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Notizie Varie

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Aree interne e Appenniniche, investimenti per 11 milioni del Gal del Ducato

Gal del Ducato investimenti

Due ottime notizie per il territorio montano piacentino e parmense. La prima riguarda il fatto che la Regione Emilia-Romagna ha deliberato la graduatoria finale relativa alla selezione dei Gruppi di Azione Locale, posizionando il Gal del Ducato al secondo posto in Regione, assegnandogli una dotazione di oltre 11 milioni di euro. La seconda buona notizia è che questi fondi saranno a disposizione di un’area appenninica delle due province che sarà ancora più estesa rispetto all’ultimo piano, quello 2014-2022, con tre nuovi comuni parzialmente inseriti nell’ambito (Castel San Giovanni, San Giorgio e Traversetolo), che portano così il totale a 60 comuni interessati (29 in provincia di Piacenza e 31 in provincia di Parma). Entrando nello specifico con la deliberazione di giunta regionale del 3 gennaio, che ha definito la graduatoria dei gruppi di azione locale per la Strategia Leader 2023-2027, la Regione ha assegnato al Gal del Ducato ben 11.176.779 euro, che saranno impegnati a sostegno di progetti pubblici e privati da realizzarsi nelle aree appenniniche parmensi e piacentine. Il perimetro di azione sarà quello del bacino montano, un’area di 4023 kmq estesa su due province, con 158 mila abitanti e una vocazione agroalimentare di elevata qualità, riconosciuta anche internazionalmente, comprendente integralmente le aree vitivinicole e parte delle principali filiere del comparto agrifood dell’Emilia Occidentale. È un territorio tuttavia che presenta anche diverse criticità di natura socio demografica, tipici delle terre alte, necessita di riequilibri e richiede progettualità.

I Commenti

“Sono le sfide che ci si pongono davanti – spiega Gino Losi, presidente del Gal del Ducato – negli incontri di concertazione che abbiamo tenuto sul territorio sono stati messi a fuoco i punti di forza e le debolezze, le opportunità e le criticità che connotano l’intera area. Ci si è in particolare concentrati su tre punti che vanno affrontati nel prossimo quadriennio, l’invecchiamento della popolazione, il cambiamento climatico con la transizione ecologica e la transizione digitale. Le azioni proposte dal Gal nel suo piano strategico, seppure su ambiti apparentemente diversi, incrociano tutti questi temi di contesto”.

“Aggregare per innovare” diventa quindi il tema chiave di indirizzo progettuale che il Gal applicherà sul territorio, declinandolo attorno a tre concetti chiave: la sostenibilità economica dei progetti, perché mantenere le imprese significa mantenere la popolazione sul territorio, l’accoglienza, sia verso i turisti, che verso i nuovi residenti, la resilienza, con grande attenzione alle foreste, patrimonio ambientale della montagna. “La strategia di Sviluppo Locale del Gal, si concentrerà su due ambiti tematici tra loro correlati, i sistemi di offerta socioculturali e turistico ricreativi locali e i sistemi locali del cibo, distretti, filiere agricole e agroalimentari – sottolinea Alessandro Cardinali, vicepresidente del Gal – Dal punto di vista operativo questo significa che la linea strategica prevede di realizzare interventi finalizzati ad accrescere l’offerta ricettiva esistente e ad aumentare la gamma e la qualità a disposizione dei turisti e di investire sulla promozione di nuove forme di turismo (escursionistico, sportivo, enogastronomico, culturale). D’altro canto si dovrà favorire la nascita e la permanenza sul territorio di imprese ed attività commerciali extra-agricole, per avere poi ricadute positive per l'attrattività complessiva dell’area e per l'offerta di servizi a disposizione dei residenti. Infine sarà fondamentale realizzare azioni unitarie di comunicazione e marketing tese a sviluppare una proposta turistica integrata, che metta a sistema i molteplici attrattori del territorio, aumentando l’offerta territoriale di servizi a disposizione della popolazione anche per attrarre nuovi residenti. In questo senso molto importante è anche l’opportunità che abbiamo inserito nella linea strategica, che consiste nel favorire la realizzazione di postazioni di lavoro a distanza, in modo che il territorio possa rispondere in modo tecnologicamente adeguato alle aziende che prevedono condizioni di smart working, permettendo così ai lavoratori di risiedere o trasferirsi sul territorio”. “Il Gal è un presidio per il territorio – ha dichiarato la presidente della Provincia di Piacenza Monica Patelli – l’assegnazione dei fondi è un grande risultato che darà aiuto a tutta l’area montana e in quest’ottica è importante l’ampliamento del territorio, per rispondere meglio e ancor più efficacemente alle sfide che ci pone la montagna”.

