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Notizie Varie

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Rinnovato il protocollo d’intesa tra Banca di Piacenza, Cattolica e Camera di Commercio

 

 La firma del protocollo dintesa. Da sinistra Filippo Cella Giuseppe Nenna e Angelo Manfredini

E’ stato firmato - nella Sala Ricchetti della Sede centrale della Banca di Piacenza - il protocollo d’intesa tra Istituto di credito locale, Università Cattolica del Sacro Cuore-Campus di Piacenza e Camera di Commercio dell’Emilia per la realizzazione della Giornata dell’economia piacentina. Un’iniziativa tornata con successo due anni fa - dopo un lungo periodo di interruzione - per iniziativa della Banca e dell’Università Cattolica, che hanno coinvolto la Camera di Commercio, con specifico riferimento all’evento finale - che quest’anno si terrà lunedì 27 maggio - durante il quale sarà presentato il Report annuale sul sistema economico piacentino curato dal Laboratorio di Economia Locale-LEL (Centro di ricerca dell’Università Cattolica) sotto la responsabilità scientifica del prof. Paolo Rizzi.

Al fine di programmare l’attività, è stato istituito un Comitato di indirizzo e coordinamento, promosso da Eduardo Paradiso, composto dai professori Enrico Ciciotti e Paolo Rizzi (Università Cattolica); dall’avv. Domenico Capra e dal dott. Stefano Beltrami, rispettivamente vicepresidente del Cda e responsabile Ufficio Marketing della Banca di Piacenza; dal dott. Michelangelo Dalla Riva, segretario generale della Camera di Commercio dell’Emilia.

Il protocollo d’intesa è stato firmato dal presidente della Banca Giuseppe Nenna, dal direttore dell’Università Cattolica di Piacenza Angelo Manfredini e dal vicepresidente della Camera di Commercio dell’Emilia Filippo Cella.

Il dott. Manfredini ha anche siglato, insieme al presidente Nenna, l’accordo tra Università Cattolica e Banca per la realizzazione del Report annuale citato.

Nella foto, la firma del protocollo d'intesa. Da sinistra, Filippo Cella, Giuseppe Nenna e Angelo Manfredini.

Pubblicato il 1° febbraio 2024

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Coldiretti a Bruxelles per salvare filiera da 600 miliardi di euro

 manifestazione

 

Dall’agricoltura italiana nasce una filiera agroalimentare allargata che sviluppa un fatturato aggregato pari a oltre 600 miliardi di euro nel 2023 messa a rischio dalle politiche folli dell’Unione Europea. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti diffusa in occasione della prima mobilitazione con gli agricoltori da tutta Europa e la partecipazione per l’Italia della Coldiretti scesi in piazza assieme al presidente Ettore Prandini, in Place du Luxembourg, di fronte al Parlamento europeo. a Bruxelles, dove si tiene il Vertice straordinario dell’Ue con la presenza del premier Giorgia Meloni. E’ la prima volta in piazza insieme per gli agricoltori provenienti dal sud e dal nord dell’Unione Europea dalla Coldiretti agli spagnoli di Asaja, dai portoghesi di Cap ai belgi dell’Fwa fino ai giovani della Fja e molti altri che invadono la capitale dell’Unione per trasformare le proteste in risultati concreti. Presente anche una delegazione di 50 agricoltori di Coldiretti Emilia Romagna in rappresentanza degli imprenditori agricoli della nostra regione.

Su un grande striscione si legge “Stop alle follie dell’Europa” ma gli agricoltori esibiscono anche cartelli con “Basta terreni incolti!”, “Scendete dal pero”, “Stop import sleale”, “Prezzi giusti per gli agricoltori”, “No Farmers no Food”, “Cibo sintetico, i cittadini europei non sono cavie”, “Mungiamo le mucche non gli allevatori”. “Non è l’Europa che vogliamo” si legge nei documenti di mobilitazione in mano al Presidente della Coldiretti Ettore Prandini accanto al tavolo allestito per far vedere le follie dell’Europa a tavola.

