Venerdi 21 giugno, alle 14,30, nella Sala delle Colonne dell’ospedale di Piacenza (via Taverna) si presenta il progetto #MiDono, diretto a sostenere le attività del Centro Trapianti dell’ospedale di Piacenza e a promuovere la cultura del dono. Nel corso del pomeriggio verranno illustrate le finalità della donazione di midollo osseo, sangue tessuti e organi e sarà possibile eseguire una visita di idoneità per la donazione di sangue e, per chi lo desidera, iscriversi al registro donatori di midollo osseo e/o organi.
Il progetto #MiDono mira a sensibilizzare, nel territorio piacentino, la cultura della donazione di midollo osseo, ma anche di sangue e organi è condiviso e promosso dal Reparto di Ematologia e Centro Trapianti Midollo Osseo dell'Ospedale di Piacenza, dall’Unità Operativa di Immunogenetica e Manipolazione cellule staminali emopoietiche dell'Ausl e dalle associazioni AVIS, ADMO, AIDO, APL e sezione Alpini di Piacenza.
Il pomeriggio si apre alle 14.30 con il saluto del direttore generale dell'Ausl di Piacenza Luca Baldino e l'introduzione del progetto #MiDono #Iocisono a cura di Laura Bocciarelli, presidente di Avis e Svep Centro di Servizi per il Volontariato di Piacenza. Dalle 14.45 intervengono i dottori Francesco Romeo ("Terapia trasfusionale: somministrazione di emocomponenti e farmaci plasmaderivati"), Davide Carini ("Donazione di sangue ed emocomponenti: criteri di idoneità e procedure"), Daniele Vallisa ("Il supporto della donazione nella terapia oncoematologica"), Angela Rossi ("La donazione effettiva di midollo osseo"), Massimo Nolli e Francesco Lauri ("La donazione di organi e tessuti"). Alle ore 16.10 Leonardo Fascia, Mauro Malaspina, Roberto Mares e Laura Battaglia spiegheranno "Come diventare donatore: le associazioni AVIS, ADMO, AIDO, APL"; seguiranno le testimonianze di un donatore effettivo e di un paziente trapiantato. A seguire, fino alle 18.30, nel Servizio Trasfusionale i partecipanti potranno eseguire una visita di idoneità per la donazione di sangue e iscriversi al registro donatori di midollo osseo e AIDO.
Dopo il successo del 2018 torna per il secondo anno l'appuntamento con “Veleia Ragazzi”, appendice del celebre Festival di Teatro Antico veleiate, al via il 3 luglio prossimo. Dopo un lavoro decennale che lo ha reso un importante appuntamento teatrale a livello nazionale, il Festival di Teatro Antico di Veleia, diretto da Paola Pedrazzini, ha pensato di lavorare nella direzione dell’ampliamento della propria offerta artistica e culturale nei confronti di bambini e adolescenti: “così è nata 'Veleia Ragazzi' - racconta Paola Pedrazzini - sezione parallela al Festival che intende proporre laboratori, incontri e visite guidate all’area archeologica. Si tratta di tre appuntamenti costruiti appositamente per avvicinare il pubblico più giovane al patrimonio culturale e artistico su cui sono fondate le nostre comuni radici classiche e mediterranee, con codici adeguati alle diverse fasce di età”. Reduci dall'apprezzamento di pubblico della scorsa edizione, quella 'pilota', i laboratori si avvalgono anche della competenza di studiosi del mondo antico e archeologi; in particolare quest'anno è stata coinvolta Arti e Pensieri, associazione piacentina