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Notizie Varie

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Arrivano i tamponi rapidi gratuiti in farmacia per gli studenti e i loro familiari

farmacie

Un’altra massiccia campagna di screening, su base volontaria e gratuita per i cittadini, per testare sempre più persone, intercettare il più rapidamente possibile i nuovi positivi asintomatici e spegnere sul nascere eventuali focolai, a partire da quelli in famiglia o a scuola. L’Emilia-Romagna raddoppia: dopo i test sierologici rapidi destinati al mondo della scuola - dal personale agli studenti, con relativi familiari - arrivano in farmacia anche i test nasali per la rilevazione dell’antigene del Coronavirus, noti come tamponi rapidi, con esito in soli 15 minuti. Grazie al secondo accordo che la Regione ha siglato con le associazioni di categoria territoriali delle farmacie convenzionate, pubbliche e private, da lunedì 21 dicembre e fino al 30 giugno 2021 (eventualmente prorogabile) prenderà il via su tutto il territorio, da Piacenza a Rimini, questa nuova indagine epidemiologica, rivolta potenzialmente a oltre 2 milioni di cittadini, circa un residente su due. Durante i lavori preparatori del documento condiviso, si è ritenuto utile raccogliere sia il parere positivo degli Ordini dei farmacisti della nostra regione sia le osservazioni delle Organizzazioni sindacali - Filcams e Fisascat - in tema di rafforzamento delle misure organizzative e tutela della salute e sicurezza delle farmaciste e dei farmacisti. La novità è stata illustrata oggi in videoconferenza stampa dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dall’assessore alle Politiche per la salute, Raffale Donini, e dai rappresentanti delle associazioni di categoria delle farmacie convenzionate.
Destinatari, oltre ai farmacisti che partecipano al progetto, sono gli stessi cittadini dello screening avviato lo scorso 19 ottobre, il primo di questo tipo in Italia, che ha consentito di testare (con l’adesione di 939 farmacie convenzionate, il 70% di quelle presenti in regione) già 309.000 persone, di cui soltanto lo 0,2% risultate positive al Coronavirus dopo tampone molecolare di conferma. L’invito a partecipare, valido per i cittadini che hanno assistenza sanitaria in regione, è dunque a tutti gli scolari e gli studenti da 0 a 18 anni e i maggiorenni che frequentano la scuola secondaria superiore, con i loro genitori (anche se separati e/o non conviventi e tutori/affidatari), fratelli e sorelle ed altri familiari conviventi, nonché i nonni non conviventi; gli studenti universitari che hanno il medico di medicina generale in Emilia-Romagna e quelli che, benché qui assistiti, frequentano Università fuori regione. E ancora: il personale dei servizi educativi 0-3 anni e quello scolastico di ogni ordine e grado, compresi gli Enti di formazione che erogano i Percorsi di Istruzione e formazione professionale (IeFP) e gli studenti che li frequentano. Per tutti, ci sarà la possibilità di effettuare il test una volta al mese. Un’operazione ancora una volta gratuita per i cittadini grazie all’investimento della Regione, che rimborserà alle farmacie 16,76 euro per ogni test, tra approvvigionamento del materiale, dispositivi di protezione individuale e remunerazione del servizio.
“Un altro, prezioso strumento, veloce e senza costi per i cittadini, per individuare i nuovi positivi asintomatici, circoscrivere e spegnere sul nascere eventuali focolai- affermano il presidente Bonaccini e l’assessore Donini-. Non lasciamo nulla di intentato per combattere il virus e prevenirne la diffusione, a partire dai nuclei familiari e dalla scuola, che peraltro monitoriamo da tempo con i test sierologici tradizionali e, da metà ottobre, anche con quelli rapidi. Ringraziamo le associazioni di categoria dei farmacisti e le organizzazioni sindacali per la grande disponibilità dimostrata: abbiamo fatto squadra offrendo ai cittadini un’ulteriore possibilità di sapere, in totale sicurezza, se sono entrati in contatto con il virus Sars-CoV-2, per la tranquillità e la tutela della propria salute, dei propri cari e dell’intera comunità”.
“Parliamo- aggiungono presidente e assessore- di un ulteriore sforzo, economico e organizzativo, davvero consistente, anche perché diamo la possibilità di effettuare il test rapido in farmacia una volta al mese. Confidiamo che la risposta sia molto alta: la battaglia contro il virus possiamo vincerla solo insieme, con la massima responsabilità di tutti e di ognuno”.

