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Notizie Varie

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Festa a Ottone per la sagra dei prodotti della montagna

Sagra agricola Ottone

Anche quest'anno a Ottone tanti espositori hanno portato i prodotti della loro terra in piazza in occasione della "Sagra dei prodotti della montagna”: miele, formaggi, salumi artigianali, pane fatto in casa e tante altre specialità gustose e a km zero. Molti erano anche gli standisti con oggetti artigianali, presepi e "opere" all'uncinetto. La gustosa polenta, distribuita gratuitamente dagli abitanti di Campi, ha soddisfatto tutti e scaldato i cuori, prima dell’esibizione del taglio della fetta di legno a cui hanno partecipato le tante persone arrivate da tutta la vallata e non solo. Tutta la giornata è stata allietata da musica folcloristica.
"Manifestazioni di questa portata – commenta il vicesindaco Maria Lucia Girometta - con la direzione della Proloco e la partecipazione di eccellenze enogastronomiche, sono un volano per valorizzare il nostro territorio. Questa festa, che ha visto la collaborazione e il coinvolgimento di tutti i commercianti e degli agricoltori, evidenzia le tradizioni e gli usi dei luoghi montani che, anche se lontani dalla città, riescono ad attirare tanti turisti e visitatori. Ringrazio le forze dell'ordine, Gabriella Zanon della Coldiretti, la Proloco e i tanti amministratori che hanno condiviso questa giornata piena di allegria e di amicizia".

Pubblicato il 22 ottobre 2025

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Forum City Vision, menzione speciale per Piacenza su innovazione urbana e sostenibilità sociale

     brianzi fantini lanzillotta

Piacenza ha ricevuto una menzione speciale tra le buone pratiche nazionali nel corso di City Vision 2025, l’evento dedicato all’innovazione urbana e alla transizione sostenibile delle città, iniziato lunedì 20 ottobre. Il riconoscimento, consegnato poco fa agli assessori Francesco Brianzi e Adriana Fantini, ha premiato il progetto TOO (Ex Spazio 2) – Nuovo Hub di Comunità, realizzato nell’ambito della strategia ATUSS, l’Agenda Trasformativa Urbana per lo Sviluppo Sostenibile sostenuta dalla Regione Emilia Romagna grazie al Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), per la capacità di connettere rigenerazione urbana, innovazione sociale e comunità giovanile, creando uno spazio aperto alla partecipazione, alla creatività e all’inclusione. 

La due giorni padovana è stata un’occasione di confronto tra amministratori locali, esperti e innovatori, che ha permesso agli assessori di portare l’esperienza di Piacenza come città laboratorio per sostenibilità, partecipazione e qualità della vita.

Nel pomeriggio del 20 ottobre, Brianzi e Fantini hanno preso parte al workshop “La mobilità come strumento di trasformazione della città”, organizzato in collaborazione con MIC Hub. L’incontro ha approfondito le molteplici dimensioni della mobilità urbana come leva per la rigenerazione degli spazi e la coesione sociale. Piacenza ha illustrato le proprie strategie integrate tra Pug, Agenda 2030 e Fondi europei, con particolare attenzione ai progetti su mobilità sostenibile, urbanizzazione e riduzione delle disuguaglianze territoriali. “Abbiamo raccontato una città che investe sulla sostenibilità come motore di cambiamento e qualità della vita”, spiega Adriana Fantini: “Il nuovo Pug evidenzia come la mobilità non sia solo questione di viabilità, ma uno strumento per ripensare lo spazio urbano e costruire una città più accessibile e connessa. Parallelamente, il nuovo Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (Peba), approvato il 30 giugno scorso, rafforza l’impegno di Piacenza verso una città inclusiva e accessibile, promuovendo soluzioni di mobilità dolce e percorsi che favoriscano spostamenti sicuri e sostenibili per tutti."

Nella mattinata del 21 ottobre, l’assessore Brianzi è intervenuto al workshop “Contro la solitudine urbana: superare l’isolamento del singolo”, dedicato alle politiche di prossimità e ai luoghi che rafforzano i legami sociali. Piacenza è stata rappresentata con la buona pratica per il progetto “A Tempo – Take your Time”, rivolto ai giovani inattivi, che attraverso laboratori esperienziali, cultura e formazione ha promosso percorsi di inclusione, benessere e comunità. “Le città che vincono la sfida della sostenibilità sono quelle che sanno prendersi cura delle relazioni”, commenta Brianzi: “Con A Tempo abbiamo costruito reti educative e sociali che accompagnano i giovani nel ritrovare fiducia, competenze e partecipazione attiva. Una volta finito il progetto, abbiamo portato l’esperienza vincente dei case manager in altre progettazioni”.

