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«Don Roberto, santo della porta accanto»

Don Roberto Malgesini

“Hanno ucciso il mio don Roberto”. “Non è possibile, non è possibile. Ora come faremo?”. “Non si può uccidere così una persona che ha fatto del bene a tutti”. C’è sgomento in piazza San Rocco a Como dove questa mattina, attorno alle 7, è stato ucciso don Roberto Malgesini, collaboratore della comunità pastorale Beato Scalabrini, prete degli ultimi.

Don Roberto, 51 anni, come ogni mattina, aveva appena finito di caricare la macchina con i termos del latte e del thè, brioches, che sarebbero stati distribuiti da lì a pochi minuti ai senza tetto della città. Era questo che don Roberto faceva da anni grazie all’aiuto di un gruppo di volontari. Il suo quartier generale era la chiesa di San Rocco, zona di cerniera tra il centro e la periferia. E il suo popolo - italiani, stranieri, poveri e volontari - era ancora lì quando verso le 9.30 la salma è stata portata via verso l’ospedale Sant’Anna di Como. In molti non trattenevano le lacrime.

L’autore del delitto, un senzatetto con problemi psichici, ha raggiunto subito la vicina caserma dei carabinieriper costituirsi: 53 anni, nazionalità tunisina, aveva cinque decreti di espulsione alle spalle e aveva più volte consumato nel centro d'accoglienza le colazioni preparate dal sacerdote. Alle forze dell'ordine non risultava che l'uomo fosse assistito per problemi di salute mentale.

“È un altro don Renzo Beretta”, è stato il commento a caldo di don Giusto della Valle, sacerdote amico di don Roberto, anche lui particolarmente attivo nell’accoglienza agli ultimi. Il riferimento è al parroco di Pontechiasso ucciso nel 1999 in una situazione tristemente analoga. “Come disse in quell’occasione don Renzo Scapolo (altro sacerdote attivo nella carità) - conclude don Giusto - ora c’è un operaio in meno. Dobbiamo darci da fare”.

Il sindaco di Como, Mario Landriscina, ha annunciato il lutto cittadino.

Il Vescovo Cantoni: don Roberto e don Puglisi

“Siamo umanamente colpiti dalla morte per assassinio di don Roberto Malgesini ma viviamo intensamente nella fede questo drammatico lutto nel giorno in cui celebriamo la memoria di Maria Addolorata, un giorno importante anche perché ricorre l’anniversario della morte di don Pino Puglisi”. Il pensiero del vescovo di Como, mons. Oscar Cantoni, corre a Palermo e ad un altro sacerdote ucciso per essere rimasto fino all’ultimo fedele alla sua missione.

A poche ore dall’omicidio del sacerdote, collaboratore della Comunità pastorale Beato Scalabrini di Como, monsignor Cantoni ha aggiunto: “Sono convinto che don Roberto sia stato un Santo della porta accanto per la sua semplicità, per l’amorevolezza con cui è andato in contro a tutti, per la stima che ha ricevuto da tanta gente anche non credente o non cristiana, per l’aiuto fraterno e solidale che ha voluto dare a tutti a questa città che ha tanto bisogno di imparare la solidarietà perché questo è il nuovo nome della pace”. Il sacerdote era particolarmente attivo da anni nel prestare aiuto e sostegno ai più poveri, specie i senza dimora che trovavano la sua porta sempre aperta. In tanti si sono ritrovati questa mattina sul luogo del delitto.

“Don Roberto - prosegue mons. Cantoni - ha svolto il suo ministero in una dimensione veramente pastorale si è donato a tutti perché mi ripeteva spesso ‘I poveri sono la vera carne di Cristo’. Il suo servizio era rivolto alle singole persone per poter far sperimentare la tenerezza di Dio che si piega e si china sulle persone bisognose”. Per fare questo, aggiunge il vescovo di Como, “non si è mai risparmiato, la sua è stata una vita che dona tutto”. Questo, prosegue mons. Cantoni, “lo si vede nella grande risonanza che ha avuto la sua morte tra i poveri, tra quelli per cui è stato davvero un padreۜ”.

“Vi invito tutti - ha concluso il vescovo - a pregare. Con chi potrà, questa sera, ci ritroveremo in Cattedrale. Pregheremo per don Roberto, per la sua famiglia ma anche per colui che lo ha ucciso”.

Pubblicato il 15 settembre 2020.

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