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Notizie Varie

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Amiamo la terra. Difendiamo il futuro

amiamo la terra

“Amiamo la terra, difendiamo il futuro” è un progetto a tutela della biodiversità che ha permesso di far comprendere ai giovani studenti degli Istituti Agrari della Regione Emilia Romagna, il significato ed il valore della biodiversità negli ecosistemi naturali e negli agroecosistemi; di conoscere le principali varietà da conservare e riprodurre per creare un senso di appartenenza e di inclusione con il proprio territorio.
Nel Webinar, del 16 dicembre, svoltosi su piattaforma online, molti sono stati gli studenti coinvolti di tutte le province, tra cui Susanna Ferri, di una classe quinta, dell’Istituto Statale d’Istruzione Superiore Agraria e Alberghiera “Raineri - Marcora” di Piacenza che ha presentato la sua scuola.
“La cosa più bella del mio Istituto è quella di essere un laboratorio a cielo aperto”. Ha affermato Susanna; infatti il Campus Agroalimentare piacentino si trova fuori dalla città in piena campagna.
“Abbiamo anche un’azienda
agraria - ha proseguito - ad indirizzo cerealicolo, zootecnico e foraggero, certificata biologicamente, di superficie pari a 26 ettari. È dotata di stalla, a stabulazione libera, con sala di mungitura a quattro posti. La stalla ospita una mandria di bovine da latte composta da 60/70 capi. Ci sono 5 serre fisse climatizzate per la produzione di piantine da trapianto ornamentali e da orto, per una superficie complessiva coperta di mq. 1400 circa. Il complesso aziendale comprende infine un frutteto che ospita più varietà di ciliegio dolce e selvatico, un vigneto e una piccola collezione di varietà autoctone di melo e di pero. A ciò si aggiunge un orto botanico, 10 arnie per la produzione del miele e un Museo della scienza contadina”.

La scuola di agraria viene poi completata e implementata dall’Istituto Professionale Alberghiero, dotato di moderne attrezzature didattiche per i servizi della ristorazione. Dopo aver descritto il Campus piacentino l’alunna Ferri ha sottolineato l’impegno della scuola nella difesa della biodiversità citando una poesia, scritta dagli alunni, dove si racconta di una ragazza che ritorna nella casa dei nonni e scopre la preziosità del melo verdone, un frutto antico. Il Melo Verdone, che appartiene alla famiglia delle Rosaceae - ha specificato l’allieva-, è il frutto più diffuso nelle zone a clima temperato, resistente ai freddi e alle gelate primaverili perché fiorisce la metà di aprile. È un frutto è di grande dimensioni di color verde, la polpa croccante, dolce, acidula e aromatica, matura a fine ottobre e si conserva fino a marzo. Il valore della biodiversità è stato messo molto in evidenza nell’intervento di Susanna Ferri: “Se scompare la biodiversità - ha aggiunto - allora scompariranno anche gli uomini. Bisogna cambiare la mentalità a favore della natura, rispettare il nostro ambiente, valorizzarlo senza nessun sfruttamento. Noi giovani dobbiamo essere garanti di un ambiente pulito che sappia dare dei buoni frutti e nutrire in modo sano e genuino”. In conclusione la studentessa ha ringraziato i suoi docenti che hanno messo passione ed entusiasmo nel realizzare questo progetto.

R.T.

Pubblicato il 15 dicembre 2020

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Nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima, firmata l’intesa in Emilia-Romagna

