Anche a Gragnano si sono riaperte a inizio settembre le strutture per la prima infanzia di Gragnano che come noto sono scuole private paritarie. “Come Amministrazione abbiamo cercato di lavorare al meglio – commenta il sindaco Patrizia Calza - confrontandoci anche con le strutture private del nostro territorio, per cercare di sostenere le famiglie e favorire l’accesso dei bambini alle strutture per attività educative socializzanti. Dobbiamo ringraziare il nostro servizio sociale per l’ottimo lavoro. Il risultato credo che sia stato apprezzato dalle famiglie. Addirittura due bambini frequentano a costo zero e 4 bambini frequentano ad un costo di euro 3,50 al mese. E per tutti c’è stato un abbattimento delle rette grazie al combinato di diverse misure sia regionali che comunali. Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto e ci auguriamo che l’anno possa procedere in serenità”.
24 i bambini in graduatoria In pratica il 19 agosto si è chiuso il Bando Nido per bambini dai 3 ai 36 mesi, per l’accesso a 30 posti riservati presso i due nidi convenzionati, con il seguente esito: 24 bambini ammessi in graduatoria nelle due strutture La Casa delle Rane Acquelaria e Micronido S.G. Battista di Casaliggio. Per l’anno 2020/2021, la retta mensile è pari a 630 euro per entrambi i servizi tuttavia i nuclei familiari con Isee inferiore a 31.300 euro, pagano una retta mensile che va dai 63 ai 504 euro mensili grazie alla convenzione comunale. Costo a carico del Bilancio Comunale per la convenzione, ad ora: euro 83.160 per il 2020/2021. Un ulteriore abbattimento sulla retta a carico della famiglia, per un importo che varia da 42 a 57 euro al mese, per tutto l’anno educativo, con Isee inferiore a 26mila euro, è garantito dal contributo Regionale “Al Nido con la Regione”, come definito dalla Giunta Comunale il 29 agosto scorso: contributo pari a 15.558,72 euro per il 2020/2021. Infine il Comune ha applicato un terzo abbattimento della retta a carico della famiglia, pari a 100 euro al mese: si tratta del “contributo comunale straordinario Covid” da quasi 32mila euro, a favore delle famiglie residenti, senza limite Isee, per i mesi da settembre 2020 a giugno 2021, che si aggiunge alla quota della convenzione. Presso l’Ufficio Servizi Sociali sono già pervenute 29 domande.
La tradizionale manifestazione settembrina "Piacenza è un Mare di Sapori" diventa quest’anno "A cena con Tramonto DiVino" una nuova formula, nel rispetto delle norme anti-covid, che debutta in città il 12 settembre in Piazza Cavalli. L’evento è stato presentato, in sala consiliare del Comune di Piacenza, il 7 settembre, alla presenza dell’Assessore al Commercio Stefano Cavalli, di Giuliano Zuppiroli, dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione, del dirigente scolastico Raineri-Marcora, Teresa Andena e del direttore del Consorzio Salumi, Roberto Belli. “Una manifestazione molto importante - ha sottolineato l’assessore Cavalli - che è la coniugazione tra il mangiare e il bere bene con la scuola alberghiera che valorizza tantissimo i ragazzi e li porta verso un lavoro significativo nel settore della ristorazione”. “Come Regione Emilia Romagna - ha commentato Giuliano Zuppiroli - siamo affezionati a questo evento, quest’anno proposto in modalità diversa, ma sempre con l’intento di valorizzare le nostre migliori produzioni regionali”. “Per noi è una sfida - ha puntualizzato la dirigente scolastica Andena - perché è il primo evento che segnala un ritorno alla normalità anche per la scuola. Una manifestazione che restituirà ai ragazzi molte cose che hanno perso durante il periodo del lockdown. Siamo fiduciosi, crediamo nel futuro - ha concluso - e nella possibilità di ritornare nella quotidianità della vita e "A cena con Tramonto DiVino" significa questo”.
