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Centuplo

Suor Maurizia e Suor Luisella
Le madri degli ultimi

14srMaurizia srLuisella COP
Entrambe si sono sentite chiamate alla vita religiosa
e hanno dovuto combattere per realizzare la loro vocazione.
Entrambe hanno speso le giornate in cerca degli “ultimi”,
per farli sentire amati, perché non fossero “orfani”.
Entrambe, dal carattere deciso e allegro, erano ben volute.
Entrambe sono state vinte da una malattia
che le ha sottratte alle rispettive comunità nel 2014,
a quaranta giorni di distanza l’una dall’altra.
Suor Maurizia Pradovera e suor Luisella Sebastiani,
la prima Gianellina, l’altra Figlia del Buon Pastore,
hanno operato in ambiti diversi ma simili, dalle carceri alla “strada”,
dal mondo della disabilità alle missioni estere.
Sono state “lievito di bene” fuori e dentro la città
di Piacenza, esempio di fede, generosità e coraggio.
Hanno evangelizzato con il sorriso
e tutti le ricordano con grande affetto e nostalgia.

 

L'AUTRICE.
Lucia Romiti, laureata in filosofia all’Università degli studi
di Macerata e giornalista, è redattrice della rivista
del Rinnovamento nello Spirito Santo, collabora
con il settimanale della diocesi di Piacenza-Bobbio “il Nuovo Giornale”
e con alcune testate locali marchigiane.
Per la collana “Testimoni della fede” de “il Nuovo Giornale”
è autrice di diverse biografie. Per la collana “I santi in tasca”
(edita con “Nuova Editrice Berti”) ha scritto le biografie
di Giovanni Paolo II, Zelia e Luigi Martin, Padre Pio da Pietrelcina,
Teresa Benedetta della Croce, Pio X, Paolo Burali e Andrea Avellino.
Per la collana “Il centuplo quaggiù e l’eternità” è autrice dei libretti
dedicati a don Luigi Bergamaschi, a mons. Antonio Lanfranchi,
Felice Fortunato Ziliani, Francesca Conti, Giovanni Spezia,
Carmen Cammi e Giuseppe Borea.

 

Suor Maurizia e Suor Luisella,
Le madri degli ultimi
Supplemento a "il Nuovo Giornale" di giovedì 7 dicembre 2017

Disponibile in redazione (Piacenza, via Vescovado 5)
Per informazioni: tel. 0523.325995 -

Luigi Fornari. Un innovatore
nel mondo della cooperazione agricola

13FornariLuigi


Ottavo di undici figli, Luigi Fornari nasce
a Quarto di Gossolengo nel 1917 in una famiglia contadina.
Fin da giovane si occupa di attività agricola.
Fonda nel 1950 la cooperativa Aurora a Turro
e otto anni dopo, insieme ad altri dodici soci,
la coop Agricoltori Riuniti Piacentini.
Di quest’ultima fino al 1992 è amministratore delegato
portandola al vertice del mondo cooperativo in Italia e all’estero.
Innovatore coraggioso e lungimirante,
particolarmente devoto alla Madonna,
non manca una messa domenicale e prega ogni giorno
per moglie, figli, fratelli e nipoti.
Si adopera per la parrocchia costruendo il primo asilo
e finanziando la ristrutturazione della chiesa di Quarto.
Muore a novembre ’98; qualche mese dopo
Confcooperative Piacenza gli intitola la sede.



L'AUTORE.
Matteo Billi, giornalista professionista,
collabora con il settimanale della diocesi di Piacenza-Bobbio
“il Nuovo Giornale”, con il quotidiano Avvenire,
con la Gazzetta di Parma.
È presidente dell’Ucsi (Unione cattolica stampa italiana)
dell’Emilia Romagna. È vice presidente del Collegio
dei Probiviri dell’Aser (Associazione stampa Emilia Romagna).
È autore del romanzo “Passati Intrecci” (Phasar Edizioni, 2014).
È co-autore della biografia di Roberto Allodi,
“Diario di bordo di un imprenditore” (Grafiche Step editrice, 2015)
e di “Podenzano in Libertà” (Famiglia Podenzanese, 2015).

Luigi Fornari.
Un innovatore nel mondo della cooperazione agricola
Supplemento a "il Nuovo Giornale" di giovedì 19 ottobre 2017

Disponibile in redazione (Piacenza, via Vescovado 5)
Per informazioni: tel. 0523.325995 -

Giuseppe Borea 
martire della Resistenza

11borea

Don Giuseppe Borea era nato a Piacenza il 4 luglio 1910.
Sacerdote, era diventato parroco di Obolo,
frazione di Gropparello, a ventisei anni.

Nel tempo della Resistenza al regime nazi-fascista,
sceglie di essere cappellano partigiano della Divisione Valdarda
e si distingue per la sua umanità e il suo coraggio.