che si occupa di conservazione e valorizzazione dei beni culturali. La partecipazione a “Veleia Ragazzi” è gratuita e a numero chiuso: è necessaria la prenotazione telefonando al 340.6160854. Appuntamento inaugurale dell'edizione 2019 sarà il laboratorio di sabato 13 luglio dal titolo “Maschere di pietra”: dalle ore 16 alle 19, per una fascia d'età consigliata dai 10 ai 15 anni, l'incontro si aprirà con una visita guidata all’Antiquarium, alla scoperta del magnifico mosaico raffigurante una maschera teatrale, e alla parte residenziale del sito, sia quella meridionale che ha restituito la cosiddetta Domus del cinghiale, che quella ad ovest del foro dove è stato rinvenuto il mosaico veleiate. Ci si sposterà poi al Centro Visite dove un archeologo condurrà un laboratorio sul mosaico, preceduto da una breve presentazione sul tema della maschera teatrale. Ogni partecipante, partendo da modelli e con tante tessere colorate a disposizione, potrà così realizzare un proprio mosaico ispirato agli antichi motivi decorativi. Sabato 20 luglio sarà invece la volta del pubblico dei 'piccolissimi' (età consigliata: dai 3 ai 6 anni) con il laboratorio “Un magico scrigno di storie”: ancora a partire dalle ore 16 e fino alle 19, spazio a un divertente laboratorio di marionette con teatrino autoprodotto dai bambini, preceduto da una visita guidata alla Stele del Venator in Antiquarium, al foro - in quanto possibile sede di spettacoli di pubblico intrattenimento come quelli dei gladiatori - e alla zona del cosiddetto Anfiteatro. Infine, a partire dal testo di un commedia antica raccontata da un archeologo con l’ausilio di immagini, i bambini giungeranno alla creazione di un teatrino partendo da una scatola a cui aggiungeranno fondali e “marionette” realizzati da loro stessi. I partecipanti porteranno con sé un magico scrigno di storie da animare. Incontro conclusivo quello di domenica 21 luglio: per un'utenza consigliata dai 6 ai 10 anni, arriva “Veleia è profumata!” (dalle ore 16 alle 19): i piccoli partecipanti verranno condotti nel mondo della bellezza e della cura di sé in età romana, tra musiche, letture di testi latini, proiezioni di immagini ed esperienze olfattive. Sarà possibile assistere a una performance di trucco e acconciatura di una matrona romana da parte della sua ornatrix, commentata da un esperto di Arti e Pensieri. In seguito, i partecipanti saranno guidati a visitare le terme e l’Antiquarium, dove scopriranno spatoline, pinzette, ampolle e altri strumenti restituiti dagli scavi e legati all’igiene e alla cura personale. Completerà l’esperienza il laboratorio di creazione della propria essenza, utilizzando sostanze secche e olii profumati. “Veleia Ragazzi” è un progetto che nasce dall’esigenza di soddisfare più bisogni: quello artistico e culturale del Festival di Teatro Antico di Veleia (e del suo pubblico) di ampliare e differenziare la propria offerta con una sezione dedicata ai bambini e ai ragazzi, ma anche l’esigenza formativa ed educativa di avvicinare i più giovani al patrimonio culturale e artistico su cui sono fondate le nostre comuni radici (della Grecia antica, della Magna Grecia, della latinità), veicolando l’universo valoriale del mito e del mondo classico.
