Si è svolto nei giorni scorsi il secondo torneo di volley al femminile di Cooperativa San Martino. L'idea nasce nel corso del 2024, sull'onda dell'ottenimento della Certificazione per la parità di genere. “È importante per noi - spiega Margherita Spezia, responsabile Welfare e per la suddetta certificazione della San Martino, e per l’occasione anche giocatrice in campo insieme alle colleghe - organizzare queste iniziative che consolidano lo spirito di gruppo e permettono a tutti soci lavoratori della Cooperativa di incontrarsi anche oltre l'orario di lavoro. Questa in particolare è l'occasione per le donne di San Martino di essere valorizzate e di mettersi in luce anche in ambito sportivo, imparando sempre di più a fare squadra”. Il torneo tenutosi al palazzetto dello sport di Gossolengo ha impegnato giocatrici e tifosi in un divertente pomeriggio di sport. A trionfare la squadra “Rompa mia i pack” capitanata da Ina Ceban. Medaglia d'argento a “Le infrangibili”, terzo gradino del podio per “Vdc gang”. A premiare le giocatrici il presidente della Cooperativa San Martino Mario Spezia e il referente dell'ufficio soci Salvatore Scafuto. Anche l'amministratore delegato Francesco Milza e il direttore generale Paolo Rebecchi hanno espresso la loro soddisfazione per un evento ben riuscito, e che verrà certamente confermato per il futuro.
Un ramoscello dell’Albero di Giovanni Falcone da piantare e far crescere sui terreni confiscati al clan dei Casalesi, come simbolo della lotta contro tutte le mafie. E’ l’iniziativa promossa da Coldiretti, Comando del Corpo Forestale dei carabinieri e Distretto Rotary 2080 nell’ambito della presentazione a Roma dell’8 Rapporto Agromafie. Il vaso con la piantina è stato consegnato dal Generale di Corpo d'Armata Fabrizio Parrulli, comandante delle Unità forestali, ambientali e agroalimentari dell'Arma dei Carabinieri, e dal Governatore Rotary Club 2080 Guido Franceschetti a Vincenzo Gesmundo, Segretario Generale Coldiretti e ad Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti e dell’Osservatorio Agromafie. Coldiretti ha deciso quindi di donare l’albero alla Cooperativa Sociale Terra Felix, un acceleratore di attività e di progetti culturali e sociali a vocazione ambientale attivo nell’area che si estende dalla periferia nord di Napoli a quella sud di Caserta, già vincitrice del premio all’innovazione Oscar Green. Sviluppa progetti educativi, sociali e ambientali anche su beni confiscati alla camorra, coinvolgendo persone con disabilità, giovani, scuole e comunità locali. Alla cerimonia hanno preso parte i rappresentanti della cooperativa assieme all’ex Procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco e a Massimo Ferraro, Direttore Fondazione Osservatorio Agromafie.
Nella foto, da sinistra il Generale di Corpo d'Armata Fabrizio Parrulli, comandante delle Unità forestali, ambientali e agroalimentari dell'Arma dei Carabinieri, Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti e dell’Osservatorio Agromafie, il Governatore Rotary Club 2080 Guido Franceschetti e Vincenzo Gesmundo, Segretario Generale Coldiretti.
Il sindaco di Piacenza Katia Tarasconi, in qualità di presidente del Consiglio della Autonomie locali, era a Bologna per sottoscrivere un’importante convenzione in tema di legalità e buon funzionamento della finanza pubblica grazie a una collaborazione sempre più stretta e operativa tra Regione, Corte dei Conti e Cal, ovvero l’organo di rappresentanza delle autonomie locali della Regione e di consultazione fra queste e la Regione Emilia-Romagna. Con Katia Tarasconi (eletta alla presidenza del Cal lo scorso 3 aprile prendendo il posto del presidente uscente Matteo Lepore, sindaco di Bologna) hanno siglato la convenzione il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele De Pascale e il presidente della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per l’Emilia-Romagna, Marcovalerio Pozzato. “La firma di questa convenzione – commenta Tarasconi - rappresenta un importante passo avanti nella direzione di una pubblica amministrazione sempre più efficiente, trasparente e vicina ai cittadini. Grazie alla collaborazione tra Regione, Corte dei conti e Consiglio delle Autonomie locali, si rafforza il dialogo istituzionale e, cosa non meno importante, si promuove una cultura della legalità e della responsabilità nella gestione delle risorse pubbliche. Il Cal, in particolare, svolge un ruolo cruciale nel supportare gli enti locali, soprattutto i più piccoli, nell’affrontare sfide normative e contabili sempre più complesse. Questa intesa non solo valorizza l’esperienza e le competenze presenti sul territorio, ma rappresenta anche un modello di sinergia virtuosa tra istituzioni, finalizzato a garantire servizi pubblici di qualità e a tutelare l’interesse collettivo”.
