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Notizie Varie

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Agenda digitale, all’Emilia-Romagna il “Premio dei Premi” conferito da Mattarella

Agenda digitale

Un territorio al 100% digitale e senza differenze, da Piacenza a Rimini. Un territorio dove le persone vivono, studiano, lavorano e occupano il proprio tempo libero utilizzando le tecnologie, Internet e il digitale come fatto normale della vita quotidiana.
È uno dei “traguardi” che la Regione si è data e che sta realizzando anche attraverso l’Agenda Digitale Locale dell’Emilia-Romagna (ADLER), programma con cui ha accompagnato Comuni e Unioni di Comuni nella definizione e approvazione di strategie per innovare e digitalizzare organizzazione e procedure.
Un progetto che ha avuto un riconoscimento prestigioso, direttamente dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: il Premio nazionale per l’Innovazione “Premio dei Premi”. “Questa Regione lavora da molti anni per la tutela dei diritti digitali e per favorire una reale innovazione dell’intera comunità- hanno commentato Stefano Bonaccini, presidente della Giunta regionale, e Paola Salomoni, assessore all’Agenda Digitale-. Non possiamo che essere orgogliosi, quindi, per questo riconoscimento, che premia un percorso in continua crescita ed evoluzione: far sì che il nostro territorio, già ricco di risorse tecnologiche, diventi al 100% digitale. E questo attraverso una programmazione regionale di costante aiuto e supporto agli enti locali, alle imprese, al mondo della scuola, ai cittadini. Ecosistema al servizio dei territori e delle comunità locali che vogliamo ancora più rafforzare attraverso gli investimenti nell’Emilia-Romagna Data Valley, piattaforma europea dei Big Data e del supercalcolo basata sul Tecnopolo di Bologna e la rete regionale dell’Alta Tecnologia”.

Sostenere l'innovazione

Questa è l’undicesima edizione della cerimonia di conferimento del Premio nazionale per l’Innovazione “Premio dei Premi”, istituito su concessione della Presidente della Repubblica. Una cerimonia, quella del 2020, interamente online, con la presenza da remoto del presidente Mattarella.
Il Premio è stato conferito ad aziende, enti pubblici e professionisti del design individuati tra i vincitori dei premi per l’innovazione assegnati annualmente a livello nazionale dalle principali associazioni imprenditoriali e professionali nei settori dell’industria e del terziario (ABI, ADI, Confcommercio, Confindustria, PNICube), nonché da grandi gruppi industriali e dal Dipartimento della Funzione Pubblica.
Il “Premio dei Premi” (https://cotec.it/premio-dei-premi-2020/) ha l’obiettivo sia di sostenere la capacità d’innovazione del settore imprenditoriale, del mondo universitario, della ricerca pubblica, della pubblica amministrazione e del terziario, che di incentivare gli “attori” dell’innovazione a proseguire nella propria attività affinché si sviluppi una cultura del cambiamento, sensibilizzando al tempo stesso i cittadini ai temi della ricerca e dell’innovazione. La Regione Emilia-Romagna è stata premiata per il progetto “Agenda Digitale Locale dell’Emilia-Romagna” (ADLER). La Regione, di fatto, ha sviluppato un’azione di supporto e accompagnamento per i Comuni e le Unioni di Comuni, uno strumento politico-programmatico con l’obiettivo di rendere il territorio “100% digitale”, ovvero creare una comunità in cui le persone possano accedere in modo omogeneo alle tecnologie, riducendo gli isolamenti e garantendo a tutti un “ecosistema digitale” adeguato. All’interno del percorso, la Regione conduce gli enti locali alla definizione di una strategia digitale dedicata al contesto specifico. Tutto ciò con “azioni” di consultazione e cooperazione delle strutture pubbliche e private presenti negli specifici ambiti, in modo da abbattere barriere e costi di accesso alle competenze e alle tecnologie necessarie ad innovare. In questo contesto, l’emergenza sanitaria e la crisi economica hanno reso ancora più urgente accelerare il passo su innovazione e digitalizzazione, quali elementi fondamentali di un cambiamento che deve interessare l’intera società regionale, per una crescita più sostenibile con maggior occupazione, democrazia, uguaglianza, etica, giustizia e inclusione.