Nell’ambito del Progetto Fare Cinema per la direzione artistica di Marco Bellocchio e in concomitanza con il corso di alta specializzazione in regia cinematografica, la Fondazione Fare Cinema - presieduta da Marco Bellocchio e diretta da Paola Pedrazzini - con il Comune di Bobbio organizza la decima edizione del Seminario residenziale di critica cinematografica. Il corso si svolge a Bobbio dal 27 luglio al 10 agosto in concomitanza con il Bobbio Film Festival, e prevede un percorso formativo articolato in laboratori, lezioni e seminari a cura di Ivan Moliterni (docente, saggista e critico cinematografico), con interventi e testimonianze di alcuni dei più autorevoli esponenti della critica cinematografica italiana, tra i quali Enrico Magrelli (autoree conduttore dello storico programma di Rai Radio 3 Hollywood Party), Anton Giulio Mancino (docente universitario e critico cinematografico), Giona Nazzaro (delegato generale della Settimana Internazionale della Critica alla Mostra del Cinema di Venezia) e Stefano Francia di Celle (autore di Fuori orario e curatore di retrospettive cinematografiche). Affiancate dalla visione dei film, le esercitazioni riguardano le forme della recensione, l’attacco e la chiusura di un pezzo, il lavoro sul ritmo della scrittura, l’analisi e l’interpretazione del film. Inoltre, i laboratori affrontano il tema della critica oltre la scrittura: il critico come programmatore e selezionatore nell’ambito dei processi di valorizzazione del patrimonio cinematografico. Oltre ai critici è possibile incontrare attori e registi presenti durante le giornate del festival e accedere gratuitamente a tutte le proiezioni in programma. Il seminario fa parte delle attività che il festival diretto da Marco Bellocchio programma ogni anno per diffondere un’idea di critica indipendente e innovativa all’interno del panorama mediale contemporaneo, attenta alle esigenze professionali, aperta alle nuove competenze richieste a chi si occupa di cinema. I riferimenti alla cultura visuale e al ruolo delle immagini in uno scenario sempre più multimediale e complesso diventano fondamentali per comprendere la contemporaneità. Il critico deve possedere conoscenze provenienti da diverse discipline e applicarle senza perdere di vista il film che analizza. Il tutto approfondendo la rilevanza sociale del dispositivo. Per questi motivi il seminario si è concentrato su vari aspetti, nel tentativo non solo di insegnare la critica, ma anche di allargare lo sguardo sul cinema. Perciò, alle lezioni più marcatamente teoriche si aggiunge una parte dedicata alle esercitazioni pratiche, che permette di interagire con gli eventi e gli ospiti della manifestazione.
«Don Bearesi era un uomo schietto e poteva definirsi anche filologo. Se si leggono le sue poesie in quest’ottica, ci si spiega il perché fossero così comprensibili e concise». Corrado Sforza Fogliani, presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza, è intervenuto nel corso della serata organizzata dal circolo culturale Maria Luigia in ricordo del sacerdote-poeta, nella splendida cornice di Villa il Follo, a Pittolo. Un appuntamento ormai tradizionale, che quest’anno ha coinciso con la presentazione del volume, curato da Mauro Molinaroli, “Il sacerdote e il contadino”, edito dall’Istituto di via Mazzini, che raccoglie poesie inedite di don Luigi e altre (sempre inedite) scritte a quattro mani con Antonio Marchini. Il presidente Sforza Fogliani ha sottolineato l’importanza del dialetto piacentino «che sta tornando in auge perché consente di esprimersi con immediatezza, come si fa con i tweet». Ricordata anche la grande amicizia tra don Bearesi e mons. Tammi, che si ritrovavano d’accordo sul fatto che il dialetto andasse promosso: da qui la collaborazione nella realizzazione del Vocabolario dialetto-italiano. «Il dialetto è un valore che va coltivato - ha proseguito il presidente Sforza - come si deve fare con il latino. Sono stato nei giorni scorsi in Cina ad accompagnare l’Accademia Vivarium novum di Roma seguendo, come avvocato, i preliminari della stipula dell’accordo con i cinesi che stanno costituendo l’Università e il Campus mondiale dell’umanesimo, che rappresenta i valori che l’Italia ha dato al mondo, in un tempo in cui otium sine