Sempre pronto a portare la parola della misericordia
sul fronte della guerra civile, viene arrestato nella sua canonica
da militi della Guardia nazionale della Repubblica di Salò
e sottoposto a un processo sommario la cui sentenza
di condanna a morte era già scritta da tempo.

Muore, sotto i colpi del plotone di esecuzione,
il 9 febbraio 1945, stringendo al petto il crocifisso
e chiedendo perdono per i suoi carnefici.

Non aveva ancora compiuto trentacinque anni.

L'AUTRICE.
Lucia Romiti, laureata in filosofia all’Università
degli studi di Macerata e giornalista, è redattrice della rivista
del Rinnovamento nello Spirito Santo, collabora
con il settimanale della diocesi di Piacenza-Bobbio “il Nuovo Giornale”
e con alcune testate locali marchigiane.

Per la collana “Testimoni della fede” de “il Nuovo Giornale”
è autrice di diverse biografie. 
Per la collana “I santi in tasca”
(edita con “Nuova Editrice Berti”) ha scritto le biografie
di Giovanni Paolo II, Zelia e Luigi Martin, Padre Pio da Pietrelcina,
Teresa Benedetta della Croce, Pio X, Paolo Burali e Andrea Avellino.

Per la collana “Il centuplo quaggiù e l’eternità” è autrice
dei libretti dedicati a don Luigi Bergamaschi, a mons. Antonio Lanfranchi,
Felice Fortunato Ziliani, Francesca Conti, Giovanni Spezia e Carmen Cammi.

Giuseppe Borea
martire della Resistenza
Supplemento a "il Nuovo Giornale" di giovedì 20 aprile 2017

Disponibile in redazione (Piacenza, via Vescovado 5)
Per informazioni: tel. 0523.325995 -

Antonio Tagliaferri.
Il coraggio di guardare sempre avanti

12TagliaferriAntonio


Aveva 25 anni appena compiuti ed era prete da due quando, nel 1942,
in piena guerra, don Antonio Tagliaferri riceve dal Vescovo Menzani
l’incarico di guidare la nuova parrocchia della Santissima Trinità,
periferia sud di Piacenza: un’area vastissima, praticamente ancora campagna,
ma destinata a trasformarsi ed attirare abitanti fino a divenire la più popolosa della città,
tanto da essere smembrata in altre quattro comunità.
Senza soldi, senza casa e senza chiesa: don Antonio inizia mendicante in tutto.
La sua fiducia nella Provvidenza lo ha guidato nella costruzione travagliata del “Tempio”
e la sua capacità di guardare avanti, senza fermarsi alla crisi
o alla lamentela dei bei tempi andati, hanno reso la Santissima Trinità
un laboratorio di esperienze pastorali all’avanguardia,
dalle catechesi sui bus alla Crociata della Bontà all’avvio del Cammino neocatecumenale.
“Chi non cambia, non vive, ma è un fossile”:
don Antonio ha incarnato l’eterna giovinezza dello Spirito.



L'AUTRICE.
Barbara Sartori, giornalista professionista,
laureata all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano,
è redattrice del settimanale della diocesi di Piacenza-Bobbio
Il Nuovo Giornale e collabora con Avvenire.
Per la collana “I Santi in tasca” (edita da “Il Nuovo Giornale”
con “Nuova Editrice Berti”) ha scritto “Madre Teresa di Calcutta”,
“Suor Leonella Sgorbati”, “Gregorio X”, “Bertilla Antoniazzi”, 
“Giancarlo Bertolotti” e "Francesca Saverio Cabrini".

Per la collana “Testimoni della fede” de Il Nuovo Giornale
è autrice delle biografie di Santa Francesca Saverio Cabrini,
Sant’Angela Merici, Serafina Farolfi, Giuseppe ed Assunta Marchetti,
San Michele Arcangelo, San Raffaele Arcangelo.
Per la collana “Il Centuplo quaggiù e l’eternità” è autrice dei libretti 
dedicati ad Agostino Sisteli e Benito Castellani.
Per le “Paoline” ha scritto le biografie della beata Margherita
di Città di Castello, di Sant’Agnese Segni e di San Colombano.

Antonio Tagliaferri.
Il coraggio di guardare sempre avanti
Supplemento a "il Nuovo Giornale" di giovedì 8 giugno 2017

Disponibile in redazione (Piacenza, via Vescovado 5)
Per informazioni: tel. 0523.325995 -

Mons. Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, ricorda l’amicizia con il vescovo Enrico Manfredini

manfredini giussani

16 dicembre 1983 - 16 dicembre 2016: a 33 anni dalla morte di mons. Enrico Manfredini, vescovo di Piacenza e poi di Bologna, ne ricordiamo la figura attraverso una nuova pubblicazione della collana “Il centuplo quaggiù e l’eternità”, scritta da don Francesco Cattadori, segretario del vescovo Manfredini dal 1970 al ‘75.