Come effettuare il test

Per effettuare il test è sufficiente prendere appuntamento con il farmacista, consultando l’elenco degli aderenti su un sito che nei prossimi giorni sarà reso disponibile e costantemente aggiornato. Il farmacista avrà cura, in fase di prenotazione, di informare il cittadino che l’attività verrà eseguita in autotest. In caso di minori, un genitore o tutore deve dare il proprio consenso ed essere presente, per eseguire lui stesso il test al minore. L’attività sarà sempre svolta nel rispetto di tutte le misure di sicurezza, dall’uso obbligatorio e corretto della mascherina, che sarà abbassata solo nel momento del campionamento e poi riposizionata correttamente, all’igienizzazione delle mani, dal controllo della temperatura corporea al distanziamento. Proprio perché si tratta di uno screening rivolto unicamente a persone prive di sintomi, per la sicurezza di cittadini e farmacisti non si può effettuare il test se negli ultimi 10 giorni si sono avuti contatti stretti con persone affette da Covid-19, se si ha febbre superiore a 37,5° C o sintomatologia respiratoria. Per i cittadini che si trovano in queste condizioni sono infatti attivi altri percorsi. Il farmacista registrerà sul Portale regionale delle Farmacie i dati della persona che si sottopone al test; l’esito viene trasmesso al medico di sanità pubblica dell’Azienda Usl di assistenza e a quello di medicina generale. In caso di positività, il cittadino dovrà restare in isolamento presso il proprio domicilio evitando i contatti con altre persone, in attesa di essere contattato telefonicamente dai Servizi di santità pubblica della propria Ausl per eseguire il tampone molecolare nasofaringeo, che potrà confermare o meno la presenza del virus.

Pubblicato il 12 dicembre 2020

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Superiori, il trasporto pubblico si prepara al ritorno alla didattica in presenza al 75%

 Trasporto

L’Emilia-Romagna si sta preparando a rendere possibile alle ragazze ed i ragazzi delle scuole superiori, dal prossimo 7 gennaio, la didattica in presenza al 75%, così come previsto dall’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) dello scorso 3 dicembre. E questo grazie anche, ma non solo, ad un potenziamento dell’offerta del trasporto pubblico locale. È questa la sintesi di quanto emerso durante il tavolo tecnico convocato dall’assessorato regionale alla Mobilità e Trasporti della Regione con le agenzie e le aziende del trasporto pubblico locale da Piacenza a Rimini, per ascoltare le esigenze dei singoli bacini e trovare soluzioni operative che permetteranno alle studentesse e agli studenti delle scuole superiori di tornare in classe dal 7 gennaio. Per parte propria, la Regione è pronta a potenziare ulteriormente il servizio, incrementando sia il “pacchetto” di chilometri/bus messi a disposizione, sia fornendo nuovi autobus. E questo su tutto il territorio regionale. Un altro importante investimento, quindi, ma che deve poter contare -come è stato spiegato nel corso dell’incontro- sulla piena collaborazione di scuola e prefettura, cui il Dpcm affida il ruolo di coordinamento e attuazione del piano operativo. Da questo punto di vista, si è condiviso che servono quindi mezzi e chilometri in più, ma anche orari di ingresso e di uscita da scuola diversificati, oltre al potenziamento dei controlli alle fermate per evitare assembramenti.
“Raccogliamo anche questa sfida - sottolinea l’assessore Corsini -. E lo facciamo integrando il «pacchetto chilometri» dei mezzi pubblici e mettendone a disposizione altri. Ma, considerando anche la capienza dei veicoli ridotta al 50%, il nostro investimento ha bisogno di andare di pari passo con la differenziazione degli orari di entrata ed uscita in classe e con un controllo ben organizzato alle fermate, in modo tale da evitare flussi eccessivi di studenti”. “Confermiamo quindi - chiude Corsini - il nostro impegno per investimenti sempre maggiori sul sistema del trasporto pubblico, per sostenere gli effetti della pandemia anche su questo versante. E lo facciamo sul serio: da settembre abbiamo investito oltre 20 milioni per mettere in strada 350 bus aggiuntivi e grazie agli investimenti messi in campo in occasione della gara di aggiudicazione del servizio ferroviario, voluta dalla Regione, l’Emilia-Romagna può contare sulla flotta di treni più giovane d’Italia”.

