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Notizie Varie

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Innovatori Responsabili: «L’Orto Botanico» premiata per il progetto eXnovo

Per la cooperativa sociale una menzione speciale al concorso annuale della Regione Emilia-Romagna per il progetto delle fragole eXnovo, frutti del lavoro del carcere di Piacenza

exnovo

Tra i progetti riconosciuti dalla Regione Emilia Romagna per la quinta edizione del Premio Innovatori Responsabili c’è anche quello della cooperativa sociale l’Orto Botanico eXnovo – frutti del lavoro del carcere di Piacenza.
Il Premio è rivolto a imprese, enti locali e associazioni impegnate nell'attuazione dei 17 obiettivi globali per un futuro sostenibili indicati dall'ONU con l'agenda 2030. Quest'anno l'iniziativa ha incluso anche liberi professionisti, scuole superiori e università.

32 in totale i progetti premiati, scelti tra le 139 candidature giunte quest’anno per le otto categorie.
La premiazione è avvenuta al Museo Classis di Ravenna il 30 ottobre scorso.

EXnovo è un progetto sviluppato dalla cooperativa "L'Orto Botanico" in collaborazione con la direzione della Casa Circondariale di Piacenza, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, CoopAlleanza 3.0 e Riverfrut, con il contributo per la fase d’avvio della Fondazione Cattolica Assicurazioni, dell’8xmille della Chiesa valdese, del Comitato territoriale di Iren Piacenza e dei Piani di salute e benessere del Comune di Piacenza.

Nel suo intervento alla premiazione l’assessore regionale alle attività produttive Palma Costi ha evidenziato come “questa edizione del premio mette in luce una grande vitalità delle imprese, in ogni settore e dimensione. A partire dal 2015 tutte le imprese che partecipano ai bandi regionali sono chiamate a sottoscrivere la carta dei principi di responsabilità sociale, impegnandosi così a promuoverne i valori”.
“Da quest’anno - ha proseguito l’Assessore - abbiamo iniziato a misurare il profilo di sostenibilità di un primo campione di imprese emiliano-romagnole e i risultati ci dicono quanto siano fortemente impegnate in azioni per il risparmio energetico, per la differenziazione dei rifiuti, nei rapporti con le scuole. Devono però ancora assimilare quella visione strategica capace di integrare la sostenibilità in tutte le dimensioni dell’impresa, negli strumenti di programmazione e controllo e nel dialogo con gli stakeholders. Nei progetti che abbiamo premiato c’è questo stile e la capacità di unire valori e la concretezza del fare che è nella storia di questa regione e sono certa sarà anche nel suo futuro”.
“Come cooperativa - ha affermato il presidente della coop. L'Orto Botanico Fabrizio Ramacci (nella foto insieme all'assessore regionale Costi) - speriamo che grazie anche a questo riconoscimento le attività di eXnovo trovino nuovi ed importanti riscontri nella nostra città, perché per ottenere i risultati attesi abbiamo ancora molto da fare”.

Il progetto ExNovo offre lavoro a persone detenute nella Casa Circondariale di Piacenza (attualmente 3 nel progetto fragole, 2 nel progetto falegnameria e 1 nel progetto orto e apicoltura).
Le tecniche di coltivazione hanno un ridotto impatto ambientale: la coltivazione idroponica, sopraelevata in serra, evita l‘utilizzo di sostanze tossiche e riduce il consumo di suolo e anche il consumo idrico è ridotto grazie al particolare sistema di fertirrigazione e di irrigazione a goccia, ai teli di pacciamatura e al recupero dell’acqua in esubero; per combattere; non vengono utilizzati prodotti chimici nocivi, sostituiti con la lotta biologica.
Le fragole, per mantenere le caratteristiche di sostenibilità e qualità, non sono vendibili oltre un raggio di 50 km e vengono vendute senza l’attivazione della catena del freddo e con emissioni minime.