La due giorni si è conclusa, per gli amministratori comunali, con la partecipazione ai Tavoli della Rete dei Comuni Sostenibili, dedicati al tema “Enti locali, sostenibilità e giovani: obiettivi globali, indicatori locali”. L’assessore Brianzi ha presentato l’esperienza pionieristica della Valutazione di Impatto Generazionale (VIG), introdotta dal Comune di Piacenza dopo le esperienze di Parma e Bologna per misurare l’impatto delle politiche pubbliche sulle nuove generazioni. Un modello innovativo di monitoraggio e rendicontazione che integra la visione dell’Agenda 2030 con gli strumenti del Rapporto di Sostenibilità e della programmazione strategica dell’ente. “City Vision è stata un’occasione per condividere pratiche e visioni con altre città italiane”, concludono Brianzi e Fantini: "Piacenza si conferma come una realtà capace di sperimentare politiche integrate che tengono insieme sostenibilità, innovazione e benessere generazionale”.

Nella foto, gli assessori Brianzi, Adriana Fantini con Domenico Lanzillotta, direttre di City Vision.

Pubblicato il 22 ottobre 2025

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Un’opera collettiva per dire: basta alla violenza sulle donne

locandina opera mani

In occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, Emporio Solidale Piacenza e CSV Emilia, sede di Piacenza, invitano tutta la cittadinanza a partecipare alla creazione di un’opera collettiva.
Dal 3 al 20 novembre sarà possibile recarsi presso Emporio Solidale negli orari di apertura, per lasciare l’impronta della propria mano e unirla a quella di tante altre persone.

Le mani sono lo “strumento degli strumenti” – come affermava Aristotele – e rappresentano il nostro modo più diretto per entrare in relazione con il mondo e con gli altri. Con le mani pensiamo, creiamo, costruiamo. E noi possiamo scegliere come usarle. Con questa iniziativa, scegliamo di usarle per dire BASTA alla violenza sulle donne!
Tutte le mani raccolte formeranno un’unica grande opera d’arte, realizzata anche grazie alla collaborazione della Falegnameria della Caritas diocesana di Piacenza e Bobbio, che sarà poi esposta nei locali di Emporio Solidale.
L’opera verrà presentata al pubblico lunedì 24 novembre alle ore 17 in Emporio Solidale di Via Primo Maggio 62 a Piacenza

Emporio Solidale, via Primo Maggio 62, Piacenza Quando:
dal 3 al 20 novembre: apertura Lunedì e mercoledì: ore 15.00 – 17.00; Martedì e giovedì: ore 9.00 – 12.00
Organizzatori: Emporio Solidale Piacenza e CSV Emilia.

Pubblicato il 21 ottobre 2025 

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Casa di Riposo Gasparini: incontro sulla prevenzione delle malattie femminili con il prof. Macellari

macellari


In occasione del mese di ottobre, dedicato alla prevenzione e alla sensibilizzazione sulla salute femminile, la Casa di Riposo Gasparini ha organizzato un importante incontro formativo per le proprie dipendenti con il prof. Giorgio Macellari, senologo di fama internazionale.
L’iniziativa testimonia la particolare attenzione che la struttura rivolge al benessere delle proprie lavoratrici, promuovendo la cultura della prevenzione come strumento fondamentale di tutela della salute.
Durante l’incontro, il prof. Macellari ha illustrato l’importanza della conoscenza scientifica come base per adottare strategie protettive e preventive efficaci. “Per sapere come conservare una buona salute e prevenire le malattie il primo passo è conoscerle”, ha esordito il professore, sottolineando come la prevenzione passi necessariamente attraverso la comprensione dei meccanismi che determinano l’insorgenza delle patologie.
La relazione ha affrontato in modo chiaro e accessibile la classificazione delle malattie in base alle loro cause, distinguendo tra fattori esterni ambientali e fattori interni di natura genetica. Per ciascuna tipologia, il prof. Macellari ha illustrato le diverse strategie preventive disponibili: dalla prevenzione primaria, che impedisce ai fattori ambientali di danneggiare le cellule, alla prevenzione secondaria, che permette di individuare e curare tempestivamente i danni quando ancora limitati.
Particolare attenzione è stata dedicata anche alle possibilità offerte dal potenziamento delle difese naturali dell’organismo e dall’introduzione di sostanze riparatrici, evidenziando come esistano rimedi semplici e naturali accanto alle più complesse strategie terapeutiche.
“Investire nella formazione e nella prevenzione per le nostre collaboratrici rappresenta un impegno concreto verso il benessere delle persone che ogni giorno si prendono cura dei nostri ospiti”, ha dichiarato Paolo Favari direttore della Casa di Riposo Gasparini. “La salute dei dipendenti è una priorità e iniziative come questa dimostranola nostra volontà di essere vicini a chi lavora con noi, non solo professionalmente ma anche sul piano umano e della tutela della salute”.
L’incontro si inserisce in un più ampio programma di iniziative che la Casa di Riposo Gasparini intende promuovere nel corso dell’anno per sensibilizzare e informare il proprio personale su tematiche legate alla prevenzione e al benessere.