In vetrina i vini e i prodotti Dop “Sarà una manifestazione non più di piazza - ha precisato Roberto Belli -, ma una cena degustazione, sotto i portici di palazzo gotico, che cercheremo di allestire nel migliore dei modi, con tutti i dispositivi di sicurezza, per vivere una serata indimenticabile”. Per Belli l’evento significa mettere in mostra la regione Emilia Romagna che ha ben 44 prodotti Dop e Igp e la fa da padrona a livello europeo. “Non mancherà anche la formazione per i ragazzi - ha aggiunto - a cui sono riservati dei momenti di scuola, sia al mattino che al pomeriggio, sui prodotti tipici regionali, con il dottor Daniel De Leo, il miglior divulgatore che abbiamo nel territorio”. Sul palcoscenico come sempre i vini e i prodotti Dop e Igp dell’Emilia-Romagna proposti e raccontati quest’anno in un inedito format di cena-degustazione seduti a tavola, con posti limitati e prenotazione on line e non più in libero accesso ai banchi, nel rispetto delle regole di distanziamento sociale. L’appuntamento è fissato nella sola serata di sabato 12 settembre a partire dalle 19,30 sotto il loggiato di Palazzo Gotico di Piazza Cavalli, dove verrà allestita una cena degustazione per 180 persone con servizio ai tavoli musica e racconto delle eccellenze del vino e del cibo del territorio. A raccontare e abbinare i vini i sommelier di Ais, mentre a Piacenza i piatti saranno serviti dagli allievi dell’Istituto Alberghiero Raineri-Marcora. Star della serata sarà lo show cooking dello chef Massimo Spigaroli, (1 stella Michelin dell'Antica Corte Pallavicina a Polesine Parmense e Presidente di Chef to Chef) che cucinerà e dialogherà con Carla Brigliadori Maestra alla Scuola di cucina di Casa Artusi di Forlimpopoli.
Come partecipare Per operare una corretta selezione dei partecipanti all’evento, indirizzando ad una degustazione e ad un consumo consapevole dei vini e dei prodotti gastronomici regionali, è previsto un ticket d’ingresso fissato a 30 euro. Il ticket nel rispetto delle normative dettate dall’emergenza Covid 19 dovrà essere acquistato anticipatamente sul sito www.shop.emiliaromagnavini.it in modo da evitare file ed assembramenti al desk d’ingresso. Il ticket comprende l’edizione 2020/21 della Guida “Emilia-Romagna da Bere e da Mangiare” e la cena-degustazione.
Non solo mono porzioni preconfezionate, ma anche somministrazione diretta da parte degli addetti di pasti in monoporzioni. Misure igieniche, tra pulizia e disinfezione, per i locali e di prevenzione personale. Garanzia di un microclima “idoneo” negli ambienti e disponibilità di spray/gel e mascherine per chi manipola e distribuisce il cibo. A meno di due settimane dall’inizio della scuola in Emilia-Romagna, l’assessorato regionale alle Politiche per la salute ha messo a punto un protocollo per la refezione scolastica, e l’ha inviato – con lettera di accompagnamento firmata da Kyriacoula Petropulacos, direttrice generale Cura della persona, salute e Welfare – ai sindaci dei Comuni dell’Emilia-Romagna, all’Ufficio scolastico regionale e ai direttori dei Dipartimenti di Sanità pubblica delle Ausl regionali. Il documento vuole rappresentare un quadro di riferimento omogeneo a livello regionale per aumentare l’efficacia delle misure di contenimento, adottate nei confronti della diffusione del Covid-19, nella refezione scolastica. Il protocollo vale peraltro anche per le mense dei piccoli al di sotto dei 6 anni, e dunque anche per i nidi: in questi casi il distanziamento non è richiesto, e i bimbi sono già divisi in gruppi omogenei. “Tutti noi sappiamo bene quanto sia importante il momento del pasto a scuola- commenta l’assessore Raffaele Donini-, sia a livello educativo, perché consente l’acquisizione di abitudini alimentari corrette, ma anche della salute, poiché è sano ed equilibrato. Il nostro impegno- sottolinea l’assessore- è che possa continuare a essere preparato e fruito nella massima sicurezza: queste le esigenze che hanno portato all’elaborazione del protocollo, che abbiamo inviato peraltro ad altre Regioni, molto interessate al tema”. Sicurezza degli alimenti, gestione dei locali mensa, norme igieniche e precauzioni nella somministrazione degli alimenti in classe, pulizia e disinfezione, precauzioni igieniche personali, formazione: questi gli aspetti su cui il protocollo fornisce indicazioni precise, tenuto conto della specificità rappresentata dalle mense scolastiche.