Pubblicato il 4 novembre 2019

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La sanità in Valtaro, convegno il 4 novembre

ospedale

La CGIL di Parma, la FP CGIL di Parma e la CGIL della Zona Valtaro e Valceno organizzano un importante momento di confronto a Borgotaro sulle prospettive di sviluppo della Sanità in Valtaro.
Lunedì 4 novembre  alle 10.30, nella Sala conferenze dell'Unione dei Comuni Valli Taro e Ceno, in piazza XI febbraio 7, a Borgo Val di Taro, si svolgerà il convegno "La sanità in Valtaro: la sua prospettiva di sviluppo in ambito provinciale".
I saluti e il coordinamento della giornata sono affidati a Paolo Spagnoli, della segreteria confederale CGIL Parma e coordinatore della Zona Val Taro - Val Ceno per il sindacato.
Introdurrà i lavori Rosalba Calandra Checco, Segretaria generale FP CGIL Parma. Interverranno Elena Saccenti, Direttore Generale AUSL Parma, Massimo Fabi, direttore generale Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma, Lisa Gattini, Segretaria generale CGIL Parma, Davide Riccoboni, Presidente del Comitato Distretto Valli Taro e Ceno, Diego Rossi, Sindaco di Borgo Val di Taro e Presidente Amministrazione Provinciale di Parma, Federico Pizzarotti, Sindaco di Parma e Presidente Conferenza Socio Sanitaria Provinciale, Sergio Venturi, Assessore Regionale alle Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna, Sandra Zampa, Sottosegretario di Stato del Ministero della Salute.

Pubblicato il 31 ottobre 2019

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Il «Verdi Opera Gala», pura arte musicale

teatro

E’ sembrata un’esecuzione insolita: tre atti di opere verdiane diverse, Simon Boccanegra, Aida, Otello. Invece ha colpito nel segno: tre focali momenti di passione verdiana, di pura arte musicale, di poetico vibrante canto. Tre puri diamanti da collocare nello stipetto dei durevoli ricordi lirici.
Lo spettacolo, indubitabilmente organizzato per dar meritata lode al giovane tenore Francesco Meli, astro nascente genovese, ha comunque presentato un piccolo complesso canoro raffinato.
La parte eccezionale dello spettacolo è stata di Francesco Meli, applauditissimo, con vere bordate d’applausi verso il palcoscenico a premiare il cantante. Voce armoniosa e limpida, mobile su tutto il registro tenorile, mai un lieve appanno, sempre energica. In più una mobilità corporea e scenica ammirevole. Nello spirito degli spettatori, quasi una sospensione dello scorrere del tempo e un fantasioso vagare in scena con gli interpreti. A questo benefico effetto ha contribuito, con voce solida e brunita, anche il baritono Kiril Manolov, presente in tutti e tre gli atti, il soprano Serena Gamberoni, dotata e preziosa Amelia e delicata ed essenziale Desdemona. Il ruolo di Aida è toccato all’abile soprano Vittoria Yeo.
Buone la regìa ed essenziale l’ideazione scenica di Federico Bortolani, pure abile il coro (breve intervento) diretto da Corrado Casati.
Sempre ottima l’Orchestra Arturo Toscanini, ben guidata dal maestro Michele Gamba.
Pubblico molto soddisfatto.

Pubblicato il 30 ottobre 2019

Luigi Galli

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Convegni M. Cristina, la sfida educativa della Chiesa oggi

