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Notizie Varie

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Gragnano, una targa ricorda don Beotti nella via a lui intitolata

 beotti

Il comune di Gragnano ha concluso i lavori di asfaltatura di via Don Beotti, nel capoluogo, posizionando una targa in ricordo del sacerdote di origine gragnanese. All’iniziativa, oltre al sindaco Patrizia Calza e agli assessori Cristiano Schiavi e Alessandra Tirelli, hanno preso parte don Andrea Campisi, numerosi cittadini e il Consiglio comunale dei ragazzi. Si tratta di una iniziativa che si inserisce nel quadro più ampio della cittadinanza attiva e della valorizzazione della storia locale. Chiunque transiti nella via, soprattutto i più giovani, avranno la possibilità di riscoprire la figura della persona a cui la via è dedicata.
In questo caso si ricorda la figura di don Beotti, nato a Campremoldo sotto nel 1912 e ucciso dalle forze nazifasciste a Sidolo, nel comune di Bardi, a 32 anni, nel luglio del 1944. Pur in pericolo, per le rappresaglie che in quei giorni le truppe occupanti stavano svolgendo nei comuni limitrofi - e che prendevano di mira non solo i partigiani ma chiunque desse aiuto a loro o ai fuggiaschi - don Beotti decise di rimanere insieme ai suoi parrocchiani. “Finché c’è un’anima da curare, io sto al mio posto”, disse, deciso a portare avanti fino alla fine la missione che aveva deciso di intraprendere. Un esempio di assunzione di responsabilità che vale richiamare ancora più oggi a tutti e soprattutto alle giovani generazioni. Sempre nell’ottica della storia locale, la targa riporta poi la foto del sito in cui essa è collocata e di come esso appariva agli inizi del secolo scorso.

Pubblicato il 16 maggio 2019

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Dopo di noi

Incontro per familiari di persone con disabilità

pia

Torna “Incontriamoci”, ciclo dedicato ai familiari di persone disabili promossi dalla Fondazione Pia Pozzoli. L’appuntamento è per martedì 21 maggio, dalle 10 alle 12, nel centro Il Samaritano di via Giordani 14 a Piacenza. A condurre l’incontro sarà Ilaria Fontana, psicologa della Fondazione Pia Pozzoli.

“Incontriamoci” nasce come momento di confronto libero tra le famiglie partecipanti, un vero e proprio “laboratorio di pensiero”, con incontri aperti a tutti e liberi nella frequenza poiché non avranno le caratteristiche di un “corso”, quanto del “percorso” dal quale ciascuno può entrare ed uscire senza avere mai l’impressione di perdere alcunché, quanto piuttosto di poter dare sempre il proprio originale contributo.
L'ultimo incontro sarà il 18 giugno. “Incontriamoci” poi riprenderà dopo la pausa estiva il 24 settembre.
Per maggiori informazioni: cell. 366.9533096 – info [AT] fondazionepiapozzoli [DOT] it

Pubblicato il 15 maggio 2019.

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Gli atleti Junior della Vittorino da Feltre in evidenza al Meeting nazionale di Piediluco

chiara esposti mariasole perugino

Le atlete biancorosse Maria Sole Perugino e Chiara Esposti (entrambe al primo anno di categoria) della canotaggio  Vittorino da Feltre hanno conquistato buoni risultati nelle gare a cui hanno partecipato a Piediluco, in provincia di Terni. Pur non riuscendo a centrare la qualificazione per le finali, infatti, le due atlete piacentine che difendono i colori della Vittorino da Feltre hanno guadagnato il quarto posto nella Finale B (dodicesimo posto assoluto) e il quinto posto nella Finale B nella specialità del due senza. 
Finale soltanto sfiorata, invece, per il doppio Junior composto da Luca Preti e Riccardo Filace, che dopo aver superato brillantemente e senza problemi le batterie, in semifinale non sono riusciti a centrare la qualificazione per poter scendere in acqua nella finale.
Buoni risultati anche per gli atleti della squadra giovanile non interessati dalla qualificazione agli Europei: nella categoria Ragazze (15-16 anni), Sofia Gamaleri e Alice Casadei hanno infatti conquistato il settimo posto nella Finale B.
Ad impreziosire ulteriormente la trasferta biancorossa sulle acque del lago di Piediluco ha contribuito anche Federico Fontana che, sceso in gara nell’otto Senior in equipaggio missto con atleti del Cus Ferrara, ha conquistato la medaglia di bronzo: terzo posto finale alle spalle degli equipaggi del Gavirate (medaglia d’oro) e della Canottieri Saturnia (argento).