 Patto per lavoro e clima

Nel tempo dell’emergenza e della lotta alla pandemia, in Emilia-Romagna si disegna un futuro diverso. Per tutti, nessuno escluso. Un progetto di rilancio e sviluppo della regione fondato sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Per creare lavoro di qualità, accompagnarla nella transizione ecologica, contrastare le diseguaglianze e ridurre le distanze fra le persone, le comunità e le aree territoriali, ricucendo fratture acuite dalla crisi in atto.
Con un investimento senza precedenti sulle persone, il welfare e la sanità pubblica, l’innovazione tecnologica e digitale – con la scienza al servizio dell’uomo, in ogni campo – i saperi e la scuola, la formazione, le eccellenze della nostra manifattura, l’economia verde e circolare, il turismo, il commercio, l’agricoltura, il mondo delle professioni e il terziario, la messa in sicurezza del territorio. Con l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 e il 100% di energie rinnovabili entro il 2035.
È il Patto per il Lavoro e per il Clima che la Regione Emilia-Romagna sigla con 55 firmatari: enti locali, sindacati, imprese (industria, artigianato, commercio, cooperazione), i quattro atenei regionali (Bologna, Modena e Reggio Emilia, Ferrara, Parma), l’Ufficio scolastico regionale, associazioni ambientaliste (Legambiente, Rete Comuni Rifiuti Zero), Terzo settore e volontariato, professioni, Camere di commercio e banche (Abi). Un percorso comune che nasce dalla convinzione che da questa crisi l’Emilia-Romagna debba uscire con un progetto di sviluppo nuovo. Un progetto che migliori la qualità della vita di donne e uomini e del pianeta, che punti a una reale parità di genere, che attui la transizione ecologica creando lavoro di qualità, valorizzando tutte le potenzialità e gli spazi che questo cambiamento offre al territorio e alle nuove generazioni. Senza lasciare indietro nessuno. Perché creare nuova occupazione – di qualità, dipendente o autonoma che sia, ma stabile e adeguatamente remunerata - che scaturisca e accompagni la svolta verde, non è solo possibile, è anche necessario. Il Patto si fonda sulla qualità delle relazioni tra istituzioni, rappresentanze economiche e sociali.
L’intera comunità regionale impegnata su obiettivi strategici definiti sulla base di una partecipazione democratica e di una progettazione condivisa, e la conseguente assunzione di responsabilità di ciascuno e dell’intera ‘squadra’. Guardando al 2030, in linea con l’orizzonte e gli obiettivi fissati dall'Agenda delle Nazioni unite e dell’Unione europea: in un tempo in cui la pandemia e la crisi costringono ad aggiornare le previsioni giorno per giorno, l’Emilia-Romagna non rinuncia ad un progetto di medio-lungo termine per orientare le scelte strategiche. Gli obiettivi delineati nel documento saranno oggetto di ulteriori e successivi accordi per definire più nel dettaglio, con lo stesso metodo di confronto e condivisione, come programmare le risorse europee, statali e regionali, ordinarie e straordinarie, che l’Emilia-Romagna avrà a disposizione per un rilancio degli investimenti pubblici e privati, in un momento che rappresenta anche una grande occasione storica. L’Europa ha infatti battuto un colpo decisivo con il Next Generation EU, che destina all’Italia 209 miliardi di euro per il proprio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che per i sottoscrittori del Patto dovrà vedere protagoniste le Regioni e le autonomie locali. Impossibile immaginare la realizzazione di un piano di ricostruzione del Paese senza il loro pieno coinvolgimento. Sulla base delle azioni indicate nel nuovo Patto, l’Emilia-Romagna è pronta a presentare al Governo proposte e progetti da finanziare con i fondi del Next Generation EU. Ci sono poi i Fondi europei della nuova programmazione 2021-2027 destinati a crescere per la nostra Regione (nel settennio precedente 2,5 miliardi di fondi strutturali e 660 milioni di euro di FSC, di cui 55 milioni gestiti dalla Regione) e quelli che il territorio saprà aggiudicarsi candidandosi ai diversi programmi europei (per il solo Horizon 2020 il contributo di cui ha beneficiato il territorio regionale è stato pari a oltre 280 milioni di euro), unitamente alle risorse regionali e statali. Solo la Giunta regionale ha previsto nel bilancio di previsione 2021 investimenti per un miliardo mezzo di euro, nel contesto più ampio del piano di investimenti per quasi 14 miliardi di euro al 2022 presentato già prima dell’estate, anche in questo caso considerate tutte le fonti di finanziamento, per una ricostruzione partecipata e condivisa da territori, parti sociali, comunità locali.

