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Notizie Varie

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Case di Riposo: si rinnova il «Progetto Piacenza»

progetto piacenza 2021 

È stato firmato nella sede della Fondazione di Piacenza e Vigevano, il nuovo protocollo d’intesa di Progetto Piacenza. Si tratta dell'aggiornamento dell'intervento, avviato nel 2015, che ha come finalità l’individuazione e l’offerta di posti nelle residenze anziani a costi calmierati per le famiglie. Inizialmente promosso da Comune di Piacenza, Fondazione e Consulta Diocesana degli Organismi Socio Assistenziali, Progetto Piacenza è stato in seguito ampliato ai distretti socio sanitari di Levante e Ponente, potendo così rispondere alle esigenze dell'intero territorio provinciale.
Il protocollo d'intesa è stato sottoscritto dai sindaci di Piacenza Patrizia Barbieri, di Castelsangiovanni Lucia Fontana e di Fiorenzuola Romeo Gandolfi, dal direttore della Consulta diocesana Mario Idda e dal presidente della Fondazione Massimo Toscani.

Progetto Piacenza consente di accogliere, in maniera temporanea e con una retta agevolata, anziani non autosufficienti inseriti nelle liste d’attesa dei Servizi Assistenza Anziani distrettuali, in vista dell’ingresso in strutture con posto contrattualizzato. La Fondazione di Piacenza e Vigevano finanzia il progetto con un contributo di 195.000 euro, a copertura dei costi alberghieri. Una ulteriore riduzione sulle rette a carico delle famiglie viene messa a disposizione dalle case di riposo, che applicano un canone calmierato.
Attualmente, i posti a disposizione presso le case protette della Consulta sono 28: di questi, 17 fanno capo al distretto di Piacenza (10 messi a disposizione dalla Fondazione Pia Casa per anziani Maruffi e 7 dalla Fondazione Madonna della Bomba Scalabrini onlus); 8 posti riguardano il distretto di Ponente (4 messi a disposizione dalla C.R.A. Pia Casa Mons. Castagnetti onlus e 4 dalla Casa di riposo Gasparini); altri 3 sono relativi al distretto di Levante (Associazione Casa di Riposo Ceresa).
In base ai posti letto assegnati, ciascun Servizio Assistenza Anziani distrettuale, seguendo l’ordine della lista d’attesa per l’accesso su posto contrattualizzato, e previa segnalazione degli assistenti sociali, informa gli utenti della possibilità di ingresso su posto calmierato. Oltre alla posizione in lista di attesa, vengono valutate particolari situazioni di emergenza sociale o economica, nonché ulteriori elementi, quali la residenza degli anziani e dei loro familiari. In caso di interesse da parte della famiglia, il Servizio segnala alla struttura il nominativo dell’utente, che può rimanervi fino a che non gli viene proposto un posto contrattualizzato, e comunque, per un periodo non superiore a sei mesi.

«Il criterio della rotazione dell'assistenza ci ha consentito in questi anni di poter aiutare centinaia di famiglie», ha sottolineato il presidente della Fondazione Massimo Toscani, evidenziando come il limite temporale dei sei mesi consenta di alleviare le difficoltà di un numero maggiore di nuclei familiari, ciascuno dei quali risparmia mensilmente almeno 600 euro sul costo delle rete "normali". «Con questo aggiornamento del protocollo rispondiamo a tante sollecitazioni che ci sono giunte. Inizialmente Progetto Piacenza era limitato al comune capoluogo: oggi non solo assicuriamo una continuità, ma l'abbiamo esteso a tutta la provincia. Il mio auspicio è che possa allargarsi ulteriormente il numero delle case di riposo che aderiscono».
Dal punto di vista organizzativo, la Consulta Diocesana degli Organismi Socio Assistenziali coordina l’azione delle strutture aderenti, promuovendo l’omogeneità dei servizi resi e degli standard di qualità. «Credo che i risultati di questo progetto siano evidenti a tutti - ha sottolineato il direttore Mario Idda -. Dare un segno di continuità, nel difficile contesto attuale, è particolarmente importante. Ringrazio la Fondazione che ci sostiene ed i Comuni, che sono in prima linea per la riuscita del progetto». Determinante è infatti l'attività dei Servizi Assistenza Anziani distrettuali, che individuano gli utenti idonei.