Questa visione strategica si tradurrà in bandi e azioni di sostegno che sapranno rispondere e realizzare questi principi e inizieranno ad essere pubblicati nei prossimi mesi. Ad esempio quando si parla di cambiamento climatico o declino demografico le risposte possono essere trovate nell’elemento identitario delle montagne, la foresta: questa allo stesso tempo è riserva di stoccaggio di anidride carbonica (un metro cubo di legno assorbe circa una tonnellata di CO2), ma anche risorsa per attività imprenditoriali coinvolte nella sua gestione o nella sua tutela dai sempre più frequenti fenomeni meteorologici estremi, dalla siccità alle bombe d’acqua, che si ripercuotono pesantemente sulle aree boschive e i cui effetti talvolta si misurano anche in pianura. La foresta è anche una risorsa turistica da implementare, vista anche la crescente domanda di fruizione della montagna in periodo estivo: servono strutture, servizi, organizzazione e comunicazione. La ricettività va costantemente migliorata, ma vanno aumentati anche gli spazi che permettono ai visitatori di godere della natura appenninica en plein air, una tendenza che si sta imponendo sempre di più. Infine il bosco fornisce prodotti, che la tradizione gastronomica emiliana sa valorizzare come poche altre al mondo. Una gestione attenta e orientata alla loro valorizzazione, dai frutti del sottobosco, ai funghi, alla selvaggina, ai tartufi, è indubbiamente una traccia di sviluppo, che risponde benissimo al principio di aggregare per innovare. Infine non va dimenticata la portata dell’intervento, nel programma Leader 2014-2022 sono infatti stati finanziati oltre 400 progetti, attraverso regie dirette, bandi e convenzioni. Di questi ne sono già stati completati 233 (a settembre). Al di là della dotazione economica del periodo 2023-2027, rimane il dato significativo dell’ampio coinvolgimento del tessuto socioeconomico appenninico e il fatto che ciascun progetto finanziato è a sua volta un generatore di risorse, con investimenti diretti di privati e imprese che restano a rafforzare il territorio, le sue dinamiche, la sua competitività e la sua immagine.

Pubblicato il 12 febbraio 2024

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Foibe, don Garilli in rappresentanza degli alpini a Basovizza

garilli

“Di solito a queste celebrazioni a livello nazionale ci sono sempre, cerco di andarci tutti gli anni”.
Don Stefano Garilli, parroco di Ferriere, ha partecipato come ogni anno, il 10 febbraio, alla cerimonia solenne in occasione del Giorno del ricordo, al monumento nazionale della Foiba di Basovizza, sul Carso triestino. Quest’anno era presente anche il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha preso la parola per il suo discorso ufficiale proprio davanti al sacerdote piacentino, riconosciuto, sui media, da tutti i suoi parrocchiani di Ferriere.
“Ho rappresentato Piacenza come associazione alpini - spiega don Garilli, che è il cappellano militare -, con il nostro labaro. Eravamo tante penne nere a Basovizza, c’era anche il presidente nazionale Ana, Sebastiano Favero. È una commemorazione importante quella per le vittime delle Foibe, solo da vent’anni si celebra il Giorno del Ricordo, prima non se ne parlava tanto di questa tragedia. Era un pezzo di storia dimenticato”. Il Giorno del ricordo è stato infatti istituito nel 2004, con legge dello Stato, per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Don Garilli e Meloni

Pubblicato l'11 febbraio 2024

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Consumo di suolo, Fantini: «I nostri dati più che positivi»

