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Notizie Varie

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Nasce uno sportello per i lavoratori migranti vittime di sfruttamento

Sportello migranti sfruttati

Dal 1° luglio, presso la Sezione specializzata in Immigrazione, Protezione Internazionale e Libera Circolazione dell’Ue del Tribunale di Bologna, è attivo uno sportello protetto dedicato ai lavoratori migranti vittime di sfruttamento. Una sperimentazione che sarà attiva fino al 30 settembre, promossa nell’ambito del progetto Common Ground, frutto della collaborazione tra il Tribunale, la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Bologna. Lo sportello unisce protezione giuridica, inclusione sociale e reinserimento lavorativo e nasce per offrire un luogo sicuro dove le vittime possano far emergere tempestivamente situazioni di abuso, ricevere tutela giuridica e sociale e vedere garantita, nei casi più urgenti, la priorità nella trattazione dei procedimenti legati alla richiesta di protezione internazionale. All’interno dello spazio operano i legali del servizio Protezione Internazionale di Asp Città di Bologna, affiancati da mediatori linguistico-culturali, per assicurare un accesso pienamente inclusivo.

“Con questo sportello, ampliamo le sedi di collaborazione istituzionale per la effettiva tutela dei diritti - dichiara il presidente della Regione, Michele de Pascale -. La dignità del lavoro per noi viene prima di tutto e vale per tutti. Con il progetto Common Ground stiamo attivando strumenti efficaci, costruiti in rete con enti, servizi e territorio contro lo sfruttamento lavorativo dei migranti. I numeri dimostrano che questo approccio funziona, e vogliamo rafforzarlo con continuità anche nei prossimi anni. In Emilia-Romagna non c’è spazio per l’indifferenza”. “Come Comune di Bologna, siamo orgogliosi di partecipare attivamente a questo progetto con i nostri operatori e servizi, mettendo in campo professionalità, esperienza e una rete consolidata di supporto sul territorio - afferma Matilde Madrid, assessora al welfare del Comune di Bologna -. Nel cuore del Tribunale, luogo di giustizia e diritti, costruiamo uno spazio protetto dove le persone migranti vittime di sfruttamento, possono trovare ascolto, accompagnamento e tutela. È un’azione concreta che tiene insieme il valore della dignità del lavoro, la centralità della persona e la giustizia sociale. La collaborazione tra Comune, Regione e Tribunale dimostra che unire le forze è possibile e necessario per affrontare fenomeni complessi come lo sfruttamento e costruire insieme percorsi di emancipazione e reinserimento”.

“Con il progetto sperimentale, che speriamo possa diventare permanente, la collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Bologna consentirà di avvicinare centinaia di persone vittime di tratta per sfruttamento lavorativo o di sfruttamento iniziato in Italia- sottolinea il Presidente della sezione specializzata in materia di Protezione internazionale ed immigrazione Luca Minniti -. Il valore aggiunto del progetto consiste nella possibilità di intercettare più facilmente e più tempestivamente i bisogni di tutela dei lavoratori migranti”. Lo sportello, in rete con tutti gli attori del territorio, dalle istituzioni ai servizi, fino al Terzo settore e ai sindacati, ha una portata regionale, in quanto la Sezione Immigrazione del Tribunale di Bologna è competente per tutto il territorio dell’Emilia-Romagna.

I NUMERI DEL PROGETTO COMMON GROUND

Avviato nel marzo 2023 e promosso da cinque Regioni del Nord Italia - Piemonte (capofila), Liguria, Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia - il progetto Common Ground punta a prevenire e contrastare lo sfruttamento lavorativo in ogni settore, promuovendo condizioni di lavoro dignitose e sicure per i cittadini migranti. In Emilia-Romagna, al 30 giugno 2025, oltre 6.800 persone sono state raggiunte da attività di informazione e contatto sul territorio. Più di 700 hanno avuto una presa in carico individualizzata, oltre 300 sono state inserite in percorsi formativi o di inserimento e più di 200 hanno migliorato le proprie condizioni lavorative o formative. La metà dei beneficiari è arrivata in Italia negli ultimi cinque anni, molti con familiari a carico.

