Medici di famiglia: dal 30 agosto, a seguito di trasferimenti e pensionamenti di tre professionisti, ci saranno cambiamenti per alcuni cittadini dei comuni di Gropparello, Castelvetro, Monticelli e San Pietro in Cerro. In particolare: - a Gropparello, i cittadini assisti dal dottor Antonio La Guzza sono d’ufficio riassegnati al nuovo medico, dottoressa Cristina Genitori, cui è stato conferita provvisoriamente la sede. L’Azienda Usl di Piacenza è impegnata a coprire il più rapidamente possibile in via definitiva la sede vacante. Si ricorda ai cittadini che sono comunque liberi di cambiare il medico assegnato, rivolgendosi a uno sportello Cup. - i cittadini assistiti dai dottori Giuseppe Campo e Francesco Mariani (che risiedono nei comuni di Castelvetro, Monticelli e San Pietro in Cerro) hanno ricevuto nei giorni scorsi l’invito a scegliere un nuovo medico. Il cambio, anche in questo caso, si può richiedere a uno sportello Cup. Il cittadino potrà scegliere tra uno dei medici che fanno parte dell’ambito territoriale. A questo proposito si fa presente che alcuni medici già convenzionati hanno dato la propria disponibilità ad aprire nuovi ambulatori di Medicina generale in questi comuni. L’elenco dei medici di famiglia, con relative sedi e orari di apertura, è consultabile qui: http://www.ausl.pc.it/prestazioni/MMG/elenco_mmg.asp
Rinviati al 2021 due degli appuntamenti più attesi dell’estate piacentina: la Festa del Rugby, organizzata dai Lyons all’interno del campo sportivo di via Rigolli, e la Festa della Coppa di Carpaneto. In entrambi i casi, alla base della decisione l’aumento dei contagi da coronavirus registrato negli ultimi giorni nella provincia di Piacenza.
ARFANI: “TUTELIAMO LA SICUREZZA DI TUTTI”
“Dover fare i conti con le emergenze significa, anche e soprattutto, prendersi la responsabilità di scelte che hanno ripercussioni significative, soprattutto per ciò che simboleggiano per il nostro paese - ha scritto su facebook il primo cittadino di Carpaneto, Andrea Arfani, annunciando l’annullamento dell’evento che vede protagonista uno dei salumi più amati del nostro territorio -. Da diversi giorni si parla della Festa della Coppa, della sua eventuale realizzazione, o di un possibile rinvio. Da tempo Amministrazione comunale e Pro Loco di Carpaneto sono in contatto, per ragionare su che cosa sia più opportuno, e soprattutto più sicuro, fare. Gli elementi presi in considerazione sono stati necessariamente diversi: il periodo passato, le linee guida nazionali e regionali, i dati epidemiologici nuovi e in evoluzione, tutto con il principale obiettivo - non poteva essere diversamente - di tutelare la sicurezza di tutti, cittadini, operatori, utenti. Per questi motivi, la scelta, congiunta e condivisa tra Comune e Pro Loco, è stata di sospendere l'edizione 2020 della Festa della Coppa. La Festa è da sempre caratterizzata per un grande afflusso di persone, concentrate in zone e momenti circoscritti: ciò avrebbe comportato l'inevitabile rischio di avere assembramenti continui. Nulla - aggiunge Arfani nel lungo post - può valere a mettere in secondo piano la tutela della sicurezza, che rimane in ogni momento il criterio principale di scelta. Una scelta sicuramente sofferta, ma dettata dal condiviso e sentito convincimento di evitare situazioni di potenziale rischio per la salute pubblica. Sino ad ora abbiamo beneficiato di ciò che rimaneva possibile, dovendo mandare un arrivederci a più avanti a ciò che non lo era. Teniamo la Coppa a maturare ancora un po', sarà più gustosa quando la tireremo fuori, e la affetteremo insieme”.