 Fantini commento urbanistica

Sono stati pubblicati sul sito della Regione Emilia Romagna i dati relativi al consumo di suolo. L’esito di questa attività di osservazione, a cinque anni dall’entrata in vigore della Legge Regionale numero 24 del 2017, mette la Provincia di Piacenza sul gradino più alto del Podio: è la provincia più virtuosa. I dati sono il frutto del monitoraggio regionale previsto dalla stessa legge urbanistica e realizzato in collaborazione con l’Istituto sui trasporti e la logistica, l’Università di Bologna e l’Università di Parma. All’articolo 5 intitolato “Contenimento del consumo di suolo”, la legge ha introdotto una verifica a cadenza semestrale con la quale i Comuni inviano alla Regione gli esiti del monitoraggio delle trasformazioni realizzate sul territorio. Il grafico indica i cinque interventi realizzati nella nostra provincia: due sono a Fiorenzuola, poi a Carpaneto, Besenzone e Travo per un totale di 12,2 ettari. Nessun intervento è stato realizzato nel territorio comunale di Piacenza.

“Sono dati più che positivi”, commenta l’assessore all’urbanistica Adriana Fantini ricordando il convegno dello scorso 28 novembre durante il quale gli stessi dati erano stati anticipati da Paolo Ferrecchi della Regione. “In questi mesi - prosegue - il dibattito pubblico sul tema in questione ha tenuto spesso banco in città e la speranza da parte di molti era ed è che a Piacenza non si consumi suolo nel periodo di transizione tra il precedente strumento urbanistico, il Psc, e il nuovo strumento di pianificazione, ovvero il Pug che è in corso di redazione. Ebbene è proprio così: il Comune di Piacenza non ha attivato interventi che erodano il limite previsto per il territorio urbanizzato”. Anzi, stando al monitoraggio regionale la provincia di Piacenza nel suo complesso è in assoluto la più virtuosa in questo senso. “C’è inoltre da considerare – precisa Fantini - che l’Emilia-Romagna è una delle poche Regioni italiane che si è data una legge per disciplinare il consumo di suolo, e non è cosa da poco. Ora siamo nelle condizioni di poter fare un primo bilancio oggettivo mettendo da parte ogni posizione pregiudiziale ma, al contrario, considerando ogni opzione che rispetti i criteri stabiliti. Anche perché la sostenibilità economica va di pari passo con quella ambientale e sociale, come ha ricordato recentemente anche la sindaca Katia Tarasconi al convegno «Verso il Pug: la città che crea lavoro» al quale era presente l’assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Colla”.

Ma se questo è il quadro offerto dal monitoraggio della Regione Emilia-Romagna, differenti però sono i dati divulgati da Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del Ministero. Si tratta di dati che registrano il consumo di suolo effettivo e non hanno premiato Piacenza. “Inizialmente non mi era chiara questa differente lettura - spiega l’assessora Fantini – poi mi sono documentata. Nel monitoraggio restituito da Ispra, oltre al consumo di suolo permanente dato da edifici, fabbricati, strade pavimentate, sedi ferroviarie eccetera, si includono anche gli usi temporanei che producono consumo di suolo reversibile come ad esempio strade non pavimentate, cantieri e altre aree in terra battuta, piazzali, cortili, campi sportivi, cave in falda, impianti fotovoltaici a terra. E’ una definizione che si differenzia di molto da quella delle previsioni insediative espansive a cui la legge regionale cerca di porre un freno”. “Il monitoraggio del consumo di suolo operato da Ispra – prosegue l’assessora - avviene attraverso l’analisi della cartografia prodotta in seguito alla classificazione di immagini satellitari. I dati del consumo del suolo rilevati da Ispra sono valori assoluti di “suolo consumato” che comprendono, ad esempio, le aree di cantiere funzionali alle trasformazioni. Questi dati, più volte evidenziati, assegnavano alla provincia di Piacenza il primato per incremento netto nell’anno 2021-2022 pari a 54,92 ettari. Ma lo stesso Michele Munafò, (dirigente Ispra, responsabile del Rapporto Snpa sul consumo di suolo) nel suo intervento al convegno dello scorso 28 novembre, ha chiarito che i dati annuali hanno una rilevanza parziale perché i processi di consumo di suolo hanno una certa inerzia e vanno letti in periodi medio-lunghi. I processi pianificatori, aggiungo, hanno iter complessi e si attuano in determinati anni piuttosto che in altri anche per ragioni burocratiche, quindi una lettura corretta dei dati Ispra dovrebbe quanto meno prendere in considerazione un quinquennio, se vogliamo confrontarli alla tabella regionale da cui siamo partiti”. L’assessore all’urbanistica porta due esempi per chiarire quali interventi ha fotografato Ispra in quei 54 ettari che corrispondono a ciò che vediamo realizzato dal 2021 al 2022: “Si tratta di convenzioni quali l’AP12 Mandelli variante Pua 2018 convenzione 2020, o l’ambito di cava Polo 43 Ca’ Morta che prevederà la rinaturalizzazione a fine attività. Sono esempi particolarmente indicativi di quanto fuorviante possa essere la “fotografia” fornita da Ispra: il primo, Mandelli, è esemplificativo della lunghezza dei processi, visto che si tratta di una pratica aperta anni fa; il secondo, Cà Morta, è un esempio di reversibilità: dove c’è la cava, in futuro la stessa area tornerà ad essere ambiente naturale a tutti gli effetti”.

