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Notizie Varie

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Medici specializzandi, 1475 i posti in tutta l’Emilia-Romagna

 ospedale

Ortopedici, pediatri e psichiatri. E ancora neurologi, specialisti di radiodiagnostica, chirurghi e infettivologi. La Regione Emilia-Romagna rinnova anche quest’anno l’impegno per i medici specializzandi, incrementando grazie allo stanziamento di risorse proprie il numero di contratti di formazione specialistica: con 1 milione e 800mila euro vengono finanziati 72 contratti, che aggiunti ai 1.393 finanziati dallo Stato e ai 10 dalle Aziende sanitarie regionali portano a 1.475 i posti disponibili su tutto il territorio per i medici che devono specializzarsi. Dei 72 contratti finanziati dalla Regione, 28 sono destinati all’Università di Bologna, per una spesa relativa al primo anno di 700mila euro; 18 all’Università degli Studi di Modena-Reggio Emilia, per 450mila euro; 14 all’Università degli Studi di Parma, per 350mila euro, e 12 all’Università degli Studi di Ferrara, per 300mila euro.

Le specializzazioni per Ateneo

Dei 28 contratti di formazione specialistica destinati all’Università di Bologna, 1 riguarda Anatomia Patologica, 1 Chirurgia generale, 1 Chirurgia vascolare, 1 Geriatria, 1 Malattie dell’apparato respiratorio, 1 Malattie infettive e tropicali, 1 Medicina del lavoro, 1 Medicina Fisica e Riabilitativa, 1 Nefrologia, 2 Neurologia, 1 Neuropsichiatria infantile, 1 Oncologia medica, 4 Ortopedia e traumatologia, 1 Otorinolaringoiatria, 4 Pediatria, 1 Psichiatria, 4 Radiodiagnostica e 1 Urologia. Dei 18 contratti di formazione specialistica all’Università degli Studi di Modena - Reggio Emilia, 1 è in Chirurgia Maxillo-facciale, 1 in Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, 1 in Malattie dell’apparato digerente, 1 in Oftalmologia, 4 in Ortopedia e Traumatologia, 1 in Pediatria, 5 in Psichiatria, 4 in Radiodiagnostica. I 14 contratti per l’Università degli Studi di Parma sono così suddivisi: 1 Geriatria, 1 Malattie dell’apparato cardiovascolare, 1 Malattie dell’apparato digerente, 1 Malattie infettive e tropicali, 1 Medicina fisica e riabilitativa, 1 Ortopedia e traumatologia, 5 Pediatria e 3 Psichiatria. Infine, i 12 contratti per l’Università degli Studi di Ferrara sono: 1 per Chirurgia vascolare, 2 Dermatologia e Venereologia, 2 Endocrinologia e Malattie del metabolismo, 1 Malattie dell’apparato cardiovascolare, 1 Medicina dello sport e dell’Esercizio fisico, 1 Neurochirurgia, 1 Neurologia, 1 Oftalmologia, 1 Oncologia medica e 1 Radiodiagnostica.

Pubblicato il 17 ottobre 2022

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Giuristi cattolici, in un volume la storia della dedicazione all'Assunta della Cattedrale

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In un incontro tenutosi presso la Curia vescovile nel giorno della memoria della Dedicazione della Cattedrale piacentina alla Assunta (avvenuta venerdì 14 ottobre 1132), al termine dell’Anno Giubilare indetto dalla Chiesa Piacentina per i 900 anni della Cattedrale, i Giuristi Cattolici di Piacenza hanno consegnato al vescovo mons. Cevolotto un testo, redatto dal Vice Presidente della UGCI Piacenza avv. Manuel Sartori, dal titolo “La Dedicazione alla Assunta della Cattedrale di Piacenza”.
Ricordando che il dogma della Assunzione di Maria in Cielo fu proclamato da Papa Pio XII il 1° novembre 1950, i giuristi cattolici piacentini hanno così voluto offrire, come contributo al Giubileo della Cattedrale, quella parte della storia, ripercorsa da Manuel Sartori, della nostra Chiesa locale che si riferisce al simbolico affidamento a Maria Assunta in Cielo, con la Cattedrale.