Pubblicato il 12 dicembre 2020

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Charles de Foucald e Marthe Robin, due esempi di santità

Charles e Marthe

Charles de Foucald e Marthe Robin sono state le due figure di riferimento nella meditazione di Madre Maria Emmanuel, Abbadessa di San Raimondo, tenutasi il 5 dicembre. Due esempi di santità che hanno fondato la loro vita sull’Eucarestia. “Una delle cose più difficili nella vita - ha sottolineato la Madre - è stare in silenzio e immobili a guardare uno che apparentemente non ha vita”. Per Charles de Foucald - ha aggiunto - adorare significava mettersi ai piedi di Cristo come un niente, come polvere. Piegare le ginocchia, raccogliere le forze e consegnarsi a Dio così come si è. “Se adoro la vita, giorno dopo giorno, cambia - ha affermato Madre Emmanuel - si muta atteggiamento, tono di voce, modo di osservare le cose; l’Eucarestia ci costringe all’umiltà, è un atto di sottomissione a Dio e ci conduce a vivere in sobrietà”.

Beato Charles De Foucald

La vita di De Foucald - ha puntualizzato la religiosa - ha avuto spunti di grande attualità, sia nella prima parte, vissuta in maniera non certo esemplare dal punto di vista cristiano (ma in questo è in buona compagnia di altri santi, Agostino per esempio), sia dopo la conversione che lo trasformò in uno dei più grandi cercatori di Dio. Lui grande esploratore anche dal punto di vista geografico, dedicò in pratica il resto dei suoi anni a esplorare l'immenso territorio del rapporto tra il Creatore e le creature. Madre Emmanuel ne ha poi descritto in sintesi la sua esistenza:
“Nato a Strasburgo il 15 settembre 1858 da una famiglia nobile, trascorre la prima infanzia a Wissembourg, ma perde entrambi i genitori all'età di 6 anni e viene allevato dal nonno materno, che gli lascia anche una cospicua eredità. Il giovane Charles, gaudente e salottiero, la dilapida tuttavia in poco tempo e nel 1876 entra alla Scuola militare di Saint Cyr. Si distingue di più per le qualità di soldato che di studente. Lascia successivamente l'esercito per dedicarsi a spedizioni geografiche in Marocco e si dedica a studiare l'arabo e l'ebraico. Torna in patria e la sua vita ha la svolta decisiva, quando il futuro santo sente il bisogno di riavvicinarsi alla Chiesa cattolica. Nel 1890 entra fra i trappisti in Francia, nel 1901 viene ordinato prete. Nello stesso anno si trasferisce in Africa e prende a dimorare in un’oasi del deserto del Sahara profondo. Indossa una tunica bianca sulla quale è cucito un cuore di stoffa rossa, sormontato da una croce. Ospita chiunque passi da lui, cristiani, musulmani, ebrei, pagani e trascorre altri 13 anni nel villaggio tuareg di Tamanrasset. Prega 11 ore al giorno, si immerge nel mistero dell’Eucaristia e naturalmente non manca di impegnarsi nella difesa delle popolazioni locali dagli assalti dei predoni. E sono proprio loro, il primo dicembre 1916, a prendere alla lettera la notizia del grande "tesoro" che custodisce e di cui parla a tutti. Perciò, nel tentativo di impadronirsene (non sapendo che in realtà si tratta delle ostie consacrate durante la Messa), i malviventi saccheggiano la sua povera dimora e uccidono "Carlo di Gesù", come si fa chiamare dagli abitanti del luogo”.
“Muore da solo e apparentemente la sua vita sembra un fallimento - ha continuato la Madre - ma 50 anni dopo René Voillaume, sacerdote francese, rimane impressionato dai suoi scritti e fa nascere i “Piccoli Fratelli di Gesù” una comunità religiosa, ormai diffusa in tutto il mondo, fondata sull’amore verso l’Eucarestia”.