Progetti futuri

Il riconoscimento è anche un’occasione per ribadire gli elementi fondamentali della nuova Agenda Digitale 2020-2025. Già condivisa in Giunta, si svilupperà, dopo l’approvazione in Assemblea Legislativa, su alcune direttrici specifiche: dati per un’intelligenza diffusa a disposizione del territorio; competenze digitali come nuova infrastruttura per lo sviluppo socio-economico; trasformazione digitale dei settori produttivi e dei servizi; trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione; servizi pubblici digitali centrati sull’utente; più reti e più rete per un’Emilia-Romagna iperconnessa; da contesti marginali a comunità digitali; donne e Digitale, una risorsa indispensabile.
I primi interventi oggetto della strategia, già in essere o in attivazione, sono opere infrastrutturali dedicate alla connettività in fibra ottica per le scuole (24 milioni di euro), i voucher di incentivo all’attivazione di connessioni a banda ultralarga per famiglie e imprese dei Comuni montani (altri 24 milioni di euro), la sperimentazione di applicazioni per il supporto alla fruizione di servizi pubblici anche in contesti ospedalieri. Non solo: c’è la formazione alle competenze digitali per adulti e le iniziative di informazione e sensibilizzazione dei ragazzi delle scuole a temi come il coding, l’uso dei dati per informarsi e il contrasto a fake news.
Nel 2021, inoltre, la Regione supporterà tutti i Comuni dell’Emilia-Romagna nel processo di adesione alle piattaforme nazionali digitali (SPID, PAGOPA e APP IO) con l’obiettivo di offrire servizi innovativi in modo omogeneo sul territorio regionale (2,5 milioni di euro). Attenzione particolare sarà dedicata alle zone “marginali”, montagna e aree interne per prime, ma anche alle frazioni e ai quartieri più isolati; come anche al cosiddetto digital gender gap, che vede le donne spesso escluse da percorsi formativi e professionali. Una nuova Agenda Digitale, dunque, che, in sinergia e raccordo con il futuro Patto per il Lavoro e per il Clima, intende mutare profondamente il contesto socioeconomico regionale creando una vera e propria Data Valley, diffusa e omogenea, che contribuisca a rendere più competitivo e sostenibile il sistema regionale.

Pubblicato il12 dicembre 2020

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Charles de Foucald e Marthe Robin, due esempi di santità

Charles e Marthe

Charles de Foucald e Marthe Robin sono state le due figure di riferimento nella meditazione di Madre Maria Emmanuel, Abbadessa di San Raimondo, tenutasi il 5 dicembre. Due esempi di santità che hanno fondato la loro vita sull’Eucarestia. “Una delle cose più difficili nella vita - ha sottolineato la Madre - è stare in silenzio e immobili a guardare uno che apparentemente non ha vita”. Per Charles de Foucald - ha aggiunto - adorare significava mettersi ai piedi di Cristo come un niente, come polvere. Piegare le ginocchia, raccogliere le forze e consegnarsi a Dio così come si è. “Se adoro la vita, giorno dopo giorno, cambia - ha affermato Madre Emmanuel - si muta atteggiamento, tono di voce, modo di osservare le cose; l’Eucarestia ci costringe all’umiltà, è un atto di sottomissione a Dio e ci conduce a vivere in sobrietà”.

