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Notizie Varie

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Incontro Ucid: «occorre lavorare per un mercato più civile »

papa

Mons. Celso Dosi assistente diocesano del movimento ecclesiale d’impegno culturale MEIC, presenta “Fratelli tutti una guida alla lettura dell’enciclica di Papa Francesco”, un incontro moderato da Giuseppe Ghittoni, presidente UCID Piacenza.

Cultura dello scarto

Tutto il ministero di papa Francesco ha denunciato con forza la cultura dello scarto, dell’indifferenza, volgendo lo sguardo al mondo delle periferie: quelle economiche, materiali ed esistenziali. In questa enciclica ha invitato a comprendere le implicazioni concrete della fraternità per agire di conseguenza, perché la fraternità è legata al riconoscimento di un unico padre che è Dio.

La cura dell’umanità

Perché siamo stati capaci di andare sulla luna ma non di difendere e di aiutare gli altri? Il lavoro e la cura sono due aspetti fondamentali dell’essere umano, siamo riusciti a fare enormi progressi con il primo aspetto, ma abbiamo relegato il secondo alla sfera privata e da sempre qualcosa di riservato alle donne, facendo di questo qualcosa di meno importante. Il lavoro da dignità all’uomo ma la capacità di prendersi cura dell’altro ci rende davvero degni di abitare questo mondo.

L’indifferenza è complice delle ingiustizie

Il passare oltre di fronte alle sofferenze ha sicuramente gravi conseguenze, il disimpegno sociale implica un disimpegno morale e nei casi più gravi, per giustificare l’indifferenza, si finisce nella distorsione di svalutare la vittima nella relazione causa-effetto. Ma è necessario metterci all’opera coinvolgendo i singoli, le istituzioni ed i popoli interi. In primo luogo è necessario insegnare alle nuove generazioni il senso sociale dell’esistenza, la convinzione dell’inalienabilità della dignità umana e offrire sane motivazioni per amare e accogliere tutti.

Fraternità e amicizia sociale

L’amicizia sociale implica il sentirsi uniti a tutti coloro che sono della nostra stessa carne, declinandola in tutti i suoi aspetti, sia quello politico che economico. Il pensiero sociale cattolico implica il riconoscimento della dignità umana, la solidarietà e la funzione sociale della proprietà, ricordando che quest’ultima è un diritto subordinato alla destinazione universale dei beni. Saranno fondamentali gli impegni da prendere in relazione al fenomeno delle migrazioni, della pace, impegni politici ed economici che devono essere al servizio della fraternità.

Architetti ed artigiani della pace

La riconciliazione ha bisogno di strategie ed impegni formali ma anche di cuori pulsanti per scrivere nuove pagine della storia. Papa Francesco nega il concetto di guerra giusta e rifiuta fermamente il concetto di pena di morte. I processi di pace sono minati dalla diseguaglianza sociale e la pandemia non ha fatto che aggravare questi problemi, invece di fare la corsa agli armamenti il papa propone di fare la corsa verso la sicurezza alimentare e il lavoro per tutti. La spesa militare nel 2019 ha raggiunto i livelli più alti, ma non riusciamo a prenderci cura delle persone ammalate, dobbiamo comprendere dove indirizzare le risorse in un momento di svolta epocale.

La politica

L’enciclica dedica molto spazio al tema della politica, con esortazioni e suggerimenti a coloro che servono tutti i paesi del mondo, affinché siano l’espressione di un popolo e non di populismi, perché abbiano visioni più che desiderio di risultati immediati. La politica non può essere sottomessa alla finanza e al profitto, ma deve prendersi cura del bene comune, un buon funzionamento del sistema vede crescita e diffusione della ricchezza andare di pari passo. La globalizzazione ha evidenziato la disparità di condizioni sociali dei vari popoli, per questo è necessario lavorare per un maggior coordinamento internazionale e per un mercato più civile.