Pubblicato il 10 febbraio 2024

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Rette delle Cra, nel 2025 introdotto l’Isee

Accordo prezzi Case di riposo

Introduzione dell’Isee a partire dal 1° gennaio 2025, da applicare in maniera lineare nel calcolo delle rette a carico degli utenti dei servizi sociosanitari residenziali. E ulteriori 10 milioni di euro sul Fondo sociale regionale, risorse aggiuntive che la Regione stanzierà in assestamento di Bilancio 2024 e che trasferirà ai Comuni per sostenere le famiglie con redditi medio bassi e bassi nel pagamento delle rette stesse, a valere per tutto quest’anno. Sono le novità contenute nel verbale di accordo sottoscritto dalla Regione Emilia-Romagna con i sindacati Cgil, Cisl, Uil e le relative sigle dei pensionati - Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil – dopo l’adozione da parte della Giunta regionale della delibera che adeguava la remunerazione dei servizi sociosanitari, lo scorso 18 dicembre. “Un’intesa importante - sottolineano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale al Welfare, Igor Taruffi - che giunge al termine di un confronto proficuo con le organizzazioni sindacali, con le quali abbiamo condiviso il bisogno di sostenere persone e famiglie in difficoltà, con redditi medio-bassi, di fronte alla necessità di garantire assistenza e cura a persone anziane o con disabilità e ai propri cari. Oltre all’introduzione dell’Isee dal prossimo anno, unitamente all’applicazione delle nuove regole sul sistema di accreditamento dei servizi sociosanitari, con le quali vogliamo anche migliorare la qualità dei servizi e del lavoro- proseguono- aumenteremo di 10 milioni di euro il Fondo sociale regionale, fondi che si aggiungono agli oltre 30 milioni di euro in più che nell’ultimo anno e mezzo avevamo messo sul Fondo regionale per la non autosufficienza. Continuiamo quindi a supplire all’assenza del Governo, che taglia sulle risorse per la sanità e i servizi socio-assistenziali, facendo fino in fondo la nostra parte, investendo sui servizi e assicurando alle strutture le condizioni per poter continuare e non dover chiudere. Tutto questo - chiudono Bonaccini e Taruffi - grazie al confronto coi sindacati e alla condivisione di ciò che serve per non lasciare indietro nessuno, come siamo abituati a fare in Emilia-Romagna”.