La pubblicazione, stampata su pergamena, consta di ventidue facciate, ed è preceduta dalla presentazione del presidente UGCI avv. Livio Podrecca e dalla prefazione dell’assistente spirituale don Andrea Campisi.
La copertina è in pelle e reca sul frontespizio una icona di Maria con il Bambino ed il logo della UGCI, entrambe in argento. Nello scritto, ricordando le apparizioni di Amsterdam del 1951, i giuristi cattolici chiedono che la diocesi di Piacenza valuti, anche in vista del Giubileo Straordinario della Redenzione del 2033, se farsi promotrice della richiesta di proclamazione del quinto ed ultimo dogma mariano, controverso nella Chiesa, di Maria Corredentrice.
All’incontro erano presenti, con il Vescovo, l'avv. Podrecca, il consigliere avv. Alfonso D’Antuono e don Andrea Campisi.
Assente, purtroppo, l’Autore Avv. Sartori, in quarantena da Covid.
Il volumetto è stato confezionato in copia unica come gli antichi codici medievali. Il testo sarà oggetto di una prossima pubblicazione che la UGCI di Piacenza si impegna ad offire alla diocesi ed alla Città.

Nella foto, la consegna del volume  al vescovo Cevolotto.

Pubblicato il 15 ottobre 2022

Cadeo, Oscar Farinetti e il prof. Guido Silvestri apripista di «Utopia 2022»

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Riparte “Utopia”, il percorso che punta alla ricerca di personaggi che hanno fatto o fanno di questa società un luogo migliore, più giusto, sfidando il luogo comune che “utopia” sia un luogo irraggiungibile. Riparte lo spazio di dialogo e cultura che sfida i luoghi comuni, sul palco del teatro del Centro parrocchiale realizzato dalla parrocchia di Roveleto in collaborazione con il Comune di Cadeo.

“Utopia è un percorso culturale che anno dopo anno attira un vasto pubblico del nostro territorio e non solo – spiega Marica Toma, prima cittadina di Cadeo -; è una preziosa occasione che ci permette di avere personaggi noti tra noi e di crescere insieme attraverso al cultura”.

“Utopia ha un duplice significato: luogo felice e luogo impossibile da raggiungere, ma qui è stata scelta la prima definizione. Utopia, inteso come luogo migliore del presente – sottolinea don Umberto Ciullo, parroco di Roveleto e ideatore del percorso-. Questa parola mi ha portato alla ricerca di personaggi che hanno fatto o fanno di questa società un luogo migliore, più giusto. Sfidando il luogo comune che utopia sia un luogo irraggiungibile”.

 oscar farinetti e guido silvestri, ospiti il 17 e 18 ottobre

Un percorso che si apre con un doppio appuntamento con due personaggi celebri, in Italia e non solo: lunedì 17 ottobre ore 21 con l’imprenditore Oscar Farinetti che converserà col pubblico sul suo ultimo libro “È nata prima la gallina... forse”; martedì 18 ottobre alle ore 20.30 “Rischiare è vivere” con Guido Silvestri, professore ordinario e direttore del dipartimento di Patologia e Medicina di laboratorio alla Emory University di Atlanta, dove dal 2001 dirige un’equipe di ricerca specializzata nello studio della patogenesi dei virus, in particolare dell’infezione da HIV e AIDS, di cui è considerato uno dei massimi esperti mondiali.

prossimi appuntamenti

Sabato 22 ottobre ore 21 in scena il teatro della compagnia teatrale Exire con “Carlo Maria Martini: storia, mistero e profezia”: ideato da Sergio di Benedetto e con la regia di Fabio Sarti. A dieci anni dalla morte, la Compagnia con la collaborazione della Fondazione Carlo Maria Martini vuole ricordare il Cardinale con una rilettura teatrale di alcune sue parole. Seguendo tre solchi: storia, mistero e profezia.

Venerdì 28 ottobre ore 21 ospite d’eccezione, padre Paolo Bizzeti, gesuita e vescovo in Turchia, con una serata testimonianza e riflessione sull’ essere cristiani in Turchia, in quanto minoranza.

Martedì 10 novembre sul palco l'imprenditore Francesco Mutti converserà con il vescovo della diocesi piacentina mons. Adriano Cevolotto riguardo a mondo lavorativo e giovani.

La storia del grande Bartali, simbolo del ciclismo eroico degli anni ’30 sarà protagonista domenica pomeriggio 20 novembre dello spettacolo teatrale “Gino Bartali, eroe silenzioso” tratto dal libro “La corsa giusta” di Antonio Ferrara, regia di Carmen Pellegrinelli, con Federica Molteni.