Sicurezza degli alimenti in primo piano
Per quanto riguarda la produzione di alimenti, il testo di riferimento citato dal protocollo sono le “Indicazioni tecniche per le attività di produzione, commercializzazione e somministrazione di alimenti in relazione al rischio SARS CoV-2”, predisposte dal Servizio regionale Prevenzione collettiva e Sanità pubblica e pubblicato come allegato all’ordinanza 87 del maggio 2020 del presidente della Regione Emilia-Romagna. In particolare, al fine di garantire la sicurezza degli alimenti, gli operatori delle mense scolastiche devono assicurare la piena e costante adesione alle buone pratiche igieniche e alle procedure di pulizia e disinfezione, come richiesto dalla normativa e come definito nei manuali di buona prassi igienica di settore (GHP) e nei piani HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points). È importante rafforzare e integrare queste pratiche, che si trovano già dettagliate nei piani di autocontrollo presenti in ogni mensa scolastica, poiché sono utili anche per la prevenzione del Coronavirus. Le singole realtà scolastiche dovranno identificare soluzioni organizzative ad hoc che consentano di assicurare il necessario distanziamento attraverso la gestione degli spazi (refettorio o altri locali idonei) e dei tempi (turnazioni). In particolare, la somministrazione dei pasti nelle scuole potrà avvenire sia nei locali mensa, sia in altri spazi identificati, come le aule didattiche. Ad oggi, peraltro, non vi è alcuna evidenza scientifica che dimostri la trasmissione del virus Covid-19 con il consumo di alimenti.
La gestione dei locali mensa
L’accesso ai locali mensa deve essere regolato prevedendo il mantenimento della distanza di sicurezza di 1 metro tra le persone all’interno e l’areazione frequente dei locali. È necessario affiancare le consuete pratiche previste con misure straordinarie, quali: valutare, laddove la struttura del locale di somministrazione lo consenta, l’istituzione di percorsi obbligati unidirezionali per garantire un flusso ordinato dei bambini e ragazzi individuando anche, dove possibile, percorsi di entrata e di uscita differenziati; garantire un idoneo microclima, evitando correnti d’aria o freddo/caldo eccessivo durante il ricambio naturale dell’aria, eliminare totalmente la funzione di ricircolo dell’aria condizionata per evitare l’eventuale veicolazione di agenti patogeni (batteri, virus, e così via) nei locali di somministrazione alimenti; garantire la disponibilità, per gli addetti che manipolano direttamente gli alimenti (ad esempio, gli addetti alla distribuzione), di distributori di spray/gel disinfettanti per le mani e di quantitativi adeguati di mascherine, onde consentire un loro cambio frequente; vietare buffet a self-service con alimenti esposti; nei banchi di distribuzione si raccomandano mono porzioni preconfezionate oppure la somministrazione diretta da parte degli addetti di pasti in monoporzioni; utilizzare esclusivamente condimenti, pane, frutta, acqua in confezioni monodose o attraverso la distribuzione diretta ai singoli bambini da parte degli addetti alla somministrazione; evitare, al momento del consumo del pasto, la condivisione dell’utilizzo di posate e bicchieri.