Stefania Micheli

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Pubblicato il 5 dicembre 2020

Fondo Affitto, altri 166mila euro per il Piacentino

fondo affitto

Prosegue e si rafforza l’impegno della Regione Emilia-Romagna per aiutare famiglie e persone in difficoltà a causa dell’emergenza Coronavirus, che faticano a sostenere mensilmente la spesa per l’affitto di casa. Ammonta a 2 milioni e 650mila euro il pacchetto di risorse aggiuntive rispetto ai 15 milioni assegnati a fine maggio, che la Giunta regionale ha stanziato con un atto approvato in questi giorni. Una nuova boccata d’ossigeno, nel perdurare della fase critica della pandemia, che consentirà ai Comuni e Unioni di Comuni di prolungare l’assegnazione dei contributi per l’affitto a chi ha i requisiti per ottenerli. “Le misure introdotte dalla Regione in questi mesi di emergenza sanitaria ed economico-sociale - spiega la vicepresidente con delega al Welfare e alle Politiche abitative, Elly Schlein - sono destinate ad assicurare un necessario supporto sociale alle famiglie che affrontano problemi di diminuzione del proprio reddito, soprattutto a causa della perdita o riduzione del lavoro. Le necessità a cui fare fronte ogni giorno sono molte e di diversa natura, ma uno dei problemi più impellenti resta quello di come pagare l’affitto di casa, che è una delle voci più gravose nel bilancio familiare. Durante l’emergenza abbiamo innovato il Fondo affitto cercando di dare risposte commisurate ai bisogni, e rispondendo insieme alle difficoltà degli inquilini a pagare l’affitto e dei proprietari che si sono trovati con gli immobili vuoti, incentivando le rinegoziazioni dell’affitto e la stipula di nuovi contratti a canone concordato, per guardare oltre l’emergenza”. “Per questo - chiude Schlein - abbiamo aumentato le risorse per consentire ad un numero maggiore di persone di usufruire dei contributi e affrontare quella che rischia di trasformarsi in un’emergenza nell’emergenza. I territori ci hanno segnalato un alto numero di richieste sul Fondo Affitto 2020 messo in campo dalla Regione a fine maggio, quindi a fronte di questa seconda ondata abbiamo deciso di stanziare ulteriori risorse per aiutare un numero più elevato di persone che hanno fatto richiesta dei contributi”.

La somma divisa in trentanove Comuni

La somma complessiva resa disponibile dalla Regione sarà ripartita tra i 39 Comuni capofila dei distretti sanitari di tutto il territorio regionale, con le stesse modalità già utilizzate per l’attribuzione delle risorse rese disponibili lo scorso maggio; potranno essere impiegate dai Comuni per scorrere le graduatorie dei bandi in corso e di quelli appena chiusi, tanto sui contributi diretti quanto sulle rinegoziazioni dell’affitto, ed anche per esaurire le graduatorie del fondo 2019. Le condizioni e le regole restano le stesse: un contributo per l’ affitto fino a 1.500 euro per famiglie e persone in difficoltà - per perdita del lavoro, cassa integrazione o stato di mobilità, lavori precari o stagionali - parametrato alla riduzione di reddito determinata dall’emergenza Coronavirus; aiuto esteso anche agli studenti universitari iscritti in un ateneo dell’Emilia-Romagna e a chi è in una situazione di forte emergenza, cioè i nuclei familiari con reddito Isee inferiore a 3mila euro, in questo caso a prescindere dal calo reddituale. Altri contributi, incentivi graduali da 2 mila fino a 3 mila euro, consentiti dal provvedimento regionale riguardano i proprietari di alloggi che accettano di rinegoziare il contratto d’affitto a favore dell’inquilino, convertendolo ad esempio in contratto a canone concordato o anche affittando un immobile vuoto a canone concordato a famiglie che cercano casa. A Bologna andranno 636.433 euro; Modena 441.415 euro; Reggio-Emilia 298.233 euro; Parma 273.398 euro; Forlì-Cesena 225. 835 euro; Ravenna 215.868 euro; Rimini 199. 982; Ferrara 192.010 euro e a Piacenza 166.822 euro.