Il ringraziamento dei sindaci coinvolti


Il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri ha sottolineato come il progetto assuma oggi un rilievo ancora maggiore: «Occorre rispondere alle esigenze delle famiglie, per molte delle quali è aumentata la situazione di criticità. Le difficoltà in tempi di pandemia si sono purtroppo acuite e la maggiore richiesta lo testimonia. Oggi è ancora più strategico fornire risposte e non posso che sottoscrivere con convinzione questo protocollo».
Il sindaco di Castelsangiovanni Lucia Fontana, in qualità anche di presidente della Conferenza territoriale sociale e sanitaria, ha espresso il suo ringraziamento in rappresentanza di tutti i comuni del territorio, sottolineando l'impatto positivo che il progetto è in grado di determinare: «In questo momento storico, connotato da una tragedia che colpisce soprattutto gli anziani, sappiamo bene le difficoltà e il grande carico, anche emotivo, che grava sulle famiglie e sul tessuto sociale».
«Progetto Piacenza rappresenta un tassello del "sistema Piacenza", significativo in abito welfare» ha sottolineato Romeo Gandolfi, primo cittadino di Fiorenzuola d'Arda. «Ci consente di sostenere le famiglie degli anziani, che hanno cresciuto la nostra società e ci hanno trasmesso i valori».

All'incontro erano presenti l'Assessore al Welfare del Comune di Piacenza Federica Sgorbati, il coordinatore della Commissione Welfare e membro del Cda della Fondazione Franco Egalini e i rappresentanti di alcune delle case protette coinvolte: Andrea Altini (Casa di riposo Gasparini di Piave Dugliara di Rivergaro), Francesco Botteri (Casa Mons. Castagnetti onlus di Pianello) e Paolo Cavallo (Fondazione Madonna della Bomba Scalabrini onlus).

Nella foto di Del Papa, i partecipanti alla firma del protocollo d'intesa  "Progetto Piacenza" per  le Case di Riposo.

Pubblicato il 15 aprile 2021

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Servizi educativi e scuole per l’infanzia, monitoraggio sui protocolli di sicurezza

 monitoraggio nidi

Riapertura in sicurezza di nidi e scuole per l’infanzia e necessità di forte raccordo sui centri estivi e le iniziative delle Scuole aperte d’estate, fondamentale il rispetto dei protocolli e dei patti di corresponsabilità con le famiglie, conferma dei contributi regionali per l’abbattimento delle rette dei centri estivi. Prosegue, con il video incontro dei giorni scorsi, il lavoro del tavolo di confronto allargato, istituito dalla Regione e il monitoraggio sulle riaperture in presenza dei servizi educativi per l’infanzia; un gruppo di lavoro composto dai rappresentanti dei Comuni, dei gestori privati, dei coordinamenti pedagogici territoriali, della sanità regionale, delle organizzazioni sindacali, firmatarie del Protocollo nazionale dedicato alla fascia 0-6 anni. Presente anche l’Ufficio scolastico regionale. Gli argomenti affrontati hanno spaziato dagli aspetti di tipo organizzativo messi in campo per la ripresa delle attività educative e scolastiche in presenza, ripartite da alcuni giorni, fino alle riflessioni in merito all’avvio dei “centri estivi” e alle eventuali attività di offerta formativa presso le “scuole aperte” durante il periodo di sospensione estiva delle lezioni. In primo luogo la Regione ha confermato l’erogazione dei contributi ai Comuni per l'abbattimento delle rette dei Centri estivi e l’avvio dell’interlocuzione con il Governo sulle indicazioni organizzative da adottare per la riapertura in sicurezza dei servizi nei prossimi mesi. “Registriamo una positiva riapertura dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia- ha affermato la vicepresidente regionale con delega al Welfare, Elly Schlein, che ha presieduto il Tavolo-. Confermo con piacere che la Regione anche quest’anno non farà mancare il sostegno concreto ai genitori, dopo questi mesi difficili anche dal punto di vista delle ricadute economiche e sociali. Rifinanzieremo, come avvenuto negli anni precedenti, sia la misura rivolta al forte abbattimento delle rette dei centri estivi sia il progetto ‘Al nido con la Regione’, grazie al quale si potranno contenere le rette dei servizi educativi. Questo supporto guarda anzitutto ai bisogni educativi di bambine e bambini, ma vuole anche supportare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle famiglie, sapendo che il peso maggiore derivante dal perdurare dell’emergenza sanitaria sta ricadendo ancora una volta sulle donne”.