Venerabile Marthe Robin

L’altra figura di riferimento nella meditazione di Madre Meaanuel è stata Marthe Robin, nata a Châteauneuf-de-Galaure (Drôme), nel sud-est della Francia, il 13 marzo 1902, in una famiglia di modesti contadini. La sua vita, fino ai 16 anni, - ha proseguito l’Abbadessa - scorre serena nella campagna. Ma, nel mese di novembre del 1918, Marthe cade a terra e non riesce più ad alzarsi: fu l'inizio della sua misteriosa patologia, che venne diagnosticata come encefalite letargica. Dal 3 ottobre del 1926 si aggrava: ha continue emorragie e non ritiene più nulla nello stomaco, poi la paralisi colpisce tutto il corpo. Per 50 anni consecutivi non mangerà più e non berrà più; le verranno inumidite le labbra con acqua o caffè e si nutrirà soltanto con l’Eucaristia; tuttavia l’Ostia non veniva inghiottita, ma spariva letteralmente e inspiegabilmente tra le sue labbra. Su di lei il filosofo cattolico Jean Guitton, accademico di Francia, scrisse il suo ultimo libro. Egli racconta: ''Altrove non ci sono che problemi, ma da lei non ci sono che soluzioni, perché si mette allo stesso tempo al centro del cielo e al centro della terra”. Marthe aveva il dono del consiglio e quello di leggere nei cuori, grazie ai quali aiutò molte persone, laici e religiosi, a risolvere difficili questioni spirituali. Diede importanti consigli al Presidente de Gaulle, a cardinali, vescovi, filosofi e scienziati.

R. T.

Pubblicato il 10 dicembre 2020

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Agenda digitale, all’Emilia-Romagna il “Premio dei Premi” conferito da Mattarella

Agenda digitale

Un territorio al 100% digitale e senza differenze, da Piacenza a Rimini. Un territorio dove le persone vivono, studiano, lavorano e occupano il proprio tempo libero utilizzando le tecnologie, Internet e il digitale come fatto normale della vita quotidiana.
È uno dei “traguardi” che la Regione si è data e che sta realizzando anche attraverso l’Agenda Digitale Locale dell’Emilia-Romagna (ADLER), programma con cui ha accompagnato Comuni e Unioni di Comuni nella definizione e approvazione di strategie per innovare e digitalizzare organizzazione e procedure.
Un progetto che ha avuto un riconoscimento prestigioso, direttamente dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: il Premio nazionale per l’Innovazione “Premio dei Premi”. “Questa Regione lavora da molti anni per la tutela dei diritti digitali e per favorire una reale innovazione dell’intera comunità- hanno commentato Stefano Bonaccini, presidente della Giunta regionale, e Paola Salomoni, assessore all’Agenda Digitale-. Non possiamo che essere orgogliosi, quindi, per questo riconoscimento, che premia un percorso in continua crescita ed evoluzione: far sì che il nostro territorio, già ricco di risorse tecnologiche, diventi al 100% digitale. E questo attraverso una programmazione regionale di costante aiuto e supporto agli enti locali, alle imprese, al mondo della scuola, ai cittadini. Ecosistema al servizio dei territori e delle comunità locali che vogliamo ancora più rafforzare attraverso gli investimenti nell’Emilia-Romagna Data Valley, piattaforma europea dei Big Data e del supercalcolo basata sul Tecnopolo di Bologna e la rete regionale dell’Alta Tecnologia”.