Pubblicato il 5 dicembre 2020

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Calano ancora le nuove infezioni da Hiv

Hiv

In Emilia-Romagna sono sempre meno le persone che contraggono l’infezione da Hiv: i nuovi casi nel 2019 sono stati 209, rispetto ai 220 dell’anno precedente. Ma resta purtroppo ancora alto il numero di chi arriva a una diagnosi tardiva: è successo nel 58% dei casi, e il 43% delle persone era già in Aids, o in una fase molto avanzata dell’infezione, al momento della diagnosi. Un problema dovuto principalmente a una errata bassa percezione del rischio in alcune fasce della popolazione. Ecco perché, in occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids in programma domani martedì 1 dicembre, la Regione Emilia-Romagna insieme a HelpAids lancia una nuova campagna di sensibilizzazione e comunicazione, “Proteggersi, proteggere - Vivere con l’Hiv oggi” (http://www.helpaids.it/viverehivoggi). Una iniziativa che vuole coniugare l’attenzione alla prevenzione, diffondendo buone pratiche per evitare il contagio, con quella alla diagnosi precoce, e insieme combattere stereotipi e pregiudizi nei confronti delle persone positive all’Hiv o malate di Aids. Una campagna che quest’anno dispone anche di un ulteriore strumento molto concreto: da fine novembre, per decisione della Regione assieme alle Aziende sanitarie, in Emilia-Romagna chi effettua il test HIV può, gratuitamente e nella stessa occasione, effettuare anche un test sierologico per il Covid-19. “Vediamo ogni anno calare il numero di nuove diagnosi di Hiv: non possiamo che esserne felici, ma non siamo di certo soddisfatti - dichiara Raffaele Donini, assessore alle Politiche per la salute -. Lo saremo pienamente solo quando riusciremo ad arrivare a una diagnosi precoce per tutti i casi. Invece ancora più della metà delle persone scopre il virus solo quando è già troppo tardi, e quindi quest’anno abbiamo avuto un aumento, seppur ridotto, degli emiliano-romagnoli che hanno sviluppato la malattia conclamata, l’Aids. Tutte le ricerche ci dicono che ciò accade perché dell’Hiv si parla ancora poco e male, perché ci sono ancora tanti pregiudizi nei confronti delle persone sieropositive, e questi stereotipi portano a pensare che l’Hiv non possa mai riguardarci da vicino”.

