Tecnici per la gestione di impianti energetici, per l'edilizia sostenibile e anche per il marketing delle filiere turistiche e delle attività culturali. Ma anche futuri addetti per dispositivi diagnostici, terapeutici e riabilitativi nonché per le produzioni agrarie, agroalimentari e agroindustriali. Infine, tecnici per lo sviluppo di sistemi software, per l'internazionalizzazione delle imprese, per l'automazione e i sistemi meccatronici, per I'infomobilità e le infrastrutture logistiche per la mobilità delle persone e delle merci nonché per il settore tessile, abbigliamento e moda. Sono alcuni dei settori produttivi e di servizio, che ricalcano in gran parte l’attività delle imprese made in Emilia-Romagna, sui quali saranno formati i giovani che frequenteranno uno dei 27 percorsi biennali per il conseguimento del diploma di tecnico superiore approvati dalla Giunta regionale, per un finanziamento pubblico di oltre 8 milioni di euro. Le attività di formazione saranno realizzate dalle Fondazioni ITS dell’Emilia-Romagna che hanno presentato i percorsi biennali per l’anno formativo 2020/2022. Con la delibera è stato approvato anche il “Catalogo” dell’offerta formativa per il biennio 2020/2022 per l’acquisizione in apprendistato di un diploma di istruzione tecnica superiore (ITS). “I percorsi di formazione tecnica rappresentano per nostri i giovani una porta di accesso verso un lavoro dignitoso e di qualità, per questo come Regione Emilia-Romagna siamo fortemente impegnati a finanziarli e sostenerli - ha commentato l’assessore regionale alla Formazione professionale e Lavoro, Vincenzo Colla-. Sappiamo che i ragazzi che si rivolgono agli Istituti tecnici superiori hanno una percentuale di sbocco occupazionale molto alta e in linea con il percorso di apprendimento seguito. Questi dati sono il risultato dell’intreccio fondamentale fra sistema scolastico, imprese e territorio, che consente di rispondere alle richieste di professionalità e competenze attraverso attività laboratoriali e di stage e l’impiego di docenze che provengono anche dal mondo del lavoro. Questa è la direzione in cui vogliamo continuare ad andare per qualificare sempre di più il mercato del lavoro”. L'efficacia occupazionale di questo segmento dell'infrastruttura educativa dell'Emilia-Romagna è dimostrata dai dati sulla condizione dei diplomati: dal Monitoraggio Indire 2020, l'83% dei diplomati delle Fondazioni Its dell’Emilia-Romagna a 12 mesi dal diploma ha trovato un'occupazione, nel 91% dei casi coerente col percorso formativo svolto. La delibera di Giunta è pubblicata nel Bollettino telematico ufficiale della Regione Emilia-Romagna e sul sito http://formazionelavoro.regione.emilia-romagna.it .
La pandemia e il fermo produttivo per le misure di contenimento del virus da Covid-19 porteranno a conseguenze molto pesanti. Al punto che la fase di contenuta recessione industriale registrata nel 2019 si sta progressivamente trasformando nella più profonda caduta della produzione mai sperimentata. È quanto emerge dall’indagine congiunturale sul primo trimestre 2020 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo, che fotografa solo i primi tre mesi dell’anno in cui sono evidenti i segnali di drastico calo per produzione, fatturato e ordini. I dati sono indice di una tendenza già molto negativa destinata a essere fortemente accentuata nelle prossime rilevazioni. Notevole il rallentamento della dinamica produttiva delle piccole e medie imprese dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna che si riduce dello 10,4 per cento rispetto all’analogo periodo del 2019, trasformando il calo del trimestre precedente (-1,5 per cento), in un crollo.