LYONS: “PREOCCUPATI PER RISALITA DEI CONTAGI”
Decisione sofferta ma inevitabile anche per i Rugby Lyons, che fino all’ultimo non volevano rinunciare alla tradizionale sagra di fine stagione, già rinviata a fine maggio, quindi riprogrammata, con nuovi standard di sicurezza, il 28-29-30 agosto e il 4-5-6 settembre e adesso definitivamente cancellata. “Come società Rugby Lyons - dichiarano i vertici dirigenziali in una nota - possiamo affermare di aver affrontato fin dall’inizio questa crisi sanitaria dovuta al COVID-19 con grande attenzione e prudenza. Siamo stati i primi a interrompere gli allenamenti fin dal primissimo giorno in cui si ebbe notizia del “paziente 1” di Codogno e da allora ci siamo sempre attenuti al rispetto delle regole e delle indicazioni degli Enti locali e nazionali, nonché della Federazione Italiana Rugby. Del resto, l’attenzione e il rispetto delle regole sono uno dei tratti caratteristici del nostro sport, parte integrante del nostro DNA di uomini di sport. Circa un mese fa - continua il comunicato - abbiamo intrapreso un percorso per esplorare la possibilità di “recuperare” la Festa del Rugby che si sarebbe dovuta svolgere a fine maggio e che era stata rimandata per ovvi motivi. Abbiamo quindi presentato a tutti gli uffici competenti un progetto ben strutturato che avrebbe permesso di svolgere comunque la festa (per un numero massimo di 1000 persone) assicurando la sicurezza delle persone, insieme al divertimento. Il piano è stato progettato (grazie soprattutto all’impareggiabile lavoro del geom. Silvano Pighi che vogliamo qui sentitamente ringraziare) assicurando standard di sicurezza mediamente molto superiori agli standard minimi richiesti dai protocolli nazionali predisposti per questo tipo di attività da parte degli appositi Comitati Tecnici: finora in tutte le riunioni e tavoli presentati il piano per la “Festa del Rugby 2020” è sempre stato accolto da commenti favorevoli e complimenti per il lavoro fin qui fatto. Ora, però la medesima attenzione e cautela che ci ha fatto chiudere nel febbraio scorso ci ha portati a guardare con preoccupazione alla risalita del numero di contagi che stiamo osservando in questi giorni e a riconsiderare le nostre posizioni: siamo quindi arrivati alla decisione di ritirare la nostra domanda di effettuazione della festa prima di andare al giudizio finale della Commissione Pubblico Spettacolo del Comune di Piacenza. Questa è una decisione molto dolorosa per noi – conclude la società -: il riuscire ad offrire un momento di aggregazione come quello della Festa del Rugby che è ormai diventato un appuntamento fisso per tantissimi, possiamo dire senza false modestie atteso anche per tutto l’anno, è un motivo di vanto a cui non avremmo proprio voluto rinunciare, ma confidiamo che il nostro sacrificio serva alla comunità piacentina per prendere coscienza delle sfide che ci attendono nei prossimi mesi”.
Siamo spesso chiamati a misurare la bontà della nostra vita, cioè quanto davvero riusciamo a essere liberi davanti al bene e quanto siamo capaci di gratitudine offrendo la nostra presenza. Nella parabola del padrone della vigna, dal Vangelo secondo Matteo, ci viene formulata una domanda: “Perché tu sei invidioso perché io sono buono?”
Il padrone della vigna paga la stessa quantità di denari sia al servo della prima ora che a quello dell’ultima ora, senza sottrarre loro nulla di quanto dovuto, casomai prelevandolo da se stesso. Siamo davvero capaci di donare o siamo sempre orientati sul confronto rispetto all’altro e all’idea di giustizia? Quest’atteggiamento dubbioso accorcia la nostra vita e le nostre vedute. Così non saremo mai contenti, ci sarà sempre qualcosa che manca alla pienezza del nostro operato.
Com’è importante avere occhi che sanno riconoscere quanto ci è stato dato senza che fosse dovuto. L’essere qui non è scontato. Potevamo non esserci e non aprire più gli occhi sulla vita. La prima cosa da fare è scegliere di operare il bene finché c’è vita, non vincolandolo al lavoro degli altri. Il bene fa bene, crea vita e relazioni. Il bene rimane per sempre. Misurare le ore retribuite, vuol dire fare i conti in tasca a Gesù, dimostrarsi attaccati alla giustizia umana senza fidarci di come Dio conduce la nostra vita. Non contestiamo il comportamento di Dio; piuttosto, come ci rapportiamo rispetto a questa parabola del servo lavoratore? Tutti ci riteniamo efficienti, solo pochissimi dall’animo umile e contrito si riconoscerebbero operai dell’ultima ora, servi inutili nella vigna del Signore. Ciò che conta davvero è il nostro rapporto con Dio. Più sappiamo amare il Signore, più daremo a lui ogni nostra risorsa. Solo chi ha un cuore piccolo conta le ore, chi ha il cuore grande e aperto su Cristo non si risparmia nel servirlo. Sentirsi il più povero non vuol dire sminuire la propria vita, ma riconoscersi mancanti, imperfetti e bisognosi. La logica di Dio ci chiede gratitudine rispetto al presente, senza il confronto che toglie respiro dalla vita. È molto quello che ci è stato dato, ma spesso noi ne siamo indegni. Non ci viene chiesta la perfezione, anzi, di accogliere la vita gratuitamente. Lui passa per noi, oggi, per regalarci l’amore.