Beato Charles De Foucald

La vita di De Foucald - ha puntualizzato la religiosa - ha avuto spunti di grande attualità, sia nella prima parte, vissuta in maniera non certo esemplare dal punto di vista cristiano (ma in questo è in buona compagnia di altri santi, Agostino per esempio), sia dopo la conversione che lo trasformò in uno dei più grandi cercatori di Dio. Lui grande esploratore anche dal punto di vista geografico, dedicò in pratica il resto dei suoi anni a esplorare l'immenso territorio del rapporto tra il Creatore e le creature. Madre Emmanuel ne ha poi descritto in sintesi la sua esistenza:
“Nato a Strasburgo il 15 settembre 1858 da una famiglia nobile, trascorre la prima infanzia a Wissembourg, ma perde entrambi i genitori all'età di 6 anni e viene allevato dal nonno materno, che gli lascia anche una cospicua eredità. Il giovane Charles, gaudente e salottiero, la dilapida tuttavia in poco tempo e nel 1876 entra alla Scuola militare di Saint Cyr. Si distingue di più per le qualità di soldato che di studente. Lascia successivamente l'esercito per dedicarsi a spedizioni geografiche in Marocco e si dedica a studiare l'arabo e l'ebraico. Torna in patria e la sua vita ha la svolta decisiva, quando il futuro santo sente il bisogno di riavvicinarsi alla Chiesa cattolica. Nel 1890 entra fra i trappisti in Francia, nel 1901 viene ordinato prete. Nello stesso anno si trasferisce in Africa e prende a dimorare in un’oasi del deserto del Sahara profondo. Indossa una tunica bianca sulla quale è cucito un cuore di stoffa rossa, sormontato da una croce. Ospita chiunque passi da lui, cristiani, musulmani, ebrei, pagani e trascorre altri 13 anni nel villaggio tuareg di Tamanrasset. Prega 11 ore al giorno, si immerge nel mistero dell’Eucaristia e naturalmente non manca di impegnarsi nella difesa delle popolazioni locali dagli assalti dei predoni. E sono proprio loro, il primo dicembre 1916, a prendere alla lettera la notizia del grande "tesoro" che custodisce e di cui parla a tutti. Perciò, nel tentativo di impadronirsene (non sapendo che in realtà si tratta delle ostie consacrate durante la Messa), i malviventi saccheggiano la sua povera dimora e uccidono "Carlo di Gesù", come si fa chiamare dagli abitanti del luogo”.
“Muore da solo e apparentemente la sua vita sembra un fallimento - ha continuato la Madre - ma 50 anni dopo René Voillaume, sacerdote francese, rimane impressionato dai suoi scritti e fa nascere i “Piccoli Fratelli di Gesù” una comunità religiosa, ormai diffusa in tutto il mondo, fondata sull’amore verso l’Eucarestia”.

Venerabile Marthe Robin

L’altra figura di riferimento nella meditazione di Madre Meaanuel è stata Marthe Robin, nata a Châteauneuf-de-Galaure (Drôme), nel sud-est della Francia, il 13 marzo 1902, in una famiglia di modesti contadini. La sua vita, fino ai 16 anni, - ha proseguito l’Abbadessa - scorre serena nella campagna. Ma, nel mese di novembre del 1918, Marthe cade a terra e non riesce più ad alzarsi: fu l'inizio della sua misteriosa patologia, che venne diagnosticata come encefalite letargica. Dal 3 ottobre del 1926 si aggrava: ha continue emorragie e non ritiene più nulla nello stomaco, poi la paralisi colpisce tutto il corpo. Per 50 anni consecutivi non mangerà più e non berrà più; le verranno inumidite le labbra con acqua o caffè e si nutrirà soltanto con l’Eucaristia; tuttavia l’Ostia non veniva inghiottita, ma spariva letteralmente e inspiegabilmente tra le sue labbra. Su di lei il filosofo cattolico Jean Guitton, accademico di Francia, scrisse il suo ultimo libro. Egli racconta: ''Altrove non ci sono che problemi, ma da lei non ci sono che soluzioni, perché si mette allo stesso tempo al centro del cielo e al centro della terra”. Marthe aveva il dono del consiglio e quello di leggere nei cuori, grazie ai quali aiutò molte persone, laici e religiosi, a risolvere difficili questioni spirituali. Diede importanti consigli al Presidente de Gaulle, a cardinali, vescovi, filosofi e scienziati.

R. T.

Pubblicato il 10 dicembre 2020

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Il Signore asciugherà le lacrime su ogni volto

dono

Il Signore prepara un banchetto per noi, ma noi non lo possiamo raggiungere con le nostre sole forze.
Così ci dice il Vangelo: “Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli” e lo farà lasciandosi trafiggere; eliminerà la morte per sempre e squarcerà la coltre distesa su di noi che ci impedisce di raggiungerlo e di essere a mensa con lui.