litterismors est et hominis vivi sepoltura (il riposo, senza dedicarsi agli studi, è la morte e la tomba di un uomo). Ci sono tanti giovani cinesi che vogliono imparare il latino, mentre noi italiani lo abbiamo distrutto e ora ci facciamo bagnare il naso. Per fortuna - ha concluso con una battuta l’avv. Sforza - la Cina è vicina». La serata è stata aperta dal saluto introduttivo del presidente del Maria Luigia Antonio Chitussi, che ha ringraziato la Banca di Piacenza e i presenti (in particolare, il comandante della Stazione dei Carabinieri di Piacenza, mar. Adamo Furi; il comandante della Stazione di Rivergaro mar. Roberto Guasco; l’ispettore di Polizia Claudia Battaglia, in rappresentanza del questore). Antonio Marchini (che con tabarro, cappello e campanaccio d’ordinanza, non ha mancato di allietare il pubblico con le poesie in dialetto recitate a braccio) ha espresso «grande soddisfazione» per l’uscita del volume e ricordato la profonda amicizia che lo legava a don Bearesi. Amicizia definita da Mauro Molinaroli «autentica, nata con la Cena della Mietitrebbia» e testimoniata dalle poesie raccolte nella prima parte del libro, scritte a quattro mani: il contadino di Muradolo raccontava a don Luigi barzellette in dialetto e il sacerdote metteva in rima gli spunti che giudicava più interessanti. La seconda parte della pubblicazione (che segue quella del 2014, sempre edita dalla Banca locale e curata dal compianto Luigi Paraboschi, con inediti di don Luigi pervenuti alla Banca alla morte del sacerdote e dalla stessa conservato) presenta altri inediti scritti da Bearesi tra il 1975 e il 2004, messi a disposizione dal cav. Marchini. «Dai questi versi - ha osservato il curatore del volume - vien fuori un mondo che pochi conoscono». Don Piero Maggi ha ricordato la figura di prett puvrein di don Bearesi (lui stesso così si definisce nella poesia-testamento pubblicata nel libro): «Si è sempre sentito un prete umile, non ha mai ambito alla carriera, rimanendo in disparte, ma sempre attivo. Era un canzoniere delle cose che osservava». Un ricordo personale del sacerdote scomparso 15 anni fa, è venuto da mons. Marco Giovanelli, di Sarturano: «L’ho conosciuto nel 1946 e sono stato con lui al Collegio Alberoni fino al 1957. Aveva iniziato gli studi dai Cistercensi di Chiaravalle della Colomba. Era un uomo di pensiero, apparentemente distratto, ma molto presente a se stesso. Amava la Settimana enigmistica ed era bravissimo a risolvere sempre tutti i giochi della rivista».
Prima tappa alla Besurica per l'edizione 2019 di "Itinerari di teatro", viaggio teatrale per le famiglie organizzato da Comune di Piacenza, Teatri di Piacenza e Teatro Gioco Vita in collaborazione con Iren.
Giovedì 20 giugno, nel cortile della parrocchia di San Vittore (via Grazioli, 1), Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini e Alessandro Mori di Teatro Necessario portano in scena "Clown in libertà", spettacolo di clownerie, musica, acrobatica e pantomima. Martedì 25 giugno "Gunteria street show" al quartiere Sant'Antonio, nel cortile della parrocchia (via Emilia Pavese, 198). "Dalla precisione di un orologio svizzero alla follia del mondo di Alice", recita il sottotitolo dello spettacolo clownesco di Art Kamauk/Gunter Rieber. Giovedì 27 giugno la rassegna si sposta alla Farnesiana (cortile parrocchia di Santa Franca, piazza Paolo VI) per "Fagioli", dalla celebre fiaba inglese "Jack e il fagiolo magico". In scena Giacomo Anderle e Alessio Kogoj de I Teatro Soffiati/Finisterrae Teatri. Uno spettacolo di teatro d'attore, narrazione, animazione d'oggetti, magia e clownerie. Ultimo (doppio) appuntamento lunedì 1° luglio a Mortizza (giardino Nereo Savi, via Botti), quando Ferruccio Filipazzi e la sua chitarra e il Circo Carpa Diem porteranno in scena rispettivamente "Te le conto e te le canto", teatro di strada e canzoni dal vivo, e "Dolce salato", circo e teatro di strada.
Tutte le serate hanno inizio alle ore 21 e sono a ingresso libero. In caso di maltempo gli spettacoli del 20, 25 e 27 giugno saranno effettuati nei saloni delle parrocchie di San Vittore - Besurica, Sant’Antonio e Santa Franca; per le rappresentazioni del 1° luglio sarà valutata la possibilità di un recupero.
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