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Riprende la Scuola di lingua e cultura piacentina

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Riprende mercoledì 1° marzo alle ore 21 presso la sede della Famiglia Piasinteina via X Giugno n. 3 la Scuola di lingua e cultura piacentina “Luigi Paraboschi”, realizzata con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano e della Banca di Piacenza, e con la collaborazione dell’Archivio di Stato e Slow Food.
Giunta alla 26ª edizione, il calendario della scuola prevede 10 incontri (sempre di mercoledì alle ore 21) con lezioni di grammatica, momenti di cultura piacentina ed anche un gioco con le parole dialettali.
Imparare a scrivere e leggere il dialetto manifesta la volontà della Famiglia Piasinteina di proseguire l’impegno nella valorizzazione del nostro vernacolo. La scuola di lingua e la cultura piacentina rappresentano un cardine dell’attività del sodalizio.

Nell’ottobre del 1995 Corrado Sforza Fogliani suggerì alla Famiglia Piasinteina di realizzare un corso di dialetto ed il successo ottenuto si deve alla sua intuizione, tanto che ha visto avvicendarsi tanti poeti, scrittori ed attori che con passione si sono dedicati al nostro dialetto con eccellenti risultati.
Docenti della scuola, saranno ancora Andrea Bergonzi e Cesare Ometti, molto apprezzati nelle precedenti edizioni.
Al termine delle lezioni è prevista anche una preparazione ad un saggio finale che si terrà l’ 8 giugno prossimo al Teatro President in cui gli “allievi” potranno esercitarsi nella lettura o nella recitazione.
Per iscriversi consultare il sito
www.famigliapiasinteina.com dove si può scaricare la scheda di iscrizione da inviare via mail a , oppure telefonando al n. 333 4398612. Qualora si fosse impossibilitati a compilare il modulo, basterà presentarlo alla prima lezione, comunicando tuttavia telefonicamente la disponibilità alla partecipazione.

Pubblicato il 21 febbraio 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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