Pubblicato il 23 luglio 2025

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Il sostegno all’offerta educativa di nidi e scuole dell’infanzia

Contributi nidi dinfanzia

Bambine e bambini al centro delle politiche della Regione Emilia-Romagna: per consolidare e qualificare il sistema dei servizi 0/6, in particolare i Servizi educativi 0/3, e migliorare ulteriormente la qualità dell’offerta educativa puntando sempre più sulla formazione del personale e sulla possibilità di valorizzare le azioni innovative, con quote di incremento per i comuni montani e in cui sono presenti bambini con disabilità. Obiettivi da conseguire anche grazie a 34 milioni di euro, destinati per il 2025 alla qualificazione del sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 anni: quasi 26 milioni (esattamente 25.926.185 euro) provengono dal Fondo nazionale, e altri 8 milioni sono stati stanziati dalla Regione, in aumento rispetto al 2024. Il doppio via libera, alla programmazione delle risorse statali e alla ripartizione tra Comuni e Unioni, è arrivato nell’ultima seduta dalla Giunta, che a fine giugno, con un altro provvedimento, aveva già approvato l’assegnazione sul territorio dei contributi regionali. “Gli investimenti per la prima infanzia - sottolinea l’assessore a Welfare, Scuola e Politiche per l’infanzia, Isabella Conti - rappresentano uno dei punti cardine del nostro programma di mandato: sia i Nidi che le Scuole d’infanzia sono realtà fondamentali non solo per la cura dei bambini e delle bambine e per il supporto che forniscono alle famiglie, ma anche per la crescita, l’educazione, la socializzazione e l’integrazione dei più piccoli, in una fase molto importante e delicata della loro vita. Tali scelte contribuiscono peraltro a rendere attrattivo il territorio regionale anche in termini di investimento, sviluppo e lavoro”. “Con precedenti interventi abbiamo stanziato 15 milioni di euro, 4 in più rispetto al 2024, per l’ampliamento dei servizi educativi tra 0 e 3 anni- aggiunge Conti- e aumentato le risorse per ridurre i costi delle rette a carico delle famiglie, che passeranno da 28 a 30 milioni. Investire sull’infanzia e sul sistema integrato di educazione e istruzione significa investire sul futuro, per costruire una comunità più giusta, coesa, capace di offrire pari opportunità a tutti i cittadini, già dai primi anni di vita. L’Emilia-Romagna è una regione dove questo sistema ha sempre rappresentato un modello, ma continuiamo a lavorare, e a investire, sia per l’ampliamento dell’accesso ai servizi, sia per l’ulteriore qualificazione dell’offerta”.

Come emerge dai dati del Sistema informativo servizi Prima infanzia regionale - SPI.ER, per l’anno educativo 2024/2025 in Emilia-Romagna si contano 1.297 servizi educativi di varie tipologie, con un’accoglienza di circa 38.800 bambini. In particolare sono 1.078 i Nidi d’infanzia, che comprendono anche 53 micronidi e 151 sezioni Primavera, per un totale di quasi 36.500 bambini; 219 sono i Servizi educativi integrativi, con un’accoglienza di circa 2.300 bambini, che comprendono Spazi bambino, Centri per bambini e famiglie, Servizi domiciliari (Piccoli gruppi educativi) e Servizi sperimentali. Circa il 48% dei bambini (17.520) ha un’età tra i 3 e i 23 mesi (n. 17.520), e il 52% (18.980) è in età 24-36 mesi. La diffusione territoriale dei servizi educativi raggiunge l’85% di copertura dei Comuni e Unioni di Comuni (282 su un totale di 330), e per le Scuole d’infanzia statali e paritarie, comunali e private, l’indice di presa in carico risulta, da fonti Istat, essere pari al 90,19%.

