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Messa in Coena Domini: il significato dell’amore e del servizio

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La Messa “in coena Domini”, presieduta dal Vescovo, mons. Adriano Cevolotto, il 28 marzo, nella cattedrale di Piacenza ha ricordato, ancora più esplicitamente che in altre messe, l'Ultima Cena di Gesù con i suoi apostoli, inoltre ha dato inizio al Triduo pasquale che ci porterà alla Pasqua di Risurrezione.
Al centro della liturgia, il rito della lavanda dei piedi, tramite il quale il Vescovo Cevolotto ha voluto ricordare il gesto di umiltà e di servizio di Cristo, lavando i piedi a dei genitori che, nel corso di quest'ultimo anno, hanno accolto la vita dando alla luce un figlio o si apprestano a farlo. Questa scelta simbolica ha trasmesso un messaggio potente sulla sacralità della vita e sull'importanza dell'amore e del sacrificio all'interno della famiglia.

Dato per voi

Durante l'omelia, monsignor Cevolotto ha sapientemente paragonato il gesto di Gesù, che nell'Eucaristia si dona completamente per l'umanità, al donare la vita dei genitori per i loro figli. Questo parallelo ha sottolineato la profondità dell'amore che accomuna entrambe queste forme di donazione, elevandole a esempi supremi di dedizione e di amore incondizionato.
“Questo è il mio corpo che è per voi”: sono le stesse parole - per il Vescovo - che i genitori dicono ai figli che nascono. Da quel momento essi vengono espropriati del proprio corpo, del proprio essere, del proprio tempo, e le espressioni: “È mio, è nostro”, diventano “per voi”. Dare la vita - per mons. Cevolotto - equivale a generare, e insieme ad anteporre il figlio a sé stessi. “Dare la vita - ha aggiunto - non si esaurisce con il parto, ma da quel momento è un atto permanente, in modo che colei o colui che è stato generato arrivi a dire la stessa cosa verso qualcun altro, perché si compiano le parole di Gesù: “come ho fatto io”.

La crisi della generatività

L’atto generativo - dunque per il presule - è scritto nel nostro corpo fin dal suo concepimento.
Oggi la crisi della generatività, della fecondità non può essere separata dalla visione oblativa, eucaristica, della vita e dell’amore. Generare è partecipare all’agire di Dio come si è manifestato nella persona di Gesù nella sua pasqua. C’è bisogno - ha continuato mons. Cevolotto - di quello che di recente il cardinal Zuppi ha chiamato la “sterilità guarita”. È necessario che guarisca la nostra sterilità”.
Il Vescovo si è soffermato poi sulla crisi della natalità che rischia di essere solo uno dei sintomi di una senilità culturale. “Quando - ha sottolineato - una generazione smarrisce la bellezza e la gioia della fecondità, coltiva una cultura che non ha futuro perché sterile”. Il gesto di Gesù di togliersi le vesti e mettersi un grembiule per lavare i piedi ai suoi apostoli, è stato infine rimarcato da mons. Cevolotto come espressione di ogni forma di servizio alla vita, che in Cristo trova l’esempio concreto di colui che si è svuotato, spogliato e umiliato fino alla morte.

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La reposizione del pane consacrato

La liturgia si è conclusa con la solenne reposizione del Santissimo Sacramento nella cappella della reposizione. Questo momento, caratterizzato da una processione guidata dal Vescovo attraverso le navate della cattedrale, accompagnato dai canti dei fedeli, ha creato un'atmosfera di intensa spiritualità e comunione, sottolineando l'importanza della presenza reale di Cristo nell'Eucaristia. La Messa in Coena Domini celebrata nella cattedrale di Piacenza, grazie alla visione pastorale di monsignor Cevolotto, è stata un'occasione per riflettere sul significato profondo dell'amore e del servizio. Attraverso il gesto simbolico della lavanda dei piedi, la comunità di fedeli è stata invitata a meditare sull'importanza di donare sé stessi agli altri, seguendo l'esempio di Gesù Cristo.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 29 marzo 2024

Nelle foto, la messa in Coena Domini presieduta dal vescovo mons. Adriano Cevolotto.

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