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Notizie Varie

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2000-2025: Caorso ha ricordato Cristian Gardella

 Gobbi


Tanti anni fa ho conosciuto un ragazzo di nome Cristian Gardella, l’ho sentito incredibilmente vicino senza averlo incontrato mai. Ho attraversato la sua storia in punta di piedi, ascoltando i racconti di chi gli ha voluto bene, sfiorando le sue pagine traboccanti di emozioni, ascoltando la musica che ha amato. È stato come incamminarmi lungo un sentiero pieno di meraviglie e di doni inaspettati. Da allora Cristian non se n’è più andato, e domenica 28 settembre, a venticinque anni dalla sua prematura scomparsa, mi sono ritrovata insieme a famigliari, amici, insegnati, musicisti al Cine Fox di Caorso per una serata di pura poesia, un ricordo artistico e profondo proprio come era Cristian.

Il salotto del poeta
Nato nel cuore della Toscana ma ben presto trasferitosi con la famiglia nel piacentino, Cristian dimostra fin dalla prima infanzia un animo straordinariamente sensibile e assetato di vita. È il bambino che travolge mamma Isabel di domande, che ascolta incantato papà Ezio, stimato musicista, ricamare storie con la sua chitarra, che esplora ogni angolo di casa e del mondo in cerca di risposte e di senso. Crescendo sviluppa numerosi interessi e si fa adolescente carismatico e maturo, che sa essere l’anima del gruppo ma non ha paura di spronare gli amici: “Ma che fate? Perché state lì senza far nulla? Dovete viverlo il tempo, non ammazzarlo”.
Il suo cammino così luminoso si interrompe in modo improvviso durante una gita scolastica in Baviera, tanto attesa e sognata. Dopo una giornata densa di emozioni presso il campo di concentramento di Dachau, Cristian si addormenta per non svegliarsi più. È il 24 febbraio del 2000.

Tesori da condividere
Dopo la sua morte, che lascia tramortita e attonita l’intera comunità di Caorso, cala un silenzio disarmante nella sua casa, in classe, in paese. Come può essere tutto finito così? Ma non è la fine, è un nuovo inizio. I genitori e la sorella, alcune settimane dopo il funerale, intraprendono controvoglia il compito penoso di sistemare le cose di Cristian. Non sono le lacrime a vincere questa volta, perché il salotto conserva per loro, e per noi, un tesoro prezioso: sono le coordinate per raggiungere i suoi orizzonti più intimi e più veri, fogli e pensieri sparsi ovunque, nascosti nei libri o sotto al letto, note e visioni, sentimenti e personaggi che abitavano la quotidianità di Cristian, intrisa di puro stupore. I suoi versi, così pieni di spiritualità e di saggezza, sono quelli di un moderno pellegrino, e non a caso arrivano fino a Gerusalemme, fino al deserto del Negev, e poi vengono raccolti nella pubblicazione “Le vie dell’incanto”, di cui ho avuto l’onore di scrivere l’introduzione. 

musicisti


Un ricordo pieno di gioia
Domenica 28 settembre per ricordarlo si sono alternati sul palco un quartetto di tromboni, una violinista, vari chitarristi, lorchestra diretta dal maestro Luciano Caggiati (di cui Cristian era allievo affezionato), e tanti amici che hanno letto le sue poesie. Nessuno ha voluto mancare e non c’è stato spazio per la tristezza, solo per la gioia di averlo avuto accanto come figlio, fratello, allievo, compagno di scoperte e di avventure.
Ogni tanto porto il mio bimbo davanti all’ulivo che abbiamo piantato nel cortile della scuola in ricordo di Cristian; - dice Fabrizio - presto gli racconterò di questo amico speciale con cui ho condiviso i momenti più belli della gioventù e che ancora oggi mi insegna ad amare la vita. Cristian è una luce sul cammino di tutti noi”.

Annalisa Gobbi


Nelle foto,dall'alto, Annalisa Gobbi interviene al Cine Fox di Caorso il 28 settembre alla serata in ricordo di Cristian Gardella; l’intervento di alcuni musicisti (a destra, Ezio Gardella, il padre di Cristian).