Sabato 10 dicembre in scena la musica con il concerto di “Spirit Gospel Choir”, con un coro gospel, che si discosta dalle tradizionali performance da tutti conosciute per divenire una vera e propria meditazione religiosa.

Ancora da calendarizzare, ma presenti nel ricco programma, la presenza come ospite del regista Marco Bellocchio.

Nella foto, Oscar Farinetti con don Umberto Ciullo in un incontro al Centro parrocchiale di Roveleto alcuni anni fa.

Pubblicato il 14 ottobre 2022

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Inaugurata la pietra d'inciampo dedicata ad Enrico Richetti

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È stata inaugurata la pietra d’inciampo dedicata a Enrico Richetti, ebreo goriziano trasferitosi a Piacenza dove aveva aperto un negozio di macchine da scrivere all’inizio di via XX settembre. Proprio lì la pietra d’inciampo è stata posta e inaugurata alla presenza del sindaco Katia Tarasconi, dell’ex primo cittadino Patrizia Barbieri, del nipote di Richetti che ne porta il nome, di Licia Gardella e Ippolito Negri da cui era partita la proposta della pietra d’inciampo, del presidente della comunità ebraica di Parma e Piacenza Riccardo Yoshua Moretti, del vescovo di Piacenza e Bobbio Adriano Cevolotto.

Un patrimonio di memoria collettiva
La pietra d'inciampo che oggi viene ufficialmente affidata alla nostra comunità - dice il sindaco Katia Tarasconi nel suo discorso -  è un patrimonio di memoria collettiva e condivisa, emblema degli insegnamenti che le pagine più buie della storia ci consegnano come eredità civile e morale da onorare ogni giorno. Ogni volta che ciascuno di noi passerà qui accanto e, posando lo sguardo su questo piccolo blocco d'ottone, incrocerà idealmente il percorso di Enrico Richetti, che in via XX Settembre aveva aperto il suo negozio di macchine da scrivere. Un'attività avviata nel 1939, quando Richetti – di origine goriziana – arrivò a Piacenza con la moglie, contando sul supporto di conoscenti per nascondere la sua identità ebraica. La vergogna dell'odio antisemita, proclamato nel Manifesto degli scienziati razzisti apparso sul “Giornale d'Italia” il 14 luglio 1938 e nella “Dichiarazione sulla razza” emanata dal Gran Consiglio del fascismo il successivo 6 ottobre, era ormai istituzionalizzata, divenuta legge con il Regio Decreto del 17 novembre '38 che sanciva i provvedimenti “per la difesa della razza italiana”.
Cosa significasse questo, lo ha richiamato ieri Liliana Segre presiedendo – a pochi giorni dal centenario della marcia su Roma che diede inizio alla dittatura fascista – la prima seduta del neo eletto Senato della Repubblica: “E' impossibile per me non provare una sorta di vertigine, ricordando quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari... ”.
Enrico Richetti aveva già preso le distanze dal partito di regime cui si era iscritto: le critiche espresse contro la spedizione militare in Etiopia gli erano costate, nel 1935, non solo l'espulsione, ma anche la perdita della cattedra di insegnante a Rovigo, costringendolo a cercare una nuova occupazione come rappresentante editoriale e docente in istituti privati a Ferrara e Bologna. Poi la scelta di arruolarsi come volontario proprio in Africa, rientrando pochi mesi dopo per problemi di salute, con il grado di Tenente. Non sarebbe stato sufficiente, in un Paese lacerato dalla guerra civile all'indomani dell'8 settembre '43, a salvarlo dall'arresto il 26 gennaio 1944, a Firenze, dove aveva pernottato mentre era in viaggio per raggiungere, al Sud, i fratelli al servizio degli Alleati.
Trascorrono i mesi, nel carcere di via del Consiglio, da dove Richetti verrà deportato prima a Fossoli e poi ad Auschwitz, terminando a Dachau – come decine di migliaia di donne e uomini tra ebrei, prigionieri e oppositori politici, persone la cui individualità li caratterizzava come “diversi”, portatori di uno stigma che li rendeva privi di qualsiasi diritto a confronto con il modello ariano: testimoni di Geova, Rom, omosessuali. Basterebbe questo, a cancellare ogni presa di posizione che ha preceduto la posa della prima Stolpersteine a Piacenza: rendiamo omaggio ad Enrico Richetti, vittima della Shoah.