A rischio è una filiera nazionale che vede impegnati – sottolinea Coldiretti – ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Una rete diffusa lungo tutto il territorio che – spiega la Coldiretti – quotidianamente rifornisce i consumatori italiani ai quali i prodotti alimentari non sono mai mancati nonostante pandemia e guerre.

Le esportazioni agroalimentari Made in Italy nel 2023 hanno raggiunto il record di 64 miliardi di euro con un balzo del 6% secondo le proiezioni Coldiretti sui dati Istat sul commercio estero relativi al 2023. Il Belpaese – continua la Coldiretti – è infatti il primo produttore Ue di riso, grano duro e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per quanto riguarda la frutta primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne.

I cibi e le bevande stranieri sono oltre dieci volte più pericolosi di quelli Made in Italy, con il numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari oltre i limiti di legge che in Italia è stato pari al 6,4% nei prodotti di importazione, rispetto alla media dello 0,6% dei campioni di origine nazionale, secondo i dati dell’ultimo Rapporto pubblicato da Efsa nel 2023 relativo ai dati nazionali dei residui di pesticidi.

L’agricoltura interessa più della metà della superficie nazionale e per questo – continua la Coldiretti – l’Italia per difendere l’ambiente deve proteggere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne.

Un patrimonio di biodiversità messo a rischio dalla cementificazione e dell’abbandono con l’Italia che ha perso quasi 1/3 (30%) dei terreni agricoli nell’ultimo mezzo secolo con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari ed effetti sulla tenuta idrogeologica del territorio e sul deficit produttivo del Paese e la dipendenza agroalimentare dall’estero, secondo l’analisi della Coldiretti.

Nella foto, la protesta di Coldiretti a Bruxelles.

Pubblicato il 1° febbraio 2024

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Da «Energia in comune» quasi 100mila euro alle famiglie in difficoltà

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Sono circa 350 le famiglie in difficoltà del territorio piacentino che lo scorso anno, tra la metà di luglio e gli ultimi giorni di dicembre, hanno ricevuto un aiuto per pagare le utenze di luce e gas grazie al progetto “Energia in comune”. Quasi 100 mila euro di risorse erogate, utilizzate per più di 770 bollettini di pagamento, sono il primo bilancio parziale del fondo solidale che contrasta la povertà energetica e promuove la consapevolezza al consumo sostenibile. Ne sono promotori Fondazione Banco dell’energia Ente Filantropico, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Diocesi di Piacenza-Bobbio, Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio, Comune di Piacenza, Provincia di Piacenza, Camera di Commercio, Federconsumatori Piacenza, Banca di Piacenza e Crédit Agricole Italia.

Le fasi del progetto

Presentato ufficialmente meno di un anno fa, nel marzo 2023, Energia in comune è entrato da subito nella fase operativa. In maggio è stato approvato il regolamento che definisce i criteri di selezione delle famiglie beneficiarie: limite di accesso ai contributi sono un Isee fino a 20.000 euro e la residenza sul territorio della Diocesi, a Piacenza e nei comuni della provincia che aderiscono. Ogni nucleo familiare può presentare fino a tre domande di sostegno nel corso dell’anno, entro un tetto massimo complessivo di 300 euro. Le richieste sono analizzate e incrociate dal Comitato esecutivo, e il pagamento delle bollette viene effettuato direttamente da Caritas. Grazie alle riunioni conoscitive in Provincia, in estate si è concretizzata l’adesione dal progetto da parte di dodici comuni, compreso il capoluogo: oltre a Piacenza partecipano Agazzano, Alta Val Tidone, Borgonovo, Cadeo, Calendasco, Gossolengo, Gragnano, Lugagnano, Pianello, Pontenure, Sarmato e Ziano. Contemporaneamente, i primi beneficiari hanno ricevuto l’aiuto richiesto.