Pubblicato il 6 ottobre 2025

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Il 5,4% del fondo sanitario regionale per la medicina generale

Sanita conti Emilia Romagna

“La medicina di territorio è e sarà sempre di più l’asse portante del sistema sanitario pubblico dell’Emilia-Romagna. E’ una sfida ambiziosa, che vogliamo vincere con l’aiuto di tutte le componenti coinvolte in un’ottica di valorizzazione delle professionalità e delle competenze, che sappia mettere al centro i bisogni del paziente e delle nostre comunità. Storicamente la nostra regione è quella che a livello nazionale ha dato maggior sviluppo alle cure territoriali”. A ribadirlo l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, intervenendo questa mattina in Commissione assembleare per fare il punto sull’assistenza territoriale in Emilia-Romagna. “Il nostro obiettivo è dare continuità in un percorso di innovazione e sostenibilità. Attraverso gli obiettivi e le risorse messe a disposizione dal PNRR, valorizzeremo ulteriormente le Case e gli ospedali di comunità a sostegno delle cure di prossimità, che vedono il domicilio come primo luogo di cura, in particolare per le persone fragili. L’organizzazione territoriale – aggiunge l’assessore – ha come fulcro i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, organizzati nelle forme associative a maggiore efficacia: dai nuclei delle cure primarie (NCP) alle aggregazioni funzionali territoriali (AFT) fino alle unità complesse di cure primarie (UCCP). Queste forme organizzative hanno come caratteristica distintiva la forte integrazione tra i medici delle cure primarie (AFT) e le altre professioni sanitarie, tra cui gli infermieri di famiglia e di comunità, presenti nello stesso ambito territoriale (NCP, UCCP). Durante la pandemia Covid-19, infatti, il sistema sanitario della Regione Emilia-Romagna, caratterizzato da una forte integrazione tra medici di medicina generale, infermieri delle cure domiciliari e assistenti sociali del territorio, ha dimostrato resilienza proprio grazie a questa rete diffusa e capillare delle cure primarie. Da qui la necessità di proseguire su questa strada. Quello delle cure primarie è un sistema territoriale che garantisce performance di alto livello e che si integra con l’assistenza ospedaliera e dell’emergenza-urgenza. Grazie agli investimenti Pnrr per la realizzazione delle Case della comunità e al nuovo ruolo unico del medico di medicina generale previsto dall’Accordo collettivo nazionale, siamo impegnati a rendere l’assistenza sanitaria territoriale più sostenibile e accessibile”, ha concluso Fabi.

LA RETE TERRITORIALE DELL’EMILIA-ROMAGNA

In Emilia-Romagna sono 141 le Case di comunità attive (47 quelle in programma) e 24 per 380 posti letto gli ospedali di comunità attivi (24 per 486 posti letto da attivare, di cui 20 per 416 posti letto con fondi Pnnr). Dei 2.736 medici di medicina generale presenti in regione 618, ovvero il 23%, sono impegnati attualmente nelle Case di comunità e circa 1.600 (67,5%) sono impegnati nelle medicine di gruppo. Il coinvolgimento dei medici di medicina generale è essenziale per garantire l’assistenza a una popolazione sempre più anziana e nella quale la diffusione delle malattie croniche è in aumento: nel 2023, quasi il 7% della popolazione era affetto da diabete e di questi, circa 200.000 venivano già correttamente monitorati periodicamente dai medici di medicina generale. Analogamente, la rete della medicina generale è in grado di gestire correttamente, a livello territoriale, quasi l’80% dei pazienti dimessi dopo infarto, prescrivendo periodicamente i farmaci e le prestazioni. Nel 2024 la Regione ha investito 399 milioni di euro, ovvero il 5,4% del Fondo sanitario regionale, per la medicina generale. In media, 102,75 euro per assistito.