Alcuni dati
Così è anche per il valore delle vendite (-10,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019), con una accelerata della tendenza negativa del trimestre precedente (-1,2 per cento), anche se con una perdita lievemente meno marcata della produzione. Il fatturato estero ha mostrato una migliore tenuta e ha contenuto la correzione (-4,8 per cento). Uno spiraglio di luce si può cercare nei dati sul processo di acquisizione degli ordini, che ha subìto una flessione tendenziale del 9,5 per cento, rispetto alla perdita dell’1,3 per cento del trimestre precedente, ma la prospettiva di una ripresa dilazionata alla seconda parte dell’anno può essere intravista se si considera che la tendenza negativa ha un ritmo inferiore a fatturato e produzione. Anche gli ordini pervenuti dall’estero hanno subito una flessione (-4,6 per cento) lievemente più contenuta. Il grado di utilizzo degli impianti testimonia gli effetti del lockdown sull’attività e si è attestato al 65,6 per cento, un dato nettamente inferiore rispetto al livello del 76,3 per cento riferito allo stesso trimestre dell’anno precedente. Il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini è risultato pari a 8,3 settimane, un valore così contenuto non veniva rilevato dalla fine del 2014, con un chiaro calo rispetto al dato del trimestre precedente (10,2 settimane). L’attività è in arretramento in tutti i settori. Anche l’industria alimentare ha fatto segnare un passo indietro, anche se contenuto: si riducono il fatturato (-2,8 per cento) pur con l’apporto della crescita del mercato estero (+2,5 per cento) e la produzione (-2,6 per cento). La recessione è accentuata per il sistema moda che registra un crollo del fatturato (-17,9 per cento), anche estero (-9,0 per cento), solo più contenuto per la produzione (-16,6 per cento) e simile per gli ordini (-17,0 per cento), nonostante la maggiore resistenza della componente estera (-8,7 per cento). Per la piccola industria del legno e del mobile si accentua la discesa del fatturato (-15,7 per cento), e della produzione (-14,2 per cento). In difficoltà anche l’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche: il fatturato complessivo si è ridotto del 12,1 per cento, e la produzione ha seguito l’andamento negativo (-13,3 per cento). L’ampio aggregato delle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto, ha registrato una flessione del fatturato e della produzione (-10,4 per cento). Il gruppo eterogeneo delle “altre industrie” (chimica, farmaceutica, plastica e gomma, ceramica e vetro) testimonia la generale recessione, ma ha beneficiato della tenuta della componente estera. Il fatturato complessivo ha perso il 7,4 per cento, nonostante la resistenza di quello estero (-1,2 per cento), e si è registrato un arretramento della produzione (-8,9 per cento). Riguardo alle classi dimensionali, la recessione è generalizzata, ma l’andamento è meno grave al crescere della dimensione aziendale per fatturato, ordini e produzione. Quest’ultima è scesa del 15,3 per cento per le imprese minori, mentre la caduta è più contenuta per le piccole imprese (-10,9 per cento) e ancora più ridotta per le imprese medio-grandi (-8,4 per cento). Con riferimento ai dati diffusi dall’Istat, le esportazioni emiliano-romagnole sono risultate pari a poco più 15.188 milioni di euro e hanno fatto segnare una flessione del 2,2 per cento. È una brusca inversione di tendenza: nel primo trimestre 2019 infatti le esportazioni crescevano del 4,6 per cento. Il segno è rosso è generalizzato, con l’eccezione di alcuni settori che hanno invece ottenuto incrementi. Questo è accaduto per le “altre industrie manifatturiere” (+40,2 per cento), con un exploit (quasi 2,5 volte delle esportazioni) dell’industria del tabacco, che vale il 2,3 per cento dell’export regionale. Seguono industrie chimica, farmaceutica e delle materie plastiche (+ 9,7 per cento), trainate da un incremento del 41,8 per cento ottenuto dai prodotti farmaceutici, che si sono avvantaggiati della pandemia. Salgono le esportazioni dell’industria alimentare e delle bevande (+11,3 per cento), mentre tengono le vendite estere di ceramica e vetro (+0,9 per cento). In negativo gli altri comparti, con dinamiche differenti. Contenuta la flessione per l’export delle industrie della moda (-1,6 per cento), mentre sono i beni strumentali e intermedi ad avere risentito della pandemia e dell’incertezza.