Nella foto, l'incontro alla Casa Gasparini di Niviano con il prof. Macellari.

Pubblicato il 22 ottobre 2025

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Alla Protezione della Giovane valigia della speranza per Fatma e Aissa, «esempi di resilienza e coraggio»

aissa

Incinta di otto mesi e con una bambina di 2 anni al seguito un pomeriggio del maggio 2022 ha deciso di lasciare la Tunisia e raggiungere l'Italia per sfuggire alle minacce di morte dei creditori violenti del marito. Il compagno e padre dei bambini era riuscito a scappare nel nostro Paese tempo prima, non immaginando che le vessazioni sarebbero ricadute su moglie e figli; era arrivato il momento di provare a raggiungerlo per ricostituire la famiglia e far crescere i figli in un ambiente sereno. È la storia di Fatma Soussi, nata nel 1990, tunisina. Simile alla sua ci sono tante altre vicende, ma questa per fortuna ha avuto un lieto fine. Oggi Fatma vive insieme ai suoi figli e al marito in una casa alle porte di Piacenza: lei fa la mamma mentre il compagno è operaio metalmeccanico.

La storia di Aissa e Fatma

C'è anche la storia di Kaba Aissa, scappata dalla Guinea per sottrarsi alle violenze subite in un matrimonio forzato, fin da quando era una sposa bambina. Giunte in Italia e poi a Piacenza, grazie ai canali della prefettura le due donne sono state accolte dal CAS della Protezione della Giovane e lo scorso 30 settembre hanno entrambe ricevuto la valigia della speranza 2025: un omaggio annuale che la casa di via Tempio dona in occasione della Giornata Mondiale della Povertà a chi ha dimostrato particolare impegno nel proprio percorso di integrazione. Guidata da Giuseppina Schiavi, la struttura si dedica infatti all'accoglienza di donne migranti e dei loro figli o di lavoratrici e studentesse fuori sede, con l'obiettivo che nel medio e lungo termine le ospiti raggiungano autonomia abitativa e lavorativa.
Consegnata da Schiavi, la valigia della speranza è un dono personalizzato in base a chi lo riceve: così Fatma ci ha trovato dentro un contributo per l'affitto, un pupazzo a forma di dinosauro per il figlio Yassin e una bambola per la figlia Malek; mentre Aissa, che per ora vive in casa sola, oltre al contributo per l'affitto ha trovato un’altra somma di denaro destinata agli accessori per la casa.

“Fatma è stata una madre esemplare - ha spiegato la responsabile di via Tempio dandole la valigia -, molto attenta alla cura dei bambini, rispettosa delle regole, gentile nelle relazioni; e ha anche saputo gestire bene il suo vissuto e il dramma familiare senza necessità di supporto psicologico. Con Aissa c’è stato qualche problema in più nel suo periodo di permanenza qui, dovuto ad una sua mancata (o insufficiente) rielaborazione del vissuto migratorio e dei traumi subiti; sia nel Paese d’origine che durante il viaggio. La sua difficoltà a gestire le emozioni ha reso spesso problematiche le relazioni con le altre ospiti e con il personale della struttura. Anche lei si è però dimostrata una ragazza sveglia e coraggiosa, capace di sopportare turni di lavoro faticosi di giorno e di notte e anche di sabato e domenica, se necessario. Si è impegnata a studiare e ad essere autonoma negli spostamenti e nella ricerca di un'occupazione. In questi tre anni è inoltre riuscita a trovare una casa in un altro comune vicino a Piacenza e l'abbiamo aiutata ad arredarla, favorendo la sua uscita in autonomia. Il suo obiettivo è portare qui i figli, lasciati nel Paese di origine, ma per il ricongiungimento è necessario avere un contratto di affitto e uno di lavoro a tempo indeterminato, che possano garantire una vita dignitosa e un alloggio sicuro e lei sta lottando per questo traguardo”.
Ecco perché quest’anno abbiamo deciso di dare a loro due la valigetta della speranza - sottolinea Schiavi -, si sono dimostrate esempi di resilienza e di coraggio, e ci auguriamo che la loro determinazione le aiuti a realizzare tutti i loro obiettivi. Quando avranno bisogno potranno comunque sempre contare sul nostro supporto”. Poi è la stessa responsabile della casa di via Tempio a raccontarci più nel dettaglio le storie delle due ragazze, a testimonianza dei drammi che hanno attraversato.