Sostenere l'innovazione

Questa è l’undicesima edizione della cerimonia di conferimento del Premio nazionale per l’Innovazione “Premio dei Premi”, istituito su concessione della Presidente della Repubblica. Una cerimonia, quella del 2020, interamente online, con la presenza da remoto del presidente Mattarella.
Il Premio è stato conferito ad aziende, enti pubblici e professionisti del design individuati tra i vincitori dei premi per l’innovazione assegnati annualmente a livello nazionale dalle principali associazioni imprenditoriali e professionali nei settori dell’industria e del terziario (ABI, ADI, Confcommercio, Confindustria, PNICube), nonché da grandi gruppi industriali e dal Dipartimento della Funzione Pubblica.
Il “Premio dei Premi” (https://cotec.it/premio-dei-premi-2020/) ha l’obiettivo sia di sostenere la capacità d’innovazione del settore imprenditoriale, del mondo universitario, della ricerca pubblica, della pubblica amministrazione e del terziario, che di incentivare gli “attori” dell’innovazione a proseguire nella propria attività affinché si sviluppi una cultura del cambiamento, sensibilizzando al tempo stesso i cittadini ai temi della ricerca e dell’innovazione. La Regione Emilia-Romagna è stata premiata per il progetto “Agenda Digitale Locale dell’Emilia-Romagna” (ADLER). La Regione, di fatto, ha sviluppato un’azione di supporto e accompagnamento per i Comuni e le Unioni di Comuni, uno strumento politico-programmatico con l’obiettivo di rendere il territorio “100% digitale”, ovvero creare una comunità in cui le persone possano accedere in modo omogeneo alle tecnologie, riducendo gli isolamenti e garantendo a tutti un “ecosistema digitale” adeguato. All’interno del percorso, la Regione conduce gli enti locali alla definizione di una strategia digitale dedicata al contesto specifico. Tutto ciò con “azioni” di consultazione e cooperazione delle strutture pubbliche e private presenti negli specifici ambiti, in modo da abbattere barriere e costi di accesso alle competenze e alle tecnologie necessarie ad innovare. In questo contesto, l’emergenza sanitaria e la crisi economica hanno reso ancora più urgente accelerare il passo su innovazione e digitalizzazione, quali elementi fondamentali di un cambiamento che deve interessare l’intera società regionale, per una crescita più sostenibile con maggior occupazione, democrazia, uguaglianza, etica, giustizia e inclusione.

Progetti futuri

Il riconoscimento è anche un’occasione per ribadire gli elementi fondamentali della nuova Agenda Digitale 2020-2025. Già condivisa in Giunta, si svilupperà, dopo l’approvazione in Assemblea Legislativa, su alcune direttrici specifiche: dati per un’intelligenza diffusa a disposizione del territorio; competenze digitali come nuova infrastruttura per lo sviluppo socio-economico; trasformazione digitale dei settori produttivi e dei servizi; trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione; servizi pubblici digitali centrati sull’utente; più reti e più rete per un’Emilia-Romagna iperconnessa; da contesti marginali a comunità digitali; donne e Digitale, una risorsa indispensabile.
I primi interventi oggetto della strategia, già in essere o in attivazione, sono opere infrastrutturali dedicate alla connettività in fibra ottica per le scuole (24 milioni di euro), i voucher di incentivo all’attivazione di connessioni a banda ultralarga per famiglie e imprese dei Comuni montani (altri 24 milioni di euro), la sperimentazione di applicazioni per il supporto alla fruizione di servizi pubblici anche in contesti ospedalieri. Non solo: c’è la formazione alle competenze digitali per adulti e le iniziative di informazione e sensibilizzazione dei ragazzi delle scuole a temi come il coding, l’uso dei dati per informarsi e il contrasto a fake news.
Nel 2021, inoltre, la Regione supporterà tutti i Comuni dell’Emilia-Romagna nel processo di adesione alle piattaforme nazionali digitali (SPID, PAGOPA e APP IO) con l’obiettivo di offrire servizi innovativi in modo omogeneo sul territorio regionale (2,5 milioni di euro). Attenzione particolare sarà dedicata alle zone “marginali”, montagna e aree interne per prime, ma anche alle frazioni e ai quartieri più isolati; come anche al cosiddetto digital gender gap, che vede le donne spesso escluse da percorsi formativi e professionali. Una nuova Agenda Digitale, dunque, che, in sinergia e raccordo con il futuro Patto per il Lavoro e per il Clima, intende mutare profondamente il contesto socioeconomico regionale creando una vera e propria Data Valley, diffusa e omogenea, che contribuisca a rendere più competitivo e sostenibile il sistema regionale.