cristine

I Convegni Maria Cristina di Savoia, momenti di formazione culturale, sociale e religiosa, sono una realtà molto attiva a Piacenza e ogni anno vengono programmati una serie di significativi incontri. Il movimento, fondato a partire dal 1940, intitolato a Maria Cristina di Savoia Borbone, Regina delle Due Sicilie (1812-1836) coniuga la santità della vita e la profondità del sentimento religioso alla modernità di pensiero di una regina che, nonostante la giovanissima età, molto ha operato per dare un forte impulso non solo alla carità e al sociale, ma anche al lavoro con particolare riferimento a quello femminile.
Venerdì 25 ottobre, in Palazzo Vescovile, nella sala delle colonne, è stato affidato al Vescovo Mons. Gianni Ambrosio il tema: “La Chiesa italiana e l’impegno nell’educazione”. L’argomento mette in evidenza la sfida educativa a cui è chiamata la Chiesa oggi e il Vescovo Ambrosio ha preso in esame il documento Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, testo della Conferenza Episcopale Italiana che ha tracciato gli orientamenti pastorali per gli anni 2000-2010. “Educare in un mondo che cambia significa - ha affermato il Vescovo di Piacenza-Bobbio - cogliere la radicale trasformazione odierna che mette in questione la nostra stessa umanità e le nostre relazioni. Infatti oggi mancano i punti di riferimento e le relazioni sembrano sfuggirci di mano. Tutto ciò crea incertezza, paura, disorientamento e rischio di rimpiangere il passato e maledire il presente”. Il testo della Cei, preso in considerazione dal Vescovo, sottolinea come Gesù è il maestro che ci dà la chiave del senso della vita.
“La chiesa deve quindi - ha aggiunto il presule - essere fedele alla sua missione originaria di essere maestra come Cristo”. Purtroppo oggi è in crisi la figura dell’adulto e citando il filosofo Marcel Gauchet, mons. Ambrosio ha evidenziato la follia ideologica odierna che, secondo le parole dello studioso francese, dice: “A questo proposito non è eccessivo parlare di una liquidazione dell'età adulta. Siamo al cospetto di una disgregazione di ciò che significava maturità. Quella dell'adulto non è ormai che un'età, senza un particolare rilievo o privilegio sociale”. Quindi secondo il Vescovo di Piacenza-Bobbio c’è bisogno di adulti che sappiano educare, che sappiano volere veramente il bene delle giovani generazioni e citando Papa Benedetto, in un suo discorso ai vescovi, ha concluso: “Il primo contributo è testimoniare la nostra fiducia nella vita e nell’uomo, nella sua ragione e nella sua capacità di amare, ma questa fiducia questo non è frutto di un ingenuo ottimismo, ma ci proviene da quella speranza affidabile che ci è donata mediante la fede nella redenzione operata da Gesù Cristo”.

Pubblicato il 30 ottobre 2019

Riccardo Tonna

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Bardi ha ricordato la devota Margherita

bardi

 