Pubblicato il 14 maggio 2019

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Coldiretti Piacenza, Bressanutti è il nuovo direttore

bressanutti cremonesi

Claudio Bressanutti è  il nuovo direttore di Coldiretti Piacenza. Subentrerà, dal primo di giugno, a Giovanni Luigi Cremonesi, chiamato a dirigere le Federazioni provinciali lombarde di Como, Lecco e Varese.
Claudio Bressanutti, friulano di 49 anni, laureato in Scienze Agrarie e sposato con due figli, dal 2015 ad oggi ha guidato la Federazione provinciale di Ferrara. Prima aveva diretto la Federazione di Pordenone.
“Un nuovo incarico in un territorio importante – ha affermato Bressanutti - ricco di aziende straordinarie e di eccellenze, che mi riprometto di visitare prima possibile”.
Il passaggio del testimone ha rappresentato anche un momento di bilancio per il direttore Cremonesi: “Sono stati anni intensi, pieni di esperienze, lotta sindacale e novità professionali. Sotto quest’ultimo aspetto la partita più importante è stata indubbiamente quella delle fatturazioni elettroniche, affrontata con un approccio che ha dato risultati molto positivi. Ringrazio tutti i consiglieri, preziose sentinelle del territorio e tutti i collaboratori della struttura che ogni giorno svolgono con dedizione e professionalità il loro lavoro al servizio dei nostri associati”.

Pubblicato il 15 maggio 2019

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«All'ombra del Farnese», l'avventura storica di Mezzadri

mezzadri

Al Museo Archeologico della Val Tidone è stato presentato “All’ombra del Farnese”, un romanzo storico nato da una vita di ricerche negli archivi storici di Piacenza. L’autore, Alessandro Mezzadri, ha risposto alle domande del pubblico, introducendo la vicenda del libro ma anche e soprattutto soffermandosi sui tanti misteri che rimangono, sconosciuti ai più, sotto le strade di Piacenza, fra canali, passaggi e tunnel, veri o leggendari, che collegavano castelli e palazzi.
La vicenda del romanzo, ispirato dalla lettura di veri documenti storici, è ambientata sul finire del 600 e nei primi anni del 1700, un periodo dominato dalla morte senza eredi di Carlo II d’Asburgo, re di Spagna, la cui dipartita mise in moto le guerre di successione al trono iberico.
Per quanto il romanzo non sia incentrato su quegli eventi, essi ne compongono lo sfondo storico, poiché anche il Ducato di Parma e Piacenza, pur non investito direttamente, sentì gli effetti del gigantesco conflitto.
“Nella mia vicenda, il protagonista è don Sprecca, un prete il cui nome appare sui documenti che mi hanno ispirato. Mi pareva giusto dunque includerne almeno il nome, anche se la vicenda personale dei miei protagonisti è di fantasia”, ha spiegato l’autore. Don Sprecca è un giudice dell’inquisizione spagnola, che alla sua morte non viene ammesso in paradiso poiché non si era prodigato per dare giustizia ad una ragazza ingiustamente accusata di stregoneria.
“Il sacerdote viene condannato a vagare sulla terra in attesa di un “compagno di viaggio” con cui rimediare ai suoi errori. Dovrà attendere per oltre duecento anni prima di trovare, a San Pietro in Tarquiano, un ricercatore che lo ascolta e ne diventa il compagno di avventura”.
I due vengono catapultati indietro nel tempo, nella Piacenza del 1700, e qui la città diviene almeno altrettanto protagonista: la vita nelle sue strade e botteghe, il banditismo, i passaggi segreti e i misteri della città diventano parte fondamentale del racconto. L’attenzione al dettaglio consente di scoprire la vita di quei tempi. L’autore si è concesso una sola grande licenza: “ho voluto fare di Piacenza la capitale del Ducato, per avere la corte al Farnese, come avrebbe dovuto essere. Un piccolo sgarbo a Parma, che di attenzione ne riceve già abbastanza”.
Il palazzo Farnese avrebbe dovuto veramente essere la capitale del ducato, ma storicamente le cose presero una piega differente dopo la congiura dei nobili piacentini, spalleggiati dal governatore spagnolo di Milano, che portò all’assassinio di Pier Luigi Farnese. A Pier Luigi si devono anche i tanti palazzi ancora oggi visibili per le vie di Piacenza, poiché con una legge impose ai nobili di vivere in città, nel tentativo, fallito, di controllarli.
“All’ombra del Farnese” è una avventura fantastica in uno scenario più che reale. L’attenzione alla verità storica offre una grande opportunità per tutti i Piacentini di “vedere” il passato della città e imparare a conoscerla meglio.

Pubblicato il 14 maggio 2019

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