Partecipazione e democrazia

L’Emilia-Romagna continua dunque a fare sistema. Le firme di oggi confermano e rafforzano il metodo avviato nel 2015 con la firma del Patto per il Lavoro, che in cinque anni ha permesso all’Emilia-Romagna di recuperare terreno rispetto alla lunga crisi economica apertasi nel 2008, portandosi ai vertici italiani ed europei per crescita, occupazione, export e valore aggiunto. Cinque anni nei quali il Patto per il Lavoro ha generato investimenti e movimentato risorse per oltre 22 miliardi di euro (ben oltre i 15 preventivati all’inizio). Uno scenario radicalmente cambiato nell’ultimo anno con la diffusione della pandemia mondiale e l’esigenza, ora, di fare tesoro dalle lezioni apprese dall’emergenza e di impostare un modello di sviluppo che sia sostenibile. Per affrontare quattro sfide che l’Emilia-Romagna, al pari e più di altri sistemi territoriali, è chiamata ad affrontare: crisi demografica, emergenza climatica, trasformazione digitale, contrasto alle diseguaglianze. “In Emilia-Romagna il futuro lo costruiamo insieme – afferma il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini -. Ancora una volta dimostriamo coi fatti che si possono unire le parti per un progetto condiviso di sviluppo sostenibile, che punti al lavoro di qualità e ad una transizione ecologica non più rinviabile. Mettiamo il bene comune avanti a tutto, scegliendo confronto e condivisione, patrimonio di questa terra, soprattutto nei momenti più difficili. Ringrazio tutti i firmatari, sensibilità diverse al servizio del sistema territoriale dell’Emilia-Romagna. Questa regione intende svolgere un ruolo primario anche nella programmazione e nella gestione delle risorse straordinarie che il Paese avrà a disposizione, in quantità mai viste prima. Come dimostrano gli stessi numeri e indicatori che ogni anno il Governo fornisce - qualsiasi Governo di qualsiasi colore -, se c’è una regione che sa programmare e spendere bene e in fretta le risorse europee e nazionali questa è l’Emilia-Romagna. Per questo, in accordo con tutte le rappresentanze del territorio, ci candidiamo a svolgere una parte importante anche nell’impiego migliore delle risorse del Next Generation EU. Per recuperare ogni posto di lavoro perduto, per potenziare ulteriormente la sanità pubblica, per investire in saperi e innovazione, per la qualità del nostro ambiente e la sicurezza del nostro territorio. Credo che l’Emilia-Romagna stia indicando un percorso di valenza nazionale- chiude Bonaccini- che farebbe davvero bene a tutto il Paese: nel momento durissimo che stiamo vivendo, qui decidiamo ancora una volta di uscirne insieme, tutti, attraverso partecipazione e democrazia, condividendo ogni risorsa disponibile in termini economici, progettuali e di conoscenze. Lo stesso che credo debba fare l’Italia”.

L'impegno di ciascuno

Il Patto per il Lavoro e per il Clima indica come proprio orizzonte il 2030, assumendo una visione di medio e lungo periodo, indispensabile per affrontare la complessità dei temi aperti, allineando il percorso dell’Emilia-Romagna agli obiettivi previsti dall’Agenda 2030 dell’Onu, dall’Accordo di Parigi e dall’Unione europea per la riduzione delle emissioni climalteranti di almeno il 55% entro il 2030. “Adesso la transizione ecologica e la neutralità carbonica – sottolinea la vicepresidente Elly Schlein - sono obiettivi concreti e condivisi. Abbiamo dato un indirizzo chiaro e coraggioso alle scelte per il contrasto ai cambiamenti climatici e alle disuguaglianze sociali, di genere e territoriali. Questo Patto segna l’impegno condiviso a fare ciascuno la propria parte per ripartire insieme, avviando un percorso di cambiamento urgente e ineludibile per il futuro della nostra comunità e delle prossime generazioni. In un momento difficile come questo in cui nel Paese, per affrontare la crisi pandemica, sono richieste unità e responsabilità in Emilia-Romagna siamo riusciti a costruire una cornice strategica per non tornare alla normalità di prima, ma migliorare la qualità della vita delle persone e del pianeta”. “Il Patto per il Lavoro e per il Clima si conferma un atto importante di democrazia e responsabilità condivisa, in rete con le più grandi progettazioni innovative del nostro Paese, e che si relaziona con l’Europa- sottolinea Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico, lavoro e green economy-. La grande novità di questo nuovo documento è contenuta nel titolo, che affianca al ‘Lavoro’ la parola ‘Clima, perché non c’è sviluppo senza sostenibilità ambientale, economica e sociale. Non può esistere contrapposizione fra ambiente e lavoro anzi, al contrario, proprio attraverso il green new deal e l’investimento sui saperi possiamo creare occupazione di qualità, riducendo la forbice delle disuguaglianze”.