I 26 milioni di euro dello specifico Fondo nazionale assegnati quest’anno alla Regione Emilia-Romagna sono suddivisi secondo i criteri stabiliti dall’Assemblea legislativa e sono destinati per il 93% (24 milioni 111mila euro) a sostenere il consolidamento dei Servizi educativi (comprese le sezioni primavera che accolgono bambini 24/36 mesi) e delle Scuole d’infanzia paritarie, sia comunali che private. Il 7% dei finanziamenti statali servono a qualificare l’offerta, attraverso la formazione del personale, il coordinamento pedagogico e le azioni innovative. Sono previste quote di incremento per i Comuni montani (+2,8% del budget per le spese di gestione) e per il numero di bambini con disabilità certificata presenti nei servizi educativi e nelle scuole (+2,1%). Gli 8 milioni di provenienza regionale - anch’essi ripartiti tra Comuni e loro forme associative - sono destinati ad ampliare, consolidare e qualificare il sistema integrato dei servizi educativi per la prima infanzia, quindi Nidi e Servizi integrativi al nido per bambini da 0 a 3 anni, pubblici e privati convenzionati accreditati.

Pubblicato il 23 luglio 2025

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Torna ampliato il Fondo sociale per lo sport

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Torna ampliato il Fondo sociale per lo sport. Il progetto, avviato ormai tre anni orsono con l’obiettivo di favorire la pratica sportiva tra i ragazzi fino a 18 anni di età che appartengono a famiglie in difficoltà economica e con prole numerosa, per la sua quarta edizione allarga la platea dei promotori e il plafond a disposizione, arrivato ora a 45mila euro. Il rafforzamento della rete di soggetti sostenitori consentirà di aiutare un numero ancora maggiore di giovani del territorio, come hanno sottolineato in occasione della presentazione a Palazzo Rota Pisaroni,  i rappresentanti delle realtà coinvolte: il consigliere d’Amministrazione Robert Gionelli per la Fondazione di Piacenza e Vigevano, l’assessore allo Sport del Comune di Piacenza Mario Dadati, il vicedirettore generale della Banca di Piacenza Pietro Boselli e la componente del Cda di Conad Centro Nord Elena Soressi.

Il Bando si è aperto ufficialmente oggi e fino all’8 settembre le Associazioni Sportive Dilettantistiche di Piacenza e di Vigevano potranno partecipare all’assegnazione delle risorse, segnalando particolari situazioni di fragilità. La spesa di tesseramento non è facilmente sostenibile per i nuclei familiari in difficoltà economica, se si considera che può variare dai trecento ai cinquecento euro l’anno. A questo pensa il Fondo, sostituendosi alle famiglie nel pagamento delle quote e garantendo ai giovani il diritto allo sport. Un aiuto particolarmente sentito, se si considera che il Bando fino ad ora ha già supportato il diritto alla pratica sportiva di circa centocinquanta giovani impegnati in diverse discipline: calcio, volley, basket, ciclismo, scherma, canottaggio, tennis, pattinaggio e pallamano.

«È sempre un ottimo segnale quando i progetti partono e si rafforzano, coinvolgendo costantemente nuove forze del territorio - sottolinea il presidente Roberto Reggi -. Vuol dire che si è colto nel segno e si riesce a rispondere a un bisogno reale. Lo diciamo sempre: insieme si può fare di più e di meglio».

Lo sport, entrato di diritto nella Costituzione, è particolarmente importante per le giovani generazioni: «La pratica sportiva - commenta Robert Gionelli, che dal CdA della Fondazione ha ideato il progetto nel 2022 - deve essere considerata a tutti gli effetti un bisogno sociale, che fa crescere i giovani trasmettendo valori positivi; un diritto che non può essere messo in discussione da difficoltà economiche delle famiglie».

Un concetto sottolineato dall’assessore allo Sport del Comune di Piacenza Mario Dadati, che commenta: «Grazie alla sinergia tra tutti i partner di questo progetto, rendiamo sempre più efficace l'impegno per fare dello sport uno strumento capillare di inclusione e coesione, capace di intercettare le situazioni di fragilità e di intervenire a tutela del diritto fondamentale di bambini e ragazzi al gioco, alla socializzazione e al benessere psicofisico».