Norme igieniche e precauzioni nella somministrazione degli alimenti in classe
Nel caso in cui la modalità di somministrazione dei pasti negli spazi mensa non sia percorribile - o non sufficiente - per via delle dimensioni o della particolare numerosità dell’utenza, si potranno studiare soluzioni alternative di erogazione, ad esempio direttamente all’interno delle aule didattiche, attraverso queste modalità: fornitura del pasto su vassoi singoli o direttamente sulla singola postazione/banco con utilizzo di tovagliette lavabili o monouso, a seguito dello sporzionamento da parte degli addetti in aree appositamente attrezzate, nel rispetto delle temperature e delle specifiche norme igienico-sanitarie; nei casi in cui l’area di sporzionamento appositamente attrezzata sia distante dall’area di consumo: fornitura del pasto su vassoi singoli o direttamente sulla singola postazione/banco con utilizzo di tovagliette lavabili o monouso a seguito dello sporzionamento da parte degli addetti presso l’aula didattica, mediante utilizzo di carrelli termici, nel rispetto delle temperature e delle specifiche norme igienico-sanitarie; fornitura del pasto in “lunch box” cioè in vaschette monoporzione separate lavabili e riutilizzabili oppure monoporzioni individuali di primo, secondo e contorno termosigillati.
Pulizia e disenfezione
La pulizia e la disinfezione sono azioni fondamentali che, insieme al distanziamento interpersonale, possono evitare la diffusione del virus. Ogni mensa scolastica assicura, mediante una specifica procedura, la pulizia giornaliera e la disinfezione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni. Le principali pratiche igieniche adottate dagli operatori del settore alimentare per evitare la contaminazione degli alimenti da parte di microrganismi nocivi per la salute umana quando si manipolano, preparano, trasformano, confezionano e somministrano gli alimenti, rappresentano un approccio idoneo anche nei confronti della diffusione del Covid-19 (il riferimento è il documento “Indicazioni tecniche per l’attività di pulizia, disinfezione e sanificazione in relazione al rischio SARS CoV-2” predisposto dal Servizio prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica della Regione Emilia-Romagna). In particolare, il programma di pulizia e disinfezione, già presente nelle mense scolastiche, prevede: pulizia e disinfezione degli ambienti di lavoro e delle pertinenze; pulizia e disinfezione pre-operativa e operativa delle superfici a contatto. Il programma, prerequisito di pulizia e disinfezione, deve specificare l’individuazione dei locali e delle attrezzature da sottoporre alle operazioni di pulizia e disinfezione; le schede tecniche dei prodotti utilizzati; le modalità di pulizia e disinfezione distinte per aree, attrezzature, e così via (concentrazioni e modalità d’uso dei prodotti, tempi di contatto) e per tempi di esecuzione; la frequenza degli interventi di pulizia e disinfezione; la formazione del personale in materia. Occorre quindi garantire la pulizia giornaliera e la disinfezione periodica, con prodotti appositi, dei locali mensa, delle tastiere dei distributori di bevande e snack; garantire il ricambio dell’aria degli ambienti/spazi dove sono presenti i distributori automatici di bevande e alimenti. L’aula didattica, eventualmente utilizzata per la somministrazione dei pasti, deve essere opportunamente areata e pulita. Questo tipo di operazione può essere condotta prima/dopo la somministrazione del pasto. Le operazioni di pulizia dei banchi devono essere svolte con un detergente neutro, non in presenza dei bambini /ragazzi.
