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Il settore delle costruzioni traina la ripresa dell’Emilia-Romagna

settore costruzioni

La crisi causata dall'emergenza sanitaria ha fatto registrare nel 2020 numeri estremamente negativi anche nel settore delle costruzioni. La chiusura pressoché totale dei cantieri per tre mesi (con la sola eccezione di quelli dedicati ai lavori pubblici urgenti), tra marzo e maggio 2020, e la riapertura rallentata nella seconda parte dell'anno dalle misure per il contenimento della diffusione del virus, hanno fatto segnare in Emilia-Romagna un drammatico -9,3% di investimenti in costruzioni. Un dato leggermente peggiore di quello del PIL regionale, che è stato del -9,0%. In pochi mesi sono stati cancellati tutti i timidi segnali di stabile ripresa che il settore aveva fatto registrare a livello regionale a partire dal 2016. I dati nazionali di Ance per il settore fanno segnare nel 2020 una contrazione degli investimenti in costruzioni ancora più significativa (-10,1%), a fronte di un PIL italiano precipitato a -8,9% (dato Istat). Le misure messe in campo dal governo Conte II e poi riprese e sviluppate dal governo Draghi per far ripartire il settore delle costruzioni e, con esso, dare nuovo impulso all'intera economia italiana, stanno progressivamente facendo sentire il proprio effetto. Con il decollo degli interventi legati al Superbonus 110% Ance, elaborando i dati di Prometeia, stima in Emilia-Romagna per il 2021 un rimbalzo degli investimenti nel settore del +7,5%. Un valore decisamente superiore all’incremento previsto sempre da Prometeia per il PIL regionale (+5,5%) e ancora di più per quello nazionale (+4,7%). Per le costruzioni, a livello nazionale ANCE prevede a fine 2021 un +8,6%, che compenserebbe il valore del 2020 più negativo rispetto a quello della nostra regione. Un cambio di rotta quindi molto importante, che non è sufficiente a recuperare in un solo anno i livelli pre-Covid, ma fa intravedere la possibilità di raggiungerli e superarli già nel 2022. Alla luce di questi dati è evidente che l'edilizia sarà il settore trainante per l'intera economia regionale e nazionale nell'uscita dalle pesantissime conseguenze della pandemia e, nell'immediato futuro, il volano per un rilancio solido e duraturo cogliendo le opportunità offerte sia con il Superbonus 110% sia con gli investimenti senza precedenti del PNRR.
Va sottolineato che dei 222 miliardi di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a cui si aggiungono 15 miliardi di fondi REACT e 10 miliardi per la rete AV/AC, oltre 107 sono di interesse del settore delle costruzioni nel suo insieme. A questo riguardo va ricordato che il settore delle costruzioni rappresenta il 7,4% del PIL regionale e il 16,7% degli addetti nell'industria e il 5,3% dei lavoratori operanti in tutti i settori di attività economica dell'Emilia-Romagna.

Sono 43.654 le imprese delle costruzioni in Emilia-Romagna (circa il 9% del totale di quelle presenti in Italia). Per l'80% si occupano di lavori di costruzione specializzati e per oltre due terzi sono realtà con un solo addetto. Quasi il 90% delle imprese dichiara un fatturato inferiore ai 500.000 euro. Tra il 2008 e il 2018 sono scomparse in Emilia-Romagna oltre 16.000 imprese, in particolare realtà più strutturate. Nel 2020 il numero di ore lavorate è ovviamente diminuito (-8,1%) ma non ci sono state ripercussioni in termini di occupati nel settore (+0,4%) e non ne sono attese con lo sblocco dei licenziamenti previsti per l'inizio di luglio, dato il contesto di grande fermento e gli interventi già in corso e previsti.

Mese dopo mese sta decollando il numero di interventi finanziati con il Superbonus 110%, siano essi lavori per il miglioramento energetico o per il miglioramento sismico degli edifici. A inizio giugno l’Emilia-Romagna era al quarto posto in Italia per numero di interventi con almeno una asseverazione protocollata e per importo degli stessi: 1.590 interventi per un valore di 201 milioni di euro. Il dato nazionale, alla stessa data, segna 18.560 interventi e 2,4 miliardi di euro. Per oltre la metà si tratta di lavori di riqualificazione su edifici unifamiliari, per circa il 38% su unità immobiliari indipendenti e per il 10% di condomini: ovviamente quest’ultima componente raccoglie il maggior valore dei finanziamenti (40%) contro il 35,9% degli edifici unifamiliari e il 24,1% delle unità indipendenti.

Pubblicato il 29 giugno 2021

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