Il Vescovo agli insegnanti: «Si è fedeli al dono, solo donando»
“Si è fedeli al dono, solo donando a propria volta”. È il punto essenziale del pensiero di Mons. Adriano Cevolotto, intervenuto il 7 ottobre ad “Una notte piena di stelle”, il Corso/percorso online di aggiornamento per gli insegnanti di tutte le discipline. La relazione del Vescovo aveva come tema: “Un senso da dare alla vita” ed è stato l’ultimo incontro del Corso, coordinato dal Prof. diacono Giovanni Marchioni, che ha visto la presenza di docenti del Liceo “G. Colombini”, dell’IS Tramello Cassinari, del Liceo M .Gioia di Piacenza.
La logica del dono
La frase citata da mons. Cevolotto di Roberto Repole (1967), teologo e presbitero della diocesi di Torino, vuole evidenziare come i tempi attuali sono dominati dal mercato e dalle sue narrazioni: perfino nel linguaggio quotidiano è difficile sfuggire alle metafore economiche.
“Tuttavia la crisi che sperimentiamo - ha aggiunto il Vescovo - rimette in discussione l'efficacia di questa egemonia culturale e, nonostante uno scenario brutale, molte persone continuano a donare. Donare è qualcosa di totalmente diverso da uno scambio commerciale, e la logica che mostra il dono, genera a sua volta dono”. È proprio qui - per il Presule - che bisogna cercare il senso da dare alla vita.
Venite e vedrete
La riflessione di Mons. Cevolotto è partita dal brano del Vangelo di Giovanni 1,25-47, che è stato sviscerato dal Vescovo in maniera chiara, sottolineando come, andando dietro a Gesù, significa porre un atto di fiducia: “Venite e vedrete”.
“Decidere di appartenere a Cristo - ha proseguito - vuol dire accettare di essere suoi, lasciarsi condurre dalla logica del dono e per un discepolo il senso della vita è un cammino di autenticità”.
La ricerca di un senso inoltre - per il Presule - è condivisa, partecipata con la vita degli altri che si incontrano e da cui si è continuamente provocati.
Un cammino aperto
“Questo percorso di ricerca di senso, - ha affermato il Vescovo - è un cammino aperto in cui ognuno accetta di mettersi in gioco nella sua libertà personale. Quello che propone il Vangelo è un senso di vita già compiuto da Gesù, ma che non si è concluso e grazie a questa tensione ciascuno può compiere la sua vita in modo unico. Si potranno fare grandi cose grazie allo Spirito donato da Cristo, e l’esito della nostra vita può diventare più grande di ogni immaginazione e previsione”.
Su strade non previste
“La mia esperienza personale - ha evidenziato Mons. Cevolotto - mi insegna che di fronte a certe cose scelte per me, ho scoperto che il Signore mi stava portando verso delle conformazioni di vita che prima avrei evitato, che non erano nelle mie corde, nelle mie idee e progetti”. Quindi - per il Presule - accettare di appartenere a Cristo, significa essere condotti su strade non previste e questo fa a pugni contro il bisogno umano di avere tutto sotto controllo.
“Su questa strada - ha concluso mons. Cevolotto - ci vuole un atteggiamento di grande fiducia e Il senso lo si scopre solo alla fine”.
Riccardo Tonna
Pubblicato l'8 ottobre 2021
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