Dai rappresentanti dei territori è peraltro emerso il pieno sostegno al ruolo di impulso svolto dalla Regione per chiedere un forte raccordo tra le iniziative estive per le Scuole aperte e i centri estivi, dal livello nazionale al livello territoriale, affinché le diverse iniziative che andranno ad arricchire l’offerta delle attività estive per bambini e ragazzi siano ben distribuite in termini di qualità delle proposte per i diversi segmenti d’età, razionalizzando al meglio l’utilizzo dei diversi spazi, compresi gli edifici scolastici, anche valorizzando il ruolo del terzo settore. In vista, nelle prossime settimane, di ulteriori incontri per valutare aggiornamenti dei protocolli di sicurezza per lo svolgimento delle attività estive in raccordo con il livello nazionale. Nel contempo, si è ribadita l’importanza fondamentale di assicurare il pieno rispetto e l’attuazione dei protocolli nazionali dedicati ai servizi 0-6 e dei patti di corresponsabilità firmati con le famiglie. La Regione, accogliendo una richiesta dei sindacati, per contribuire ad assicurare una ripartenza con maggiore serenità per il personale supporterà comuni e gestori anche con una fornitura diretta di dispositivi di protezione di livello superiore, già in uso in gran parte di questi servizi, attraverso la collaborazione con gli enti locali.

Pubblicato il 14 aprile 2021

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Nasce la Fondazione per la formazione universitaria a orientamento professionale

 Atenei formazione università cattolica

Nasce la Fondazione per la Formazione Universitaria a orientamento professionale (FUP): un partenariato pubblico-privato che connette mondo universitario e reti industriali del territorio emiliano-romagnolo per la progettazione, la promozione e la gestione delle nuove lauree ad orientamento professionale. Politecnico di Milano – Polo territoriale di Piacenza e Università Cattolica del Sacro Cuore – Campus di Piacenza, Università di Bologna, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Università di Parma, sono i soci fondatori universitari, a cui si affiancano Confindustria Emilia Centro, Confindustria Piacenza, Confindustria Romagna, Unione Parmense degli Industriali, Unindustria Reggio Emilia e l’Associazione Scuola Politecnica ITS Emilia-Romagna. Le lauree ad orientamento professionale sono corsi di studio triennali fortemente incentrati sulla formazione tecnica, pensati per formare personale altamente qualificato e specializzato nei diversi settori dell’ecosistema produttivo e garantire così il continuo sviluppo del sistema Paese. Non a caso, la collaborazione tra università ed attori del territorio per lo sviluppo della formazione professionalizzante è uno dei punti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), attualmente in fase di elaborazione da parte del Governo, che definisce le linee guida per l’utilizzo dei fondi europei Next Generation EU. Aumentare l’offerta di percorsi di laurea professionalizzanti è infatti fondamentale per far crescere il numero di laureati in Italia, in particolare nel comparto tecnico: un dato che oggi vede il nostro paese al 27,6%, molto al di sotto della media europea (41,6%). Con questo obiettivo, è quindi importante fare sistema su base regionale, con un progetto di ampio respiro che permette di raggiungere numeri consistenti. La nascita della Fondazione per la Formazione Universitaria a orientamento professionale permetterà quindi di ampliare l’offerta di questo tipo di corsi di studio, anche in una logica intrateneo, che saranno sviluppati in stretta connessione con il sistema produttivo del territorio. In questo modo gli studenti potranno acquisire una preparazione universitaria di alto livello tecnico e scientifico, anche grazie alla possibilità di realizzare parte delle attività formative direttamente all’interno delle aziende. La Fondazione provvederà infatti alla gestione delle attività formative integrative, dei laboratori e dei tirocini, e sosterrà azioni e servizi per l’orientamento, il diritto allo studio e per l’inserimento degli studenti nel mondo del lavoro. La partecipazione della Scuola Politecnica ITS Emilia-Romagna fungerà inoltre da raccordo e permetterà di favorire azioni condivise di orientamento nell’accesso, con l’obiettivo di incrementare il numero complessivo dei giovani con specializzazione tecnica, scientifica e professionale e di favorire la continuità dei percorsi di ciascuno.