Il Signore, infatti, si lascia aprire il suo stesso costato perché noi riusciamo ad attraversare il cielo e sedere con lui, accanto al suo cuore: ecco che cos’ha fatto Cristo per noi, ha riaperto una speranza.
Il tempo di morte che ci opprime in questo tempo verrà sgombrato nuovamente con la sua morte e resurrezione, cosicché raggiungendo l’altare dell’Eucaristia ogni giorno possiamo vincere il nemico e ogni pensiero nefasto; così da sconfiggere il male, la sofferenza, la menzogna, l’ingiustizia e creare comunione fra noi e lui.

 


La morte è quella coltre che ci vorrebbe sommersi in un mare buio, ma ha le ore contate: a noi è riservata la vita eterna ed è il dono per eccellenza, come una nuova luce in noi.
E allora come ringraziare Dio?
In cambio ci è chiesta una cosa semplice ma fondamentale: l’assenso della nostra libertà, cioè il riconoscere nel Corpo di Cristo l’unica porta per attraversare la morte e guarire dalle nostre infermità.
Gesù salendo sul monte del calvario guarda la folla, vede noi ciechi, zoppi, storpi e ne ha profonda compassione, ma chiede il nostro assenso.

Forse mai come oggi abbiamo riconosciuto la fragilità che ci abita, ma niente può fermare l’azione dell’Eucaristia e la sua grazia purché ci decidiamo a portare i nostri doni e depositarli sull’altare, come pane per sfamare noi stessi e gli altri.
Il nostro cuore deve accogliere il dono di Dio, quella libertà che sceglie la verità.
Alziamo lo sguardo e incrociamo il suo, impariamo a chiedere ciò che ci è necessario, il pane della vita, l’Eucaristia, mostrando il coraggio di esporci e scegliere la strada per guarire.
Smuoviamo la nostra libertà, senza il nostro assenso Gesù pur bussando tantissime volte non troverà radici nel nostro cuore e noi non andremo lontano.
Abbiamo una grossa responsabilità, ogni momento e ogni giorno: fidiamoci, sediamoci e attendiamo i pani e i pesci che verranno per colmare la strada che ci separa ancora dal cielo.

Estratto dalla Lectio mattutina
di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 2 dicembre 2020, Libro del profeta Isaia 25,6-10

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Omaggio all’Ecce Homo del Piccolo Museo della poesia

 ecce

A Palazzo Galli recitati con grande trasporto emotivo alcuni brani di autori del XX e XXI secolo

