazione più deboli, quali anziani soli, disabili e nuclei familiari fragili attraverso un piccolo dono, costituito da fiori o disegni o frasi o racconti, e portato direttamente presso il loro domicilio, grazie alla collaborazione tra Scuola e Servizi Sociali del Comune.

“Il progetto che si protrarrà nei prossimi mesi - spiegano il sindaco Patrizia Calza e l’assessore ai servizi sociali Marco Caviati - ha già visto l’avvio con una prima iniziativa: la consegna di un cuore alato di carta destinato ad ogni anziano ospite del Centro Diurno per anziani di Gragnano. Gli ospiti hanno particolarmente gradito il regalo e davvero hanno risposto con un grande sorriso. Con loro ci saranno altri momenti di incontro e conoscenza reciproca in diverse modalità. Si tratta di un modo per stabilire una relazione tra generazioni lontane nel tempo ma che hanno tanto da trasmettersi e che, a volte apparentemente in modo inspiegabile, mostrano di capirsi al volo”. “Cogliamo l’occasione - continuano gli amministratori - per ringraziare tutto il personale del servizio sociale del Comune e del centro diurno per la dedizione con cui svolgono il servizio e la disponibilità con cui sono sempre pronti ad accogliere e concretizzare gli input dell’Amministrazione nonché il personale scolastico che mostra sempre una grande disponibilità alla collaborazione con il Comune e le altre realtà locali presenti sul territorio”. “Valorizziamo così concretamente quel messaggi di fraternità di cui c’è tanto bisogno e che sta alla base del decisione del nostro Parlamento di istituire una giornata Nazionale sul tema del Dono” conclude il sindaco Calza.

Pubblicato il 14 ottobre 2021

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La campagna vaccinale per le terze dosi entra nel vivo


 Terza dose

Nuovi target per la somministrazione della terza dose si vanno ad aggiungere alle persone trapiantate e immunocompromesse, in calendario dal 20 settembre, e a ultraottantenni e ospiti ed operatori delle strutture per anziani, che hanno iniziato oggi le inoculazioni: in totale sono oltre 15mila in Emilia-Romagna le persone ad avere già ricevuto la dose aggiuntiva, mentre altri 28mila e oltre l’hanno prenotata. Entra quindi nel vivo la fase della terza dose per la campagna vaccinale dell’Emilia-Romagna: si parte anche con il personale sanitario, con priorità agli over60 e ai professionisti più a rischio (per esposizione o per patologie), con i soggetti ad elevata fragilità che rientrano nella cosiddetta categoria 1 (che include dai pazienti oncologici ai malati di sclerosi multipla passando per chi soffre di scompensi cardiaci avanzati o di malattie autoimmuni) e con tutti gli ultrasessantenni, iniziando dalla fascia 70-79 e proseguendo poi con quella 60-69.

La Regione ha così recepito le ultime indicazioni nazionali sulla campagna vaccinale e ha dato il via libera alle Aziende sanitarie - con una circolare inviata dalla direzione generale dell’assessorato - per predisporre, ognuna in piena autonomia, le modalità di prenotazione e somministrazione per le nuove categorie di aventi diritto, così come già avvenuto per gli over80. “La terza dose, per le persone per cui è prevista, è un passaggio imprescindibile del piano vaccinale, cioè lo strumento, ci tengo a ricordarlo, che ci sta permettendo ogni giorno di più di lasciarci alle spalle la pandemia- afferma l’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini-. Rispettando come sempre le indicazioni ministeriali, e continuando a dare la priorità ai più fragili e alle persone più a rischio, la macchina regionale è pronta a entrare nel vivo di questa ulteriore fase e a continuare a lavorare a pieno come ha ampiamente dimostrato di essere in grado di fare durante tutto quest’anno”. “Per questa fase di dose aggiuntiva abbiamo scelto - conclude Donini - di dare la più ampia autonomia alle aziende sanitarie nel definire le modalità di prenotazione, così come già avvenuto per gli over 80: dal momento che si tratta di interventi mirati, la conoscenza del territorio ricopre un ruolo fondamentale”. Per tutte queste nuove fasce di popolazione si tratta di dosi booster o di richiamo, che vanno somministrate dopo almeno sei mesi dall’ultima dose perché la terza dose in questi casi serve a mantenere nel tempo un adeguato livello di risposta immunitaria: è previsto l’utilizzo del vaccino Comirnaty di Pfizer-BNT a prescindere dal vaccino utilizzato per il ciclo primario.

Per quanto riguarda invece le prenotazioni, si sono aperte la scorsa settimana per gli over 80 e gli ospiti e gli operatori delle CRA, con modalità che variano a seconda dell’Azienda sanitaria: in alcuni casi prevede la convocazione diretta del cittadino a cui è chiesto solo di confermare l’appuntamento, mentre in altri sono stati attivati i canali tradizionali come il web, i centralini telefonici e i CUP. In totale gli appuntamenti già fissati per le terze dosi sono 28.820 in tutta la regione: 12.699 a Reggio Emilia, 5.453 a Bologna, 3.455 in Romagna, 2.284 a Parma, 1.849 a Ferrara, 1.616 a Modena, 1.069 a Piacenza e 395 a Imola.

Pubblicato il 12 ottobre 2021

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