E' l'Europa il mercato per l'export regionale
Per i mezzi di trasporto, calo del 9,8 per cento, appena superiore per l’industria della metallurgia e dei prodotti in metallo (- 9,7 per cento), ai macchinari e apparecchiature meccaniche (-9,4 per cento) e industria delle apparecchiature elettriche, elettroniche, ottiche, medicali e di misura (-8,6 per cento). Per quanto riguarda le destinazioni, l’Europa è il mercato fondamentale per l’export regionale e ne detta la tendenza. Le vendite sui mercati europei sono risultate pari al 66,2 per cento del totale e sono diminuite del 2,2 per cento. Le esportazioni verso la sola Unione europea a 27 hanno mostrato una tendenza più accentuata (-3,2 per cento). Flessioni in Germania (-3,3 per cento), Francia (-2,8 per cento) e Spagna (-1,8 per cento). Al di fuori dell’area dell’euro si registra una pesante caduta verso il Regno Unito (-11,7 per cento). Al di là dei confini dell’Unione europea, forte crescita invece verso Svizzera (+32,5 per cento), Turchia (+19,0 per cento) e buon andamento in Russia (+7,0 per cento). Riscontro negativo in America centro-meridionale (-7,1 per cento), performance positiva in Canada (+10,6 per cento), Stati Uniti (+1,0 per cento) e Brasile (+3,2 per cento). Calo sui mercati asiatici (-2,7 per cento), ma con notevoli differenze: molto bene in Medio Oriente (+1,4 per cento), crollo in Asia centrale (-21,5 per cento), riduzione in Asia orientale (-1,7 per cento), ma con tendenze fortemente discordanti: +50,1 per cento in Giappone, grazie all’industria del tabacco e -26,3 per cento in Cina. Infine, le esportazioni regionali perdono il 10,0 per cento in Africa e il 3,2 per cento in Oceania. Secondo l’indagine Istat, l’occupazione dell’industria in senso stretto ha chiuso il primo trimestre con un deciso passo indietro a quota 524.486 (-4,6 per cento), ovvero una perdita pari a oltre 25 mila unità, rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, interrompendo una precedente serie positiva in corso da otto trimestri. Nel periodo considerato, il risultato negativo è da attribuire all’ampio calo degli occupati alle dipendenze, che sono risultati oltre 472 mila con una riduzione del 5,4 per cento, pari a oltre 27 mila unità, nonostante l’aumento dell’occupazione autonoma, salita del 3,6 per cento fino a oltre 52 mila unità. Sulla base dei dati del Registro delle imprese, nel primo trimestre del 2020, le attive dell’industria in senso stretto regionale, che costituiscono l’effettiva base imprenditoriale del settore, a fine marzo 43.831 (pari all’11,1 per cento delle imprese attive della regione), con una diminuzione corrispondente a 704 imprese (-1,6 per cento) rispetto all’anno precedente. La velocità della discesa è aumentata rispetto al -1,0 per cento del primo trimestre 2019 e fa segnare il nuovo massimo degli ultimi quattro anni.
È stato attivato a Farini in Alta Val Nure un punto ambulatoriale con la presenza di un medico dalle ore 8 alle 20, tutti i giorni della settimana compreso i festivi e prefestivi. Il servizio ha sede nei locali della Casa protetta del paese in viale dei Sassi neri e sarà attivo fino alla fine del mese di agosto, come riferimento per la popolazione e per chi soggiorna in zona. Ci si potrà rivolgere direttamente all’ambulatorio oppure contattare telefonicamente il medico chiamando il numero 0523.30.11.11. La presenza diurna del medico si affianca alle altre iniziative già intraprese dall’Azienda nei mesi scorsi: a Farini è presente H24 una postazione 118 con auto infermieristica (infermiere e autista soccorritore) e ambulanza di Croce Rossa con volontari e dipendenti. I diversi mezzi sono attivati dalla Centrale Operativa Emilia Ovest a seconda delle necessità. Di notte e nei giorni festivi e prefestivi sono sempre attivi gli ambulatori di Guardia medica di Ferriere e di Bettola ed è stata riattivata la convenzione con un mezzo di primo soccorso a Ferriere coordinato dalla Pubblica Assistenza di Ponte dell’Olio. Soddisfatto il direttore dell’Azienda Usl di Piacenza, Luca Baldino: “Ci siamo impegnati al massimo per garantire ai cittadini delle nostre vallate e ai turisti che sceglieranno le nostre colline di trascorrere le loro vacanze con la sicurezza di avere questi presidi sanitari vicino alle loro abitazioni”.