Test sierologici gratuiti

“Per questo motivo- prosegue Donini- quest’anno la nostra campagna vuole raccontare la normalità dell’Hiv, le storie di tante persone che convivono con il virus: una rassicurazione per chi sta iniziando il suo percorso di lotta, certamente, ma anche un monito per ricordare che non bisogna mai abbassare la guardia, adottare ogni precauzione e insieme non avere paura o vergogna di effettuare i test di controllo. Non per caso- conclude l’assessore- abbiamo scelto di rendere disponibile gratuitamente un test sierologico per il Covid-19 a chi effettua i controlli per l’Hiv: vogliamo aumentare lo screening contro il Coronavirus, certamente, ma crediamo anche sia importante aumentare la sensibilità di tutti nei confronti del test per l’Hiv”. In Emilia-Romagna in dieci anni, dal 2010 al 2019, le nuove diagnosi tra i cittadini residenti sono quasi dimezzate, passando da 388 a 209 e mettendo a segno, quindi, un -46%. Calo che si è fatto ancor più rilevante negli ultimi anni, considerando che nel 2015 i nuovi casi erano 291, scesi a 285 nel 2016, 220 nel 2018 e arrivati, appunto, a 209 (165 uomini e 44 donne) nel 2019, con un’incidenza del 4,7 ogni 100mila abitanti. I dati, elaborati dal Servizio prevenzione collettiva e sanità pubblica della Regione Emilia-Romagna, fotografano la situazione dello scorso anno e dell’arco temporale 2006-2019. Esaminando l’intero periodo di sorveglianza sanitaria, tra le persone sieropositive il 74% è maschio, il 31% ha dai 30 ai 39 anni, il 68% è italiano. La classe di età più colpita è quella tra i 20 e i 49 anni (78%), i casi di sieropositività sono invece modesti tra i più giovani e negli ultracinquantenni. L’incidenza tra i maschi è 11,4 casi ogni centomila abitanti, tra le femmine è 3,8. Le persone straniere con Hiv sono poco meno di un terzo del totale (32%), sensibilmente più giovani rispetto agli italiani e prevalentemente di sesso femminile. La modalità di trasmissione principale (88% nel 2019) è quella sessuale. Il 47% di tutti i casi è dovuto a trasmissione eterosessuale e purtroppo la percezione del rischio tra gli eterosessuali è molto bassa: solo il 14% dei sieropositivi l’ha dichiarata come motivazione del test di diagnosi. Le persone giunte tardi alla diagnosi lo scorso anno sono state 122: il 58% dei nuovi casi; in particolare, al momento della diagnosi il 43% delle persone era già in Aids o in una fase molto avanzata dell’infezione. I residenti in Emilia-Romagna che hanno sviluppato la malattia conclamata, quindi l’Aids, sono stati 59 nel 2019 (53 nell’anno precedente). Analizzandole provincia per provincia, le nuove diagnosi di Hiv nel 2019 sono state 47 a Bologna (con un’incidenza di 4,6 casi ogni centomila abitanti), 30 a Modena (incidenza 4,2), 24 a Ravenna (incidenza 6,1), 22 a Parma (incidenza 4,9) e Rimini (incidenza 6,5), 21 a Forlì-Cesena (incidenza 5,3), 20 a Reggio Emilia (incidenza 3,8), 13 a Piacenza (incidenza 4,5) e 10 a Ferrara (incidenza 2,9).
In Emilia-Romagna, da fine novembre 2020, è offerta la possibilità alle persone che eseguono il test HIV di effettuare gratuitamente nella stessa occasione un test sierologico per evidenziare la presenza di anticorpi al nuovo coronavirus SARS-CoV-2. L'iniziativa, oltre a favorire la partecipazione allo screening per Covid-19, ha in particolare l'obiettivo di sensibilizzare i cittadini sull’importanza del test HIV, soprattutto in un periodo in cui la pandemia e le misure necessarie per il suo contenimento hanno inciso sulle possibilità di accesso al test. L’opportunità di effettuare il test sierologico, con adesione su base volontaria, è rivolta a tutti coloro che effettuano il test HIV e sono assistiti in Regione. È possibile effettuare il test presso i centri Test&Counselling e gli ambulatori dedicate alle infezioni sessualmente trasmesse. Il test HIV può essere svolto in anonimato, mentre per aderire al test sierologico per SARS-CoV-2, e solo per questo, occorre rilasciare le proprie generalità per essere ricontattabili in caso di positività. Tutte le informazioni sono a disposizione sul sito
http://www.helpaids.it/testsierologici .

Pubblicato il 3 dicembre 2020

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Insieme possiamo, con il volontariato

logo giornata volontariato

Insieme possiamo con il volontariato: è lo slogan della 35ª Giornata internazionale del Volontariato, in programma il 5 dicembre.
Fra le iniziative in programma a Piacenza organizzate da CSV Emilia, anche il video “La libertà di una scelta – Piacenza e i suoi volontari” con 24 volti e voci di persone impegnate a sostegno della nostra comunità*.
Qui il video
https://www.youtube.com/watch?v=m2IKC_E2E7g

È la risposa orgogliosa che la rete del volontariato il volontariato piacentino ha giocato anche in quest’anno durissimo, per dare risposte immediate e concrete.

I dati generali sul Volontariato a Piacenza
La provincia di Piacenza conta su 511 associazioni iscritte ai registri, di cui 243 Organizzazioni di Volontariato e 268 associazioni di promozione sociale.

Alcuni dati delle associazioni impegnate per l’emergenza a Piacenza

Farmaci a domicilio
Farmaci direttamente a casa per le persone e le famiglie in quarantena, isolate o impossibilitate, e per i pazienti più fragili, primi tra tutti anziani e malati cronici - il servizio di “consegna a domicilio”, promosso dall’Azienda Usl di Piacenza insieme alla sede di Piacenza di CSV Emilia, e garantito dai volontari di Croce Rossa, Avo e Gaps, affiancati per alcune zone dalla Pubblica assistenza Val Vezzeno, Barbari Odv e le sezioni Avis di Carpaneto, Lugagnano e Podenzano, attivo dalla metà di marzo, ha evitato a tanti cittadini di doversi recare in ospedale per il periodico ritiro dei farmaci coprendo l’intero territorio provinciale.
Dalla metà di marzo a metà giugno, i volontari (complessivamente una trentina) hanno percorso complessivamente oltre 10.000 km percorsi raggiungendo 1.000 cittadini.