«A tre anni dalla partenza di questo progetto – osserva il vicedirettore generale dell’Istituto di credito di via Mazzini Pietro Boselli – si stanno unendo a Fondazione di Piacenza e Vigevano, Banca di Piacenza e (dal 2024) Comune di Piacenza, nuove forze come Conad Centro Nord. Si tratta di un’iniziativa concreta a favore dei ragazzi e delle ragazze che praticano un’attività sportiva, attività che rappresenta un segnale forte alla crescita comportamentale dei nostri giovani atleti».

«Siamo felici di contribuire, insieme ad altri partner importanti, al Fondo Sociale per lo Sport, un progetto che ci permette di aiutare un numero ancora maggiore di giovani del territorio – dichiara Elena Soressi, componente del Cda di Conad Centro Nord - Per Conad Centro Nord è un’iniziativa che riflette pienamente i nostri valori: promuovere il benessere, l’inclusione e rendere lo sport accessibile a tutti. Sostenere le associazioni sportive locali e le famiglie in difficoltà significa investire concretamente nel futuro dei ragazzi e delle ragazze. Questo impegno si inserisce con coerenza nel percorso avviato da Fondazione Conad ETS a favore dell’inclusione sociale attraverso lo sport».

TEMPI E MODALITÀ 

Le domande possono essere presentate esclusivamente da realtà iscritte al CONI - Comitato Olimpico Nazionale Italiano e al CIP - Comitato Italiano Paralimpico, con sede legale e operativa in provincia di Piacenza e nel comune di Vigevano, fino alle ore 18 di lunedì 8 settembre.

Per formalizzare la propria candidatura, le ASD potranno utilizzare esclusivamente il Portale Richieste Online presente sul sito www.fondazionepiacenzavigevano.it, accedendo all’apposita modulistica. La valutazione qualitativa e quantitativa sarà effettuata da un’apposita Commissione costituita dai quattro promotori. 

Esigenze di chiarimento, domande tecniche sulla procedura di compilazione on-line e ogni altra richiesta relativa al Bando possono essere comunicate via mail a info [AT] fondazionepiacenzavigevano [DOT] it o chiamando il numero 0523.311111.

Nella foto, il consigliere d’Amministrazione Robert Gionelli per la Fondazione di Piacenza e Vigevano, l’assessore allo Sport del Comune di Piacenza  Mario Dadati, il vicedirettore generale della Banca di Piacenza  Pietro Boselli e la componente del Cda di Conad Centro Nord Elena Soressi.

Pubblicato il 22 luglio 2025

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Il 23 luglio gli «Amici della Luce» di Calendasco tornano in Bosnia per portare aiuti

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Si incontrano a Trieste e poi proseguono, insieme, verso la Bosnia-Erzegovina. Il 23 luglio sei volontari dell’associazione “Amici della Luce” partiranno da Calendasco con due furgoni. È un viaggio che Cristian Dalmiglio, fondatore dell’associazione, compie sei volte all’anno per portare farmaci, dispositivi medici e generi alimentari alle popolazioni di Sarajevo, Mostar e Medjugorje. Stavolta, al confine con la Slovenia, saranno dieci i furgoni carichi di aiuti che si dirigeranno insieme verso i territori per portare conforto alle migliaia di persone che ancora, dopo trent’anni, continuano a vivere gli strascichi della guerra. Insieme ai volontari piacentini ci saranno quelli lecchesi dell’associazione Arpa, fondata da Alberto Bonifacio, storica “voce” di Radio Maria, e i torinesi di “A braccia aperte con Maria”.

Le attività in Bosnia-Erzegovina

“Portiamo gli aiuti a due orfanotrofi, due ospedali psichiatrici, alcuni ricoveri e due mense sociali che offrono 160 pasti al giorno. In più, aiutiamo sedici famiglie povere nell’entroterra della Bosnia-Erzegovina”, spiega Cristian Dalmiglio. Gli “amici della Luce” aiutano anche un’associazione di stampo musulmano che accoglie i profughi della rotta balcanica al confine della Bosnia, allestendo cucine da campo. “A Medjugorje – evidenzia Dalmiglio – supportiamo due comunità per tossicodipendenti gestite dalle suore, fra cui suor Elvira che è mancata da poco, e un orfanotrofio con 46 bambini ospitati da suor Cornelia”. I viveri portati da Calendasco giungono anche alla comunità “Nuovi orizzonti – Cavalieri della Luce”, che interviene in tutti gli ambiti del disagio sociale e attualmente ospita “più di cento sfollati ucraini, tra cui donne e bambini”.