“Quando ci è stato proposto questo progetto abbiamo immediatamente pensato che avrebbe completato un lavoro che stiamo facendo sulla formazione tecnica a diversi livelli e rivolto sia ai ragazzi che alle ragazze: con i poli scolastici del territorio; sul fronte ITS dove stiamo operando per portarne a Piacenza uno ad indirizzo meccanico; con le Università ed i centri di ricerca locali. Chiudere l’offerta formativa con le lauree professionalizzanti è stata quindi una decisione molto opportuna, tanto più ora che la transizione verso Industria 4.0, il crescente processo di digitalizzazione, l’attenzione verso le energie green e la tutela ambientale richiedono competenze specialistiche crescenti. La presenza in questa Fondazione degli atenei piacentini, che abbiamo favorito lavorando in stretta sinergia con le Università della Regione e con le altre associazioni confindustriali, consente a Piacenza di partecipare al progetto in maniera unitaria e con forte radicamento sul territorio”, afferma il presidente di Confindustria Piacenza Francesco Rolleri. “L’Università Cattolica ha manifestato da subito la volontà di partecipare a un’iniziativa che potrei definire ‘storica’ in quanto è la prima del suo genere in Italia - sottolinea Mauro Balordi, Direttore della sede di Piacenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore -. Un’iniziativa che stringe uno stretto rapporto tra Università e imprese, e che andrà a formare personale tecnico altamente specializzato nella direzione richiesta dal mercato del lavoro. E mi fa particolarmente piacere che i due Atenei piacentini e Confindustria Piacenza abbiano saputo fare squadra al servizio dei giovani del territorio. La sede di Piacenza dell’Università Cattolica, con le sue tre Facoltà, potrà dare un significativo contributo formativo”. “Il Politecnico di Milano, Polo di Piacenza aderisce a questa iniziativa per sperimentare un nuovo percorso formativo di tipo professionalizzante d’intesa con altre università della regione Emilia-Romagna e le Associazioni confindustriali del territorio – dichiara il prorettore, prof. Dario Zaninelli -. Questa nuova esperienza formativa è di particolare interesse per una regione ricca di imprese che puntano sulla innovazione tecnologica e che possono trovare con le Università modelli formativi che permettono di incrementare il livello di conoscenza e quindi di impiego dei nostri giovani”.

Pubblicato il 14 aprile 2021

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Aumenta il Fondo sociale regionale, per Piacenza è di 2,9 milioni