Ci sono dei luoghi che racchiudono tracce di storie accadute diversi secoli fa. Luoghi che rimarrebbero muti nel loro segreto se queste storie non fossero state impresse nella memoria orale. Sulla montagna emiliana, nella parrocchia di Costageminiana, provincia di Parma, diocesi di Piacenza-Bobbio, gli abitanti si sono trasmessi di generazione in generazione la storia di Margherita Antoniazzi, la Devota della Costa. Vissuta nel XVI secolo, questa piccola grande donna è stata oggetto di due tentativi di beatificazione nel 1618 e nel 1621, interrotti, e un processo in corso, aperto nel 1999 dal vescovo Luciano Monari.
Recentemente è uscito presso la Libreria editrice fiorentina l’ultimo libro che riprende la figura e le azioni di Margherita Antoniazzi, autore il presbitero Sandro Lagomarsini, da 54 anni parroco in val di Vara (La Spezia). “La Devota della Costa. Il genio di Margherita Antoniazzi (1502-1565)” è stato presentato a fine settembre nella Sala Lituania della Casa della Gioventù di Bardi. Hanno organizzato l’incontro, animato dalle musiche rinascimentali eseguite alla chitarra classica del maestro Emilio Arfaras e seguito da un folto e attento pubblico, la parrocchia e il comitato “Devota Margherita Antoniazzi”.
Ha esordito Giuseppe Conti, degli Amici della parrocchia di Bardi, con una premessa storiografica sul contesto dello Stato Landi nel periodo in cui vissero la Devota e il principe Agostino Landi, scomparso dieci anni prima della Devota. Agostino era un uomo di corte, potente, dedito alla cultura e all’amministrazione di uno Stato. Il suo nome figura come mandante dell’assassinio di Pier Luigi Farnese. Margherita, figlia maggiore di contadini poveri, aveva lavorato da bambina come pastorella presso due famiglie a Varese ligure e a Sarizzuola, e dopo essere guarita dalla peste che le aveva sottratto la madre, fece della propria vita una risposta a Dio nella preghiera e nella carità. Due persone così diverse, appartenenti a due ceti diversi, si incontrarono: davanti ad Agostino, che cercava di dissuaderla per compiacere il parroco che temeva una competizione, Margherita seppe restare ferma nel suo proposito di costruire un’altra chiesa a fianco della parrocchiale, nella quale si ritirò con altre giovani, e la sua straordinarietà ottenne il consenso e l’aiuto del conte per edificarla. Il quale in seguito, così come la povera gente del tempo, ricercò la Devota per avere una benedizione sui propri figli.
Lagomarsini, incuriosito dai luoghi margheritini ai quali è stato indirizzato da alcuni amici, si è messo sulle tracce delle fonti - documenti, testimonianze, biografie, articoli - che ricordano il passaggio di questa piccola grande donna nella montagna piacentina. Ha inquadrato la vita nella Devota nella storia delle donne cristiane di ogni tempo e nella riforma dal basso di alcune esperienze di carità del 500. Dietro ai fatti ha cercato di scorgere il loro valore simbolico e di fare emergere ciò che caratterizza la testimonianza cristiana di Margherita Antoniazzi: l’esercizio della carità e la creazione di una scuola popolare per i bambini poveri. L’essere illetterata non le ha impedito di provvedere un’istruzione, attraverso le sue compagne scolarizzate, ai figli e alle figlie dei contadini che al povero ma generoso monastero trovavano benefici per le loro molteplici necessità. Un altro aspetto sottolineato dall’autore è il carattere laico della nuova famiglia creata da Margherita che dal segno del battesimo ricava la partecipazione di tutti i credenti all’opera di Dio.
Don Mario Cappelletti, parroco di Costageminiana e moderatore dell’unità pastorale di Bardi, ha rilevato che Margherita Antoniazzi è una figura ancora poco nota al di fuori del territorio. Perciò per divulgarne la storia sono state organizzate alcune conferenze a Parma e a Bardi e altri interventi di diversa natura. “Ho notato – ha continuato il parroco - che ogni ricercatore, sulla base delle fonti, si è costruito una lettura particolare della storia di Margherita. Questo può essere a vantaggio di ognuno di noi. Una figura come la sua dovrebbe aiutarci a camminare, a costruire un mondo che valga la pensa di essere vissuto e donato a chi viene dopo di noi. Il miracolo di Margherita è stato quello di esistere e operare in un periodo storico difficile e drammatico. Anche il nostro ha le sue ombre, sta a noi cercare di intercettare nella sua storia quanto può esserci di aiuto. Margherita ci ha donato di saper guardare all’altro, che è lo specchio di ognuno di noi: davanti a chi mi sta di fronte so di esistere. Quel qualcuno lo devo amare, non giudicare. Margherita non ha mai giudicato ma ha sempre donato se stessa. Questo è un grande insegnamento per noi oggi. Ringrazio don Sandro perché ci richiama l’attenzione a figure che noi dimentichiamo se non sull’altare. Stiamo lottando per mettere un’ulteriore statua sugli altari delle nostre zone. Ma non ci serve. Ci serve invece capire, conoscere, e amare questa figura al di là che poi diventi una santa, una beata o una venerabile. Al momento è una serva di Dio come ognuno di noi che segue il cammino del vangelo”.

Pubblicato il 30 ottobre 2019

 

Laura Caffagnini

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