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“La missione per i poveri mi è stata suggerita in preghiera”

Cristian Dalmiglio, 53 anni, è titolare di una società di impianti elettrici a Calendasco. Quando fondò l’associazione “Amici della Luce”, nel 2015, la finalità era aiutare i malati di Sla. “Dal 2015 al 2019 abbiamo raccolto oltre 30mila euro durante le feste organizzate ogni anno”, spiega. La registrazione dell’associazione è avvenuta nel 2020, proprio nei giorni in cui si registravano i primi pazienti Covid. La sua “missione” per i più fragili è nata nel 2011, durante un pellegrinaggio a Medjugorje. “Don Giuseppe Castelli mi lasciò in eredità alcuni gruppi di preghiera e il suo pulmino da nove posti”, racconta Dalmiglio. Da qui la nascita dell’associazione e l’impegno per i malati di Sla. “Poi, all’inizio del lockdown – spiega – in preghiera ho ricevuto il suggerimento di aiutare i poveri. E così «Amici della Luce» ha iniziato a dedicarsi alla carità. Ad oggi, abbiamo una trentina di soci”. In Bosnia, Cristian ci va sei volte all’anno, nei mesi di febbraio, marzo, maggio, luglio, novembre e dicembre. “Quest’anno andrò anche ad agosto – dice – ma in pellegrinaggio, in occasione del mio anniversario di matrimonio. Con noi verrà anche padre Secondo Ballati, già superiore dei frati di Santa Maria di Campagna”.

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Nella foto, sopra, Cristian Delmiglio, a destra, con la moglie Tania e Gerolamo, volontario Arpa e volontari in attività

La colletta alimentare e i contributi dei privati

La raccolta avviene grazie alla collaborazione con due catene di supermercati – Basko e Italmark – che propongono ai clienti una sorta di colletta alimentare, e con l’impresa Daf di San Giorgio Piacentino che dona alcuni prodotti “scartati” dalla produzione per difetti estetici. Oltre a ciò, diversi articoli vengono acquistati utilizzando gli incassi della festa, organizzata da Amici della Luce, che si tiene ogni anno tra fine maggio e inizio giugno, oltre ad alcune donazioni da parte di privati. “Una mia cliente – racconta Dalmiglio – una volta mi ha affidato 15mila euro: una parte l’ho donata a un gruppo di suore rumene per portare, per due anni di fila, in pellegrinaggio a Medjugorie i bambini di un orfanotrofio da loro gestito; altri invece li ho usati per riempire i furgoni da portare in Bosnia”. Nel 2023, l’associazione di Cristian Delmiglio ha raccolto 6mila euro per le popolazioni alluvionate in Romagna. “Tramite un movimento cristiano di Forlì, ci siamo fatti dare i nominativi di dieci famiglie e ci siamo informati su cosa servisse: così, abbiamo acquistato frigoriferi, lavastoviglie e divani, abbiamo caricato il furgone e siamo partiti”. Chi volesse contribuire ai convogli umanitari può contattare Cristian Delmiglio al numero 328 3064042. Le pagine social dell’associazione “Amici della Luce” sono sempre aggiornate con le ultime novità.

