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«Vuestra soy»: un abbraccio musicale al Carmelo di Piacenza

vescovocarmelo

“Quando entro qui, fra queste mura, sento profumo di speranza”: con queste parole il dott. Patrizio Capelli, Direttore del dipartimento di Chirurgia dell'Ospedale di Piacenza, ha introdotto il concerto nella chiesa del Carmelo del convento delle Carmelitane scalze di Piacenza, in occasione della celebrazione del 350° anniversario della loro presenza in città e del 60° del loro trasferimento a San Lazzaro.

Donne innamorate

“Ho cominciato a frequentare - ha detto Capelli - un po' questo ambiente per problemi di salute legati ad alcune sorelle e con me sono venuti altri colleghi, ed altri amici pian piano nel tempo. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare una bella umanità, un gruppo di donne innamorate di Cristo”.
Affascinato da questa spiritualità, il dott. Capelli ha coinvolto un gruppo di musicisti, formando un ensemble dedicato per l'occasione.
L'ensemble, composto da talenti locali, ha offerto una serata di musica intensa. Il repertorio ha spaziato attraverso il cantautorato italiano, con composizioni che hanno saputo toccare le corde dell'anima di chi ascoltava.
Il cardinale Ratzinger - ha affermato Capelli - diceva che la vita è l'arte dell'incontro, e se un incontro è vero genera un'attrazione, genera qualcosa che avvince umanamente. L'attrazione - ha aggiunto - è la dinamica più significativa della vita, cioè ci si innamora per attrazione, si sceglie un mestiere per attrazione, si sceglie il tempo libero per attrazione… L'attrazione è anche la dinamica del cristianesimo… Queste donne amano Gesù, colui che dà loro speranza continuamente”.

Musica trascinante

Il concerto caratterizzato da canzoni di grandi nomi della musica italiana hanno spaziato da Modugno, a De Gregori, a De Andrè, e sono stati eseguiti da cantanti con capacità ed estro notevoli. Un pezzo significativo è stato proprio “Vuestra soy”, interpretato da Tania, un brano, con le parole di Santa Teresa d’Avila, che ha fatto comprendere la totalità dell’amore verso il Signore. La conclusione del concerto con “Il pescatore” di Fabrizio De Andrè ha trascinato i presenti in un applauso fragoroso.

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L’amore del Cantico dei Cantici

Alla fine anche il Vescovo, mons. Adriano Cevolotto, presente all’evento, ha ringraziato per la splendida serata. “La presenza delle carmelitane - ha affermato - sta dialogando, anche in questo modo, con il nostro tempo, con la nostra cultura, con le nostre esigenze, con le nostre domande”.
Un altro aspetto sottolineato, venuto alla mente del Vescovo dopo l’ascolto dei brani musicali è stato il libro biblico del Cantico dei Cantici, che è un testo molto caro ai fondatori della spiritualità carmelitana.
“Il Cantico dei Cantici, - ha detto - è un libro arditissimo. Perché parla di Dio parlando dell'amore umano, erotico, tra uomo e donna. Alcune canzoni, tra virgolette, nate in un contesto, si direbbe, umano, sono state capaci anche di evocare altro. Quindi c'è un legame profondo tra l'umano e il cristiano, grazie all'incarnazione di Dio.
Credo che questa sera - ha aggiunto mons. Cevolotto - abbiamo vissuto non tanto un concerto di musica, come si diceva una volta, leggero o di cantautori, ma abbiamo vissuto un intreccio tra quella che è l'esperienza umana e l'esperienza di fede, l'esperienza divina. Quindi grazie per questa meditazione, che ci ha fatto recuperare la profondità e l'altezza dell'amore umano”.

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Il grazie di suor Francesca

Suor Maria Francesca Eugenia del Cuore di Gesù, Superiora del convento ha, concludendo l’evento, sottolineato la parola grazie. “È una parola - ha detto - che pronunciamo con frequenza nell'arco della giornata e forse tante volte non ci rendiamo conto del peso e del valore stesso di questa parola.
Grazie al nostro carissimo Dottor Capelli, a Stefano, Valeria, Franco, Francesco, Giorgio, Riccardo, Tania, Angela, Pierre, Enzo e a tutti coloro che si sono lasciati coinvolgere in questa avventura e con il loro contributo hanno permesso il realizzarsi di questa serata. Hanno capito che c'era qualcosa di grande e hanno detto di sì”.

La bellezza salverà il mondo

Con la frase di Dostoevsky “la bellezza salverà il mondo”, suor Francesca ha messo in evidenza la bellezza della serata musicale
“Ci ricorderemo - ha proseguito - che abbiamo vissuto un paio d'ore non solo di bellezza del canto e dell'atmosfera, ma anche che in questo momento abbiamo sperimentato la pienezza della vita. Noi monache ci porteremo dentro per sempre la gioia di un abbraccio che abbiamo sentito forte questa sera e anche durante tutto questo anno di celebrazioni… Questo ha ricordato a noi e a tutti ancora una volta che la clausura non è chiusura, ma apertura all'infinito. Siamo qui in continua ricerca di Dio, che è la più profonda verità di noi stesse e di tutta l'umanità.
Questo ci porta non a staccarci dal mondo, ma ad immergerci ancora di più in esso, anche con le nostre fragilità”.
Infine ha ringraziato il Vescovo Adriano, la professoressa Elisabetta Marchetti dell'Università di Bologna, autrice del libro “Per dar principio, 350 anni di presenza delle Carmelitane Scalze a Piacenza, le autorità del Comune di Piacenza, e tutti gli amici che hanno condiviso questo anno di celebrazioni.

Un dono dall’alto

“È stato un dono dall'alto, - ha evidenziato suor Francesca - dono di amicizia, dono di qualcosa che è più grande di noi e che ci portiamo dentro, appunto la bellezza della vita”
Il concerto "Vuestra soy" è stato quindi un vero e proprio abbraccio collettivo alla tradizione carmelitana di Piacenza, un tributo alla ricchezza culturale e spirituale che il Carmelo ha portato e continua a portare nella vita della città. Grazie alla visione del dott. Capelli e al talento degli artisti coinvolti, la serata resterà impressa nella memoria dei partecipanti come un momento di bellezza, arte e spiritualità condivise.

Riccardo Tonna

Nelle foto, alcuni momenti del concerto "Vuestra soy" nella chiesa del Carmelo.

Pubblicato il 22 aprile 2024



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