Quattro punti strategici

Il Patto per il Lavoro e per il Clima prevede quattro obiettivi strategici da raggiungere: Emilia-Romagna regione della conoscenza e dei saperi; regione della transizione ecologica; regione dei diritti e dei doveri; del lavoro, delle imprese e delle opportunità. E individua quattro processi trasversali:trasformazione digitale; Patto per la semplificazione; promozione della legalità; partecipazione. Obiettivi strategici e processi trasversali saranno perseguiti a partire da alcune scelte di fondo: dare priorità alle persone, in particolare ai giovani e alle donne; intraprendere una transizione ecologica giusta, che crei nuove imprese e nuovo lavoro, aggiornando le professionalità di chi lavora per tutelarne e salvaguardarne l’occupazione; rimettere al centro il valore dell’impresa, dalle piccole alle più grandi, e del pluralismo imprenditoriale e diffuso, a partire dalla cooperazione e dal lavoro sociale; orientare la rivoluzione digitale verso un nuovo umanesimo perché l’evoluzione della tecnologia sia un diritto di tutte e tutti; assegnare una nuova centralità al welfare come strumento di equità sociale; attribuire un nuovo protagonismo alle città, e con esse agli atenei, per un progetto di sviluppo che abbia un ancoraggio più forte nei territori. Dagli obiettivi strategici e dai processi trasversali derivano impegni concreti che andranno realizzati. Eccone alcuni, per l’Emilia-Romagna, fra quelli indicati nel Patto. Percorso per la decarbonizzazione prima del 2050, passaggio al 100% di energie rinnovabili entro il 2035 e accelerazione del superamento delle plastiche monouso. Sostegno a una nuova mobilità sostenibile e intermodale rafforzando le reti del trasporto pubblico, 1000 km di nuove piste ciclabili, traffico motorizzato privato ridotto di almeno il 20% entro il 2025, mobilità privata verso “emissioni zero” anche attraverso l’istallazione di 2.500 punti di ricarica elettrica entro il 2025. Nuova legge regionale per il Clima. Riforestazione per 4,5 milioni di nuovi alberi. Riduzione del valore dei rifiuti non riciclati almeno a 110 kg pro-capite, con ancora più raccolta differenziata (80% al 2025). Filiera corta, agricoltura biologica e produzione integrata per oltre il 45% della superficie agricola utilizzata (Sau) entro il 2030.

Gli obiettivi

E ancora: il 3% del Pil regionale investito in ricerca; la quota dei Neet (i giovani che non lavorano e non studiano) sotto la soglia del 10%; attrarre studenti e incentivarli a restare, anche col rientro di talenti. Centralità della sanità pubblica, che si è dimostrata fondamentale nella lotta al virus, puntando ancor più sulla medicina del territorio e la telemedicina, sistema di welfare integrato di prossimità, sempre più inclusivo e partecipato (innovazione sociale, nuova occupazione, sinergie col Terzo settore, lavoro sociale qualificato). Rete dei servizi educativi e delle scuole per l'infanzia (0-6) più forte, con l’accesso garantito a tutte le bambine e i bambini, abbattendo progressivamente liste d’attesa e costo a carico delle famiglie. Piano pluriennale di prevenzione del dissesto idrogeologico e di difesa della Costa. Rafforzamento della Rete Alta Tecnologia e dell’Emilia-Romagna Data Valley bene pubblico. Dotare il territorio regionale di infrastrutture per la mobilità e la connettività. Difesa dei posti di lavoro, nuova politica fiscale – improntata alla progressività, alla giustizia sociale e al recupero dell’elusione e dell’evasione – e costante valorizzazione della contrattazione collettiva tra le parti sociali. Emilia-Romagna come capitale dell’industria culturale e creativa, arti che si rinnovano grazie alle tecnologie, che si aprono a un nuovo pubblico, che rigenerano il patrimonio storico e le periferie e che attraggono giovani, sfidando le grandi realtà europee. L’opportunità di accedere a risorse straordinarie e la necessità di investirle in tempi rapidi per rimettere in moto l’economia e la società richiedono un cambio di passo nel rapporto tra Pubblica amministrazione, cittadini e imprese. Politiche e investimenti saranno supportati da un processo di semplificazione per ridurre la burocrazia e innovare la Pubblica amministrazione stessa. Non una deregolamentazione, ma un innalzamento del livello della legalità, dei diritti e della giustizia sociale, anche a fronte dei rischi crescenti di infiltrazioni criminali e mafiose. Il Patto prevede anche il coinvolgimento delle parti firmatarie per un confronto preventivo sui contenuti delle principali pianificazioni e dei principali provvedimenti da intraprendere, insieme alle rispettive dotazioni finanziarie, in attuazione e in coerenza con quanto condiviso. Fondamentale la verifica sui risultati ottenuti rispetto agli obiettivi. Ogni sei mesi, i firmatari del Patto si riuniranno per monitorare lo stato di avanzamento delle azioni intraprese e valutarne l’impatto, per eventuali integrazioni o modifiche, a partire da nuovi scenari, nuove criticità e nuove opportunità. Oltre a promuovere a livello locale l’attuazione del Patto stesso, attraverso patti e programmi declinati su scala territoriale.