L'accordo

Il primo: a partire dal prossimo anno (1.01.2025), unitamente all'applicazione delle nuove regole sul sistema di accreditamento dei servizi sociosanitari, finalizzate anche al miglioramento della qualità dei servizi e del lavoro, si provveda all'introduzione dell’Isee, da applicarsi in maniera lineare nel calcolo delle rette a carico degli utenti dei servizi socio-sanitari residenziali. Il secondo: in sede di approvazione della legge di assestamento del bilancio 2024, siano aumentate di ulteriori 10 milioni di euro le risorse che, attraverso il Fondo sociale regionale, vengono trasferite ai Comuni al fine di sostenere le famiglie con redditi medio bassi e bassi per far fronte al pagamento delle rette dei servizi socio-sanitari residenziali accreditati, a valere per l'intero anno 2024. Per arrivare alla più equa applicazione delle due misure, si istituisce un tavolo ad hoc composto da Regione, Comuni e Organizzazioni sindacali, anche per determinare i criteri e le modalità per la destinazione delle risorse previste, e cioè i 10 milioni di euro in più nel Fondo sociale regionale.

Pubblicato il 10 febbraio 2024

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Ambulatori di Pneumologia, dal19 febbraio nella nuova sede delle Malattie infettive

dr. Franco Cosimo 4x

A partire da lunedì 19 febbraio, gli ambulatori di Pneumologia dell’ospedale di Piacenza cambiano sede. L’attività si svolgerà al piano terra della palazzina delle Malattie infettive (ingresso 9B, di fronte al Polichirurgico), negli spazi precedentemente occupati dal day hospital di Ematologia.

Gli ambulatori che cambiano sede includono quelli dedicati all’asma, alla broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), ai disturbi sonno-correlati, alla fisiopatologia respiratoria, all'ossigenoterapia, ai pazienti neuromuscolari, ai pazienti ventilati a domicilio, alle pneumopatie infiltrative diffuse e per la dissuasione dal fumo di sigaretta. Nei locali sarà collocata anche la Pneumologia territorialecoordinata da Angelo Mangia.

Si sposterà anche il day hospital con un posto letto dedicato prevalentemente alla valutazione dell’andamento della patologia e al controllo e monitoraggio del tumore del polmone. “Il trasferimento permette di affiancare queste attività a quelle già presenti nella palazzina 9B e dedicate alla pneumologia interventistica”, spiega il direttore Cosimo Franco. Nella sede, infatti, si svolgevano già broncoscopie, semplici e con strumenti dotati di ultrasuoni endobronchiali (Ebus), esami con minisonde, ecografie polmonari con ago aspirato, toracentesi, toracoscopie mediche e posizionamento di drenaggio toracico, coordinate dalla specialista Sara Chiesa.

L’ambulatorio dedicato alla prevenzione, diagnosi e cura della malattia tubercolare, invece, rimane ancora momentaneamente collocato nella sua attuale sede, nell’edificio 1E.

Per facilitare il trasferimento, l’attività sarà temporaneamente sospesa nelle giornate del 15 e 16 febbraio 2024 e riprenderà normalmente il 19 febbraio nei nuovi locali.

“Per minimizzare l’impatto sui pazienti – evidenzia il direttore Franco -  le giornate di interruzione del servizio sono state ridotte al minimo. Si è sfruttato anche il fine settimana per le operazioni di trasloco di arredi e strumentazioni, in modo da poter riprendere le visite già lunedì mattina alle 8.30, pienamente operativi. Tutti gli appuntamenti del 15 e 16 febbraio sono stati ricollocati e le nuove date sono state già comunicate ai pazienti, con l’indicazione di recarsi nella nuova sede”.

La nuova location offre spazi più moderni e adatti alle esigenze dell’attività di dieci ambulatori, che erogano circa 25mila prestazioni all’anno, senza contare i post ricoveri. “Questi servizi – evidenzia il direttore Franco – sono il punto di riferimento per la diagnosi e la cura delle malattie polmonari. Il nostro campo d’azione spazia dalle insufficienze respiratorie acute alle patologie polmonari ostruttive e restrittive, dalle patologie polmonari infettive alle patologie pleuriche, dalle malattie neuromuscolari alla malattia oncologica polmonare e pleurica, fino ai disturbi respiratori del sonno”. Il reparto di Pneumologia gestisce anche 6 posti letto di terapia intensiva respiratoria(Utir), dove si applica ventilazione meccanica invasiva e non invasiva, e 11 posti letto di degenza ordinaria.

Nella foto, il dottor Franco Cosimo.

Pubblicato il 9 febbraio 2024

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