Pubblicato il 5 ottobre 2025

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«Mettiamo radici per il futuro», riparte la distribuzione gratuita di piante e alberi

Mettiamo radici alberi 

La Regione conferma l’impegno per rendere l’Emilia-Romagna sempre più verde, proseguendo anche quest’anno il progetto ‘Mettiamo radici per il futuro’ con un nuovo stanziamento complessivo di 3 milioni di euro per il triennio 2025-2027 (1 milione nel 2025 per interventi dal 1^ ottobre al 31 dicembre; 1 milione nel 2026 e 1 nel 2027). Da domani, mercoledì 1^ ottobre, cittadine e cittadini, associazioni ed Enti pubblici potranno recarsi in uno dei vivai convenzionati della regione per ritirare gratuitamente uno o più alberi tra le 100 specie autoctone disponibili per piantarli e prendersene cura. Le imprese invece potranno partecipare al progetto attraverso la definizione di un accordo con un Comune o un ente territoriale (Unioni di Comuni, etc.) che si occuperà di ritirare gratuitamente le piantine dai vivai per poi consegnarle all’impresa che realizzerà la piantagione con propri mezzi. “Con questo nuovo bando invitiamo cittadine, cittadini, associazioni, Comuni e imprese a cogliere l’opportunità offerta dalla Regione di avere gratuitamente piante e arbusti per rendere più verde e più vivibile il territorio- sottolinea l’assessora a Cultura, Parchi e Foreste, Gessica Allegni-. Grazie alla preziosa collaborazione di tutta la comunità possiamo creare nuove aree boscate, siepi, spazi verdi che potranno concorrere a salvaguardare la biodiversità del nostro territorio e a migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città”.
Querce, carpini, sorbi, aceri, tigli, olmi, pioppi e arbusti: è possibile scegliere all’interno di un elenco di cento specie autoctone, suddivise tra alberi e arbusti e per area geografica. La Regione ha predisposto una guida, l’Abaco degli Alberi, per aiutare a individuare quelle più adatte al terreno e alle condizioni climatiche del luogo in cui verranno messe a dimora, che dovrà comunque essere all’interno del territorio dell’Emilia-Romagna, in aree di proprietà, di cui si ha possesso o disponibilità.
Sul sito “Mettiamo radici per il futuro”, sono disponibili tutte le informazioni, compresi consigli utili sulla piantagione e la cura delle piante, oltre ad approfondimenti scientifici. Disponibili anche podcast di approfondimento su ognuno di questi aspetti in compagnia di esperti come il professore dell’Università di Firenze, Stefano Mancuso. Anche quest’anno la Regione promuoverà infine una campagna di comunicazione sui canali social, quotidiani, video e la diffusione di uno spot radio sulle principali emittenti radiofoniche locali per far conoscere l’iniziativa.

Pubblicato il 4 ottobre 2025

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La YouthBank di Piacenza ospite di una Fondazione Croata

gruppocroat

Una delegazione di undici giovani piacentini in missione in Croazia, per una tre giorni di laboratori di cittadinanza, scambio fra Fondazioni e dialogo fra le generazioni. È accaduto dal 25 al 27 settembre, quando alcuni dei membri della YouthBank di Piacenza - progetto avviato nel 2023 dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano per promuovere il protagonismo giovanile - hanno preso parte alla Settimana della Filantropia organizzata nella città di Zara dalla croata National Foundation for Civil Society Development, in occasione della Giornata europea delle Fondazioni. Ricorrenza che in Italia è promossa da Acri e da Assifero e che in tutto il continente si celebra il 1° ottobre con l’obiettivo di valorizzare il lavoro degli enti filantropici. La rappresentanza piacentina, invitata nell’ambito di un gemellaggio avviato nei mesi scorsi, era formata da Aicha Moudani, Elisabetta Epi, Giulio Fontanella, Laura Garret, Margherita Lecce, Lucrezia Mangiarotti, Noemi Marenghi, Teresa Pozzoli, Carlotta Sali, Daniele Spina, Lorenzo Tramelli e dal coordinatore Edoardo Favari. Sempre dall’Italia erano presenti anche due ambassador del Consiglio dei Giovani della Fondazione Montepaschi di Siena.