Nei giorni scorsi si è svolto un importante incontro istituzionale tra una delegazione dell’Unione dei giovani dottori commercialisti ed esperti contabili Emilia-Romagna e il capo di gabinetto della Regione Emilia-Romagna, Luca Vecchi, supportato dal consigliere comunale di Piacenza Andrea Fossati e dal consigliere regionale Luca Quintavalla. L’iniziativa, promossa dall’Ugdcec di Piacenza con il proprio presidente, Fabio Maggi, ha visto la partecipazione dei rappresentanti del Coordinamento Regionale Ugdcec Emilia-Romagna e dei delegati di Giunta nazionale, Francesco Paolo Fabbri e Serena Giannuzzi, ed è stata finalizzata a portare all’attenzione della Regione una proposta concreta di valorizzazione del capitale professionale giovanile. Al centro dell’incontro, la richiesta di introdurre, sul modello recentemente sperimentato nella Regione Puglia, una quota riservata ai giovani professionisti nei collegi sindacali delle società a partecipazione pubblica regionale. La proposta, illustrata dal presidente Maggi, mira a: promuovere un reale ricambio generazionale nella governance delle società partecipate; facilitare l’inserimento di giovani commercialisti qualificati e formati in ruoli di responsabilità; rafforzare la qualità, l’efficacia e l’innovazione nell’attività di controllo societario; ribadire l’impegno verso principi di equità, inclusione e partecipazione, in linea con le direttive nazionali e comunitarie.
“L’introduzione di una quota minima di rappresentanza giovanile – ha dichiarato Maggi – rappresenterebbe non solo un’opportunità per le nuove generazioni di professionisti, ma anche un investimento sulla qualità tecnica, l’indipendenza e la visione innovativa degli organi di controllo. Le nostre competenze sono oggi pienamente maturate per affiancare le istituzioni in una gestione trasparente ed efficiente”. Il capo di gabinetto Vecchi ha manifestato attenzione e disponibilità all’approfondimento della proposta, riservandosi ulteriori valutazioni di merito con le strutture regionali competenti. L’Ugdcec ha infine ribadito la piena disponibilità a proseguire il confronto tecnico-istituzionale anche attraverso il coinvolgimento dei presidenti Ugdcec dell’Emilia-Romagna, nella convinzione che solo un dialogo aperto e strutturato possa dare concretezza alle istanze di innovazione della categoria professionale.
La Comunità pastorale Media Valtidone ha celebrato, domenica 18 maggio, il patrono, San Luigi Orione, la cui memoria cadrebbe il 16 maggio. Per l’occasione la famiglia orionina, che comprende l’Associazione Ex Allievi, il Movimento Laicale, gli Amici, la scuola professionale ENDO-FAP, la redazione de “Il Giovane italiano”, il Gruppo Musicale “Don Orione”, la Comunità “Le nuvole”, il “Comic club”, il Circolo Culturale “Spazio cultura partecipata Don Giuseppe Zambarbieri”, si è data appuntamento nella Collegiata di Borgonovo per la messa, celebrata da don Flavio Peloso, settimo successore di Don Orione alla guida della Congregazione dei Figli della Divina Provvidenza e attualmente Direttore del “Paterno”, la casa madre di tutte le opere orionine, che si trova a Tortona.
DON ORIONE E IL LEGAME CON BORGONOVO
“Don Orione – ha detto il sacerdote - amava Borgonovo, tanto che qui voleva morire, e la comunità locale ha ricambiato questo amore avendolo scelto come Patrono.Amare gli altri come Gesù ha amato noi è il cuore del messaggio orionino: Don Orione sapeva predicare bene, ma la sua vera predicazione era la carità, per lui segno ed essenza stessa di Dio, che egli ha attuato con perseveranza tutta la vita, anche passando diverse tribolazioni. "Il Cristianesimo senza carità non sarebbe che un'indegna ipocrisia", diceva. Ed è proprio la carità ad averlo portato a Borgonovo: quando Gaspare Rocca andò a Tortona, nel 1930, a offrirgli l’Istituto per orfani fondato da Padre Paolo Ligutti, scomparso pochi mesi prima, gli chiese un aiuto concreto per i suoi ragazzi. Il 13 marzo 1931 Don Orione venne a Borgonovo e prese l’Istituto perché era secondo lo spirito della sua Congregazione: 68 ragazzi che vivevano in condizioni di quasi indigenza e che andavano in giro a suonare per guadagnare qualcosa per mangiare mentre la casa aveva 80mila lire di debito, dove c’era, però, una profonda fede, ereditata da Padre Ligutti. La comunità borgonovese aiutava questa realtà proprio nello spirito della carità”. “Don Orione – ha concluso - sta davanti a noi: questa storia cominciata quasi un secolo fa continua ancora oggi, grazie a tanti volontari, costituendo una ricchezza per la comunità, perché solo la carità eleverà il mondo e salverà Borgonovo”.Questo connubio tra la comunità e la famiglia orionina è stato sottolineato anche dal Parroco Don Gianni Bergomi e dal Sindaco di Borgonovo Monica Patelli, che ha sottolineato, in particolare, quanto viene fatto in termini di formazione, solidarietà, festa e accoglienza dei minori non accompagnati, tutto con un’attenzione particolare verso i giovani. All’evento, che si è concluso con un pranzo presso l’Oratorio, erano presenti anche i Presidenti Nazionale e Regionale dell’Associazione Ex Allievi, Mauro Sala e Amedeo Balboni, e i rappresentanti del Gruppo Alpini e dell’Associazione Carabinieri in congedo.
Nella foto, la famiglia orionina riunita dopo la messa in Collegiata a Borgonovo.
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