Francesco Petronzio

Pubblicato il 22 luglio 2025

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Venerdì Piacentini 2025, Piacenza sempre più attrattiva

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Cinque serate, quasi 300.000 presenze, più del 58% di visitatori provenienti da fuori provincia e un indotto stimato tra gli 8 e i 10 milioni di euro: l’edizione 2025 dei Venerdì Piacentini si chiude con numeri da record e la conferma di Piacenza come capitale culturale e turistica delle notti estive in Emilia. Da Milano a Bergamo, da Brescia a Parma: il festival ha saputo attrarre migliaia di persone con un’offerta culturale, artistica e commerciale senza precedenti. Sono stati 258 gli eventi in programma tra concerti, mostre, spettacoli, installazioni e attività per famiglie. Il centro storico di Piacenza si è trasformato ogni venerdì sera in un palcoscenico a cielo aperto, con 300 esercizi commerciali coinvolti e una partecipazione crescente, anche da parte delle nuove generazioni.
“Le cinque serate dei Venerdì Piacentini sono fondamentali per tantissimi operatori economici - sottolinea il Sindaco Katia Tarasconi - e non è solo una questione di numeri ma di identità, comunità e capacità di attrarre energie da fuori. Piacenza, in queste notti, mostra il meglio di sé: dinamica, viva, accogliente. Il merito è di una città intera che sa lavorare insieme”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Simone Fornasari, assessore comunale al Commercio e al Marketing territoriale: “I Venerdì Piacentini non sono solo il festival più partecipato dell’Emilia, ma un simbolo di ciò che Piacenza può essere quando pubblico, privati, cittadini e imprese decidono di lavorare insieme. È un’emozione vedere la nostra città diventare il cuore pulsante dell’estate del Nord Italia, viva, inclusiva, creativa. Un grazie a chi ogni anno rende possibile tutto questo: è da qui che nasce la forza di un territorio che non smette mai di stupire”.
A conferma della rilevanza dell’evento, i Venerdì Piacentini 2025 hanno ricevuto una larghissima copertura da parte dei media locali e nazionali, con numerosi articoli, reportage e approfondimenti pubblicati su giornali, magazine e portali online. L’interesse ha varcato anche i confini italiani, con segnalazioni e richieste di informazioni provenienti dall’estero, a testimonianza del crescente appeal internazionale del festival e della città di Piacenza.
Soddisfazione anche da numerosi esercenti: “Cinque serate che valgono due mesi di incassi”. Una frase che fotografa perfettamente l’impatto concreto di un evento che, pur mantenendo un’anima culturale e popolare, è diventato anche uno dei motori principali dell’economia urbana. Un dato che assume un peso ancora maggiore alla luce delle 98 chiusure registrate in città nell’ultimo anno. Il festival, insomma, è ossigeno puro. Un successo reso possibile grazie alla collaborazione tra istituzioni, commercianti, sponsor, associazioni culturali e cittadini, in un format ormai riconosciuto come uno dei più importanti eventi urbani dell’Emilia-Romagna.
Il festival, che vede la collaborazione del Comune di Piacenza, è stato diretto da Nicola Bellotti e organizzato dall’agenzia di comunicazione Blacklemon, ideatrice del format e titolare esclusiva del marchio. L’obiettivo è preciso: generare un impatto economico concreto sul tessuto commerciale e turistico della città. Grazie a un sistema collaudato e a un programma culturale di alto livello, il festival attira migliaia di visitatori da fuori provincia, incentivando la scoperta del centro storico e stimolando l’attività di centinaia di esercizi locali. “I Venerdì Piacentini vivono grazie alla fiducia dei nostri partner – spiega Bellotti – Il Festival infatti non riceve contributi pubblici, ma si regge su chi crede davvero nel valore di questo progetto. Un grazie speciale va a IREN, main partner dal 2011, e alla Banca di Piacenza, nostro unico Platinum Partner. Ma anche a TRS Ecology, Egger Italia, Cementirossi, Impresa Cogni e a tutti gli altri sponsor che ci affiancano ogni anno. Fondamentale è anche la collaborazione con il Comune di Piacenza: l’impegno dell’assessore Simone Fornasari, il supporto del sindaco Katia Tarasconi e la disponibilità degli uffici e dei dirigenti hanno rappresentato un elemento decisivo”. “Un ringraziamento speciale – conclude Nicola Bellotti - va inoltre alla Questura, alle forze dell’ordine, alla Polizia Locale, alla Prefettura, al 118, all’associazione Vita in Centro e alla Croce Rossa”.

Pubblicato il 22 luglio 2025

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