 fondo sociale

Sostenere concretamente le famiglie e le persone in maggiore difficoltà di fronte alla crisi economica e sociale determinata dall’emergenza sanitaria da Covid-19. E’ con questo obiettivo che la Regione Emilia-Romagna, con un atto approvato nei giorni scorsi dalla Giunta, ha stanziato 51,3 milioni di euro, 2 milioni in più rispetto all’avvio dello scorso anno, per finanziare il Fondo sociale regionale 2021. Destinatari delle risorse - circa 23 milioni provenienti dalle casse regionali e la restante parte, 28 milioni, dallo Stato - sono Comuni e Unioni di Comuni, che le utilizzeranno per rafforzare gli interventi e i servizi sociali del territorio, in base alle esigenze e alle priorità definite e programmate tramite i Piani di zona a livello distrettuale. La scadenza per la presentazione dei Piani alla Regione è fissata per il prossimo 31 maggio. Dei 51,3 milioni complessivi, 44,1 saranno impegnati sui servizi, con particolare attenzione ai bisogni di bambini, adolescenti e famiglie, specialmente le più vulnerabili e quelle più colpite dalla crisi economico-sociale causata dalla pandemia. I restanti7,2 milioni serviranno a finanziare i centri per le famiglie e i progetti per la prevenzione dell’allontanamento dei minori, migliorare la qualità della vita dei detenuti negli Istituti penitenziari della regione e a favorirne il reinserimento sociale e lavorativo, con un aumento delle risorse rispetto agli anni precedenti. E ancora, a sostenere il trasporto pubblico locale per le persone in condizione di fragilità sociale, con due novità: le risorse serviranno anche a rendere gratuito il trasporto pubblico locale per le persone senza dimora; e le famiglie numerose con 4 o più figli potranno beneficiare delle tariffe agevolate con dichiarazione Isee innalzata a 28mila euro, rispetto alla soglia dei 18mila fissata negli anni precedenti. Per le persone senza dimora sono previste risorse dedicate anche per sostenere servizi ed accoglienza diurna, percorsi abitativi in autonomia e i servizi di assistenza nelle unità di strada.

“La crisi legata alla pandemia di Covid-19 ha aumentato le diseguaglianze, generando nuove povertà e discriminazioni - sottolinea la vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein -. Tra i più colpiti ci sono le persone fragili, che già prima dell’emergenza vivevano in situazioni di precarietà, e le donne. Nel 2020 abbiamo iniziato, grazie all’ascolto dei territori e delle parti sociali, ad adattare e innovare i nostri strumenti di supporto per contrastare le diseguaglianze in aumento e rispondere ai nuovi bisogni. I risultati sono stati significativi e quest’anno partiamo aumentando la dotazione del Fondo sociale regionale a 51 milioni per sostenere i servizi del territorio”. “Il nostro compito e la nostra sfida come amministratrici e amministratori- prosegue la Vicepresidente - sarà offrire alle persone che oggi sentono di aver perso tutto, gli strumenti per resistere e ricostruirsi un futuro. Il nostro impegno è quello di continuare a muoverci in questa direzione, con ogni mezzo di cui disponiamo, proseguendo nella sperimentazione di modalità di intervento innovative che hanno funzionato bene già nel 2020. La risposta dei territori ai nuovi e più flessibili strumenti di contrasto alle diseguaglianze che abbiamo messo in campo è stata molto significativa: oltre ai 4 milioni destinati direttamente a questo scopo, si sono mobilitate risorse regionali, statali, comunali e private che ammontano complessivamente a 24 milioni in questa stessa direzione”. Tra gli interventi che i Comuni possono decidere di potenziare rientrano: quelli di sostegno economico alle persone in difficoltà, sostegno socio educativo agli adolescenti in difficoltà e con disabilità, progetti di mediazione familiare ed educazione alla genitorialità; sostegno ai bambini in difficoltà nell’ambito scolastico e nel tempo libero per contrastare la dispersione e l’abbandono scolastico; attività di carattere educativo e sociale di preadolescenti, adolescenti per promuovere la socializzazione e arginare il diffondersi delle diverse forme di disagio e ritiro sociale, che con il perdurare dell’emergenza sanitaria sono in aumento. A livello territoriale, i 44,1 milioni destinati alla gestione dei servizi sociali e sociosanitari saranno così suddivisi tra le province dell’Emilia-Romagna: Bologna 10,1 milioni di euro; Modena 7,1; Reggio Emilia 5,3; Parma 4,5; Forlì-Cesena 3,8; Ravenna 3,9; Ferrara 3,3; Rimini 3,2; Piacenza 2,9.

