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«Dall'ebraismo al cristianesimo le donne sono anello di congiunzione tra il mondo e Dio»

Donne ebeaismo 3

“Sono due le funzioni fondamentali assunte dalla donna nella Torah ebraica: innanzitutto un grande potere salvifico nella storia e, in secondo luogo, il potere generativo con cui garantisce continuativamente la discendenza del popolo ebraico. Una funzione quest'ultima che si protrae fino al messianismo, alla venuta del Messia”. Queste le considerazioni con cui lo scorso 9 aprile ha preso il via l'incontro su “Le matriarche e il ruolo delle donne nell'ebraismo”, tenutosi nella Sala Panini del Palabanca Eventi (in via Mazzini 14).
Promossa dall'associazione Convegni di Cultura Maria Cristina, l'iniziativa ha visto come unico relatore l'imprenditore Dario Squeri, studioso di cultura ebraica introdotto dai saluti di Rossella Beoni.
L'incontro di oggi è perfettamente in linea con il tema nazionale scelto dalla nostra associazione per il 2024 - ha detto Beoni, presidente dei Convegni Maria Cristina - .Quest'anno ci occupiamo infatti di “Femminile e femminismo”, e per questo abbiamo deciso di interessarci anche alle funzioni della donna nell'ebraismo. Ringrazio il dottor Squeri per la partecipazione, nel suo excursus partirà dal valore femminile nella tradizione ebraica e ci condurrà fino al ruolo della donna ebrea nei nostri giorni.

“Parlare della funzione o della valenza della donna nella Torah significa esplorare la tradizione ebraica - ha sottolineato  Squeri all'inizio del suo intervento -. Per gli ebrei la tradizione è fondamentale, e va intesa come attualizzazione continua della vita del passato, non semplicemente come storia. Dopo un sguardo al passato cercherò quindi di descrivere la funzione della donna nel mondo ebraico attuale”.
“Come per la tradizione cristiana anche per quella ebraica la funzione della donna inizia dentro ad un cerchio, che per la Torah è il cerchio della creazione del mondo - ha spiegato - . Il primo punto del cerchio è infatti la creazione, il secondo la rivelazione. Dentro la rivelazione troviamo i patriarchi e le matriarche: obiettivo ultimo della creazione per l'ebreo è infatti il raggiungimento del ritorno alla creazione attraverso il messia, inteso come frutto dell'unione tra donna e uomo generazione dopo generazione. Dalla rivelazione si passa poi all'incarnazione. L'incarnazione per l'ebreo è la Torah scritta letta in sinagoga, e rappresenta un corpo vivente perché parla in nome di Dio. Nel successivo passaggio della redenzione la Torah ricongiunge quindi l'ebreo al messianismo, ancora oggi il popolo ebraico è in attesa del Messia. Il ritorno al trascendente, che nell'ebraismo avviene tramite la Torah, nel cristianesimo passa invece attraverso l'incarnazione di Gesù Cristo tramite la figura di Maria”.
“A cominciare da Eva, passando per le matriarche fino ad arrivare a Maria, capiamo allora come le donne costituiscano sia nell'ebraismo che nel cristianesimo l'anello fondamentale di congiunzione tra il mondo e Dio - sottolinea lo studioso -. Secondo l'ebraismo poi Adamo ed Eva sono stati creati nello stesso momento: inizialmente infatti Adamo era androgino ed aveva in sé una parte maschile ed una femminile. Solo in un secondo momento Dio ha diviso le due parti creando l'uomo e la donna separatamente. La dignità della donna e la parità tra i sessi nella tradizione ebraica deriva quindi anche dal fatto che l'uomo e la donna hanno costituito entrambi il primo essere vivente”.

 L'importanza delle matriarche

“L'era di Israele inizia con la rivelazione di Dio ad Abramo - ha spiegato Squeri -. Allontanandosi dalla Mesopotamia per volere di Dio, Abramo porta con sé la moglie Sara e il nipote Lot. Da quel momento e in tutta la storia successiva fino alla creazione del regno di Israele con le dodici tribù, il succedersi delle diverse matriarche generazione dopo generazione è da concepire come segno della provvidenza divina. Aldilà dei reciproci contrasti e della sofferenza umana per la sterilità, Sara, Rebecca, Rachele e Lea obbediscono con la procreazione al disegno di salvezza e Israele nasce grazie a loro. Sono quindi donne che, anziché subire i propri mariti, diventano protagoniste della storia della salvezza biblica”.
“Le matriarche sono allora madri di Israele, ma sono anche le nostre madri – precisa l'esperto. Maria non ci sarebbe mai stata se non avesse avuto dietro di sé le matriarche e tutta la storia dell'Antico Testamento. Lo stesso Gesù Cristo è discendente dalla tribù di Giuda. Con la diaspora d poi il popolo ebraico si diffonde in tutto il mondo e il rotolo della Torah diventa il 'Dio vivente': ancora oggi l'ebreo fa riferimento alla Torah come essere vivente”.

La donna nel mondo ebraico contemporaneo

Come è la figura della donna nel mondo ebraico contemporaneo? Per spiegarlo lo studioso parte dalla distruzione del Secondo tempio, dopo la quale nasce e prende forza il giudaismo. “Con il giudaismo nasce il talmud, basato su una continua reinterpretazione della Torah da cui hanno origine i precetti - ha spiegato -. Parte delle regole del talmud si rivolgono alle donne. Esaltata in alcune funzioni e interdetta ad altre, la donna è per esempio la sola a poter garantire l'ebraicità. Regina della casa, solo lei può dare il benvenuto al Sabato, giorno sacro per gli ebrei in cui la donna deve accogliere lo sposo. Molti però gli ambiti in cui la donna rimane appartata rispetto all'uomo, almeno nell'ebraismo ortodosso: soggetta a rigide norme di purità, la donna è infatti esonerata da molte funzioni religiose, deve rimanere separata dall'uomo in sinagoga e non può partecipare all'insegnamento pubblico”.
Oggi però le prospettive stanno cambiando - sottolinea Squeri in conclusione - , nell'ebraismo c'è grande effervescenza per l'emancipazione della donna. Da sempre estremante articolato, soprattutto dopo la diaspora il mondo ebraico ha infatti sviluppato diverse possibili interpretazioni della Torah, attribuendo alla donna ruoli sempre più ampi e variegati. Sono quattro attualmente le confessioni che fanno parte dell'ebraismo: la più integralista è quella dell'ebraismo ortodosso, fondato sul rigido rispetto dei precetti. Ancora molto legato alla Torah ma meno rigido è poi l'ebraismo 'conservativo', in cui la donna è ammessa alle preghiere pubbliche. L'ebraismo «riformato» e quello 'ricostruzionista' sono i più evoluti: nel primo la donna può diventare rabbino, nel secondo le è permesso di accedere a tutti gli aspetti della vita pubblica, e può perfino presiedere e autorizzare i matrimoni all'interno del tribunale rabbinico”.

Il prossimo appuntamento promosso dai Convegni di Cultura Maria Cristina sul tema femminile, sarà venerdì 14 maggio nella Sala delle Colonne di Palazzo Vescovile. Intitolato “Estrema. Libera. Radicale. Materna. Annalena Tonelli, la donna che ha fatto il salto”, l'incontro sarà condotto dalla giornalista Barbara Sartori.

Micaela Ghisoni

Pubblicato il 3 maggio 2024

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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