“Necessitiamo di volontari attivi in modo urgente, anche in vista dell’apertura delle scuole dove i volontari Auser svolgono un ruolo importante nei momenti di ingresso e uscita degli studenti” spiegano da via Musso. Il volontariato di AUSER Piacenza è organizzato e coperto da una convenzione disponibile per la consultazione sul sito del proprio Comune, e prevede rimborsi spese per l’attività. Tra le “figure” più ricercate ci sono i “nonni paletta”, ossia quel servizio di vigilanza presso gli edifici scolastici allo scopo di tutelare la sicurezza all’entrata e all’uscita, o sui pullman, in affiancamento al personale viaggiante. Sempre nelle scuole, sono i “nonni” di Auser a occuparsi spesso dell’attività di custodia dei più piccoli prima dell’inizio delle lezioni. E ancora attività in cerca di volontari negli spazi comunali anche per piccola e semplice manutenzione: quindi porte aperte ad artigiani in pensione. Fondamentale il ruolo di Auser Piacenza e dei suoi volontari nei poli della cultura pubblica piacentini: biblioteche, musei, mostre speciali. “Nei luoghi in cui è contenuto il patrimonio culturale della collettività, i volontari garantiscono una migliore fruizione, attività importante soprattutto oggi. E ancora: assistenza alle mense scolastiche, supporto alle attività del Tribunale o della Procura e alla “Casa di Iris” e nelle strutture pubbliche l’aggiornamento delle bacheche. “Come Auser abbiamo lavorato in questi mesi per garantire la massima sicurezza e l’aggiornamento dei protocolli per l’impiego dei volontari – concludono da Auser – quindi offriamo un’esperienza attiva di crescita dal punto di vista della socialità e delle tutela dei beni materiali e immateriali di tutti, i beni comuni”. Chi fosse interessato anche solo per informazioni o chiarimenti puòtelefonare ad Auser allo 0523/320761 al mattino e chiedere di Daniele. E’ possibile presentarsi presso la sededi via Musso, 5, a Piacenza in orari d’ufficio oppure mandare una email all'indirizzo amministrazione [AT] auserpiacenza [DOT] it.
"Con Dante in esilio. La poesia e l'arte nei luoghi di prigionia": in preparazione al settimo centenario della morte del Sommo poeta, che cade nel 2012, Nicola Bultrini ha messo insieme le testimonianze di quanti, italiani e no, letterati famosi (Guareschi o Gadda) o semplici prigionieri, si sono affidati a Dante per non vivere come bruti l’esperienza atroce della reclusione. Bultrini (classe 1965) ha pubblicato diverse raccolte di poesie e con Mauro Cicarè è autore di "La grande adunanza" (CapireEdizioni 2018), la prima graphic novel dedicata al mondo della poesia.
Presentazione su Facebook il 16 luglio Nella sua nuova fatica editoriale, pubblicata da Ares, Bultrini inserisce la straordinaria ricchezza della Commedia in un percorso di testimonianze dirette su un testo capace di attualizzarsi qualunque sia l’inferno in cui venga letto. La prefazione è di Andrea Monda, direttore de l'Osservatore Romano. Il libro verrà presentato in anteprima giovedì 16 luglio alle 21.15 sulla pagina Facebook delle Edizioni Ares. Dialogano con l'autore: Francesco Napoli, critico letterario e Alessandro Rivali, editor Ares.
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