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«Sipario sul nostro Appennino», al via la terza edizione

magnelli

È pronta a tagliare il nastro della terza edizione Sipario sul nostro Appennino”, la manifestazione messa a punto dal Gruppo Teatrale Quarta Parete e sostenuta dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano con l’obiettivo di realizzare un progetto di welfare teatrale declinato sui temi dello spettacolo e dellaggregazione.
Dopo l
ottimo risultato dei primi due anni, la rassegna torna a proporre nella stagione invernale eventi teatrali rivolti ai residenti delle località appenniniche più remote: gli anziani che sulle montagne vivono da sempre e i giovani nuclei famigliari che ne rappresentano il futuro. Sipario sul nostro Appennino 2024 toccherà i Comuni di Farini dOlmo e Ferriere (Alta Val Nure), Zerba (Val Boreca), Cerignale, Coli e Corte Brugnatella (Alta Val Trebbia).

Tutte le novità

Novità di questanno è la scelta di nuove comunità, finora non ancora coinvolte dal progetto, ancora più lontane ed isolate o meno supportate dalla rete dei servizi. Una scelta che ha favorito ancora più che nelle altre edizioni, la preferenza a utilizzare spazi non convenzionali, più vicini alla quotidianità delle persone e della vita comunitaria come circoli, locali, trattorie: luoghi aperti tutto lanno - anche in inverno quando il flusso di presenze estive si interrompe e rimangono solo i pochi residenti - per garantire un punto di incontro al servizio del paese.
«Il supporto ai luoghi fragili, come è il caso delle nostre aree appenniniche - sottolinea il vicepresidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Mario Magnelli - può realizzarsi attraverso varie modalità. Il teatro, e per estensione la cultura, favoriscono una forma di aggregazione che unisce alla sua valenza sociale un percorso di arricchimento e di crescita personale. Anche per questo abbiamo scelto di supportare questa manifestazione fin dal suo avvio, e siamo felici dell’accoglienza che ha ricevuto da parte degli abitanti delle nostre aree appenniniche».

«Il teatro è sempre stato, fin dagli albori, sinonimo di incontro e vive del rapporto che riesce a costruire con lo spettatore – commenta Tino Rossi, il presidente e regista del Gruppo Teatrale Quarta Parete -; la modalità di fruizione praticata da questo progetto vuol favorire la vicinanza dell’attore con lo spettatore. Non è necessario un palco per dare luogo all’attenzione. Basta uno spazio, anche di piccole dimensioni, per fare scaturire la possibilità di raccontare, attraverso la condivisione, brevi storie che portano sorrisi e momenti di riflessione. Questa è la piccola ma solida magia del teatro».

«Fin dall’inizio della propria attività Quarta Parete porta nel proprio Dna l’attenzione al sociale, la passione civile e il coinvolgimento civico – aggiunge Daniele Righi, attore del gruppo - rappresentazioni e laboratori in comunità terapeutiche, case di riposo, carceri, ospedali; celebrazione della Giornata della Memoria, della Giornata contro la violenza alle donne, del 25 Aprile, del 2 Giugno; collaborazioni con scuole di ogni ordine e grado, con altre associazioni del territorio, spettacoli di beneficenza a favore di enti e associazioni provinciali, regionali, nazionali e internazionali».

Paola Vincini, responsabile del settore Formazione di Quarta Parete, parla della spettacolo che sarà messo in scena: «Una semplice performance composta da brevi atti unici, sketch teatrali, poesie, sonetti di nostra produzione o ispirati a testi di autori classici e moderni, che comporranno un ideale omaggio a tutte le persone che tengono viva la nostra montagna e sarà contemporaneamente l’occasione, anche per noi, di incontrare e far incontrare le comunità che ancora resistono in questi territori poetici e incontaminati».

Il programma

La formula prevede sei appuntamenti, riuniti sotto il titolo Ritagli in Alta Valle. Gli spettacoli vedranno impegnati gli attori di Quarta Parete a riproporre alcune delle scene teatrali che appartengono al loro repertorio, Anche quest’anno, a supporto dei momenti teatrali, è prevista la partecipazione del Gruppo Musicale San Lorenzo.
Gli eventi saranno distribuiti nell’arco di due week end di febbraio: il 3 e 4 nelle località di Pieve di Montarsolo, Ponte Organasco e Vesimo e il
24 e 25 a Coli, Pradovera e Rompeggio.
L’ingresso agli spettacoli è gratuito.

Pubblicato il 2 febbraio 2024

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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