Pubblicato il 15 dicembre 2020

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Gragnano attende il Natale: davanti alla chiesa l'accensione dell’albero

luminarie 

Si è partiti l’8 dicembre quando si è svolta la festa di Accensione dell’albero di Natale, allestito come ogni anno dall’Amministrazione comunale accanto alla chiesa di San Michele Arcangelo.
Contestualmente sono state accese anche le luminarie che, per il secondo anno consecutivo, splendono lungo la via principale del Paese. “Anche in questo faticoso anno - ha commentato il sindaco Patrizia Calza in apertura - il Natale arriva con tutto il suo carico di emozioni, tradizioni e valori e vogliamo in questo modo dare una mano a viverlo come nei tempi belli. Molti avranno il cuore triste e amareggiato da dolori e preoccupazioni ma desideriamo rispettare le tradizioni soprattutto per i nostri bambini affinché abbiano un ricordo dolce anche del Natale 2020”. Insieme al Sindaco ed a gli altri amministratori altri rappresentanti della comunità hanno fatto gli auguri di un Natale di serenità e fraternità. Don Andrea Campisi, i rappresentanti di diverse associazioni locali come Avis, Pro Loco, Anspi Gragnanino, Mcl e Anspi Casaliggio nonché la presidente del comitato commercianti Monica Sbaraglia.
Quest’anno infatti sia Gragnano che Rottofreno sono illuminati grazie al contributo regionale derivante dal progetto “Scopri Rottofreno e…Gragnano”, finanziato ai sensi della Legge regionale. 41. L’obiettivo consiste nel rivitalizzare e promuovere il commercio locale. Poiché nel 2020 non si sono potute svolgere iniziative previste come quelle della “Domenica in Albis” e della “Notte d’Estate” a causa dell’emergenza Covid, i due comuni hanno chiesto e ottenuto dalla Regione di utilizzare parte delle risorse disponibili per illuminare i due centri abitati nelle zone in cui più sono presenti attività commerciali. Va però sottolineato che anche altre associazioni e privati cittadini si sono impegnati in tal senso, come la Pro Loco che ha illuminato piazza Verdi, Anspi Gragnanino che ha allestito, tra l’altro, l’albero della frazione, Aspi e Parrocchia che hanno realizzato l’albero a Casaliggio, e i cittadini che hanno acceso le luci a Campremoldo Sopra. Davvero apprezzata la presenza di Alessandro Braga, sindaco del Consiglio Comunale dei ragazzi, che, a nome dei suoi compagni, ha riportato alcune riflessioni concludendo con gli auguri a tutti i gragnanesi, molti dei quali hanno potuto assistere alla cerimonia, in diretta Facebook sulla pagina di Scopri Gragnano.

Pubblicato il 15 dicembre 2020

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«Destinazione Turistica Emilia», Cristiano Casa succede a Natalia Maramotti

 Destinazione emilia

In attesa di lasciarsi alle spalle un anno complicato che ha però messo in luce la sua capacità di reagire a difficoltà eccezionali, Destinazione Turistica Emilia ha eletto il nuovo consiglio d’amministrazione. Il successore di Natalia Maramotti, al cui operato è andato il plauso collettivo, è Cristiano Casa, parmigiano classe 1970, già assessore a Città Internazionale del Comune di Parma con una lunga lista di deleghe, tra le quali quelle al Turismo, al Commercio e alla Sicurezza.