fatama

Ogni famiglia riunita è una grande gioia

“Quando ho accolto in struttura Fatma, la figlia Malek di due anni e l'altro bimbo ancora nel ventre della madre, Fatma e la bambina erano piene di pustole - ha ricordato-. Arrivate in Italia con mezzi di fortuna, barcone prima e camion dopo, chissà dove avevano dormito. La donna poi era visibilmente provata: le minacce di morte, la fuga, i pericoli del viaggio con una bambina piccola e una gravidanza prossima al termine, la paura di perdere il bambino, l’assenza del marito. Il giorno dopo ho portato mamma e figlia al pronto soccorso per curarle e subito dopo siamo andate in ostetricia per fissare la data del parto ormai prossima. Sistemata la questione ginecologica e dopo le cure ricevute all'ambulatorio migranti, Fatma ha cercato di mettersi sulle tracce del marito. Tramite contatti di tunisini già a Piacenza, la donna è riuscita a recuperare il cellulare di Mohamed e a parlare con lui per dirgli che lei e la figlia stavano bene ed erano ospiti al Cas di via Tempio”.
“Quando lui è venuto a riabbracciarle è stata un’emozione, ma gli ostacoli non erano certo finiti - spiega -. La Tunisia è considerato un Paese sicuro, per cui era previsto il respingimento del marito. Lo abbiamo quindi affidato alla nostra legale perché ottenesse un permesso temporaneo per motivi di famiglia: così quando e nato il bambino lo ha potuto riconoscere. Poi abbiamo proseguito l’iter per la regolarizzazione dei documenti e lui ha trovato un lavoro e una casa a San rocco con amici; mentre Fatma, nonostante fin dal suo arrivo in Italia sia stata considerata un caso fragile e vulnerabile, ha ottenuto un primo esito negativo dalla Commissione perché le sole minacce ricevute non erano sufficienti a dimostrare concreto rischio di vita se fosse tornata al suo Paese. Noi però non ci siamo arresi, abbiamo fatto ricorso, e nel 2024 la giovane mamma ha ottenuto la protezione speciale. Nel frattempo, ci siamo mossi per farle frequentare corsi di lingua italiana, mandare i figli all'asilo e dimostrare la sua capacità di integrazione. Anche il marito si è dato da fare per avere il contratto d’affitto e di lavoro utili a confermare l'intenzione di ricongiungimento in una nuova famiglia in Italia, che oggi anche i giudici hanno riconosciuto”.
“Ogni famiglia riunita è una gioia anche per noi, che giorno dopo giorno ci occupiamo di queste donne e dei loro bambini - ha sottolineato Giuseppina -. “Qui sto bene, vorrei studiare, lavorare e far crescere i miei figli in serenità e sicurezza” - ha poi detto Fatma” -.
“Per Aissa invece, oltre alle ripetute e umilianti violenze subite nel Paese d’origine, ci sono state quelle patite durante il viaggio migratorio e nei due mesi di prigione trascorsi in Libia - ha osservato la responsabile della casa di via Tempio -: la ragazza ha potuto lasciare il carcere libico nell’ottobre 2021”.
Storie che non possono lasciare indifferenti, impossibili da dimenticare, ma la Protezione della Giovane lavora per dare aiuto e una speranza di ricominciare alle persone che ne sono state vittime scegliendo ogni giorno di non voltarsi dall'altra parte.

Micaela Ghisoni

Nelle foto, Giuseppina Schiavi con Aissa e Fatma.

Pubblicato il 21 ottobre 2025

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