«Vogliamo dedicare questa performance poetica a tutti coloro che hanno sofferto e soffrono a causa della pandemia. Ci riempie di orgoglio omaggiare uno dei dipinti più importanti di tutti i tempi in un momento di grande sofferenza che ci deve impegnare ad essere tutti migliori».
Con questo pensiero Massimo Silvotti, direttore del Piccolo Museo della poesia, ha aperto l’undicesima giornata - in diretta streaming da Palazzo Galli - degli eventi collaterali collegati all’Ostensione del capolavoro di Antonello da Messina organizzata dalla Banca di Piacenza.
Il vicedirettore generale dell’Istituto di credito Pietro Boselli ha introdotto l’appuntamento ricordando come il museo che ha trovato sede nell’oratorio di San Cristoforo sia un’eccellenza che rappresenta Piacenza nel mondo, «un progetto alla cui realizzazione la nostra Banca ha avuto il piacere di poter contribuire in maniera significativa».
Il dott. Silvotti si è soffermato sullo sguardo del Cristo alla Colonna piacentino: sconvolgente la sua intensità comunicativa, di un uomo che si rivolge a ciascuno di noi e che sembrerebbe chiederci misericordia. «Siamo partiti da qui, dall’ipotetico dialogo tra persone che eleva il dolore a strumento di comunicazione, attraverso brani di donne e uomini del XX e XXI secolo trasudanti di un’umanità verace».
Giusy Cafari Panico, direttrice del Comitato scientifico del Museo, ha aperto i momenti di recitazione con una poesia di Aldo Palazzeschi (La fontana malata), una tragica allegoria della sofferenza umana. Domenico Ferrari Cesena, scrittore e presidente dell’associazione che fa capo al Piccolo Museo della poesia, ha invece interpretato il poemetto La pietà, scritto da Giuseppe Ungaretti nel 1928, dove gli uomini sono ombre e Dio forse un sogno.
Un brano tratto da Succubi e supplizi di Antonin Artaud è stato oggetto di lettura da parte di Edoardo Callegari, responsabile delle Relazioni esterne del Museo, mentre la responsabile della sezione Poesia piacentina, Doriana Riva, ha recitato Mancato acquisto - Sul Grave, ma appena di Giorgio Caproni.
Padre mio di Mario Luzi il testo scelto da Massimo Silvotti, una poesia definita «dicotomica, tra soavità e terreità», seguito da Sabrina De Canio - condirettrice e responsabile dell’Area internazionale del Museo - con Moriremo lontani. Sarà molto di Cristina Campo.
Gli abili dicitori sono stati protagonisti di un “secondo giro” con la lettura delle seguenti poesie: Corpo d’amore di Ada Merini (Doriana Riva), Mattutino di Louise Glück, premio Nobel per la letteratura 2020 (Giusy Cafari Panico), Via Crucis, scritta da Guido Oldani, presidente del Comitato scientifico del Piccolo Museo (Sabrina De Canio e Massimo Silvotti), L’uomo che cammina di Christian Bobin (Edoardo Callegari), Sii dolce, sii gentile di Mariangela Gualtieri (Sabrina De Canio).

Pubblicato l'8 dicembre 2020

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Ristori economici, salgono a 31 milioni i fondi per le attività sospese

Ristori quater

Salgono a 31 milioni di euro le risorse disponibili per i ristori economici a favore delle categorie che in Emilia-Romagna hanno dovuto sospendere o limitare le loro attività a causa delle misure restrittive introdotte per frenare il contagio da Coronavirus. Si tratta di pubblici esercizi come bar e ristoranti, taxi e Noleggio con conducente, operatori della cultura e comparto sport, palestre e piscine. Ai 10 milioni di euro già stanziati dalla Regione e inseriti nel bilancio di previsione 2021, e quindi disponibili fra poche settimane, si aggiungono più di 21 milioni messi a disposizione dal Governo attraverso l’ultimo Decreto-legge, il quarto, sulle ulteriori misure connesse all’emergenza epidemiologica. Nel provvedimento, oltre a stanziare ulteriori misure dirette a favore delle imprese, l’Esecutivo ha ripartito fra le Regioni a statuto ordinario ulteriori 250 milioni di euro per il ristoro delle categorie soggette a restrizioni aggiuntive disposte dalle stesse Amministrazioni regionali in relazione all’emergenza Covid.
E all’Emilia-Romagna sono assegnati allo scopo 21,266 milioni di euro. Sommati ai fondi già stanziati dalla Giunta regionale, si arriva appunto a un pacchetto da oltre 31 milioni di euro, disponibili in tempi brevi, fra fine dicembre e inizio gennaio. “Il Governo ci ha ascoltati - afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini - accogliendo la richiesta che avevo avanzato, anche a nome delle altre Regioni, subito dopo aver approvato a inizio novembre l’ordinanza regionale anti-assembramenti, che interveniva in particolare sugli esercizi commerciali. Ringrazio il presidente Conte e il ministro Gualtieri. Agli esercenti e agli operatori di altri settori come i servizi, la cultura e lo sport stiamo chiedendo un sacrificio enorme, per proteggere la salute delle persone e dell’intera comunità: per questo dobbiamo sostenerli, oltre a ringraziarli per la responsabilità che continuano a dimostrare. Adesso dobbiamo garantire loro aiuti in tempi veloci- chiude Bonaccini - e stiamo lavorando con i nostri uffici per individuare i criteri più equi e gli strumenti più rapidi perché ciò avvenga, su cui ci raccorderemo come sempre con le associazioni di categoria”.

Pubblicato il 6 dicembre 2020

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