È invece storia recente, alla ripresa dell’attività in gennaio, l’avvio della seconda fase di Energia in comune: il percorso di educazione e consapevolezza dei consumi delle famiglie, che prevede come primo step l’impiego di figure professionali - i Tutor per l’Energia Domestica (TED) formati grazie alla partnership con Rete Assist – che, attraverso le competenze acquisite, forniscono supporto sulle tematiche dell’efficienza energetica e riduzione dei consumi. Nei giorni scorsi si è tenuto il primo incontro dedicato a efficienza e risparmio energetico, a cura dei TED di Banco dell’energia, rivolto a chi opera sul campo accompagnando i nuclei familiari coinvolti nel progetto. Hanno partecipato gli operatori dei comuni, della Caritas e di Federconsumatori: un momento formativo importante per acquisire le conoscenze utili a supportare sulle tematiche energetiche non solo i beneficiari del progetto, ma anche l’intera cittadinanza. La misurazione dell’impatto e dell’efficacia del Progetto, infine, sarà effettuata in collaborazione con la Sede di Piacenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in modo che lo stesso possa diventare best practice a livello nazionale.    

I Numeri

Energia in comune si è costituito con una dotazione di risorse pari a 500 mila euro: 300 mila messi a disposizione in quote equivalenti da Banco dell’energia, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Diocesi di Piacenza-Bobbio, Comune di Piacenza, Banca di Piacenza e Crédit Agricole Italia. Altri 200 mila euro provengono dalla Camera di Commercio, grazie a un Bando per sostenere gli esercizi e le attività economiche del territorio che più hanno risentito del rialzo dei costi energetici. In seguito, le amministrazioni comunali hanno messo a disposizione 14.000 euro, alimentando il fondo con importi singoli tra i 1000 e i 3000 euro, destinati, esclusivamente, a beneficiari residenti in ciascun comune. C’è da registrare anche il contributo volontariato di un privato, che ha versato 1500 euro a favore del progetto. La Commissione che analizza le richieste, e si riunisce ogni due settimane, fino al 28 dicembre scorso ha disposto il pagamento di 774 bollette, per un totale di 98.291,09 euro, a favore di 348 nuclei familiari. È stato dunque assegnato quasi un terzo dei 300 mila euro a disposizione per le famiglie, segno che l’iniziativa risponde efficacemente a un bisogno espresso dal territorio. A livello geografico, Piacenza ha ricevuto il 73% delle risorse erogate, avendo una popolazione, e di conseguenza un numero di richieste, ben maggiore rispetto agli altri comuni.
Ancora da implementare è invece l’adesione da parte delle imprese. La Camera di Commercio con la dotazione di 200 mila euro, aveva promosso il Bando “Sostegni energia anno 2023 riservato alle aziende fino a dieci dipendenti e con fatturato annuo non oltre i due milioni di euro (con un calo pari ad almeno il 20% tra 2021 e 2022). Il tetto dei rincari dimostrabili sulla bolletta, pari al 30%, sembra avere scoraggiato i più, e le richieste sono al momento poco numerose. Per questo, si sta valutando un allargamento della platea dei possibili beneficiari.

Il futuro

Con il progetto ormai a pieno regime, si stanno valutando ipotesi di ampliamento e nuovi sviluppi. Da una parte si punta ad allargare a nuove Amministrazioni comunali l’adesione, dall’altra si volge lo sguardo ad efficientamento energetico e riduzione dei consumi, ragionando sull’ipotesi di creare delle comunità energetiche. Coinvolgere famiglie, imprese e amministrazioni locali in un percorso integrato volto alla produzione, allo scambio e al consumo di energia da fonti rinnovabili è l’ideale tassello finale di un progetto che punta proprio sul concetto di azione sinergica come veicolo di welfare sociale.

Pubblicato il 31 gennaio 2024

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Anche da Piacenza l’appello per la pace e la tutela dei diritti

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Anche il Comune di Piacenza aderiscealla Giornatanazionaleper levittime civili delle guerre nel mondo, che si celebra il 1° febbraio di ogni annoper riflettere sui tragici insegnamenti della storia e accendere l’attenzione dell’opinione pubblica sul dramma delle popolazioni cheancora oggi subiscono, in tanti Paesi,le conseguenzedeiconflitti.Sono 31, quelli in corso attualmente, che nell’ultimo anno hanno provocato oltre 33 mila vittime: un numero che non raggiungeva picchi così elevati dal 2010 e che è fortemente condizionato sia dal protrarsi del conflitto russo-ucraino, sia dalla recrudescenza degli scontri armati nei territori israelo-palestinesi.