Le giornate trascorse nell’antica capitale della Dalmazia sono state per i banker piacentini particolarmente dense. Dopo una calorosa accoglienza a cura dei coetanei croati, con tanto di tour guidato del centro storico e cena conviviale, sono partite le attività di laboratorio, vissute fianco a fianco degli studenti delle scuole superiori e di persone over 60 di otto città e dieci scuole della Croazia. Mentre i gruppi di lavoro ‘senior’ hanno lavorato sull’importanza di uno stile di vita attivo e salutare, i più giovani hanno preso parte a un laboratorio internazionale di progettazione sociale, lo YouthLab – Youth for Community 2030, che invitava giovani di nazionalità diverse a collaborare per mettere a punto interventi capaci di rispondere ai bisogni delle comunità di appartenenza.

Divisi in gruppi misti, i partecipanti hanno affrontato un percorso strutturato di ideazione progettuale: mappatura dei bisogni delle comunità, definizione delle priorità, elaborazione delle attività, individuazione delle risorse, dei partner, degli indicatori di successo e, soprattutto, del ruolo dei giovani e delle strategie per garantire la sostenibilità. Ne sono usciti “YouthSpark” progetto dedicato all’attivismo giovanile e alla cittadinanza attiva, e “UManaMENTE”, iniziativa incentrata sul benessere e la salute mentale.

«Aderendo alla YouthBank International, la ‘banca dei giovani’ di Piacenza e Vigevano ha inteso da subito associare la propria azione locale all’opportunità di darsi un orizzonte internazionale - sottolinea il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi -, un obiettivo che con questo gemellaggio trova una realizzazione pratica, offrendo alle ragazze e ai ragazzi del gruppo un’opportunità di formazione in più e, in un tempo che sembra segnato solo da divisioni e conflitti, l’occasione di sperimentare come tanti giovani, dentro e fuori l’Italia, abbiano invece ancora voglia di impegnarsi concretamente per progettare un domani migliore».

Nella foto, il gruppo dei giovani piacentini.

Pubblicato il 4 ottobre 2025

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Tre bicchieri Cantina Valtidone, riconoscimento di Gambero Rosso ad Arvange Metodo Classico Pas Dosé

Presidente Gianpaolo Fornasari Ritratto OK 


Arvange Metodo Classico Pas Dosé di Cantina Valtidone ha ricevuto per la terza volta il riconoscimento dei Tre bicchieri nella prestigiosa Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso –- Edizione 2026. Dopo le premiazioni del 2020 e del 2021, anche quest’anno il massimo riconoscimento va a Cantina Valtidone con l’enologo Francesco Fissore, che si conferma capace di interpretare le grandi potenzialità del terroir delle colline della Val Tidone. “Un traguardo raggiunto - precisa un comunicato - grazie alla costante ricerca di qualità e l’impegno nel dare vita a spumanti che raccontino il territorio con eleganza e autenticità; un riconoscimento a livello internazionale di elevato prestigio. Arvange Pas Dosé millesimato 2020 è Pinot Nero in purezza dai vigneti più vocati della Val Tidone. L’affinamento sui lieviti è di almeno 48 mesi, per uno spumante metodo classico che rappresenta l’eccellenza del territorio”.
“È indubbiamente una notizia che ci ha emozionato - commenta il presidente Gianpaolo Fornasari interpretando il sentimento di tutta l’azienda -. I tre bicchieri conquistati nuovamente da Arvange Pas Dosé sono un motivo di orgoglio per i nostri soci e tutti i nostri dipendenti che vogliamo condividere con i clienti ed i tanti amici di Cantina Valtidone. Voglio ringraziare tutti i collaboratori della Cantina, a cominciare dal dott. Fissore, e tutti i soci per la grande qualità delle uve conferite senza le quali non potremmo produrre i nostri eccellenti vini. Abbiamo sempre fatto sul serio: il nostro obiettivo fondamentale è la creazione di valore per i nostri soci conferenti, la nostra Azienda, l’ambiente e le comunità del nostro territorio”.

Nella foto, il presidente Gianpaolo Fornasari.

Pubblicato il 2 ottobre 2025

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