I PROTAGONISTI DEL VIDEO

Anna Leonida e Adele Boncordo - Associazione I Nuovi Viaggiatori

Celestina Viciguerra - Il Circolino

Daniele Righi e Paola Vincini -Abracadabra Progetto Famiglie

Davide Bongiorni - Pubblica Assistenza Croce Bianca Piacenza

Ellen Dedaa Owusu - AUSER Piacenza

Ernesto Carolfi  - Confraternita di Misericordia Piacenza

Federico Tosca - Africa Mission Cooperazione e Sviluppo

Flori Vasilas e Claudio Cristea -   Croce Rossa Italiana Comitato di Piacenza

Francesca Molinari - GASB Gruppo attivo di solidarietà dal basso

Francesco Marchini e Giacomo Rossetti                 - Agesci

Giovanna Vezzoso - Centro di Solidarietà della Compagnia delle Opere di Piacenza

Giovanni Orsi - Emporio Solidale Piacenza

Jolana Obdrzalkova - ABIO Ass. Bambino in Ospedale

Loris Burgio - Fareambiente Laboratorio Verde Piacenza

Matteo Lombardi - Associazione Genitori Piacenza4

Roberto Grassi -Gruppo cinofilo La Lupa

Sara Nouader- AS.SO.FA.

Silvia Benedetti- A.C.I.S.J.F. Protezione della Giovane

Tiziana Di Sevo e Maria Grazia Porcari- GAPS Gruppo Accoglienza Pronto Soccorso

Nella foto, il logo ufficiale della 35ª Giornata internazionale del volontariato

Pubblicato il 4 dicembre 2020

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Cooperazione internazionale, nuovi aiuti umanitari ai Paesi in via di sviluppo

cooperazione internaz

Sono 40 i progetti di cooperazione internazionale indirizzati ai Paesi dell'area Mediterranea, Medio Oriente e Africa sub sahariana che si sono aggiudicati, per il 2020, contributi della Regione per oltre 1,4 milioni di euro. A realizzarli saranno Organizzazioni non governative, Terzo settore ed Enti locali dell’Emilia-Romagna. La Giunta regionale ha infatti approvato in questi giorni la graduatoria dello specifico bando pubblicato a luglio. “La Regione Emilia-Romagna è impegnata da oltre vent’anni in progetti di cooperazione allo sviluppo - commenta la vicepresidente con delega alla cooperazione internazionale, Elly Schlein -. La pandemia globale sfida il concetto stesso di confini e ci chiama a una maggiore cooperazione internazionale. Quest’anno abbiamo infatti deciso di indirizzare una larga parte delle risorse in questo ambito proprio al rafforzamento dei sistemi sanitari e al miglioramento della sicurezza alimentare, con un’attenzione particolare alle fasce più fragili e all’emancipazione femminile. Le proposte selezionate- sottolinea la vicepresidente- vanno in questa direzione, offrono aiuti concreti e tengono aperti i canali della solidarietà con le aree più fragili del mondo”.
La maggior parte dei progetti si rivolge alle fasce più vulnerabili della popolazione, soprattutto donne e bambini, con obiettivi precisi: far fronte alle necessità immediate, sia a livello umanitario che in ambito sanitario, e alle conseguenze economiche e sociali causate dal diffondersi della pandemia. Gli interventi finanziati saranno realizzati in Burkina Faso, Burundi, Camerun, Costa D’Avorio, Etiopia, Kenya, Mozambico, Senegal, Campi Profughi saharawi in Algeria, Palestina, Tunisia, Marocco, Bielorussia e aree ucraine contaminate dall'incidente nucleare di Chernobyl. L’intero pacchetto di risorse (1.423.965 euro) consentirà di cofinanziare fino al 70% il costo di ogni progetto selezionato. Dal 2018 ad oggi, la Regione Emilia-Romagna per i Paesi in via di sviluppo ha stanziato complessivamente otre 4,5 milioni di euro.

Pubblicato il 2 dicembre 2020

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