Pubblicato il 14 aprile 2021

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Santa Maria di Campagna, cinque secoli di storia. Un anno di eventi nel 2022

basilica


Cadono l’anno prossimo i 500 anni dalla posa (il 13 aprile) della prima pietra della Basilica di Santa Maria di Campagna.
Per ricordare l’anniversario nell’anno prossimo e predisporre le opportune celebrazioni, nei giorni scorsi si è riunito un comitato, sotto la presidenza del Padre guardiano della Comunità dei Frati Minori Osservanti Padre Secondo Ballati. Si prevede che il Quirinale conceda, per l’importanza dell’anniversario e delle manifestazioni previste il suo Alto Patrocino, per il quale sono già in corso i contatti del caso.
Il programma predisposto, si legge nel comunicato a cura della Banca di Piacenza,  verrà quanto prima sottoposto al Sindaco, nonché al Vescovo in carica ed al Vescovo emerito. A parte il Comitato d’Onore, sarà in particolare costituito un Comitato organizzatore, alla cui presidenza è stato chiamato il Condirettore della Banca di Piacenza dott. Pietro Coppelli, che sarà assistito dalla dott.ssa Lavinia Curtoni quale responsabile dell’Ufficio Relazioni esterne dell’Istituto di credito, notoriamente legato alla Basilica di Campagna ove ha effettuato numerosi restauri e da ultimo anche la Salita al Pordenone, che nel 2018 richiamò a Piacenza centomila visitatori circa.
La riunione organizzativa dei giorni scorsi ha già messo in programma diversi eventi, a principiare naturalmente da una funzione religiosa che si terrà il 17 aprile del prossimo anno, prima domenica dopo l’anniversario cinquecentenario. E’ pure in previsione l’organizzazione di un Convegno internazionale di studi sulla Basilica, un concerto di musica sacra e un concerto vocale e strumentale dell’Accademia Vivarium Novum, con carmina in latino e greco.
Centro dell’importante anniversario sarà naturalmente la valorizzazione dell’immenso patrimonio documentario (in gran parte, questo, requisito in periodo napoleonico) e strumentale, sia sacro che profano, con riferimento quindi ai corali custoditi nel convento, che ospitò financo la più importante – allora – officina farmaceutica della città, con una pubblicazione che sarà espressamente dedicata alla farmacopea conventuale.
Da ultimo, è allo studio la realizzazione di un reading teatrale di brani tratti dalla pubblicazione (curata lo scorso anno dalla Banca) di Padre Corna sulla Basilica, con particolare riferimento alle famiglie dei Fabbricieri, al Beato Marco da Bologna (venerato nella chiesa), ai frati più significativi come Padre Davide da Bergamo, Padre Magnani, Padre Fontana ed altri.
Non ci si dimenticherà delle sepolture, con la piantina della Basilica e l’indicazione delle persone sepolte in vari punti della chiesa, fra cui fu – come noto – per un certo tempo Pier Luigi Farnese, dopo il tirannicidio e prima del trasferimento della salma all’Isola Bizentina, prima ospitata nella tomba dei frati, in sagrestia. Recentemente, fra l’altro, è venuto alla luce, sotto il pavimento della Basilica (accessibile da una botola), anche un cimitero, che si pensa possa aver ospitato le salme dei frati e dei Fabbricieri a fianco dei martiri delle persecuzioni dioclezianee.
Anche il “Ballo dei bambini” (quasi tutti i piacentini hanno “ballato” in Santa Maria di Campagna, protesi verso la storica Madonna protettrice di Piacenza, sollevati sulle braccia dei frati), non sarà dimenticato.
Naturalmente la Salita al Pordenone, recuperata dalla Banca di Piacenza, sarà parte integrante (e importante) delle celebrazioni, che si concluderanno con una ripresa della Festa di primavera con laboratori di pittura estemporanea che interesseranno anche i bambini della Scuola paritaria Sant’Orsola, vicina – come noto – al popolare Istituto di credito di Via Mazzini.
Sempre l’anno prossimo cadranno i 900 anni dalla costruzione del Duomo di Piacenza (terza grande cattedrale, ricordata – nella fondazione – dalla lastra di marmo bianca incisa e collocata sopra un portale) ed anche questa felice coincidenza viene vista dal Comitato organizzatore dei festeggiamenti dei 500 anni di Santa Maria di Campagna come un’ottima occasione di turismo religioso, con valorizzazione di tutto ciò che lo stesso concerne.

Pubblicato il 13 aprile 2021

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