121 i Comuni coinvolti

“Il mio obiettivo - ha detto Casa, tra i maggiori protagonisti dell’iter che ha assicurato a Parma il titolo di Città Creativa Unesco - è innanzitutto quello di portare avanti l’eccellente lavoro svolto da Natalia Maramotti, con la quale mi sono sempre trovato in armonia. L’equilibrio, l’impegno a mettere da parte campanilismi controproducenti e la continuità con quanto fatto fino a oggi saranno le linee guida per la crescita in una situazione oggettivamente faticosa, che l’anno prossimo ci vedrà però ancora capitale della cultura come Emilia. Estendendo l’attività allo sport e al turismo congressuale, dobbiamo sfruttare la nostra natura di territorio al centro delle comunicazioni e lavorare sulle reti che mettono insieme il food, i castelli, la cultura, l’Appennino e la Bassa”. Accanto a Cristiano Casa, a capo di un’avventura che oggi raccoglie 121 comuni soci e prevede per il 2021 un bilancio di 2 milioni di euro, un consiglio formato da Filippo Fritelli (sindaco di Salsomaggiore) e Claudio Moretti (consigliere comunale del Comune di Monchio) per Parma, Patrizia Barbieri (sindaco di Piacenza), Roberto Pasquali (sindaco di Bobbio) e Mariarosa Zilli (consigliera provinciale con delega al turismo di Piacenza) per Piacenza, ed Enrico Bini (sindaco di Castelnuovo ne’ Monti), Ivano Pavesi (assessore di Guastalla) e Annalisa Rabitti (assessore al turismo di Reggio Emilia) per Reggio Emilia. Nel corso dell’assemblea, è stato inoltre comunicata l’approvazione del progetto Erasmus Visit Emilia, promosso da Destinazione Turistica Emilia e Fondazione E35 di Reggio Emilia con l’obiettivo di sviluppare le competenze dei giovani nel settore turistico, in modo da favorire il loro ingresso in un settore fortemente internazionalizzato, in un'ottica europea di sostenibilità e inclusività, permettendo il coinvolgimento di oltre 100 studenti degli istituti Superiori (classi quarte e quinte) di Parma, Piacenza e Reggio.
Il progetto Erasmus si avvale di Fondi europei per un importo di 440 mila euro. Intervenuto al Cda, Andrea Corsini, assessore regionale al turismo, ha ribadito l’apprezzamento per il prezioso lavoro svolto da Natalia Maramotti e rimarcato la necessità di consolidare il brand rappresentato da un territorio ricco di eccellenze in vista di un ritorno ai livelli pre-Covid e di una successiva crescita. “Negli ultimi tre anni, il turismo, che oggi rappresenta il 13% del PIL, aveva fatto registrare numeri considerevoli - ha ricordato Corsini. Quando usciremo dalla situazione determinata dalla pandemia, i contenuti attrattivi di Destinazione Turistica Emilia, lontano dal turismo di massa ma al centro della qualità e dell’unicità, potranno giocare un ruolo prezioso nella ripartenza. In Regione, abbiamo confermato in bilancio tutte le risorse e non escludo che esse possano aumentare nel corso dell’anno”.

Pubblicato il 15 dicembre 2020

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Cadeo, un dono a domicilio per gli anziani

 anziani

Un dono che racchiude vicinanza, solidarietà e voglia di rincontrarsi. É quello che in questi giorni arriverà nelle case degli anziani ospiti del Centro Diurno di Roveleto e di quelli seguiti dai Servizi Sociali di Cadeo.
"Negli scorsi anni in occasione delle feste natalizie facevamo visita ai nostri anziani - spiega Marco Bricconi, primo cittadino di Cadeo -. Tutto questo ora, causa emergenza sanitaria, non è possibile, ma li raggiungeremo comunque con un piccolo dono direttamente nelle loro case".
"Siamo animati dal desiderio che i nostri auguri arrivino loro anche a distanza - prosegue la vicesindaca Marica Toma -. Come buon auspicio abbiamo pensato di regalare un mazzo di carte piacentine, simbolo dei momenti conviviali che condivideremo ancora in futuro, inserite in una bustina fatta a mano dalle donne dell’associazione locale Semi di lino che opera per aiutare le persone in difficoltà del nostro territorio, insegnando loro l’arte del cucito. Una piccola pochette simbolo della solidarietà e dell’aiuto reciproco".
"I doni saranno portati nelle case degli anziani grazie ai volontari del Servizio Civile - conclude Bricconi -. In tutto sono 48 gli anziani che saranno raggiunti dalla piacevole sorpresa, con l’augurio che la vicinanza della comunità li faccia sentire meno soli. In questi giorni manderemo doni anche agli utenti della Casa delle Bolle e con loro ci collegheremo in videoconferenza per lo scambio degli auguri”.

Nella foto:  da sinistra, Sara Delfanti, sindaco Marco Bricconi, vicesindaca Marica Toma,  Silvia Fanzini.

Pubblicato il 14 dicembre 2020

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