A richiamare i datidi “Action on Armed Violence” e “Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo”è l’Associazione nazionale Vittime Civili di guerra, che unitamente ad Anci ha invitato le città italiane ad aderire alla campagna “Stop alle bombe sui civili”. Un appello di cui si è fatto portavoce, a Piacenza, il referente di Anvcg Ettore Fellegara e che l’Amministrazione ha accolto, come avvenuto negli ultimi anni, esponendo sulla facciata del Municipio lo striscione su cui campeggia lo stesso slogan. Un simbolo di pace, che esprime la richiesta della collettività affinché le Convenzioni, i Trattati e le Dichiarazioni internazionali che già esistono, a garanzia di protezione per i civili, vengano estesi, attuati e rispettati appieno: dalla Convenzione di Ginevra – con i relativi Protocolli aggiuntivi – al Trattato di Ottawa sulla messa al bando delle mine antiuomo, senza dimenticare le Convenzioni Onumirate a vietare o limitare l’uso di determinate tipologie di armi considerate eccessivamente dannose o aventi effetti indiscriminati, o alla tutela dei diritti delle persone con disabilità.

Pubblicato il 1° febbraio 2024

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Due nuovi alberi monumentali a Castel San Giovanni e Castell'Arquato

 I due nuovi alberi monumentali

Si arricchisce l’elenco degli alberi monumentali in Emilia-Romagna. Piante selezionate in base ad una serie di caratteristiche - età e dimensione, rarità botanica, per ricordare le principali – che fanno di questi patriarchi della natura esemplari unici e di grande fascino. Giganti della natura il cui valore naturalistico si accompagna a quello storico e culturale. Le nuove tutele sono 36 per complessivi 85 alberi monumentali. La tutela, infatti, può riguardare un albero singolo, ma anche esemplari che si trovano in gruppo o in filare. Nello specifico, le nuove tutele inserite nell’Elenco regionale degli Alberi monumentali regionali (Amr) riguardano 28 alberi singoli, 6 gruppi e 2 filari. Grazie questi nuovi ingressi salgono a 658 le tutele complessive in Emilia-Romagna, considerando anche gli Alberi monumentali d’Italia (AmI) presenti sul territorio regionale. Le nuove tutele derivano dall’attività di periodico censimento che il Settore Aree protette, Foreste e Zone montane della Regione svolge anche alla luce della “Disciplina per la conservazione degli alberi monumentali e dei boschi vetusti”, la nuova legge regionale appena approvata, che definisce nuove modalità di salvaguardia di queste eccellenze ambientali. Delle 36 nuove tutele, 2 sono nella provincia di Piacenza: una farnia a Castelsangiovanni e un cedro dell’Himalaya a Castellarquato. Un censimento quello compiuto dalla Regione che avviene anche partendo dalle segnalazioni di singoli cittadini, associazioni, scuole, oltre a Comuni ed Enti territoriali, grazie a una scheda disponibile on line nella quale è possibile indicare oltre al tipo di albero, anche la sua circonferenza, la sua localizzazione e le caratteristiche salienti, allegando la relativa documentazione fotografica.

Cosa è un albero monumentale

Sono diverse le caratteristiche che concorrono a definire un albero monumentale: l’età dunque, ma anche la dimensione, la rarità botanica e la specie. E poi il valore ecologico, la posizione dominante nel paesaggio, tale da renderlo unico e riconoscibile, ma anche il legame con rilevanti avvenimenti storici, culturali e religiosi. Gli alberi monumentali possono trovarsi sia in ambito urbano che in ambito rurale o in bosco. Possono inoltre essere localizzati in spazi pubblici o all’interno di proprietà private e per questo non sempre è possibile visitarli. Il regime di particolare tutela e conservazione cui sono sottoposti ne comporta di fatto l’intangibilità con l’individuazione di un’area di rispetto chiamata Zona di Protezione dell’Albero (Zpa) e il divieto di interventi di qualunque tipo. Fatti salvi ovviamente quelli conservativi e di salvaguardia e quelli di abbattimento solo per casi motivati, improcrastinabili e solo dietro apposita autorizzazione regionale.

Pubblicato il 31 gennaio 2024

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