Pubblicato il12 dicembre 2020

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Omaggio all’Ecce Homo del Piccolo Museo della poesia

 ecce

A Palazzo Galli recitati con grande trasporto emotivo alcuni brani di autori del XX e XXI secolo

«Vogliamo dedicare questa performance poetica a tutti coloro che hanno sofferto e soffrono a causa della pandemia. Ci riempie di orgoglio omaggiare uno dei dipinti più importanti di tutti i tempi in un momento di grande sofferenza che ci deve impegnare ad essere tutti migliori».
Con questo pensiero Massimo Silvotti, direttore del Piccolo Museo della poesia, ha aperto l’undicesima giornata - in diretta streaming da Palazzo Galli - degli eventi collaterali collegati all’Ostensione del capolavoro di Antonello da Messina organizzata dalla Banca di Piacenza.
Il vicedirettore generale dell’Istituto di credito Pietro Boselli ha introdotto l’appuntamento ricordando come il museo che ha trovato sede nell’oratorio di San Cristoforo sia un’eccellenza che rappresenta Piacenza nel mondo, «un progetto alla cui realizzazione la nostra Banca ha avuto il piacere di poter contribuire in maniera significativa».
Il dott. Silvotti si è soffermato sullo sguardo del Cristo alla Colonna piacentino: sconvolgente la sua intensità comunicativa, di un uomo che si rivolge a ciascuno di noi e che sembrerebbe chiederci misericordia. «Siamo partiti da qui, dall’ipotetico dialogo tra persone che eleva il dolore a strumento di comunicazione, attraverso brani di donne e uomini del XX e XXI secolo trasudanti di un’umanità verace».
Giusy Cafari Panico, direttrice del Comitato scientifico del Museo, ha aperto i momenti di recitazione con una poesia di Aldo Palazzeschi (La fontana malata), una tragica allegoria della sofferenza umana. Domenico Ferrari Cesena, scrittore e presidente dell’associazione che fa capo al Piccolo Museo della poesia, ha invece interpretato il poemetto La pietà, scritto da Giuseppe Ungaretti nel 1928, dove gli uomini sono ombre e Dio forse un sogno.
Un brano tratto da Succubi e supplizi di Antonin Artaud è stato oggetto di lettura da parte di Edoardo Callegari, responsabile delle Relazioni esterne del Museo, mentre la responsabile della sezione Poesia piacentina, Doriana Riva, ha recitato Mancato acquisto - Sul Grave, ma appena di Giorgio Caproni.
Padre mio di Mario Luzi il testo scelto da Massimo Silvotti, una poesia definita «dicotomica, tra soavità e terreità», seguito da Sabrina De Canio - condirettrice e responsabile dell’Area internazionale del Museo - con Moriremo lontani. Sarà molto di Cristina Campo.
Gli abili dicitori sono stati protagonisti di un “secondo giro” con la lettura delle seguenti poesie: Corpo d’amore di Ada Merini (Doriana Riva), Mattutino di Louise Glück, premio Nobel per la letteratura 2020 (Giusy Cafari Panico), Via Crucis, scritta da Guido Oldani, presidente del Comitato scientifico del Piccolo Museo (Sabrina De Canio e Massimo Silvotti), L’uomo che cammina di Christian Bobin (Edoardo Callegari), Sii dolce, sii gentile di Mariangela Gualtieri (Sabrina De Canio).

Pubblicato l'8 dicembre 2020

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