Il libretto, già pubblicato nel 2006, viene ora edito di nuovo con l’aggiunta di alcuni testi di mons. Manfredini legati al suo ministero episcopale a Piacenza e a Bologna.
Questa nuova iniziativa editoriale è stata realizzata in collaborazione con Africa Mission, Caritas, Centro missionario diocesano, Centro Manfredini, associazione Assofa, realtà nate tutte negli anni del suo episcopato.
Pubblichiamo in questa pagina il ricordo di un grande amico di mons. Manfredini, suo compagno di studi a Milano: mons. Luig Giussani, negli anni ‘50 fondatore di Gioventù Studentesca, divenuta poi Comunione e Liberazione. Ne esce una pagina significativa della loro amicizia. Il testo di mons. Giussani è stato pubblicato nel 2003 nello Speciale “Enrico Manfredini. Operaio del Vangelo e della carità” a cura d Africa Mission.

Come spesso il Signore agisce per la gloria sua, un piccolo luogo della nostra memoria rinnova gli inizi di uno sviluppo portentoso. Si tratta di uno oscuro momento, l’ultimo momento di una tediosa giornata di novembre, nel corridoio di primo piano del primo anno di liceo nel seminario di Venegono Inferiore. Tutti i compagni stanno tentando di divertirsi nei soliti giochi “di camerata”.


Tre inqueti cercatori

Ma tre di quella giovane compagnia sembrano inquieti agli altri e cercatori di qualcosa ignoto. In matematica il più bravo è Enrico Manfredini, che è anche il più sveglio nel pensare, nell’immaginare e nel decidere.
“Ma Cristo cosa c’entra con la matematica?”. Nessuno ne parla perché nessuno se ne interessa. Ma la loro vocazione, allora, che ragioni ha e la fede che cosa rappresenta di nuovo, anzi di definitivo? “Bisogna fare qualcosa... Incominciamo a fare noi quello che ci diviene possibile”.
Cioè, cominciamo a cercare noi questi nessi misteriosi tra tutte le cose e fra tutte le cose con Gesù. Il tempo libero si può usare anche affrontando un problema ignorato da tutti... Veramente non da tutti: “il formidabile” don Gaetano Corti, professore di filosofia - da tutti ammirato, anche se nessuno l’ha seguito -, si metterà a capo dello sparuto gruppetto, che aumenterà abbastanza velocemente il numero degli iscritti allo “Studium Christi”. L’entusiasmo per lo scopo individuato ed amato investe non solo tutta la classe, ma tutti i tre anni del liceo.
Il faticoso dolore che accompagna sempre l’opera del Signore colpì gravemente l’ancora piccolo gruppo dei più appassionati. Un gruppetto di seminaristi, comaschi principalmente, fu colpito da un disagio perché quelli dello “Studium Christi” toglievano a loro la supremazia culturale nella classe. Si fecero promotori della prima iniziativa investigativa religiosa fra studenti. Così tra gli scolari del liceo classico comasco un mattino su tutti i banchi della scuola fu trovato un foglio con questa domanda: “Cosa è Cristo per te?”. Tutto questo indusse gli aderenti più entusiasti dello “Studium Christi” a diffondere le loro idee e le loro ricerche su una rivista intitolata “Christus”, dove i nessi tra Cristo e tutte le conquiste della cultura umana erano motivati, o “dimostrati”. La battaglia per dare a Cristo una gioventù cosciente, libera dai preconcetti che la mentalità massonica dominante assicurava nelle scuole e sulla stampa, era creata.


Lo “Studium diaboli”

I fogli con le risposte accanite e negative dei compagni contrari venivano firmati “Studium diaboli”. Il capo dello “Studium diaboli” organizzò l’inchiesta tra tutti gli studenti del liceo classico cittadino.
Il rettore del liceo del Seminario di Venegono, mons. Giovanni Colombo, noto insegnante di letteratura italiana all’Università Cattolica, convocò il gruppo dei fedeli dello “Studium Christi”; e spiegò loro che “quello che fate va bene, ma voi dividete la vostra classe tra “Studium Christi” e “Studium diaboli”, e questo è contro il buon ordine. Perciò vi proibisco di continuare”.
La vittoria non fu quella aspettata dal rettore: prima che finisse l’anno scolastico i due comaschi dello “Studium diaboli” abbandonarono il Seminario. Invece il gruppo dei fedelissimi allo studio del magistero cristiano non solo non si scompose, ma si dilatò ininterrottamente, così che nei primi anni del 2000 ormai era un grande movimento cattolico, dall’Alaska fino all’Australia, e dalle repubbliche del Nord Europa fino alla Terra del Fuoco argentina.

Don Luigi Giussani

(pubblicato su "il Nuovo Giornale" di giovedì 15 dicembre 2016)

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