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70 mila le pietre d'inciampo diffuse in Europa

La definiamo spesso di brutalità indicibile, l'ideologia nazifascista dello sterminio di massa, delle persecuzioni antisemite, delle camere a gas come icona di un'umanità calpestata nella sua più intima e profonda dignità. E laddove non possono arrivare le parole, se non quelle che ci sono state lasciate dai testimoni e da coloro che sopravvissero a quell'orrore, abbiamo bisogno dei simboli. Perché questo sono, le pietre d'inciampo, che il loro ideatore Gunter Demnig ha spiegato rifacendosi a un passo del Talmud: “Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”.
Sento di dare voce a tutti i nostri concittadini che credono nella convivenza civile, nel pluralismo, nel rispetto reciproco e nel dialogo tra le differenze come strumenti di pace, nel dire che il nome di Enrico – così come ognuno di quelli incisi sulle 70 mila pietre diffuse ad oggi in tutta Europa – racchiude tutti i nomi che non conosciamo. Quelli che non abbiamo mai trovato sui libri di storia, nei registri, negli elenchi dei nemici invisi a un regime che, nel nome di un razzismo aberrante, ha perpetrato crimini disumani.
Questo, quando ci capiterà di sfiorare la pietra – magari allungando lo sguardo alle vetrine e provando a immaginare come fosse, quel negozio di macchine da scrivere – siamo chiamati a non dimenticare. Lo sottolineo ringraziando il nipote di Enrico Richetti che è qui accanto a noi e ne porta il nome, rappresentando in questa occasione tutta la famiglia, nonché il presidente della Comunità Ebraica di Parma e Piacenza Riccardo Joshua Moretti. Ed esprimendo la riconoscenza dell'Amministrazione comunale alla professoressa Licia Gardella, che per prima ha avanzato la proposta – supportata dalle preziose ricerche storiografiche di Ippolito Negri – trovando la piena collaborazione dapprima della Giunta Barbieri, con particolare sensibilità e attenzione dell'allora assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi, quindi dell'Amministrazione attuale, in un passaggio di consegne che ha riguardato innanzitutto l'assessorato alla Cultura con Christian Fiazza. Penso sia importante ribadirlo, perché in questa continuità c'è l'essenza di un valore che non ha colore politico né appartenenza, ma in cui tutti possiamo riconoscerci: l'inviolabilità della vita, su cui nessuna ideologia possa e debba mai più ergersi a carnefice.

Nelle foto di Del Papa la cerimonia di inaugurazione della pietra d'inciampo dedicata ad Enrico Richetti.

Pubblicato il 14 ottobre 2022

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La Banca di Piacenza in aiuto a MPM Emergency Senegal

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Grazie all’intervento della Banca di Piacenza, che se n’è assunta l’intero onere, l’ambulanza di MPM Emergency Senegal ODV arriverà in Senegal. L’Associazione - presieduta da Macodou Diop, senegalese residente a Piacenza - ha come obiettivo quello di aiutare la terra d’origine ed era alla ricerca di un’ambulanza da 5 anni, perché al loro Paese rappresenta una ricchezza incredibile. Nella città di Koul Diop, dove è destinata, non ci sono infatti ospedali; servirà quindi a trasportare i malati dal dispensario locale ai nosocomi della capitale Dakar, distante 120 chilometri.

L’ambulanza del 118 - ceduta gratuitamente dall’Azienda Usl di Piacenza - è una Wolkswagen Transponder 4x4 del 2009, con motore di 2.500 centimetri cubici, che ha percorso 180mila chilometri e che fino a poco tempo fa era in servizio presso l’ospedale di Bobbio. Mezzi come questi, che da noi sarebbero destinati alla dismissione, per territori più poveri possono essere ancora molto utili.
Avuta l’ambulanza, restava però il problema di farla giungere in Senegal. Un lungo - e costoso - viaggio di oltre 5mila chilometri. Banca di Piacenza è stata ben lieta di accogliere la richiesta di aiuto dell’Associazione Emergency Senegal e finanzierà con 5mila euro il trasporto del mezzo, che potrà essere ancora molto prezioso nel lontano paese africano.

Nella foto, la consegna della cifra occorrente per il trasporto dell'ambulanza in Senegal.

Pubblicato il 13 ottobre 2022

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