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Il 7 luglio Alessandro Barbero a Veleia

Alessandro Barbero copia

Attesissimo ritorno al Festival di Teatro Antico di Veleia il 7 luglio  alle 21.30 per Alessandro Barbero, il più amato storico italiano, già ordinario di storia medievale all’Università degli Studi del Piemonte Orientale e Vercelli, scrittore i cui libri sono bestseller in Italia e nel mondo (tra i tanti ricordiamo “Lepanto. La battaglia dei tre imperi”, “Le ateniesi” “Costantino il vincitore”, “Dante”…) vincitore del Premio Strega nel 1996 con il romanzo storico “Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo”.
Barbero ha collaborato a programmi cult come Superquark o a Passato e presente e a.C.d.C., in onda su Rai Storia. A partire dal 2023, è il protagonista del programma “In viaggio con Barbero”, su LA7, che ha scelto di ambientare e registrare la prima puntata speciale proprio nell’ambito del Festival di Teatro Antico di Veleia.
Le sue “Lezioni di storia” sono uno dei podcast più ascoltati (così come il seguitissimo Ditelo a Barbero) per la sua capacità di trasformare il passato in un racconto appassionante.

Barbero è inoltre una vera “rockstar” del web con schiere di fan (i vassalli di Barbero) adoranti.
“Sono felice e grata ad Alessandro Barbero per aver accolto il mio invito! – commenta Paola Pedrazzini direttrice artistica del Festival di Veleia - E’ davvero un grande piacere poterlo ospitare di nuovo al Festival dove peraltro aveva registrato il bellissimo speciale In viaggio con Barbero”
Capace come nessun altro di coniugare rigore storico e straordinario talento divulgativo, ci guiderà in un affascinante viaggio che, partendo dall’antichità quando il tempo si divideva fra il tempo della guerra e il tempo della pace, arriverà ad approfondire la fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa, di cui ricorrono gli ottant'anni, come la Germania si è convinta ad arrendersi, le modalità concrete con cui è stata negoziata la resa e come oggi ce ne siamo dimenticati.

Pubblicato il 5 luglio 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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