Precauzioni igieniche personali
Lavaggio delle mani. Tutti gli operatori del settore alimentare devono garantire l'adozione delle misure igieniche previste fra i prerequisiti del piano di autocontrollo, in particolare il lavaggio frequente e adeguato delle mani con sapone. I disinfettanti possono essere usati come misura aggiuntiva, ma non possono sostituire un accurato lavaggio delle mani. Utilizzo di guanti. Gli operatori del settore alimentare possono usare guanti idonei al contatto con gli alimenti, ma l’utilizzo di tali guanti non può comunque sostituire il corretto lavaggio delle mani. Il virus SARS-Cov-2 e altri microrganismi possono contaminare i guanti monouso nello stesso modo in cui possono contaminare le mani. I guanti devono essere cambiati frequentemente e a ogni cambio occorre lavarsi le mani. In particolare, i guanti devono essere cambiati dopo aver svolto attività non legate agli alimenti, come ad esempio aprire e chiudere le porte, svuotare i cestini dei rifiuti, e così via. Utilizzo di mascherine. Questi dispositivi, che in alcune tipologie di lavorazione di alimenti considerati particolarmente a rischio di contaminazione microbiologica vengono già adottati come presidio igienico, sono idonei anche per ridurre la possibilità di diffusione da parte di soggetti inconsapevolmente infetti, del virus SARS-CoV-2 tramite “droplets” (goccioline), che lo possono veicolare sugli alimenti. L’uso delle mascherine deve essere preso in considerazione negli ambienti destinati alla manipolazione degli alimenti, in particolare quando non si riescono a garantire adeguate distanze fra gli operatori. Devono essere utilizzate anche in fase di distribuzione e somministrazione degli alimenti. Formazione. Le buone pratiche igieniche costituiscono un elemento fondamentale per la prevenzione del COVID-19. L’adesione scrupolosa a tali pratiche deve essere rafforzata (anche mediante idonee attività di formazione/training) in fase epidemica da SARS CoV-2 per ridurre il rischio di contaminazione delle superfici, incluse quelle degli alimenti.
«Una meraviglia! Sono rimasto molto colpito dalla ricchezza di questa Basilica. Conoscevo il Pordenone di nome e avevo visto le sue opere sui libri, ma mai mi sarei aspettato di ammirare affreschi così forti, vivaci, importanti». Così il presidente della Commissione del Senato per la Biblioteca e l’Archivio storico Gianni Marilotti ha commentato la visita guidata alla Salita al Pordenone in Santa Maria di Campagna, che ha compiuto, insieme alla moglie, accompagnato dal presidente esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani, dal vicedirettore generale Pietro Boselli e da Samuele Uttini della Segreteria generale: «E’ stata una piacevole sorpresa - ha proseguito il sen. Marilotti - e allo stesso modo è stato piacevole constatare che ci sia una banca locale che interagisce così tanto con il territorio di appartenenza, promuovendone lo sviluppo attraverso iniziative come la Salita, ovvero con il sostegno di progetti culturali come il Museo della Poesia che si è appena inaugurato. Avere una banca di territorio è una ricchezza perché svolge un ruolo che le grandi banche non possono assicurare. Amo l’arte - ha concluso - e invito chiunque a venire a vedere questa Basilica: merita più di una cattedrale». A ricordo della visita il senatore ha ricevuto in dono alcune pubblicazioni della Banca (tra le quali, il catalogo del Pordenone e il volume sui capolavori della Galleria Ricci Oddi), e la mascherina griffata con il logo dell’Istituto di credito. Il parlamentare (cagliaritano di nascita e di residenza, docente di storia e filosofia, saggista) aveva iniziato la sua giornata nella nostra città presenziando - con altre autorità - alla cerimonia d’inaugurazione della nuova sede del Piccolo Museo della Poesia (unico al mondo formalmente riconosciuto e diretto da Massimo Silvotti) allestito nella chiesa sconsacrata di San Cristoforo. All’inaugurazione sono intervenuti, tra gli altri, il prefetto Daniela Lupo, il vescovo Gianni Ambrosio, Giampiero Neri (decano dei poeti italiani), Guido Oldani (fondatore del Realismo terminale), Elisabetta Garetti (primo violino di spalla del Teatro Carlo Felice di Genova). La sistemazione dell’oratorio di San Cristoforo, messo a disposizione dalla Fondazione dell’Opera della Cattedrale, la ricostruzione e l’allestimento del museo sono stati possibili grazie al generoso sostegno di Banca di Piacenza (rappresentata dal presidente esecutivo Corrado Sforza Fogliani e dal vicedirettore generale Pietro Boselli) e Fondazione di Piacenza e Vigevano, come si può leggere nella targa posta all’ingresso del gioiellino barocco all’angolo tra via Genocchi e via Gregorio X.