Estratto dalla Lectio mattutina di madre Maria Emmanuel Corradini, abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo, del 19 agosto 2020, Vangelo secondo Matteo 20,1-16
"Non ho mai avuto tanta paura in tutta la mia carriera. Riprendere è stata dura. Ho corso il rischio più grosso della mia carriera, il santo dei motociclisti ha fatto un grande lavoro". Così Valentino Rossi, uno dei più titolati piloti di motociclismo, dopo il pauroso incidente al Gran Premio del mondiale d’Austria. La moto del pilota Franco Morbidelli gli è passata a 300 all’ora, a pochi centimetri dalla faccia, quale scheggia impazzita del violentissimo urto con la moto di Johann Zarco. Incolume per un soffio dunque, per pochi centimetri. Più che umano lo spontaneo ringraziamento al santo dei motociclisti, che deve essere intervenuto anche domenica scorsa con Maverick Vinales costretto a saltare giù in corsa dalla sua Yamaha rimasta senza freni.
San Colombano dal 2002 è il protettore dei motociclisti La sua nomina ufficiale a Patrono dei motociclisti risale al 23 novembre 2002, attraverso una cerimonia a Passo Penice, davanti alla statua raffigurante il Santo che campeggia sul piazzale. Presente il primate d’Irlanda card. Cahal Brendan Daly, in visita a Bobbio. L’investitura fu resa possibile grazie all’interessamento degli Amici di San Colombano di Bobbio - allora presidente Agostino Zanetti, già fautore dell’installazione, a sue spese, della statua del Santo e della Federazione motociclistica italiana. Immancabile il coinvolgimento di mons. Piero Coletto.
Il legame tra Rossi e Bobbio Lo scampato pericolo ha creato un link tra il campionissimo Valentino Rossi e San Colombano. Ma esiste un’ulteriore relazione tra i due. Il presidente Zanetti acquistò, infatti, un cimelio, consistente nel pezzo di una moto utilizzata dal pilota, con impresso il 46, suo marchio identificativo, e lo diede al bar-ristorante Lo Scarpone, ove fu tenuto in esposizione fino alla sua chiusura. Chiaro collegamento tra il campione e il patrono dei motociclisti, la cui statua distava pochi metri. Il padre di Valentino Rossi ha raccontato in un’intervista che la scelta del 46, considerato il più grande simbolo della carriera motociclistica del figlio, viene da lontano, da quando, l’ancora piccolo Valentino che guardava le gare del Giappone in piena notte, fu colpito dal trionfo di un pilota che, partito ultimo, appunto col 46, arrivò primo. Da allora decise che sarebbe stato il suo numero di gara. Gli è rimasto sempre fedele, anche nelle annate in cui ha avuto la possibilità di sfoggiare l'1 di campione in carica. Simbolicamente Valentino è stato dunque per anni molto vicino a San Colombano, che - piace pensarlo - nel corso dell’incidente gli ha tenuto una mano sopra la testa. Colombano fu instancabile viaggiatore in Europa, caratteristica apprezzata e condivisa dagli odierni motociclisti, sempre pronti a partire alla conquista di nuove mete, desiderosi, anche se spinti da motivazioni diverse da quelle di Colombano, di affrontare l’incognito con lo stesso suo indomito spirito così determinato a non arrendersi di fronte ad alcuna difficoltà e a offrire disponibilità al confronto con chiunque. Nel clero piacentino-bobbiese don Silvio Pasquali, da sempre appassionato motociclista, costituisce l’interprete più efficace delle motivazioni che legano i motociclisti al loro patrono. Coi suoi viaggi di solidarietà Raid for Aid coniuga esemplarmente passione motociclistica e Vangelo.
Proseguono gli spettacoli a cura del Festival Lultimaprovincia del teatro Manicomics. Giovedì 27 agosto alle ore 21 è in programma la decima serata a Rottofreno con uno spettacolo di clown e circo contemporaneo, "La Sbrindola" di e con Leonardo Cristiani e Marco Macchione Si terrà sulla Pista polivalente in via Tobagi. Venerdì 28 agosto a San Giorgio, in Cortazza alle ore 21, andrà in scena lo spettacolo di circo e teatro contemporaneo "Madame Rebiné, la riscossa del clown" di e con Ferdinando D’Andria e Maila Sparapani. Domenica 30 agosto il Festival si trasferisce a Carmiano, ore 21 nel piazzale della chiesa, con lo spettacolo di Teatro Clown Contemporaneo "Un chilo di libri per un panino" di e con Mauro Caminati e Paolo Pisi per la regìa di Valerio Bongiorno. Occorre segnalare la presenza per riservare i posti che sono ovviamente limitati a causa delle misure di sicurezza anti Covid19, al numero 3331741885.
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