Pur sotto pressione, gli artigiani, a fatica, resistono. Sotto il peso della pandemia, la produzione nell’industria crolla, ma le costruzioni limitano la perdita. Queste le indicazioni dell’indagine sulla congiuntura dell’artigianato realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna. Nel secondo trimestre la produzione è crollata del 22,2 per cento rispetto al corrispondente trimestre del 2019. L’ampiezza della recessione non trova confronto e supera ampiamente quella rilevata nel secondo trimestre del 2009, quando la perdita fu del 18,8 per cento. L’andamento del fatturato valutato a prezzi correnti ha anch’esso manifestato la stessa tendenza negativa (-22,0 per cento). Una nota ulteriormente negativa per il futuro deriva dall’ampia caduta degli ordini (-21,6 per cento).
Tutti gli effetti della pandemia
Gli effetti della pandemia non appaiono ancora sulla demografia delle imprese. A fine giugno le imprese attive ammontavano a 27.099, in flessione del 2,1 per cento rispetto alla fine dello stesso mese dello scorso anno, con un calo pari a 581 imprese, ma in diminuzione. Ancora una volta, l’andamento è più lieve a livello nazionale (-1,9 per cento). La tendenza negativa domina tutti i macrosettori considerati dalla congiuntura ed è stata determinata soprattutto dalla riduzione della base imprenditoriale delle industrie della moda (-195 imprese, -4,1 per cento) e dell’aggregato delle altre industrie manifatturiere (-101 imprese, -2,7 per cento). Per forma giuridica l’andamento deriva dalla sensibile riduzione delle società di persone (-320 unità, -4,2 per cento) e delle ditte individuali (-372 unità, -2,3 per cento), a fronte dell’aumento, più contenuto che in passato, delle società di capitale (+2,8 per cento). Tra aprile e giugno il volume d’affari a prezzi correnti delle imprese artigiane del settore ha proseguito nella recente tendenza negativa dovuta agli effetti della pandemia e ha subito una nuova caduta (-9,7 per cento) rispetto all’analogo periodo del 2019, ma sensibilmente più contenuta di quella rilevata nel trimestre precedente (-12,3 per cento). L’arretramento appare leggermente più contenuto anche rispetto alla flessione del 10,2 per cento registrata dal complesso dell’industria delle costruzioni regionale. Anche per le costruzioni, la pandemia non pare avere ancora influito sulla demografia delle imprese. A fine giugno 2020 la consistenza delle imprese artigiane attive nelle costruzioni è risultata pari a 50.607, vale a dire 237 in meno (-0,5 per cento) rispetto alla fine dello stesso mese del 2019. Si tratta di una riduzione lievemente inferiore a quella riferita al trimestre precedente, ma l’andamento risulta leggermente peggiore rispetto a quello riferito all’artigianato delle costruzioni dell’intero territorio nazionale (-0,1 per cento). La tendenza negativa per la base imprenditoriale è risultata più ampia e più rapida per le imprese operanti nella costruzione di edifici (-2,1 per cento, -147 unità), mentre le attive nei lavori di costruzione specializzati hanno mostrato una maggiore tenuta (-0,2 per cento, -85 unità). Secondo la forma giuridica è derivata soprattutto dalle ditte individuali (-316 unità), nonostante un rapido aumento delle società di capitale (+7,8 per cento).
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